CONTROSCENAIl teatro visto da Enrico Fiore |
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Dunque, Mariano Rigillo, nei panni di Sampognetta, è fra i protagonisti dell'allestimento di «Questa sera si recita a soggetto» di Pirandello in scena al Diana per la regia del giovane Ferdinando Ceriani, l'assistente di Scaparro. E qualcuno dei soloni che presiedono al teatro di oggi me lo vuol dire come faccio a dimenticare che nell'anno di grazia 1987 Rigillo, nei panni di Hinkfuss, fu tra i protagonisti, sempre al Diana, dell'allestimento di «Questa sera si recita a soggetto» per la regia di un signore che si chiamava Giuseppe Patroni Griffi?
Dopo «Sei personaggi in cerca d'autore» e «Ciascuno a suo modo», «Questa sera si recita a soggetto» è il momento riepilogativo della trilogia del «teatro nel teatro». E con particolare risalto vi si accampano, perciò, lo scambio e lo scontro continui fra la realtà e la finzione, tra la forma (sotto specie del testo teatrale in sé) e la vita (sotto specie della messinscena). E puntualmente arriva, la vita, a contraddire e, infine, a distruggere quella forma. È per questo che il cuore di Mommina si ferma mentre lei sta cantando per le sue due bambine «Ah! che la morte ognora / è tarda nel venir» dal «Trovatore»: mentre, cioè, sta rifugiandosi, contro l'imprevedibilità della vita, nella forma codificata per antonomasia, giusto il melodramma.
Patroni Griffi sottolineava tutto questo con l'invenzione acutissima delle due bambine che, freneticamente, applaudivano la mamma morta credendo che stesse ancora recitando. Ceriani, invece, riduce le due bambine a una e s'inventa una Mommina che non canta, e muore, sì, ma subito dopo, nel risuscitare come Prima Attrice, pronuncia una battuta dei «Sei personaggi». E quel contesto da musical farsesco, con Hinkfuss (figuriamoci, il portavoce di Pirandello!) che di tanto in tanto, ad opera di Ruben, il figlio di Rigillo, si mette a suonare la tromba? E la Signora Ignazia che dice «Somarici» invece di Pomarici?
Basta così, via. Non resta che annotare lo stile e la maestria tecnica come al solito messi in campo da Mariano Rigillo. E convince, al suo fianco, anche Anna Teresa Rossini nel ruolo della Signora Ignazia. Quel che rimane è francamente da dimenticare.
Enrico Fiore
("Il Mattino", 23 gennaio 2012)
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