CONTROSCENA

Caro Maestro, considero certo, in senso lato, la "resistenza" una delle forme più nobili di lotta, per i significati storici, culturali ed anche etici che evoca. Credo, però, che il fatto di non aver preso direttamente parte ai grandi movimenti ideologici ha generato in quelli della mia generazione ( io ho trent'un anni) un senso di impotenza nei confronti delle trasformazioni sociali politiche ed economiche di più ampio respiro (la "visione" di un "mondo migliore") Abbiamo, forse, perso la dimensione collettiva, l'aspirazione alla lungimiranza, la capacità di prefigurarci la realizzazione di ideali universali, tipici della lotta. E, ciononostante, veniamo costantemente "bombardati" ed "invasi" da modelli svilenti e mortificanti, fortemente regressivi anche rispetto ai baluardi culturali e giuridici consegnatici in eredità. Io, nel mio piccolo, cerco di resistere come posso. Grazie per la sua attenzione. Con stima Floriana