Giovani Holden
«[...] Noi navighiamo in un vasto mare, sempre incerti e instabili, sballottati da un capo all'altro. Qualunque scoglio, a cui pensiamo di attaccarci e restar saldi, vien meno e ci abbandona e, se l'inseguiamo, sguscia alla nostra presa, ci scivola di mano e fugge in una fuga eterna. Per noi nulla si ferma. [...]»(Blaise Pascàl)
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Post N° 559
Post n°559 pubblicato il 22 Marzo 2006 da h451
TOILETTE Ha portato sua figlia al cinema, anche se non ne aveva voglia. Nel giorno in cui la madre, come stabilito dal giudice, gliela lascia, le concede tutto. Anche di scegliere un film con Verdone. Si siedono in quinta fila, si mettono comodi. A pochi posti da loro si sistema una coppia, non più giovane. Parlano fittamente, poi lei si alza e se ne va. In sala scende il buio, il film comincia. Lui lo segue, distratto. Sua figlia ride, si scompone, solleva le gambe, che la gonna scopre. Coglie lo sguardo dell'uomo solo, seduto poco distante. Anche nella semioscutità si accorge che la sta guardando. Fisso, senza pudore. Si innervosisce, gli pianta gli occhi addosso, ma quello non demorde. Sillaba: "Ma-ia-le". Niente. Copre le gambe della figlia, ma tempo due minuti e sono come prima. E quello: occhi puntati. Per fortuna il film finisce, qualunque cosa fosse. Escono, poi lui ha un ripensamento. "Didi, aspettami qui". Torna in sala. L'uomo che spiava è scomparso. Strano, non l'ha visto uscire. L'insegna luminosa delle toilette gli fa da segnale. Entra. L'uomo è in piedi, davanti all'urinatoio, gli dà le spalle. Non esita. Conta: tre-due-uno. Gli sbatte la testa contro il muro, poi contro la ceramica del cesso. E ancora. E ancora. Bada che il sangue non gli coli sulle scarpe. Controlla che sia morto. Si lava le mani, esce. Didi è lì che l'aspetta. Parla con la donna che era seduta accanto al ma-ia-le poi era andata via. La donna lo guarda, sembra preoccupata. Dice: "Mio marito è ancora dentro? Può mica aiutarlo a uscire? E' cieco. Chi altri andrebbe a vedere 'sto film?". |
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