I sogni di un poeta

I campanili della speranza

Io e te,

in questo viaggio di ritorno

a contare le torri del passato,

quei campanili che svettano in cielo

in quegli abbracci di paese

che si stringono attorno …

ce n’è ad ogni angolo

come fossero fiori

dall’imponente stelo

in questo campo del mondo

dove una volta era  facile coglierli  …

parliamo,

di ciò che è stato

e che sarà domani …

ed è una nenia di malinconia,

come quei canti lontani

che fanno triste un repertorio …

a stringerci le dita

in questa buia e lunga galleria

che non si vede mai l’uscita …

tra tanta gente allo sbando

che non sa più guardare in alto

e si incatena a questo mondo presente

e provvisorio …

io e te,

un punto fermo …

e c’è un inferno che sprofonda,

ma non ci fa paura,

di  sguardi sempre più bassi e lascivi

dai labili confini,

dove ci sono madri surrogate 

che non conoscono uomini

e uomini a passeggio con bambini

che reclamano madri …

e i campanili

che sono ancora lì

ad indicarci la mèta,

ma non li vede più nessuno …

io e te

verso casa

un altro pezzo di strada,

su questa scala mobile d’asfalto,

a ripassarci il futuro …

mentre la nebbia si dirada

per far passare un po’ di sole … 

(Crescenzo)