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..il folle, l'eroe, il diavolo..

Post n°3 pubblicato il 13 Agosto 2008 da zackdelarocha30
Foto di zackdelarocha30

Ho immaginato questo tema, che forse oggi scriverò, e che già in qualche modo mi giustifica, nei pomeriggi inutili, sotto l’influenza di Coleridge (creatore ed alchemico di inquietanti misteri) e del consigliere aulico Leibniz (che inventò l’armonia prestabilita).

Mancano dettagli, rettifiche, messe a punto; vi sono, poi, zone di questa storia che non mi sono state ancora rivelate. Oggi, la intravedo così.

L’azione si svolge in un paese oppresso e tenace: un qualche stato balcanico, o sudamericano, o l’Irlanda, forse, la Polonia, la Repubblica di Venezia..O meglio: l’azione si svolse;dato che, sebbene il narratore sia contemporaneo, il tempo della sua storia è la metà o il principio del secolo XIX. Diciamo (per comodità narrativa) l’Irlanda. Diciamo il 1831.

Il narratore si chiama Ethan, Ethan Wilcox. E’ il bisnipote del giovane, dell’eroico, del bello, dell’assassinato Spencer Wilcox, la cui tomba fu misteriosamente violata, e la cui statua domina una collina grigia, tra rosse paludi.

Spencer Wilcox fu un cospiratore; un segreto e glorioso capitano di cospiratori: come Mosè, che dalla terra dei moabiti avvistò la terra promessa, e non potè calcarla. Wilcox morì alla vigilia della rivolta vittoriosa che aveva premeditato e sognato.

S’avvicina la data del primo centenario della sua morte; le circostanze del delitto sono enigmatiche; Ethan, che sta lavorando ad una biografia dell’eroe, scopre che l’enigma non è puramente poliziesco. Wilcox fu assassinato in un teatro; la polizia britannica non trovò mai l’autore, e gli storici affermano che questo insuccesso non intacca la buona reputazione della polizia, poiché fu essa stessa, probabilmente, a farlo uccidere.

Altri aspetti dell’enigma inquietano Ethan. Sono di carattere ciclico: sembrano ripetere o combinare fatti di regioni remote, di remote età. Si sa, per esempio, che gli sbirri che esaminarono il cadavere dell’eroe trovarono una lettera chiusa, che avvertiva Wilcox del pericolo che avrebbe corso andando a teatro quella sera. Anche Giulio Cesare, mentre si avviava al luogo dove l’attendevano i pugnali dei suoi amici, ricevette il biglietto, che non potè leggere, ed in cui gli si scopriva il tradimento, con i nomi dei traditori. La moglie di Cesare, Calpurnia, vide rovinare in sogno una torre che il Senato aveva tributato al marito. Voci false e anonime, la vigilia della morte di Wilcox, annunciarono a tutto il paese l’incendio della torre circolare di Kilgarvan.

Ebbene, questi parallelismi (insieme ad altri) della storia di Cesare col cospiratore irlandese indussero Ethan a supporre una forma segreta del tempo, un disegno in cui molte linee si ripetono. Pensò alla storia decimale che ideò Eulero; alle morfologie che proposero Spengler, Hegel e Vico; agli uomini di Eratostene, che degenerarono dall’oro al ferro. Pensò alla trasmigrazione delle anime, dottrina che fa l’orrore della letteratura celtica e che lo stesso Cesare attribuì ai druidi britannici.

Da questi labirinti lo salvò una curiosa scoperta, che poi lo inabissò in altri labirinti ancor più inestricabili ed eterogenei: certe parole che un mendicante scambiò con Spencer Wilcox, il giorno della morte di quest’ultimo furono prefigurate da Shakespeare nella tragedia del Macbeth.

Che la storia avesse copiato la storia era già abbastanza stupefacente; che la storia copi la letteratura è inconcepibile…Ethan accerta che, nel 1818, Randall Stevens, il più antico dei compagni dell’eroe, aveva tradotto in gaelico i principali drammi di Shakespeare, tra cui il Giulio Cesare. Scopre anche, negli archivi, un articolo manoscritto di Stevens sui Festspiele svizzeri: vaste ed erranti rappresentazioni teatrali che richiedono migliaia di attori e che reiterano episodi storici nelle stesse città in cui accaddero.

Un altro documento inedito gli rivela che, pochi giorni prima della fine, Spencer Wilcox, presiedendo l’ultimo consiglio, aveva firmato la sentenza di morte di un traditore il cui nome, in seguito, fu cancellato. Una simile condanna non è nelle abitudini di Wilcox. Ethan ne indaga le ragioni (questa indagine è una delle lacune della storia) e riesce a decifrare l’enigma.

Wilcox fu ucciso in teatro, ma da teatro gli servì anche l’intera città, e gli attori furono legione, e il dramma, che ebbe come atto finale la sua morte, si consumò in molti giorni e molte notti.

Ecco cosa avvenne:

 

il 6 luglio 1831 i cospiratori si riunirono. Il paese era maturo per la rivolta; qualcosa, tuttavia, mancava sempre; c’era un traditore, nel consiglio. Spencer Wilcox aveva incaricato Randall Stevens di scoprire questo traditore.

Stevens eseguì il compito: annunciò che il traditore era lo stesso Wilcox. Dimostrò con prove irrefutabili la verità dell’accusa; i congiurati condannarono a morte il loro presidente. Questi firmò la propria condanna, ma implorò che il suo castigo non pregiudicasse la rivolta, e la patria.

L’Irlanda idolatrava Wilcox; il più tenue sospetto su di un suo tradimento avrebbe compromesso il colpo di Stato. Allora Stevens concepì un ingegnoso progetto, che fece dell’esecuzione del traditore uno strumento, anzi, per aumentare il fermento popolare. Suggerì che il condannato morisse per mano di un assassino sconosciuto, in circostanze particolarmente drammatiche, che rimanessero scolpite nell’immagine popolare ed affrettassero, così, l’insorgere della rivolta. Wilcox giurò di collaborare a questo progetto, che gli offriva l’occasione per redimersi.

Stevens, pressato dal tempo, non seppe inventare interamente le circostanze di quella esecuzione dai molti e controversi aspetti; dovette plagiare un altro drammaturgo, guarda caso, il nemico inglese William Shakespeare. Ripetè scene del Macbeth, del Giulio Cesare. La pubblica e segreta rappresentazione occupò vari giorni. Il condannato entrò a Dublino, discusse, pregò, riprovò, pronunciò parole patetiche, e ciascuno di questi atti, che ne avrebbe accresciuto la gloria, era stato prefissato da Stevens.

Centinaia di attori collaborarono con il protagonista. La parte di alcuni fu complessa; quella di altri, momentanea. Le cose che dissero e che fecero durano ancor oggi nei libri di storia, nella memoria appassionata dell’Irlanda. Wilcox, animato da questo insolito, minuzioso destino, che lo redimeva e che lo perdeva, più di una volta arricchì con parole improvvisate il testo del suo giudice. Così venne dispiegandosi il dramma, finchè, il 6 luglio 1931, in un parco dalle funeree cortine che prefigurava quello di Lincoln, una pallottola desiderata entrò nel petto del traditore e dell’eroe, tra due fiotti di sangue improvviso, alcune parole previste.

 

Nell’opera di Stevens, i passi imitati di Shakespeare sono i meno drammatici; Ethan sospetta che l’autore li intercalasse affinché qualcuno, più tardi, potesse scoprire la verità.

Sospetta di far parte egli stesso della trama di Stevens…

Dopo tenace cavillare, risolve di tenere segreta la scoperta. Pubblica un libro, dedicato alla memoria dell’eroe; ed anche questo, forse, era già stato previsto…

 
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