CONTROSCENA

Il teatro visto da Enrico Fiore

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2012 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

Messaggi del 09/06/2012

Wilson e la vita in ascensore

Post n°584 pubblicato il 09 Giugno 2012 da arieleO
 

Emilia Marty - l'affascinante e idolatrata cantante protagonista de «L'affare Makropulos» di Karel Čapek - dovette sperimentare su di sé gli effetti dell'elisir di lunga vita che il padre, medico e alchimista di corte, aveva preparato per Rodolfo II: sicché, oggi, conta ben trecentotrentasette anni, essendo stata, nel corso di quella sua interminabile esistenza, prima Elina Makropulos e poi, via via, la cantante scozzese Ellian MacGregor, la ballerina spagnola Eugenia Montez, la cantante russa Ekaterina Myskina ed Elsa Mueller.
   Ora, però, Emilia è stanca, la vita, per lei, non ha più alcun senso. Dice, infatti: «L'uomo non può amare per trecento anni. Né sperare, né creare, né osservare per trecento anni. Non ce la fa. Tutto viene a noia. Sia l'esser buoni che l'esser cattivi. Cielo e terra vengono a noia. E poi ci si accorge che in realtà non c'è nulla. Nulla. Né il peccato, né il dolore, né la terra, assolutamente nulla».
   Dunque, la singolare commedia dell'autore boemo, datata 1922, può esser letta anche come una favola allegorica che irride alle teorie superomistiche poste alla base delle dittature sorte in quegli anni in Europa. Ma, come già Ronconi nel '93 (a interpretare Emilia Marty era una straordinaria Mariangela Melato), Robert Wilson - nel suo personalissimo allestimento del testo di Čapek che, col titolo «The Makropulos case», ha aperto al Mercadante il Napoli Teatro Festival Italia - non cade nelle sabbie mobili dell'ideologia e, quindi, di un «messaggio» che oggi apparirebbe largamente anacronistico.
   La differenza sta nel modo di moltiplicare i connotati da teatro «boulevardier» riscontrabili nel copione originale: mentre Ronconi puntava sul vaudeville, Wilson punta sul musical e (a partire dalla vera e propria «passerella» iniziale dei personaggi) sulla rivista. E, peraltro, non potrebbe darsi, circa la trama in questione, una sottolineatura migliore della dilatazione del tempo che, da sempre, costituisce uno dei fondamentali cardini espressivi di colui che Heiner Müller chiamò «il mago di Waco».
   Ma, poi, l'invenzione che in proposito si rivela assolutamente geniale consiste nel fatto che - in questo spettacolo tanto elegante quanto significante - la verticalità (le pile di cartelle d'atti processuali che salgono fino alla graticcia, i personaggi che sbucano dal tavolato grazie ad elevatori o vanno su e giù in un autentico ascensore) sconfigge nettamente l'orizzontalità. In breve, Wilson sostituisce, alla sincronia dell'eterno presente scontato da Emilia, un'impagabilmente ironica diacronia.
   In più, la stessa ironia consente che prenda corpo - attraverso il movimento a scatti dei personaggi, ridotti a marionette disarticolate o figurine da carillon - anche un non meno puntuale riferimento a «R.U.R.», l'opera, la più nota di Čapek, che coniò il termine «robot». E il resto è affidato - davvero nella magia delle luci, che, disegnate dallo stesso Wilson, cambiano colore a seconda dei nodi psicologici di volta in volta portati in superficie dal plot - alla prova superlativa fornita dagli attori del Teatro Nazionale di Praga: fra i quali, accanto all'ottantasettenne Soňa Červená (Emilia Marty, ovviamente), vanno citati almeno Miroslav Donutil (Jaroslav Prus), Pavla Beretová (Kristina) e Milan Stehlík (Hauk-Šendorf).
   Infine, occorre rilevare che le musiche di Aleš Březina - eseguite dal vivo e tramate d'echi popolari che vanno fino al «Carnevale di Venezia» - conferiscono alla rappresentazione gli stessi effetti dei melologhi di Viviani. E siccome proprio a Viviani Robert Wilson dedicherà uno spettacolo nell'edizione 2013 del Festival, ecco che torniamo alla diacronia di cui sopra con un ulteriore guizzo d'intelligenza.

                                   Enrico Fiore

(«Il Mattino», 9 giugno 2012)

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: arieleO
Data di creazione: 16/02/2008
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

madda6211avvespositoguglielmokizzy1965figio19cleomaraFicone1400leo00marcoalfa4delynnoasc.ferraradefranceschi.chrisasdiwalgiugnolifabrizioherzwehrcomp.roby
 

ULTIMI COMMENTI

solo tu beppe puoi interpretare questi personaggi...
Inviato da: roberto
il 11/12/2013 alle 16:45
 
Cara Floriana, anche per me è stato un piacere incontrarLa....
Inviato da: arieleO
il 12/11/2013 alle 09:39
 
Caro Maestro Fiore, condivido ( per quello che vale) la...
Inviato da: floriana
il 11/11/2013 alle 19:40
 
Cara Francesca, innanzitutto la ringrazio per...
Inviato da: Federico Vacalebre
il 16/10/2013 alle 17:14
 
Gentile Francesca, credo che nessuno possa risponderLe...
Inviato da: arieleO
il 16/10/2013 alle 17:10
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963