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Messaggi di Novembre 2016

 

Animali Fantastici e dove trovarli, primo al box office

Post n°13482 pubblicato il 29 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Un altro weekend fortunato per Animali fantastici e dove trovarli, che continua a incassare oltre un milione al giorno, mantenendo a grande distanza la concorrenza. Sul podio, rispettivamente con 413 e 376mila, troviamo gli italiani La cena di Natale e Come diventare grandi nonostante i genitori, che rispetto a ieri invertono le loro posizioni in classifica. Seguono gli americani SnowdenAnimali notturni e Mechanic: Resurrection, tutti intorno ai 200mila euro, mentre risale dal decimo al settimo posto Trolls, seguito dalla nuova uscita Palle di neve (125mila). Oceania stravince il weekend del Ringraziamento con il secondo miglior incasso di sempre per un film presentato durante questo periodo. Record anche su MYmovies con 424k visitatori nella sola giornata di domenica: +60% vs Comingsoon + 381% vs Movieplayer (audiweb). Nelle casse di Disney entrano 81,1 milioni che sono più che sufficienti per staccare Animali Fantastici e dove trovarli che da par suo piazza un eccellente secondo weekend (solo -40% rispetto al primo) e vola a 150 milioni (473 a livello mondiale). Ottimo dato anche per Doctor Strange, che raccoglie altri 13,3 milioni di dollari e supera quota 200 milioni (616 a livello mondiale). Buona partenza per Allied (18 milioni complessivi), mentre Babbo Bastardo 2 si ferma ad appena 9 milioni. Imbarazzante il dato di L'eccezione alla regola, che si ferma fuori dalla top ten al 12esimo posto con appena 2,1 milioni totali, peggior esordio per un film "wide" (con più di 2000 sale) del 2016 ed uno dei peggiori di sempre. Da segnalare i 135 milioni raccolti da Trolls e l'ottimo dato di Almost Christmas che migliora del 5% rispetto alla settimana scorsa arrivando a 36,6 milioni. Fuori dalla top ten ottime medie per l'autoriale Manchester by the Sea, che in molti prevedono candidato ai prossimi premi Oscar. La prossima settimana si tira il fiato con il solo horror Incarnate a uscire in un numero decente di sale, mentre sono in arrivo tutti i film "da Oscar" ma con release limitate (La La LandJackie) e sale l'attesa per il 16 dicembre, giorno dell'arrivo in sala di Rogue One: A Star Wars Story, primo storico spin-off della saga.


Box Office Italia del 27/11/2016
1. Animali fantastici e dove trovarli: Euro 1.121.612
2. La cena di Natale: Euro 413.130
3. Come diventare grandi nonostante i genitori: Euro 376.500
4. Snowden: Euro 248.533
5. Mechanic: Resurrection: Euro 207.748
6. Animali notturni: Euro 201.523
7. Trolls: Euro 155.335
8. Palle di neve: Euro 125.462
9. Quel bravo ragazzo: Euro 106.357
10. La ragazza del treno: Euro 81.469

 
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Snowden

Post n°13481 pubblicato il 29 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

La paranoia o forse il complottismo sono alcune delle caratteristiche o delle accuse che vengono fatte a chi non riconosce la versione ufficiale dei fatti che avvengono nel mondo. Snowden nel 2013 lascia il suo impiego alla National security agency e vola a Hong Kong per incontrare i giornalisti e consegnare loro le prove per dimostrare la gigantesca violazione dei diritti anche del singolo individuo da parte del governo americano. Ha dimostrato che probabilmente molti di questi dubbiosi, non solo avevano ragione ma che la situazione era anche peggio con il programma di controllo di tutto il mondo da parte dell'intelligence americana. Chi meglio di Oliver Stone poteva fare un film sul caso Snowden, con i suoi tratti di abusi e di paranoia e con quella biografia? La storia di Snowden sembra perfetta per lui, visto che c'è la parabola di questo patriota volontario che piano piano comprende cosa stanno facendo e considerandosi sempre un uomo fedele alla sua causa e al suo paese, decide di ribellarsi a quel mondo.
Perchè siamo in un mondo dove la verità non si cerca e si trova si vuole nasconderla. La performance di Joseph Gordon-Levitt nei panni di Snowden, è molto interessante e permette così di spostare l'attenzione da un film che poteva diventare troppo politico o ideologico, ad un film molto personale con tutti i dubbi delle scelte che doveva l'ex agente doveva prendere, trasformandolo in uomo che ha cambiato la storia. La domanda quindi per giudicare Snowden, è a quale libertà siamo disposti a rinunciare per consentire ai nostri governi di proteggerci o meglio credere che questi ci proteggano?

 
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Il film intervista su Fidel Castro Con Stone dietro il mito del Lider da la repubblica

Post n°13480 pubblicato il 29 Novembre 2016 da Ladridicinema


di NADINE GORDIMER



Fidel Castro


STRAORDINARIE figure pubbliche che hanno scolpito il paesaggio politico e sociologico del nostro mondo: li conosciamo poco in base a quello che esce loro di bocca. La classica retorica dei discorsi pubblici, dietro bandiere e davanti folle vocianti adorazione o opposizione, non ha valore di testimonianza a questo proposito. Sono, devono essere, le parole dell'oracolo. Un oracolo è assoluto, la sua voce non contiene incertezza, non ha soggettività. Tali caratteristiche umane non rientrano nell'immagine della leadership. La coscienza del leader va presentata così, al di là del personale, e questo ci porta a costruire l'immagine del fenomeno-leader come eroe o come mostro, a seconda delle convinzioni politico-ideologiche di chi ne dipinge il ritratto ufficiale o ne schizza la caricatura. 

Fidel Castro è un valido esempio. I media e persino il dibattito intellettuale, dal salotto all'accademia, lo dipingono (in misura preponderante nella comunità mondiale occidentale) come un tiranno antiquato che ancora aspira ad un ordine sociale maligno oppure, tra coloro che ammettono l'incapacità del capitalismo di colmare l'abisso tra ricchi e poveri, viene dipinto come una vittima delle ambizioni imperiali degli Usa. Alcuni lo temono, alcuni lo deridono e spengono la Tv o girano la pagina del giornale che riporta uno dei suoi interminabili discorsi. 

Il documentario di Oliver Stone ha il notevole pregio di non essere tanto un film su Fidel Castro, quanto la sincera rivelazione di Castro ad opera di Castro stesso. E non è la confessione sentimentale di un vecchio assediato da gran parte del mondo in cerca di "comprensione". Le domande che pone Oliver Stone sono spesso pesanti. Il Castro iconico, confrontato con amare verità o famose menzogne che denigrano sia la sua persona che l'ordine sociale di Cuba, non si irrita agli affondi giornalistici diretti ad una verità che sfugge - abbiamo il suo viso, gli occhi intensamente espressivi proprio in primo piano, impossibile non cogliere una reazione inconscia. Il confronto non è descritto, lo viviamo con lui. Risponde non senza riflettere, in linea con il pacato autocontrollo che fa sì che non interrompa mai il suo interlocutore. È certamente questo atteggiamento che dà a Stone l'opportunità di filmare una discussione straordinaria piuttosto che un'intervista. 


Udire, senza interpolazione, senza interpretazione, da quella bocca espressiva con il mezzo sorriso ironico non completamente perso nella barba ribelle, una riflessione sul famoso complesso rapporto con Che Guevara stimola a ragionare, ad esempio, sull'enfasi posta sul Che come massimo eroe della liberazione, ritratto su enormi manifesti ovunque all'Avana. (Influenzata dalla rappresentazione occidentale del culto di Fidel a Cuba, mi ero aspettata di vedere l'immagine di Castro che osserva la gente dall'alto. Mi è stato detto che non è costume tra i cubani onorare in questo modo gli eroi in vita). 

Fidel Castro nel film parla con franchezza delle divergenze sorte con Guevara senza denigrarlo. E senza, in questa fase della sua vita almeno, rivalità o cautela all'idea che le proprie affermazioni possano fornire argomenti a chi proverebbe soddisfazione nel veder dimostrata senza mezzi termini l'esistenza di un dissenso tra coloro che si credevano indiscutibilmente uniti nell'imperativo morale della rivoluzione. 

Castro è osservato in filmati del passato ma soprattutto ripreso nel presente, nel corso degli avvenimenti e, in modo rivelatore, durante la normale routine della sua vita quotidiana, che non è fatta di istrionici baci ai bambini. Benché la scuola per studenti stranieri dei paesi in via di sviluppo (la cui esistenza è esempio dell'impegno di Cuba a favore dell'istruzione) sia teatro dell'entusiasmo da fan di ragazzine che spasimano per toccare la mano della fama e di ragazzi impazienti di sfiorare la spalla del potere, la sua conversazione è troppo seria e priva di superiorità per essere una finzione a beneficio del fotografo. 

Deludendo il naturale, professionale approccio inquisitore di Oliver Stone, le uniche domande cui Castro garbatamente rifiuta di rispondere più che con una ammissione, riguardano i suoi rapporti con le donne. E se ne fa una questione etica, di rispetto delle donne stesse, il suo rifiuto è inoppugnabile, pur se una scappatoia. Conferma inoltre la sua posizione sul diritto alla riservatezza nella vita privata di una persona, contestato nella morale di un mondo affamato di scandali, che brama vedere piedi d'argilla alla base delle statue degli eroi. 

L'unica domanda che Stone evita di porre è come mai non c'è libertà di stampa a Cuba. Se Fidel è in grado di rispondere con franchezza ai pesanti interrogativi sul regime, nonché alle calunnie, che scopo ha impedire l'espressione, a favore o, cosa più importante, contro, del suo popolo che mostra tanto coraggio e convinzione nel sopportare l'insostenibile, ignobile embargo imposto dagli Usa e il fatto che il mondo tolleri l'esistenza di un campo di internamento politico Usa nella Baia di Guantanamo, in territorio cubano? 

Oliver Stone dichiara che Fidel Castro, nonostante gli accordi prevedessero il diritto di chiedere tagli nel filmato ove lo desiderasse, non ne ha chiesto nessuno. Stone ha colto Fidel Castro nella sua totalità di uomo, rivelandone la grande intelligenza, il senso dell'umorismo nonché la convinzione che la Cuba di cui vede gli errori, parlandone spontaneamente, è un'isola del mondo in cui si mantiene vivo l'ideale dell'umanità che si evolve fino alla sua vera realizzazione. Penso che nessuno di noi possa accontentarsi dell'idea che ha di Fidel Castro, qualunque essa sia, come uno degli artefici del mondo che conosciamo, senza aver visto questo film. 
(Copyright Nadine Gordimer, traduzione di Emilia Benghi ) 

(20 aprile 2005)

 
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Snowden

Post n°13479 pubblicato il 25 Novembre 2016 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Il Parlamento Europeo approva una risoluzione contro i media della Russia da opinione pubblica

Post n°13478 pubblicato il 25 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

 

La decisione del Parlamento Europeo di colpire i media russi come RussiaToday e Sputnik fa riflettere sul livello di decadimento democratico conosciuto dalle istituzioni comuniParlamento Europeo contro i media russi

Con 304 voti favorevoli su 691 eurodeputati presenti, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione contro i mezzi d’informazione della Federazione Russa.

La proposta porta la firma dell’eurodeputata polacca Anna Elzbieta Fotyga, secondo la quale i media come la catena televisiva Russia Today (RT), l’agenzia Sputnik e la fondazione Russkiy Mir servirebbero gli interessi “propagandistici e di disinformazione” del governo russo di Vladimir Putin. Per questo – recita il documento approvato – è dovere dell’Unione Europea contrastare efficacemente la propaganda antidemocratica russa che mirerebbe alla divisione dell’Europa.

Nonostante si stia per aprire una nuova fase di distensione nei rapporti tra USA e Russia, l’Unione Europea continua imperterrita in una “guerra fredda” che ha aspetti fratricidi e che risulta deleteria per i nostri interessi. E’ evidente come il contrasto verso i media russi abbia l’obiettivo primario di censurare notizie scomode – che i media europei oscurano scientificamente – su ciò che avviene in Siria, Iraq, Libia ed Ucraina.

Quello approvato dal Parlamento Europeo è un attacco senza precedenti alla libertà d’informazione, e conferma la pericolosa involuzione antidemocratica che stanno attraversando le istituzioni europee. A Strasburgo così come a Bruxelles, l’elezione di Donald Trump ha gettato nel panico e nella schizofrenia tutti coloro che hanno mirato a fare dell’Europa un protettorato nordamericano.

L’Europa “dei diritti e della democrazia” – come amano intonare i più convinti europeisti – ripiomba nel cupo passato della censura e dell’oscurantismo, al punto che ai cittadini europei viene negata qualsiasi verità che possa intaccare il “pensiero unico” dominante. La storia ci insegna però che ogni istituzione, ogni entità fondata sul disconoscimento della realtà è destinata prima o poi a soccombere.

Antonello Tinelli

 
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Snowden

Post n°13477 pubblicato il 25 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Poster

Snowden è il ritratto personale e affascinante di una delle figure più controverse del XXI secolo, l'uomo responsabile di quella che è stata definita la più grande violazione dei sistemi di sicurezza nella storia dei servizi segreti americani. Nel 2013 Edward Snowden lascia con discrezione il suo impiego alla National Security Agency e vola ad Hong Kong per incontrare i giornalisti Glenn Greenwald e Ewen MacAskill, e la regista Laura Poitras, allo scopo di rivelare i giganteschi programmi di sorveglianza informatica elaborati dal governo degli Stati Uniti. Consulente esperto di informatica, legato da un impegno di massima segretezza, Ed ha scoperto che una montagna virtuale di dati viene registrata tracciando ogni forma di comunicazione digitale, non solo relativa a governi stranieri e a potenziali gruppi di terroristi, ma anche a quella di normali cittadini americani. Disilluso rispetto al suo lavoro nel mondo dell'intelligence, Snowden raccoglie meticolosamente centinaia di migliaia di documenti segreti per dimostrare la portata della violazione dei diritti in atto. Lasciando la donna che ama, Lindsay Mills, Ed trova il coraggio di agire spinto dai principi in cui crede.

 
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La cena di Natale

Post n°13476 pubblicato il 25 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Poster

Dopo Io Che Amo Solo Te tornano le emozioni, le risate e le furie dei personaggi creati da Luca Bianchini, che troveremo ancora insieme per La cena di Natale. Una Vigilia magica, con la presenza silenziosa e speciale della neve che imbianca la splendida Polignano a mare, dove tutti però sono più agitati del solito. La più sconvolta è Matilde che riceve un anello con smeraldo da Don Mimì, suo marito, "colpevole" di averla troppo trascurata negli ultimi tempi. Lei si esalta a tal punto da improvvisare un cenone per quella stessa sera nella loro grande casa, soprannominata con modestia il "Petruzzelli", in cui ci si muove con l'ascensore e dove troneggia un albero di Natale alto quattro metri. L'obiettivo di Matilde è chiaro: sfidare davanti a tutti Ninella, la consuocera, il grande amore di gioventù di suo marito. E Ninella non si lascia intimidire, anche se ha sbagliato la tinta optando per un poco riuscito "biondo Kidman” ed è molto infastidita dalla presenza della Zia Pina. Quella sera, alla stessa tavola imbandita si siederanno, tra gli altri: Chiara, incinta di 8 mesi, e suo marito Damiano, che forse di donne ne ha messe incinta due! Nancy diciassettenne ossessionata dalla verginità; Orlando avvocato gay, che sta tentando di dare un bimbo alla sua migliore amica lesbica, Daniela mentre viene corteggiato da Mario...

 

NOTE:

Tratto dall'omonimo best seller di Luca Bianchini.

 
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Il più grande sogno

Post n°13475 pubblicato il 25 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Poster

A 39 anni Mirko è appena uscito dal carcere: fuori, nella periferia di Roma, lo aspetta un "futuro da riempire", possibilmente in modo onesto. Quando viene eletto a furor di popolo Presidente del comitato di quartiere, decide di sognare un'esistenza diversa. Non solo per sé e per la propria famiglia, ma per tutta la borgata in cui vive. Il più grande sogno di Mirko però è difficile da mettere in pratica, specie se tuo padre è un piccolo criminale. Il rapporto con le figlie è tutto da costruire e il passato è una porta sempre troppo facile da riaprire. Questo film racconta di un "bandito" che si inventa custode di una felicità che neanche lui sa bene come raggiungere. E' la storia di un sogno fragile e irrazionale, capace di regalare un futuro a chi non credeva di meritarsi neanche un presente.

 

NOTE:

Presentato al Festival di Venezia 2016 nella sezione Orizzonti.

 
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Il cittadino illustre

Post n°13474 pubblicato il 25 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Titolo originale: El Ciudadano Ilustre

Poster

Un premio Nobel per la letteratura, che vive in Europa da decenni, accetta un invito dalla sua città natale in Argentina per essere premiato. In un viaggio nel cuore della letteratura stessa, l'uomo ritroverà l'affetto e le affinità che ancora lo uniscono al suo popolo, così come le differenze inconciliabili che daranno vita a un crescendo di violenza, con un risultato inaspettato. I personaggi dei suoi libri provengono da quella terra, proprio da lì infatti riprendono vita e si ribellano al loro stesso autore. Salas è il paese che lo scrittore porta nel cuore, quello che ha descritto con forse eccessiva sincerità, quello che oggi gli si rivolge contro.

  • FOTOGRAFIAMariano Cohn
  • MUSICHEToni Mir
  • PRODUZIONE: Aleph Media, Televisión Abierta, A Contracorriente Films
  • DISTRIBUZIONE: Movie Inspired
  • PAESE: Argentina, Spagna
  • DURATA118 Min
NOTE:

Presentato in concorso al Festival di Venezia 2016.
Coppa Volpi miglior interprete maschile a Oscar Martínez al Festival di Venezia 2016.

 
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Come diventare grandi nonostante i genitori

Post n°13473 pubblicato il 25 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Poster

Sempre più spesso i genitori assumono comportamenti competitivi verso i professori dei propri figli: contestano voti e programmi, vaneggiano di simpatie, antipatie e complotti. Così, invece di aiutarli nella formazione dei loro ragazzi, diventano ostacoli insormontabili alla loro crescita. Presuntuosamente pensano: "Noi conosciamo meglio di chiunque altro i nostri figli e sappiamo quanto valgono e come e cosa gli si deve insegnare". E' quello che accade anche ai ragazzi di "Come diventare grandi nonostante i genitori" quando, al liceo, arriva la nuova preside che decide di non aderire al concorso scolastico nazionale per gruppi musicali. Per i ragazzi, che hanno una passione sfrenata per la musica, è un colpo mortale e, anche quando i genitori corrono a protestare, la preside decide addirittura di raddoppiare il lavoro quotidiano dei ragazzi. Dopo i primi voti bassi, i genitori consigliano prudentemente ai ragazzi di sottostare alle decisioni della nuova preside. Tuttavia i ragazzi, con orgoglio, decidono di iscriversi al concorso musicale pur avendo contro scuola e genitori. La sfida pare impossibile e invece porterà i ragazzi a crescere in modo sorprendente tra ostacoli di ogni tipo da superare.

 
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Film nelle sale da ieri

Post n°13472 pubblicato il 25 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Come diventare grandi nonostante i genitori
Come diventare grandi nonostante i genitori
Come diventare grandi nonostante i genitori
  • DATA USCITA: 24/11/2016
  • GENERE: Commedia
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Luca Lucini
  • CAST: Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno, Matthew Modine
Condotta
Condotta
Conducta
  • DATA USCITA: 24/11/2016
  • GENERE: Drammatico
  • NAZIONALITA': Cuba
  • ANNO: 2014
  • REGIA: Ernesto Daranas
  • CAST: Alina Rodriguez, Armando Valdes
Il cittadino illustre
Il cittadino illustre
El Ciudadano Ilustre
  • DATA USCITA: 24/11/2016
  • GENERE: Drammatico, Commedia
  • NAZIONALITA': Argentina, Spagna
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Gastón Duprat, Mariano Cohn
  • CAST: Oscar Martinez, Dady Brieva, Andrea Frigerio
Il più grande sogno
Il più grande sogno
Il più grande sogno
  • DATA USCITA: 24/11/2016
  • GENERE: Drammatico
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Michele Vannucci
  • CAST: Mirko Frezza, Alessandro Borghi, Vittorio Viviani
La cena di Natale
La cena di Natale
La cena di natale
  • DATA USCITA: 24/11/2016
  • GENERE: Commedia
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Marco Ponti
  • CAST: Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido
Mechanic: Resurrection
Mechanic: Resurrection
Mechanic: Resurrection
  • DATA USCITA: 24/11/2016
  • GENERE: Azione, Thriller
  • NAZIONALITA': USA
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Dennis Gansel
  • CAST: Jason Statham, Jessica Alba, Tommy Lee Jones
Monte
Monte
Monte
  • DATA USCITA: 24/11/2016
  • GENERE: Drammatico
  • NAZIONALITA': Italia, Francia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Amir Naderi
  • CAST: Andrea Sartoretti, Claudia Potenza
One Piece Gold - il Film
One Piece Gold - il Film
One Piece Film Gold
  • DATA USCITA: 24/11/2016
  • GENERE: Animazione
  • NAZIONALITA': Giappone
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Hiroaki Miyamoto
Palle di Neve - Snowtime
Palle di Neve - Snowtime
Palle di Neve - Snowtime
  • DATA USCITA: 24/11/2016
  • GENERE: Animazione, Commedia, Family
  • NAZIONALITA': Canada
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Jean-Francois Pouliot, François Brisson
Snowden
Snowden
Snowden
  • DATA USCITA: 24/11/2016
  • GENERE: Biografico, Drammatico, Thriller
  • NAZIONALITA': Germania, USA
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Oliver Stone
  • CAST: Joseph Gordon-Levitt, Nicolas Cage, Shailene Woodley
Yo Yo Ma e i musicisti della via della seta
Yo Yo Ma e i musicisti della via della seta
Yo-Yo Ma and the Silk Road Ensemble
  • DATA USCITA: 24/11/2016
  • GENERE: Documentario
  • NAZIONALITA': USA
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Morgan Neville
  • CAST: Yo Yo Ma
 
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Animali fantastici e dove trovarli, forse suo il podio assoluto del box office 2016

Post n°13471 pubblicato il 23 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Box Office Italia
Grazie ad una domenica fotocopia del sabato, Animali Fantastici e dove trovarli incassa quasi 6 milioni di euro dal giorno della sua release e si propone come serio contendente per la prima posizione assoluta al boxoffice italiano, in attesa delle pellicole natalizie. Il film Warner fa quasi meglio di tutti gli altri film sommati assieme: si salvano Animali Notturni e Quel bravo ragazzo che gravitano entrambi attorno ai 700mila euro, mentre si mantengono su buone medie La Ragazza del treno (arrivato a 4,3 milioni complessivi) e Masterminds - I Geni della Truffa. Crollo invece per Doctor Strange che tocca quota 7,1 milioni di euro ma che non andrà molto oltre questa cifra. Il prossimo weekend sarà interlocutorio, con pochi film potenzialmente interessanti per la top ten (SnowdenLa Cena di NataleMechanic: Resurrection), mentre da quello dopo inizieranno i botti di Natale, con tanta Italia protagonista. 

Box Office USA
Ottima partenza negli States per Animali Fantastici e dove trovarli, che apre con 75 milioni di dollari, un po' sotto le forse troppo entusiastiche previsioni della vigilia, ma che conferma che il brand "Potter" è ancora fortissimo. Il film è già arrivato a quota 218 milioni di dollari a livello mondiale e potrebbe essere l'unico serio contendente dell'anno per dare fastidio alle pellicole della corazzata Disney. Doctor Strange è secondo, con 17,6 milioni ed un totale americano di 181 milioni di dollari (e mondiale di 571 milioni): dovrebbe chiudere attorno ai 220/230 milioni, un dato fantastico per un nuovo franchise. Trolls porta a casa altri 17,5 milioni e tocca quota 116 milioni: alla fine riuscirà a chiudere in attivo, ma senza troppi entusiasmi. Tiene bene Arrival, arrivato a 43 milioni e ancora meglio Hacksaw Ridge, che perde solo 36% rispetto alla settimana scorsa. Pessime partenze per le altre new entry settimanali: The Edge of Seventeen apre con 4,8 milioni (è costato 9) e Bleed for This con 2,3 milioni (è costato 6). Non sfonda Billy Lynn's Long Halftime Walk, il nuovo film di Ang Lee con un supercast (Vin DieselGarrett HedlundSteve MartinKristen Stewart e Chris Tucker) che nonostante le mille sale in più, finisce solo 14esimo. La prossima settimana è nuovamente ora per Disney di calare il penultimo asso di quest' anno straordinario, Oceania, che sarà "disturbato" da Allied, il nuovo film di Robert Zemeckis con la coppia Brad Pitt/Marion CotillardBabbo Bastardo 2 e Rules Don't Apply dramedy di e con il redivivo Warren Beatty. Insomma, uno dei weekend più "caldi" dell'anno, che seguiremo con dovizia di particolari. 

 
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Young Pope

Post n°13470 pubblicato il 23 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Appena finito di vedere l'ultima puntata di Young Pope. Che dire mai vista una serie così. Non può essere definitiva in nessuna categoria e nessun giudizio può essere abbastanza completo se non il fatto di esaltare ancora una volta il genio di Sorrentino. E se il personaggio di Jep Gamberdella è entrato a tutti gli effetti nella storia del cinema e nell'universo sorrentiniano aveva il compito di voler distruggere e far fallire la mondanità romana; il personaggio interpretato da un magnifico Jude Law, Papa Pio XIII Belardo non è da meno con la sua idea di rivoluzionare la chiesa, sconvolgendola e avendo tutti i mezzi per farlo e in piena consapevolezza, ribaltando la Roma decadente. La ricerca dell'amore da parte del papa e il superamento dell'abbandono sono gli elementi fondamentali nella crescita sia di Belardo che della storia, riuscendo a passare anche ad affrontare i temi principali che stanno riguardando la chiesa del XXI secolo e gli scandali, e questo attraverso un papa scomodo, ultra conservatore che sa di non credere in Dio, perchè "chi crede a dio non crede a nulla", che non cerca consensi e che mira "solo" a trovare Dio, che è amore, quell'amore che gli è stato negato, e perchè "non si possono sottovalutare le conseguenze dell'amore". Abbiamo assistito a qualcosa di veramente rivoluzionario, forse anche nel concetto stesso di personaggio e della stessa interpretazione di serie tv
ps: un discorso a parte merita Silvio Orlando, assolutamente magnifico nella rappresentazione delle due chiese, quella del potere politico e quella vera della misericordia

 
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Fai bei sogni

Post n°13469 pubblicato il 20 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Che a 76 anni Marco Bellocchio continui a sperimentare è qualcosa di sorprendente e ancora una volta il risultato non può che essere positivo. La sua ultima opera, Fai bei sogni, tratto dal best seller di Gremellini, è una riscoperta del primo cinema del regista, anche se in chiave moderna aiutato anche dalla musica; ma forse anche la chiusura dei conti con i demoni interiori che hanno caratterizzato il suo cinema. Del resto lo stesso autore ha ammesso di sentire anche suo questo libro che sembra riguardarlo da vicino, e la trasposizione viene fatta in maniera fedele ma con lo stile del regista di Bobbio e una concentrazione maggiore sui personaggi. Nel film sono quindi presenti tutti gli elementi del cinema di Bellocchio: il tragico, la famiglia borghese, l'ansia, la depressione, il suicidio per non parlare della trasposizione psicologica che è un richiamo soprattutto a "I pugni in tasca". Un ritratto poetico, commovente e passionale, ma anche personale, reso possibile da uno straordinario Mastandrea e che permette al film di riuscire in pieno nel suo scopo

 
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Indipendence day - rigenerazione

Post n°13468 pubblicato il 18 Novembre 2016 da Ladridicinema
 


Vent'anni dopo l'attacco massivo e distruttivo che ha falciato tre miliardi di persone sulla terra, David Levinson, specialista in telecomunicazioni ieri, direttore del settore Ricerca e Sviluppo oggi, scopre la minaccia di una prossima invasione aliena. Non ha bisogno invece di strumenti sofisticati per avvertire il nemico alieno, Thomas J. Whitmore, ex presidente degli States rimpiazzato dal presidente Lanford, una donna strategicamente incapace che si affida ai suoi generali. È Whitmore ad avvisare le nazioni in diretta mondiale e a gettarle nel più totale sconforto. Ma 'i nostri' non mancheranno di arrivare coalizzati e muniti di tecnologia extraterrestre, recuperata nella precedente invasione. Contro la monumentale forza dell'avversario si schierano due piloti rivali e un ex presidente eroico, disposto a tutto pur di preservare il suo pianeta e proteggere sua figlia.
Dopo Sotto assedio - White House Down, blockbuster pirotecnico che ha come unico decor la Casa Bianca, già attaccata da Roland Emmerich in Independence Day - The Day After Tomorrow e 2012, l'autore riprende le vecchie (e remunerative) abitudini realizzando il seguito di Independence Day. La versione del 1996, patacca votata alla gloria degli Stati Uniti, confrontata al suo epigono fa la figura del capolavoro. 
Vent'anni dopo, Emmerich e la sua cricca di alieni inscenano un come-back che non aggiunge niente, nemmeno il conforto consueto di vedere salvare, ancora una volta, il mondo. Sul piano ideologico poi si scivola da Bush a Trump. L'unico argomento progressista del film è una donna Presidente degli Stati Uniti ma il personaggio manca ovviamente di carisma e visione strategica e si fa ammazzare al primo attacco alieno. Il Capo di stato maggiore la rimpiazza mentre il presidente 'scaduto' lotta, cade e si rialza come Mazinga, che ha la mente di Bill Pullman "ma tutto il resto fa da sé". Al suo fianco combatte il pilota di Liam Hemsworth, che condivide col più celebre fratello (Thor) la discesa in picchiata sulla terra a 'miracol mostrare' e fanciulla salvare. Piaccia o no, il cinema di Emmerich ha conosciuto un successo planetario e refrattario alla peggior critica. Re indiscusso del catastrofico trash dopato con effetti speciali digitali, il regista tedesco traslocato a Hollywood ha prodotto una domanda alla quale nessuno come lui ha risposto e alimentato un genere a cui ha contribuito più di chiunque altro (Godzilla, The Day After Tomorrow, 2012). E la familiarità che il pubblico intrattiene oggi con il genere è la maledizione e la fortuna insieme di Independence Day: Rigenerazione
Maledizione perché non c'è più niente da inventare e praticamente più materia per impressionare, fortuna perché il film mantiene saldo il patto con lo spettatore, che non cerca più novità e incantamento ma prova riconoscenza. Forse perché nei film di Emmerich c'è sempre spazio (e amore) per la massa, una logica inclusiva in cui tutto il mondo trova il suo posto, come i bambini nello school bus condotto da Judd Hirsch. Una generosità genuina che trapela nei dialoghi di Jeff Goldblum, in ogni apparizione di Bill Pullman o nella relazione aerea tra Liam Hemsworth e Jessie T. Usher, che rimpiazzano con riverenza il carisma di Will Smith.

 
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Money Monster

Post n°13467 pubblicato il 18 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Quarta regia di Jodie Foster, 5 anni dopo l'interessante e intimista Mr. Beaver, che la vedeva anche coprotagonista, Money Monster è un film di impianto più classico che richiama alla memoria – fatte le debite proporzioni – i titoli degli anni Settanta in cui un signor Nessuno compiva un crimine e finiva improvvisamente sotto gli occhi delle telecamere, diventando ad un tratto visibile, scomodo e pericoloso. In questo caso il contesto e i tempi sono ovviamente diversi. A rubare in grande stile e impunemente non sono gli improvvisati rapinatori di turno, ma i grandi conglomerati finanziari. Anche se in fondo ben poco è cambiato per la gente comune: come Pinocchio seppellisce i suoi soldi nel Campo dei miracoli nella speranza di vederne crescere una pianta e raccoglierli centuplicati, oggi in tantissimi si affidano con la stessa ingenua fiducia a sconosciuti ben vestiti che li convincono a investire il loro denaro con la promessa di moltiplicarlo. Con gli anni, e con l'accelerata velocità delle comunicazioni, questi investimenti sono diventati un processo sempre più impalpabile, astratto. Chi gestisce i nostri risparmi opera per mezzo di algoritmi matematici arcani ai più e qualsiasi disastro nel mercato azionario viene attribuito a un bug, o meglio un glitch, di questi misteriosi procedimenti. Ma dietro ci può essere benissimo l'errore o meglio ancora l'avidità umana.

E' dunque attualissimo il tema affrontato - sia pure con qualche goffaggine - dagli sceneggiatori di Money Monster, prodotto da George Clooney che si ritaglia anche il ruolo da protagonista: è lui Lee Gates, consulente finanziario e titolare di un programma tv sull'argomento, dove con pacchianeria tutta americana, tra  balletti kitsch e demenziali inserti video, dispensa consigli e raccomandazioni a gente che lo ascolta e gli crede come farebbe con un qualsiasi imbonitore di pentole o materassi. Un giorno, durante una diretta tv, un ragazzo si introduce in studio: è armato e ha un gilet imbottito di esplosivo che fa indossare al conduttore. Minaccia di far saltare in aria il palazzo se non gli si dice chiaramente cosa è successo e perché la società caldamente raccomandata da Gates ha visto svanire in una sola giornata 800 milioni di dollari a lei affidati dai suoi investitori, inclusi tutti i suoi soldi.

Con le istruzioni della sua regista nelle orecchie, Gates, inizialmente terrorizzato, contribuisce alla ricerca di una soluzione, mentre la polizia e le forze speciali si introducono nell'edificio pronte ad intervenire. In poco più di un'ora e mezzo l'arcano viene svelato, perché per la prima volta una delle vittime del sistema, sia pure squilibrata, rivendica il proprio diritto di sapere come e da chi la sua vita è stata sconvolta e affronta persone abituate a scaricare su altri le proprie responsabilità, convinte come sono che sia impossibile, in questa catena infinita di operazioni delocalizzate, risalire alla verità.

Il pregio principale del film sta nei ritmi serrati della vicenda, che acquista maggior respiro quando i protagonisti escono dallo studio televisivo e attraversano New York tra ali di folla, sempre ripresi in diretta tv. La necessità di far svolgere la vicenda in tempo reale richiede una risoluzione della crisi troppo meccanica e semplicistica e alcuni personaggi (interpretati tra l'altro da egregi attori come Dominic West e Giancarlo Esposito) sono poco più che figure di cartone. La presenza di Clooney e Julia Roberts nei ruoli principali giova ovviamente all'appeal commerciale del film, ma la scelta di due attori meno caratterizzati come divi (e troppo riconoscibili come tali) avrebbe probabilmente aiutato il processo di identificazione dello spettatore. Comunque sia, Money Monster resta uno spettacolo godibile messo in scena con autorità da Jodie Foster e non privo di interesse, a partire della performance di Jack O'Connell nel ruolo del sequestratore, che è l'unico in tutto il cast a sudare veramente.

 
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L'Era Glaciale: in rotta di collisione

Post n°13466 pubblicato il 18 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Chi segue il mondo dell'animazione a trecentosessanta gradi, e quindi è abituato a gettare lo sguardo anche verso la ricchezza e complessità di quella occidentale, sa che alcuni titoli e personaggi molto amati godono di una saga animata che arriva a contare svariati titoli prodotti in periodi di tempo più o meno lunghi: insomma non serve essere Gundam in Giappone per tornare sullo schermo più e più volte. Non è lo stesso in occidente e i casi di saghe vere e proprie, capaci di durare nel tempo ed andare oltre l'abituale sequel sono piuttosto ridotti ed il traguardo di una serie di film come quella de L'era glaciale si può considerare considerevole, la più longeva con cinque titoli all'attivo in attesa del quinto shrek

L'era glaciale - In rotta di collisione: Una scena del quinto film della serie

E se c'è riuscita è stata per un paio di fattori determinanti: prima di tutto per l'immediatezza del suo umorismo, quelle situazioni e gag da cartone animato che lo riconducono alla tradizione di Bugs Bunny e gli altri eroi della Warner, capaci di divertire con genuinità gli spettatori; in secondo luogo per la riuscita composizione del gruppo di protagonisti, con Manny, Sid e Diego ad incarnare diverse tipologie di individui in cui tutti possono identificarsi. E soprattutto per Scrat, mina vagante e anima delirante di tutti i film della serie, simbolo indiscusso della saga creata da Blue Sky Studio al punto da entrare di prepotenza nel suo logo, al pari di Totoro per lo Studio Ghibli o la lampada per la Pixar.

If You Believe, They Put a Scrat on the Moon
L'era glaciale - In rotta di collisione: Scrat in versione spaziale

E proprio da lui, da Scrat, nasce lo spunto per la nuova avventura glaciale nelle sale dal 22 Agosto (dopo le anteprime estive del 16): L'era glaciale - In rotta di collisione va a scavare nella memoria storica della saga, ripesca un surreale ammiccamento inserito per scherzo e lo usa per dare il via all'azione. Ricordate il disco volante in cui si imbattono i protagonisti in una cava di ghiaccio? A distanza di quattordici anni da quel primo capitolo, e quattro film, a Scrat capiterà di disseppellirlo mentre è a caccia dell'ambita ghianda, per ritrovarsi a bordo del veicolo spaziale e catapultato in una odissea stellare fatta delle solite inconfondibili peripezie, tra tecnologia ostile del veicolo e collisioni con corpi celesti.

L'era glaciale - In rotta di collisione: Scrat a bordo del disco volante

Quasi un film nel film, una folle avventura spaziale che sarebbe potuta essere un corto autonomo, ma che fa da contrappunto a quanto avviene sulla Terra agli altri protagonisti de L'era glaciale 5. Ma non per questo slegato da queste ultime, perché Blue Sky ed il regista Mike Thurmeierriescono a collegare le due storyline con una trovata ulteriore: in qualche modo, quello che fa Scrat nello spazio influisce su quanto avviene sul nostro pianeta, causando collisioni tra corpi celesti che causano la pioggia di meteore che investe Manny, Sid, Diego e gli altri, ma dando anche il via alla rotto di collisione di un asteroide con la Terra. Compito dei nostri eroiè di trovare un modo per impedire questo contatto e nel farlo si ritrovano in un luogo suggestivo e violaceo, chiamato Geotopia.

Leggi anche: L'era glaciale 5 spedisce Scrat nello spazio

Geotopia e i suoi abitanti
L'era glaciale - In rotta di collisione: il fantastico Shangri Llama

Il rinnovamento di una serie di successo come Ice Age passa attraverso l'aggiunta di nuovi personaggi e il microcosmo di Geotopia serve anche a questo scopo. Non basta infatti l'inserimento del giovane mammuth Julian, fidanzato di Pesca che serve comunque ad alterare gli equilibri familiari di Manny, c'è bisogno di qualcosa in più per garantire la necessaria varietà, e follia, della saga. Geotopia è perfetta in tal senso con il pittoresco nucleo di individui un po' hippie ed esotici che ruotano attorno al loro leader spirituale, Shangri Llama. Dalla femmina di bradipo che sviluppa un'attrazione, ingiustificata, per Sid, ai conigli Teddy e Brooke, al furetto Neil deBuck, per una parentesi a tinta violacea in cui siamo sicuri che ci imbatteremo nuovamente in eventuali futuri capitoli della serie, così come incontriamo nuovamente il vecchio amico dei nostri, Buck, vera forza della natura grazie al travolgente doppiaggio di Simon Pegg (in italiano Massimo Giuliani).

Leggi anche: L'era glaciale 5: a Ischia con Claudio Bisio e le voci italiane del film

L'era glaciale - In rotta di collisione: un'immagine del film d'animazione
La forza dell'alternanza
L'era glaciale - In rotta di collisione: Julian e Peaches

Il viaggio di Sid e compagni, i loro incontri con i personaggi secondari, le vicissitudini private di ciascuno di essi, contribuiscono a rendere ricca e varia la parte di storia ambientata sul nostro pianeta, che ha qualche momento di stanca solo nella parte centrale del suo sviluppo e si alterna alle disavventure di uno Scrat che porta ad un livello superiore la sua disperata ricerca della ghianda. Un'alternanza che fornisce varietà anche visiva a L'era glaciale - In rotta di collisione che dal background spaziale ed dai toni violacei legati alla minaccia dell'asteroide ed a Geotopia riceve la possibilità di dare una svolta alla palette cromatica glaciale alla quale eravamo abituati. Non mancano anche sequenze molto elaborate e più propriamente action, dalla pioggia di meteore alla pirotecnica lotta tra Buck e la gang del villain Gavin, portata avanti tra mille acrobazie ed a suon di musica.

Leggi anche: Dai Minions ai Pinguini di Madagascar: quando i comprimari diventano protagonisti

Risate e semplicità
L'era glaciale 5:  i due simpatici opossum Crash e Eddie

Una varietà che dimostra la voglia di tener vivo il franchise aggiungendo elementi che possano dargli nuova linfa anche per il futuro, che si innestano su un impianto consolidato, e molto amato, ma che alla lunga potrà iniziare a stancare almeno una parte del suo pubblico: L'era glaciale 5 diverte quanto i suoi predecessori, a tratti anche più di alcuni di essi, ma conferma un umorismo più fisico e slapstick, che fa dell'immediatezza e semplicità la sua principale caratteristica. È in parte, come dicevano, una delle forze della serie, ma alla lunga rischia di dimostrarsi riduttiva rispetto ad una concorrenza che aggiunge complessità e livelli di lettura alle proprie produzioni. Insomma Blue Sky conferma il buon lavoro fatto con Manny, Sid, Diego e gli altri protagonisti de L'era glaciale e quella struttura narrativa che ancora riesce a divertire il suo pubblico, ma il rischio è che la visione risulti più leggera e superficiale di altre produzioni animate degli ultimi anni.

 
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Startrek beyond

Post n°13465 pubblicato il 18 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

"Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi dell'astronave Enterprise. Diretta all'esplorazione di nuovi mondi. Alla ricerca di altre forma di vita e di civiltà. Fino ad arrivare dove nessun uomo è mai giunto prima”. Questa, con qualche variante, la traduzione italiana della mitica frase introduttiva della serie classica di Star Trek, ripresa anche in molti dei film della serie. È questa frase che ha fatto innamorare milioni di ragazzini dal 1966 ai giorni nostri, prima attraverso i telefilm, poi coi libri, i cartoni animati, i film e il merchandising che hanno ampliato e arricchito questo universo illustrando la filosofia liberal, accogliente e pacifista di Gene Roddenberry, che gli eredi hanno cercato in qualche modo di mantenere dopo la sua scomparsa.

Prima serie al mondo a presentare in un ruolo importante una donna di colore e un russo (ai tempi della Guerra Fredda e prima dell'assassinio di Martin Luther King, che si espresse in merito in termini positivi) e a mostrare il primo bacio interrazziale nella storia della televisione (tra Uhura e Kirk), Star Trek ha sempre rappresentato il volto democratico, ottimista e umanista della fantascienza, espresso dalle storie raccontate e dalle interazioni tra i personaggi. In netto contrasto con la politica interventista statunitense, la prima direttiva della Federazione dei Pianeti impone agli equipaggi in missione esplorativa di non interferire con le culture aliene, soprattutto se meno progredite, ma dà al tempo stesso loro l'incarico di prestare aiuto ai deboli in difficoltà, il che richiede a volte quella forzatura delle regole in cui l'astuto Kirk, novello Ulisse, è maestro. Tutti questi principi sono stati ripresi alla perfezione nei primi due episodi del reboot di J.J Abrams, dove i personaggi che conoscevamo sono stati sostuiti dalle loro  versioni più giovani e la cronologia è stata in un certo senso, anche se non del tutto, resettata. I fan sono stati più che entusiasti dei film precedenti e noi abbiamo condiviso questo sentimento.

Poi, com'è noto, J.J. è rimasto in veste di produttore per dedicarsi a Star Wars e ha affidato questo terzo capitolo a Justin Lin, noto per un'altra saga incentrata sull'amicizia in un mondo iperveloce, quella di Fast and Furious.Il film ha avuto tempi di lavorazione piuttosto stretti e ha subito l'impatto della scomparsa di Leonard Nimoy e in seguito quello, assai più tragico, dell'incredibile incidente che ha troncato la vita di Anton Yelchin.  Enrando nel merito, ricordiamo che l'uscita del primo trailer colmo di azione ha messo in allarme il fandom, e il cosceneggiatore Simon Pegg è subito intervenuto in difesa del film dichiarando che dentro c'era molto più di questo. A dire il vero, dopo averlo visto, pensiamo che l'impressione della prima ora fosse corretta: a colpire positivamente sono l'ottimo e fluido 3D, gli effetti speciali e tutto l'aspetto visuale, di grande impatto, ma a conti fatti le lunghe sequenze d'azione hanno il sopravvento su una storia semplice e senza sorprese (anche perché uno spot tv l'aveva bell'e spoilerata: sullo strano marketing del film ci sarebbe da aprire un capitolo a parte), che sembra presa di peso da un episodio della serie classica, ambientazione inclusa.

Non mancano ovviamente le consuete battute e le schermaglie tra i personaggi, ma si ride meno del solito, forse perché manca a fare da contrappunto quello spessore in più che ci si aspetterebbe da un film di Star Trek. Perfino la breve e molto dibattuta sequenza che rivela l'omosessualità di Sulu (su cui lo stesso interprete originale, da sempre gay dichiarato, ha sollevate delle legittime obiezioni), è un po' buttata lì. Gli attori ovviamente sono quelli che fanno la differenza: Pegg ritaglia un ruolo di primo piano al personaggio di Scott, che riceve ampio (e meritato) spazio, mentre il perfetto Spock di Zachary Quintointeragisce maggiormente con l'ottimo Bones McCoy di Karl Urban. I nuovi personaggi però sono bidimensionale e soprattutto Idris Elba risulta sacrificato (e lo sarà ancor più, per forza di cose, nella versione doppiata).

Star Trek Beyond non è certo è un brutto film, anzi, come opera di genere è decisamente interessante, ma è un passaggio intermedio nella mitologia trekkiana, che ha risentito della defezione di Abrams e non sarà ricordato come uno degli episodi più memorabili della lunga storia dell'Enterprise. Pur non violando la Bibbia dell'universo Trek – anche se l'insistitita amore tra Uhura e Spock ci fa sempre un certo effetto –, rivela qua e là delle goffaggini che lo fanno assomigliare più all'omaggio di un ragazzo che a un prodotto adulto a sé stante. Di sicuro può piacere anche a chi non è un fan di questo universo e che lo apprezzerà come action e film di fantascienza realizzato in modo ineccepibile.

Ma quando Spock apre la scatola che ha ricevuto e ci trova (SPOILER) una foto del “padre”, con tutti i suoi compagni d'avventura (in una scena un po' azzardata e ambigua che è quasi una rottura della quarta parete), un brivido corre in platea e ci fa capire che loro ci mancheranno comunque sempre, con i loro battibecchi, le improbabili avventure, quella colonna sonora così suggestiva e quel mitico incipit qua relegate alla fine. Ci mancano le lucine, i suoni dei phaser, dei comunicatori e dei computer di bordo, tutti i particolari anche un po' kitsch che sono parte di questo mondo, per non dire del dolore quasi fisico con cui assistiamo alla ennesima distruzione dell'Enterprise. Il film è costruito su questa dialettica tra il mondo di ieri e quello di oggi, i pionieri e gli eroi dello spazio, i padri e i figli, ma forse sarebbe meglio, anche per sottrarci a questa "nostalgia canaglia", lasciarsi decisamente alle spalle le nostalgie e gli omaggi e guardare avanti, se davvero si vuole arrivare là dove nessuno è mai giunto prima. Speriamo ne tengano conto per il quarto film, in cui James T. Kirk incontrerà il padre e dove mancherà un altro pilastro della serie, il personaggio di Chekov, che si è deciso di non affidare a un nuovo attore dopo la tragica scomparsa del suo protagonista. In fondo, prima o poi, bisogna pur diventare grandi. 

 
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Quel bravo ragazzo

Post n°13464 pubblicato il 18 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Poster

Cosa succede se un potentissimo boss mafioso sta per morire e vuole lasciare il comando della sua spietatissima cosca a un figlio che non ha mai riconosciuto? Ma, soprattutto, cosa succede se quel figlio è un innocuo, ingenuo e goffo ragazzotto di 35 anni che fa il chierichetto e che è vissuto in un orfanatrofio di un paesino del Sud Italia?

 
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La sindrome di Antonio

Post n°13463 pubblicato il 18 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Poster

Nel settembre del 1970, Antonio Soris, vent'anni e sessantottino convinto, parte da Roma con la cinquecento della madre alla volta di Atene. Pochi soldi in tasca e tanta voglia di conoscere il mondo. La meta non è stata scelta a caso, Antonio ha il mito di Platone ed è convinto, o almeno spera, che in Grecia troverà la caverna delle ombre di Platone, il luogo oltre il quale abita la conoscenza. Un viaggio di ricerca dunque che non lo porterà alla famosa caverna ma che gli darà la possibilità di vivere un grande amore per una ragazza greca di nome Maria. In giro tra templi, mare meraviglioso e coste mozzafiato, i due ragazzi vivranno un reciproco corteggiamento continuo, fatto di allegria e malcelata passione, di scambio sulla vita, sull'amore e sulla politica. Sullo sfondo, il sogno della rivoluzione, la liberazione dei costumi e la Grecia dei colonnelli. Alla fine però le cose assumeranno un altro volto e un altro senso.

  • PRODUZIONE: Imago Film, Draka production
  • DISTRIBUZIONE: Draka distribution
  • PAESE: Italia
  • DURATA116 Min

 
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