Creato da parolelente il 26/01/2010
Parole per dire - irene pizzimenti - (Tutti i diritti riservati-Riproduzioni vietate)-
 

 

Lucio Dalla. "Futura"

 La sera dell'ultimo concerto.

Le Rondini
di Lucio Dalla

Vorrei entrare dentro i fili di una radio
E volare sopra i tetti delle città
Incontrare le espressioni dialettali
Mescolarmi con l'odore del caffè
Fermarmi sul naso dei vecchi mentre
Leggono i giornali
E con la polvere dei sogni volare e volare
Al fresco delle stelle, anche più in là
Coro :
Sogni, tu sogni nel mare dei sogni.
Vorrei girare il cielo come le rondini
E ogni tanto fermarmi qua e là
Aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici
E come loro quando è la sera chiudere
gli occhi con semplicità.
Vorrei seguire ogni battito del mio cuore
Per capire cosa succede dentro
e cos'è che lo muove
Da dove viene ogni tanto questo
strano dolore
Vorrei capire insomma che cos'è l'amore
Dov'è che si prende, dov'è che si dà
Coro :
Sogni, tu sogni nel cielo dei sogni

 

 

 Francoise Hardy

- Des ronds dans l'eau-

 

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'Toc - Toc' ...
Ascolta ....
bussano! dai
vai ad aprire ....
sn i miei auguri ... falli
entrare e poi
chiudi la porta
... tienili cn te sempre
son fatti col cuore!

Buon Natale

Perché se un bimbo
resta senza niente,
anche uno solo, piccolo,
che piangere non si sente,
Natale è tutto sbagliato..

 

 

 

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I biglietti appesi

Post n°462 pubblicato il 19 Novembre 2012 da parolelente

Sospiro lento
s'incrocia il mio andare al tuo.
Mani strette sotto la pioggia
sono assemblati all'anima
I nostri passi
attenti nell'ascoltare piano i sogni
nel raccogliere dalle porte chiuse
i biglietti appesi fuori dalla gente
per un domani più leggero
per giorni senza fame
per giorni senza sete
.
Ed è l'andare antico
di ogni uomo
coi propri piedi scalzi
scheggiati dalla fatica
Ed è pioggia
che ripulisce ogni ferita
ogni contrada abbandonata
Vissuti d'emozione
scivolano silenziosi sui nostri visi.
Armonie lente
Dolore assopito
Ripasso di storie trascorse
Scritture per ricordare chi è andato
Preghiera di speranza
i nostri occhi restano sospesi in un cielo
che infinitamente grande
non perde mai nulla nelle sue strade.

E l'anima si trascina oltre
Attorno silenzioso il mondo.

 
 
 

E fu il Ricordo

Post n°461 pubblicato il 19 Novembre 2012 da parolelente

Annoiato di Solitudine
il Fato invitò il Mondo

Vennero tutti

Ed alla porta
Lui sorridente
a regalare a Ognuno
inchini e maschere
E sempre a caso

Sognavano estasiati dal Mistero gli invitati

Sconosciuti gli Uni agli Altri
pensavano di vivere già Insieme
Risa
scherzi
ammiccamenti
burle
intese

Ubriacatura vestita di Realtà finta

Lontani gli Antagonisti di tutti i Giorni
gli implacabili Nemici
Maschere tessevano il Sogno nuovo

Ma

Gioia ballava con Dolore
Eleganza discuteva con Povertà
Amicizia giocava a scacchi con Invidia
Bellezza rideva con Cattiveria
Umiltà passeggiava con Arroganza
Ed il Buio a braccetto con la Luce

Nascosta in un angolo
solo Ragione si scoprì il volto
E vide

Ridendo pazzo il Fato
guardava tutti prigionieri di un'Illusione
All'ingresso ormai una sola maschera...

Folle della sua follia se la mise addosso
E fu il Ricordo.

 
 
 

Tregua

Post n°460 pubblicato il 19 Novembre 2012 da parolelente

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Mi piace questa quiete
dove il silenzio regna
nell'immobilità d'ogni mio gesto

 Il sole ricama ombre
Addosso al giorno tregua

 Giocano a strofinarsi i piedi
mentre la mano scrive

Sono silenzi grandi
Frammenti di un sole che fa la siesta

Pensieri colorati d'arancione
avvertono storie
liberate dalla stanchezza
Aria calda solleva il petto
ed il respiro
assorbe le parole stesse

E' tregua quest'ora
dove presente e passato
si prendono per mano
in una scia di luce
che placa ogni contesa

Ed ogni cosa ritorna al posto suo
con l'arancione intenso e caldo
che veste di serenità l'ora.

 
 
 

Un caffè in bianco e nero

Post n°459 pubblicato il 19 Novembre 2012 da parolelente

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Dirmi dov'ero...
 
un vuoto d'occhi
un punto d'aria
una tazzina
d'un caffè gustato a sorsi lenti
Attorno
opacità di nebbia e bianco
pensieri a fluttuare senza peso

Vedere senza vedere
sentire senza sentire
un viaggio in bianco e nero
per le strade del mio ieri
per i vicoli del mio oggi
a ritrovarne il senso

Momenti necessari
quando l'assillo
chiede di riposare un poco
per ricominciare
per ritrovare gli anelli giusti
da riattaccare

Lieve
senti il corpo riabbracciarsi
rinchiudersi silenzioso
in quel saperti ritrovare ancora
in quel saperti viva nei palpiti vissuti

Ed è
un sorriso
una tazzina poggiata al tavolo
un cappotto stretto
e passi veloci nel tagliare una strada
per riprovare ancora.

 
 
 

I segreti di una donna

Post n°458 pubblicato il 19 Novembre 2012 da parolelente

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I segreti di una donna
sono scatole ad incastro
dove il pensiero affonda le sue radici

Labirinti che attraversano
i passi lievi di un tempo proprio
Restituiscono parti dello stesso andare
Rimpianti e desideri che solo all'anima si rivelano

I segreti di una donna...
Vibrazioni che zittiscono ogni dire

Sensazioni che un sorriso copre
Emozioni che il battito di ciglia fa intuire appena
Silenzi dove ci si può ritrovare ancora
Memorie cucite addosso agli anni

I segreti di una donna?

Lacrime mai nate
Parole mai rivelate
Memorie cucite addosso agli anni.

 
 
 

Al caldo del camino

Post n°457 pubblicato il 19 Novembre 2012 da parolelente

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M'allungava il vivere quel tuo sguardo
e la tua mano che ripassava dopo
rigustando negli sguardi lenti
sapori intensi e ritrovati

Erano i giorni in cui tirava forte il vento alla scogliera

Sbatteva alta l'onda
inondava senza respiro il molo
era bello restare dentro sdraiati al caldo del camino
bagliori rossi di fuoco addosso

S'allungava il vivere
ridevano in silenzio gli occhi
complici.

Avevano lasciato fuori il Tempo.

 
 
 

Tra una finestra e il tempo

Post n°456 pubblicato il 19 Novembre 2012 da parolelente

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Sono poche le parole
quelle che contano
per una vita intera

Capita un giorno quasi per caso…

Diventi inquieta
ti giri per le stanze
ti ripassi il volto nello specchio
senti svanire il vuoto
senti calore l’ora
senti capito il tuo essere non semplice

Ed apri la finestra
nella notte che ti viene addosso
ed offri all’aria fresca i tuoi pensieri
biglietti appesi all’anima
pagine fissate con lo sguardo dritto al cuore

Diventano persi gli occhi
che sconfinano negli occhi
carezze al tuo colletto
le mani che salgono leggere
Sospiri a stento
cercano le sillabe per formare le parole
immobilità di un attimo
che lascia fuori porta il Tempo

Sono abbracci per una vita intera
quelli che vestono nella penombra l’abbandono
racconto di vissuti che combaciano perfetti
intensità profonda del vivere l’amore
Ombreggiature a specchio tra una finestra e il Tempo

E poi…

E poi continui nel tuo andare
solida tra le tue stesse cose
farfalla che nel suo volare d’attimo
ha colto l’essenza stessa al vivere

Ricordo che nel ricordare
nulla toglierà mai al suo vissuto
Consapevolezza di aver fermato
un attimo
al tuo comando
il Tempo

E vivi
goccia di una pioggia
che non si perderà mai per amore
per amore…

 
 
 

Ciao, uomo

Post n°455 pubblicato il 18 Novembre 2012 da parolelente

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E' sempre grande lo stupore che mi assale all'alba
ha la magia nascosta
delle viole del pensiero
ed i mille petali sfioccati di rose rosa pallido di cielo
quasi che il giorno mi iniziasse
così a respirare dentro al cuore
con quel profumo particolarmente dolce di un silenzio pieno di carezze
di sguardi, a volte, difficili da osservare
perché troppa e forte l' immensa tenerezza che li riveste ancora,

piena di ricordi al caldo
di scritture d'anima che finalmente , stanca ,ritorna a casa per potersi,

ancora ed ancora, raccontare.

Palpebre ridenti si risvegliano,  si sorridono lievi
guardando alto, verso la bianca luce di un nuovo giorno
che ormai , sempre più robusto, porta il garrire stridulo
di rondoni sulle porte, sulle finestre di mille case colorate.
E ti vedi nuda,
nuda anima vestita  d'un corpo
capace ora di raccontare storie e musiche.

Le macchine , tutte in fila, ai lati del viale
sonnecchiano gli ultimi attimi di un sogno
ancora caldo di copertine
pensano a cosa faranno in questo nuovo giorno
che si scrive tenero e nuovo
Sono gli ultimi riposi, respiri e pensieri vestiti di colori vari d' un arcobaleno.

Spesso sono stanchi, vulnerabili , alcuni troppo usati , o perplessi,che si domandano
si chiedono come fare,ancora, a riaccendersi il motore, per riprendere a camminare.

I primi passi d'uomo , veloci,camminano per strada, vanno per raccontare vite
storie da scriversi per se stessi , da scrivere per gli altri, virgole in un mondo d'alcool
che offende di più, i deboli, i bambini , le donne , indifesi esempi di viltà umane.

E pagine ,nel mondo, piene ora , di scritture lavorate nella notte da occhi attenti ,

scivolano veloci da macchine, nelle edicole del mondo , per riflettere , per rifletterci.
Marciapiedi si scopano,
scopano pensieri di ieri, su mille superfici , a sfumature varie
pensieri sporchi, pensieri tristi, pensieri che si abbracciano ,
pensieri per pensare ancora,
con sempre addosso la voglia di un vestito nuovo,
di stoffa colorata di fiori e sole
per sorridere, per sperare di nuovo,
per ricordare un linguaggio fatto di mani che si porgono
nelle strade, dove poveri , sempre più poveri
intristiscono bicchieri d'acqua senza più le forze,
dove sangue umano cola mentre kamikaze ,
inconsapevoli ormai di mente,
si fanno esplodere,
strumenti ciechi di menti perverse
capaci solo, di scrivere di odio, di potere, di fanatismi occulti.

Ecco, vedo arrivare , ora, i riverberi del primo sole,
il cielo è di un celeste chiaro
capace nel suo splendore d'incantare l'anima;
i rondoni volano veloci , alti, a gruppi,
si dividono il lavoro, corrono liberi
per le vie del cielo, anche loro pensierose,
a guardare dall'alto, tutto questo mondo che si sveglia.

Piccoli ciuffi leggerissimi , di nuvole bianco pallido,
si diffondono lievi, in quel celeste cielo
che silenzioso, ma sveglio, si è vestito da ore, per farsi trovare pronto
a finestre di mondo.
Piccoli ciuffi spumeggianti di nuvole, bianco-pallido, si diffondono lievi  per l'aria ,

sospirano, vorrebbero scrivere d'amore per ogni cuore , e dare carezze ,

e parole scritte d'acqua al sole.

E' il giorno, che ha finito di truccarsi,
adesso è Vita reale, che si lavora semplicemente addosso.


Ciao uomo, mi raccomando, guida piano.

 
 
 

Tra le dita il tempo

Post n°453 pubblicato il 18 Novembre 2012 da parolelente

6678023.jpg picture by rossoenero

Sfrecciano macchine nella sera
luci aranciate le autostrade scorrono
Ascoltare il vivere che passa
Attorno stanco il giorno
chiude gli occhi nel silenzio

Avvertire il tempo tra le dita
osservarlo tra le pieghe di uno sguardo che riappare 
ritornandoti  improvvisamente addosso da  lontano
sfiorarlo delicatamente 

Tenerezza d' occhi ancora pieni  di meraviglia

E ti scivola nel cuore quel sentirlo caro
ti prende l´anima quando  

stanco d´un altro giorno di lavoro
ritorni nel silenzio a casa 
E sali le scale
e ti fermi quasi ad ogni rampa

Sono i pensieri del silenzio

Piano
con un sospiro lento

infili sorridendo stanco
una chiave nella serratura

E´ una casa amata che t´aspetta.

 

 
 
 

Dietro la porta

Post n°452 pubblicato il 18 Novembre 2012 da parolelente

Lady-in-Blue-60x40.jpg picture by rossoeneroe che mi lava gli occhi

Luce che mi lava gli occhi

quest’abbandono mi prende l’anima

cuce addosso ogni frammento della mia stessa pelle

la ricompatta in immobilità d’istanti.

Ritornano voci, fruscii

dietro la porta del mio lento andare.

Ad occhi chiusi mi sento immergere

profondità d’acqua io stessa

tocco il fondo senza oscurarmi

fulmine risalgo d’impeto

per riposare umile erba

nel caldo sottobosco della mia stessa vita.

 
 
 

Giulio Pantoli, vi insegno ad ibridare

Post n°445 pubblicato il 21 Ottobre 2012 da parolelente

 

da: http://www.rosemania.it/?p=508

 
 
 

Quel sentirsi inutili

Post n°444 pubblicato il 20 Ottobre 2012 da parolelente

 

Ed a volte poi, tuo malgrado, improvvisamente la vita ti scrolla,ti fa crudelmente capire l’inutilità di certe azioni,e quel tuo ostinarti a non volere vedere o ascoltare la forza della ragione ti esplode improvvisamente dentro,come quando dopo aver ascoltato per tanti giorni, mesi,per ore ed ore, sempre negatività su un essere umano che finiscono sempre …”ma va bene così per il bene che verso questa persona porto”,…non ce la fai più a vivere in un mondo che alla fine gira solo su quell’asse ,come se tu non esistessi,essere tu  arrivato a perdere pure la parola per la troppa differenza di azioni, di comportamenti,essere non ascoltato nel non volere più fare alcune cose, per  il malessere profondo che ti lasciano dopo,  diventato  per te  insopportabile,perchè grida  l’anima, perché  rubato,e per quel non sapere più con chi ci si trova allora. E ti senti alla fine inutile,con sole conversazioni ormai banalissime di due ,tre minuti al pomeriggio, prima di chiudere. E ti vedi con le mani che ti coprono le orecchie per non sentire, gomitolo in un angolo della casa,mentre quell’essere bambino che continua a parlare contro…, dopo aver gridato tanto contro,improvvisamente si ferma,  si mangia la solita cioccolata sorridendo con quel  ...è  tanto per me quella persona… ed aggiungendo velocemente …ciao...Tu  rispondi piano ….io vado,  ma nulla viene notato,nulla.E’ così che alla fine esplode quel sentirsi in più, come un giocattolo rotto ormai,e quell’essere quindi completamente inutile, fuori posto.  Esplode tutto allora,come lava infuocata che travolge ogni percorso, per purificare tutto, per ricominciare ancora a riassaporare delicatamente il gusto semplice delle piccole cose del tuo  quotidiano.

(Anonimo)

 

 
 
 

Ilaria Alpi

Post n°442 pubblicato il 19 Ottobre 2012 da parolelente

http://liberaradio.rcdc.it/wp-content/uploads/ilaria_alpi.jpg
 

Il caldo dell’ Africa
lo avevi dentro
sognavi da sempre
le sue luci
i suoi colori
le sue distese di sabbia
la sua gente
le strade polverose
le sue albe
i suoi tramonti

Con il tuo tesserino celeste
appeso alla camicia
con i capelli al sole
scompigliati dalla brezza
camminavi per quelle strade
instancabile e ferma
tra sentieri di sabbia
e vicoli bui
tra bianche case
e povere baracche

Ascoltavi donne di ogni età
giovani con i loro sogni
anziani con i loro silenzi
per stenti dolori fame
guerre sopportate
Attorno a te
-sterminato- il sole
nudità di anime
di corpi spesso alla fine
e un gran peso al cuore
mentre gli occhi dell'anima si offuscavano

Ma Tu andavi
prendendo la forza
nell’azzurro cielo
nelle nuvole silenziose
nelle parole del mare...
Ci ritrovavi te stessa
e ti ascoltavi
forte per ripartire
e andavi….
con la caparbia serenità
del tuo essere
con quel tuo volere dire
capire
sentire
dove
rabbia e illusione
lasciavano sempre il posto
all’informazione
alle verità
quando
microfono alla mano
raccontavi
intervistavi
con le labbra strette
e gli occhi
attenti
alle sfumature
delle parole
degli sguardi
dei gesti
attenta
alle verità celate
oltre
l’immediatezza dell’immagine

E la guerra...
Visi di bambini
muti
sguardi profondi
vicini a fucili
da usare
La guerra…
volti senza più
espressioni umane
senza più dolcezza
occhi cupi
labbra cucite
sospetti
durezze
catene
torture

E ancora guerra…
senza parole
senza pietà
silenzi mortali
incatenati per sempre
a vite distrutte
e corpi
di donne
di bambini
di uomini
sterminati da cicatrici
ferite profonde
quanto la paura dei loro cuori
o i silenzi delle loro parole

E tu andavi…..
coi capelli
tirati dietro a treccia
legati in fretta
con quelle ciocche
che stanche
scivolavano giù
sul viso teso
quasi a farti compagnia
e cercavi
e cercavi ancora
e osservavi silenziosa
cecchini
militari
ribelli
e pianti dirompenti
di donne
coi figli uccisi
tra le braccia
e grida di dolori strazianti
alla ricerca di un perché
mentre
divise
ed uomini di sicurezza
troppo spesso
non stavano più
ai posti giusti

Avevi registrato
di poteri nascosti
di interessi multinazionali
di fondi dirottati
di contrabbando di armi
ti sentivi
sempre più vicina
a quella verità occultata
dai potenti

Quella mattina sorridevi
per smorzare la tensione
per nascondere quasi
quel tuo riserbo innato

La luce dell’Africa
illuminava la tua pelle chiara
gli odori dell’Africa
accompagnavano il tuo lavoro
in quella strada
piena di polvere e di pericoli

Improvvisamente
due colpi
un attimo
brutale
disumano..

Ti stringi le guance
tra le mani
mentre mille e mille immagini
ti passano dinanzi
e le persone care
e gli affetti
e il tuo lavoro
e la tua stessa vita
un attimo...


Vorresti dire
abbracciare
confortare
mentre
tanta luce ti culla
ti riscalda
ti sorride
ti porta via
immensa
sfolgorante
luminosa


E oggi
Tu ci sei
e ci sarai domani
e domani sempre

Andrai
per quelle strade amate
con le parole di altri
con gli sguardi di altri
con i passi
di chi come te
vuole ancora credere

Nei loro gesti
vivranno i tuoi gesti
nei loro occhi parleranno i tuoi occhi
nei loro sorrisi
brilleranno i tuoi sorrisi


Sarai
la loro guida
sicura
decisa
nel cercare verità
contro le sporcizie del mondo
mentre
da lassù
il sole d’Africa
riprenderà a sperare
a credere
in un domani
più umano
meno sporco
più attento
ai bisogni
delle genti
di questa nostra Terra



irene

 
 
 

Il silenzio

Post n°441 pubblicato il 10 Ottobre 2012 da parolelente


 

.

Nulla tace
nulla grida 

Solo suo questo potere

Spazia dentro l’essere
ne toglie i veli
Sfumatura d’anima
cerca di capire
di abbracciare

E tu che osservi

Storia di te stessa
rivedi pagine passate
ricordi attenzioni
premure affetti
calore desideri

Come stagione che si trasforma
poi apri muta alla saggezza
per andare avanti
per andare avanti...sempre!

Sfida sempre tu alla tua stessa vita.

 

 
 
 

Carlo Maria Martini: l'uomo della disponibilità, del dialogo e della gioia perfetta.

Post n°440 pubblicato il 02 Settembre 2012 da parolelente

 

 

 

Il cardinale Carlo Maria Martini è deceduto.

Aveva ottantacinque anni e da molto tempo era malato di Parkinson.

Esponente illustre della chiesa cattolica e di un certo modo di vivere la fede, divideva in due gli animi dei credenti: da un lato c’era chi l’amava e lo ammirava, dall’altro si poneva chi lo denigrava, accusandolo di “protestantesimo” e di poca fedeltà alla Tradizione e al Magistero. A noi poco interessano le polemiche, in ogni campo.

Ci piace ricordare il cardinal Carlo Maria Martini come l’uomo della disponibilità, del dialogo e della gioia perfetta. In Verso Gerusalemme (Feltrinelli, 2002) scrisse:

Mi piacerebbe riassumere tutto il mio ministero più che ventennale a Milano con l’augurio: “La vostra gioia sia perfetta”. Un augurio, una parola semplicissima, ma di cui abbiamo paura. Ci sembra che la gioia perfetta non vada bene perché sono sempre tante le cose per cui preoccuparsi, tante le situazioni sbagliate, le guerre, le sofferenza: con tali giuste ragioni noi ci priviamo della gioia perfetta. Ma gioia perfetta non vuol dire non condividere il dolore per l’ingiustizia, per la fame nel mondo; è una gioia più profonda […] In realtà la gioia deve essere perfetta e vi auguro di scoprirla come gioia che non disdegna di piegarsi sulle sofferenze proprie e altrui, perché ne abbiamo scoperto il segreto, quello di aver toccato il Verbo della vita che risana ogni esperienza di sofferenza, di malattia, di povertà, di ingiustizia, di morte.

Gioia perfetta di cui era ben consapevole, anche quando sentiva forti le difficoltà della malattia, come scrive in Qualcosa di così personale. Meditazioni sulla preghiera (Mondadori, 2009):

Ho ben 82 anni di vita e la malattia di Parkinson e gli acciacchi dell’età si fanno sentire. Ma probabilmente, per quanto riguarda la preghiera, sono ancora a metà del guardo. Sento che la mia preghiera dovrebbe trasformarsi, ma non so bene in che modo, e sento anche una certa resistenza a compiere un salto decisivo. So che posso dire come Isacco: «Io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte» (Gen 27,2), ma di questo non ho ancora tratto le conclusioni.

Carlo Maria Martini l’uomo della disponibilità, del dialogo e della gioia perfettaDel resto una situazione di “mendicanza” l’aveva prevista lui stesso, come scrive ne Le età della vita. Una guida dall’alba al tramonto dell’avventura umana (Mondadori, 2010):

Un proverbio indiano parla di quattro stadi nella vita dell’uomo. Il primo è quello nel quale si impara, il secondo è quello nel quale si insegna e si servono gli altri, mettendo a punto ciò che si è imparato. Nel terzo stadio si va nel bosco, e questo è molto profondo, significa che il terzo stadio è quello del silenzio, della riflessione, del ripensamento. Credo che quando si aprirà per me questo terzo stadio, che è ormai imminente, ritirandomi nel bosco potrò ripensare e riordinare con gratitudine tutte le cose che ho ricevuto, le persone che ho incontrato, gli stimoli che mi sono stati dati in questi ventidue anni e che non hanno avuto l’opportunità di essere elaborati. E poi c’è il quarto tempo, che è molto significativo per la mistica e l’ascesi indù: si impara a mendicare; è il tempo in cui si impara la mendicità. L’andare a mendicare è il sommo della vita ascetica. è poi lo stadio del dipendere da altri, quello che non vorremmo mai, ma che viene, al quale dobbiamo prepararci.

Uomo del dialogo, dicevamo. E uomo che si poneva domande che molti di noi si pongono. Sintomatico, in proposito, un suo articolo sul Corriere a novembre 2007 dal titolo La tentazione dell’ateismo:

Bisogna accettare di dire a riguardo di Dio alcune cose che possono apparire contraddittorie. Dio è Colui che ci cerca e insieme Colui che si fa cercare. È colui che si rivela e insieme colui che si nasconde. È colui per il quale valgono le parole del salmo «il tuo volto, Signore, io cerco», e tante altre parole della Bibbia, come quelle della sposa del Cantico di Cantici: «Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato l’amato del mio cuore; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi alzerò e farò il giro della città; per le strade e per le piazze voglio cercare l’amato del mio cuore. L’ho cercato ma non l’ho trovato. Da poco avevo oltrepassato le guardie che fanno la ronda quando trovai l’amato del mio cuore…» (3,1-4). Ma per lui vale anche la parola che lo presenta come il pastore che cerca la pecora smarrita nel deserto, come la donna che spazza la casa per trovare la moneta perduta, come il padre che attende il figlio prodigo e che vorrebbe che tornasse presto. Quindi cerchiamo Dio e siamo cercati da lui. Ma è certamente lui che per primo ci ama, ci cerca, ci rilancia, ci perdona. A questo punto, sollecitati anche dalle parole del Cantico «ho cercato e non l’ho trovato», ci poniamo il problema dell’ateismo o meglio dell’ignoranza su Dio. Nessuno di noi è lontano da tale esperienza: c’è in noi un ateo potenziale che grida e sussurra ogni giorno le sue difficoltà a credere.

 DA:http://blog.graphe.it/

 
 
 

Memorie d'acqua

Post n°439 pubblicato il 22 Agosto 2012 da parolelente

Scorre lento il ruscello
tra conche e sassi
Limpida esistenza va
Il sole l’accoglie 
il fiume l’abbraccia
frammento di felicità
quel fluttuare d’acqua lento
vortice d’azzurro
che sale e scende dal profondo
ogni memoria d’amore.

 
 
 

La piccola Asia

Post n°438 pubblicato il 03 Agosto 2012 da parolelente

www.yourself.it

 
 
 

Presenze e lontananze

Post n°436 pubblicato il 30 Giugno 2012 da parolelente

 

 

Ascolto...

Silenzio le parole parlano
momenti aperti al mare
distese venate dai ricordi

asciuga la pioggia
il respiro corto delle nuvole

Ed orme mie
tra le case opache
dei pensieri tuoi
ad impigliare
i vicoli stretti
tra le dita

Colora i muri l´aria
indietro il grigio...

Presenze e Lontananze.  

 
 
 

Non è pesante il suo peso

Post n°435 pubblicato il 30 Giugno 2012 da parolelente

 

  

E quando sorridi serena
inaspettata arriva la nuvolina
sottile s'insinua
leggera ombra a scalfire
Resti muta
la osservi
ne segui i passi
serio il pensare

Ti ripeti che questa è la vita
mai lasciare il timone
mai pensare che il sereno possa splendere sempre

Non è pesante quel grigio
non è tempesta che arriva
Lentamente ti copri
apri l'ombrello per ripararti
sottile
sottile
scivola giù
lenta
una pioggerellina

Profumo bagnato di terra che rivive.   

 

 

 
 
 

Tra le dita il tempo

Post n°434 pubblicato il 30 Giugno 2012 da parolelente

  

 

 

 

 

Sfrecciano macchine nella sera
luci aranciate le autostrade scorrono
Ascoltare il vivere che passa
Attorno stanco il giorno
chiude gli occhi nel silenzio

Avvertire il tempo tra le dita
osservarlo tra le pieghe di uno sguardo che riappare 
ritornandoti  improvvisamente addosso da  lontano
sfiorarlo delicatamente 

Tenerezza d' occhi ancora pieni  di meraviglia

E ti scivola nel cuore quel sentirlo caro
ti prende l´anima quando  

stanco d´un altro giorno di lavoro
ritorni nel silenzio a casa 
E sali le scale
e ti fermi quasi ad ogni rampa

Sono i pensieri del silenzio

Piano
con un sospiro lento

infili sorridendo stanco
una chiave nella serratura

E´ una casa amata che t´aspetta.

 

 

 
 
 
 
 

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