Creato da grigiopellegrino74 il 15/12/2005

Criticando

Il blog dove la critica è beneaccetta

 

 

Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 14 Maggio 2006 da Pulce751
 
Tag: Film

Fernaz Ozpetek
La finestra di fronte

immagine La quotidianità di due vite unite nell’amore, ma perse nei tanti problemi di ogni giorno. I timori, le responsabilità, i sogni mai realizzati di cui vergognarsi. Progettare una fuga, davanti a quella finestra di fronte, immaginando cosa potrebbe essere se soltanto...E poi provare a fuggire, ma solo con la fantasia, tornare indietro nel tempo, un altro uomo accanto, perfetto, una vita nuova, basta con i problemi. Via, andar via...solo questo.. fino a quando...ecco...quella finestra, non è come le altre, quella finestra sta di fronte, di fronte a una vita vera, reale, tangibile, incasinata, ma vera, scelta per amore in un giorno di sole con indosso un velo bianco, adesso dimenticato ma che risuona ancora negli angoli più nascosti del cuore. E allora quella finestra non aiuta a fuggire, ma a restare, forti di una nuova consapevolezza: la riscoperta di quella stessa ragion d’essere persa per strada. 

 
 
 

Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 12 Maggio 2006 da Pulce751
 
Tag: Libri

Elfriede Jelinek
La Pianista
 

immagine Premio Nobel per la letteratura nel 2004, Jelinek Elfriede è una scrittrice asciutta, secca, essenziale, pur manifestando una grande abilità nell’uso degli aggettivi. Questo romanzo ambientato a Vienna è considerato il suo capolavoro, perché in esso si sviluppano pienamente elementi concettuali prima solamente abbozzati. La storia è semplice, i personaggi solo tre: Erika, sua Madre, l'Allievo. Erika vive con la madre. Erika non ha una vita sua. Erika non si ribella, è soggiogata, schiacciata, offesa, umiliata in ogni momento dalla Madre. Ma Erika non ha la forza. Non ha la voglia di ribellarsi. E poi, perché ribellarsi se non c’è una finalità, uno scopo, un significato? La vita di Erika scivola così, non manca lo scontro con la madre, ma si tratta sempre di uno scontro fasullo, impulsivo, una sorta di masturbazione a due. Erika ha 40 anni. Non ha una sua camera, divide il lettone con la Madre. Non ci sono incesti fisici, solo mentali. Erika viene ricattata dalla madre se osa comprarsi anche solo un vestito. La Jelinek ci regala, così, pagine di sublime introspezione psicologica dove Madre e Figlia vivono imprigionate in un rapporto esclusivo, fatto del solito film serale, delle solite cene, del solito letto. Ma Erika non è una brava ragazza. Erika frequenta i cinema pornografici. Scappa nel Prater di notte per vedere, per sentire...Il Sesso la incuriosisce, la attrae, ma solo come spettatrice di qualcosa che percepisce come robotico, meccanico, glaciale. Fino a quando, un giorno, Erika, che è insegnante di pianoforte, scopre l'amore nel volto di un suo Allievo più giovane. E con lui intreccia una relazione dove la masturbazione mentale a due, con la Madre, cede il passo ad una sessualità vissuta unicamente sotto forma di sesso orale nauseante, stressante, che si svolge in situazioni umilianti, come bagni pubblici e ripostigli delle scope, mai ricambiato e che ha il solo effetto di farla vomitare. L'Allievo usa Erika per divertirsi. Inizialmente. Poi comincia a spaventarsi. Di Erika, di sua Madre. La situazione sfugge di mano. Fino all’epilogo finale.

 
 
 

Post n°13 pubblicato il 12 Maggio 2006 da Pulce751
 
Tag: Film

Stanl
ey Kubrick
Eyes Wide Shut


L’ultimo film di Kubrick, ci immerge fin dalla prime immagini, in un’atmosfera cupa e claustrofobica dove l’amore stesso, che pure è il grande protagonista, viene immortalato nelle parole che Nicole Kidman confida al marito: “...ti amavo, di un amore tenero, ma triste”. Tutta la storia in se stessa, è tenera e triste. Fa tenerezza il modo in cui lui cerca di tradire lei, senza riuscirci. Fa tenerezza il modo in cui lei sogna un tradimento reale, che ha il solo effetto di terrorizzarla a morte, sotto forma di incubi. Lo sfondo della vicenza è una New York di fine millennio, povera dentro, lussuosa e annoiata, alla ricerca di una spiritualità paganeggiante. Uno sforzo notevole per i protagonisti chiamati a cimentarsi, forse, con i ruoli più importanti della loro carriera. Un film che non va visto una volta solamente, perché può essere apprezzato solo se “gustato”, fotogramma per fotogramma: la festa, la rivelazione, la casa del lutto, lo hieros gamos, il sacrificio. Questo, e concludo, è un film fastidiosamente triste, perchè parla d’amore spaventato, insensato, rifiutato, ma ancora tangibile. Un amore violentato dalla perdita di senso, propria dell’età del nichilismo in cui siamo chiamati a vivere.


 
 
 

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 12 Maggio 2006 da Pulce751
 
Tag: Libri

 Stephen King
Cose preziose
 


 
immagine King che parla del Male. Non è una novità. King ne parla sempre, attraverso personaggi reali e fittizi, brividi, inquietudini che ci riportano verso qualcosa di inafferrabile perché ci trascende. Ma questa volta la trascendenza non c’entra sul serio. Il volto del Male è immanente, reale, tangibile. Perché innanzi tutto si manifesta nell’assurdità del dolore fisico, che aleggia come uno moscone fastidioso in tutta la narrazione,e poi nella debolezza che muove le ragioni, le azioni di tutti i personaggi. La trama è semplice, a tratti ridondante e non è il punto di forza del romanzo. I personaggi sono molti, tutti raccolti sotto il comun denominatore di una debolezza molto umana. Le loro storie si intrecciano, si scontrano, ci fanno pena, tenerezza, sgomento. Dalla curiosità infantile, si sviluppa un incontrollabile meccanismo di morte, che porterà un intero paese sull'orlo dell'autodistruzione. Se leggendo sentirete quella strana sensazione alla bocca dello stomaco, non preoccupatevi. Con King è più che normale.

 
 
 

Dan Brown Il codice Da Vinci

Post n°11 pubblicato il 11 Maggio 2006 da grigiopellegrino74
 
Tag: Libri

Dopo tanto bombardamento massmediatico, dopo tanti incoraggiamenti dei miei amici...anch'io ho letto il “codice”, peggio...l'ho acquistato...usato naturalmente!!!
Non mi soffermo sul fuoco di paglia che ha acceso, sul filone letterario che ha avviato (tra chi lo difende e chi lo accusa, tra chi fornisce le fonti bibliografiche e chi le smentisce) ma sul libro in se stesso. Ricordiamo che l'autore dice che è un opera di fantasia, dove i nomi vengono usati solo per rendere veritiero il racconto. Ma io mi chiedo quale altro autore ha bisogno di usare nomi veri per rendere veritieri i messaggi che veicola con la propria narrazione ? E poi, perché mettere “didascalie” tra i dialoghi invece di inserirle nella narrazione ? L'intrigo è coinvolgente solo perché le azioni si svolgono a cavallo di due capitoli, cosa che sprona ad andare avanti.
Gli aggettivi usati per le descrizioni si possono contare sulle dita di una mano ed i personaggi rimangono sconosciuti fino alla fine...
Cosa voglio dire con tutto questo ? Mi chiedo come sia possibile che un tizio incapace di scrivere possa vendere 40 milioni di copie ? Risposta: ottimo marketing, far passare per sconvolgenti ed innovative tesi trite e ritrite, soffiare sul focolare della polemica e naturalmente spacciare per vere idee che non possono essere verificate.

 
 
 

Umberto Eco La Misteriosa fiamma della Regina Loana

Post n°10 pubblicato il 11 Maggio 2006 da grigiopellegrino74
 
Tag: Libri


Ed il terzo libro sul tempo, ma quale tempo? Quello esistenziale, quello dei ricordi ... lo spazio che abbiamo alle nostre spalle per poter slanciarci verso il futuro.
Uno spazio di manovra che diamo per scontato ma che è essenziale, quasi a dire che l'uomo è connotato dalla sua storia... è questo il motore che spinge un uomo alla ricerca della “sua” storia... guidato da tante piccole fiamme...

 
 
 

Umberto Eco L'Isola del giorno prima

Post n°9 pubblicato il 11 Maggio 2006 da grigiopellegrino74
 
Tag: Libri


Libro già criticato perché parla del tempo?
Beh... ancora non vi ho detto di “come” parla del tempo!!!
Se cercate un libro che vi spieghi la filosofia moderna in poche battute, se cercate una storia paradossale, un pò onirica, con un pizzico di autoironia l'avete trovata !!!
Ma come parla del tempo ... come concetto filosofico, naturalmente!!

 
 
 

Umberto Eco Il pendolo di Fucoult

Post n°8 pubblicato il 11 Maggio 2006 da grigiopellegrino74
 
Tag: Libri


Anch'io con un libro sui Templari ?! Ebbene si !!!
Un preconcetto su Dan Brown ?? SIII!!! Perchè di questo posso dire che è un libro e non la solita “paccottiglia” pseudo storica.
Anzi senza esagerare posso dire che questo libro rientra in una sorta di “tacita” trilogia sul tempo; spulciando nella bibliografia di Eco si incontrano glia altri l'Isola del giorno prima e la Misteriosa fiamma della Regina Loana.
Svelata la trilogia, non mi resta che “incuriosirvi” su questo libro non facile, forse non bello ad una lettura superficiale, una storia intricata, un giallo non molto appassionante, ecc.
Un libro da buttare? Ma che ve lo consiglio a fa ? È qui che viene il bello...nascosti nell'intrigo e nella storia sui templari (documentata da una bella bibliografia) sboccia quella che secondo me è l'intenzione dell'autore: una grande storia sulla finzione, un libro sulla fantasia convincente e sull'immaginazione credibile!!!
Il tempo...ditemelo voi!!

 
 
 

Chuck Palahniuk Ninna nanna

Post n°7 pubblicato il 19 Marzo 2006 da grigiopellegrino74
 
Tag: Libri


Se vi dicessi che il signor Palahniuk è celeberrimo voi mi prendereste per matto? Possibile...
In realtà e lo stesso autore del libro che ha ispirato il celebre film di David Fincher “Fight club”. Capito chi?
Siccome era troppo banale presentarvi un libro che sicuramente “conoscete” (libro e film sono molto simili ed entrambi ben fatti) vi presento questo.
Tito innocente ed insospettabile, quasi da consigliare hai vostri bimbetti o nipotini...beh...non fatelo, potreste cantargli una ninna nanna senza risveglio.
Un giallo senza riguardo del pudore dei nostri pensieri più intimi, con un'ironia disincantata che solo un americano poteva scrivere.
Qualcuno lo definisce nichilista...ma un nichilista può avere un barlume di speranza? Può lottare senza tregua per questa speranza?

 
 
 

Stefano Benni Terra!

Post n°6 pubblicato il 19 Marzo 2006 da grigiopellegrino74
 
Tag: Libri


Il libro che vi critico questa volta è un debutto.
Ora: esistono debutti interessanti (vedi Faletti) alcuni sconvolgenti (Brown che vende talmente tante copi che una scorta di pallottolieri non gli è bastata) ed altri programmatici.
Questo è il caso di Stefano Benni con questo libro del 1983 dove racchiude tutta la sua sagacia e la sua voglia di far pensare.
Ebbene si! In questo libro troverete tutto Benni: dalla sua dimensione onirico-fantastica, la sua ironia gioviale, il dolore per le cose che cambiano in peggio, ecc.
La storia ... è quella di una storia senza fine, probabilmente della nostra storia.

 
 
 

Daniel Pennac Il paradiso degli orchi

Post n°5 pubblicato il 19 Marzo 2006 da grigiopellegrino74
 
Tag: Libri


Con questo libro il caro Pennac inizia la sua avventura nel mondo dei grandi magazzini.
Mi correggo, la storia dei Malaussène, inizia nei grandi magazzini di questa Parigi estremamente attuale.
Immagini e situazioni vengono dipinte dall'autore con i colori primaverili di una tragedia in atto: la tragedia del capro espiatorio.
Perché il protagonista è proprio lui: Renè Girard e la sua idea di mimesi della violenza. Mi chiederete, ma cosa centra? Centra, centra...
Pennac parte proprio da questa idea di “capro” salvatore della società che lo circonda per intrecciare una storia che non manca di far sorridere, salvaguardando la suspense tipica del giallo più complicato.

 
 
 

Stephen KingShining

Post n°4 pubblicato il 28 Febbraio 2006 da grigiopellegrino74
 
Tag: Libri


Che cos’è lo Shining? E che cosa avrà mai a che fare con un romanzo dell’orrore? Il titolo di primo acchito sembra, infatti, una scelta assurda. Lo Shining, la luccicanza, rievoca la luce, lo scintillio delle stelle in un cielo estivo. Eppure, esso è preludio ad una storia d’orrore e follia. Perché? Forse perché la linea che separa la sanità dalla follia, non è poi così spessa? Forse perché luce e buio si confondono nella mente umana con mille sfumature e intrecci, e ora emerge lo shining, ora il buio, ora la razio, ora la follia? Il romanzo segue queste sfumature e intrecci, lo shining che si manifesta nell’amore coniugale e paterno, che difende se stesso attraverso l’innocenza infantile, e per contro il raptus irrazionale che spinge all’autodistruzione di quest’amore. L’intreccio psicologico è esemplare. Non a caso l’albergo in cui si svolge la storia, porta il nome di Overlook. Il grande occhio che tutto osserva e che vive di vita propria. Enorme nelle proporzioni, isolato da tutto. Assomiglia al maniaco onniscente di Dario Argento. Il grande occhio che sembra non lasciare scampo al protagonista. Che osserva dall’alto lo scorrere inesorabile degli eventi, come un genio del male che già conosce, che già sa. Un burattinaio sadico. L’Overlook è metafora stessa della mente umana, una cosmogonia perché l’albergo stesso sa cosa deve fare, è visto in chiave finalistica, quasi escatologica: impossessarsi del protagonista. Usarlo contro la sua famiglia. Possederlo, farlo suo. E per fare questo, lo illude, lo seduce, tanto che il protagonista si ritrova pure a pensare “se l’albergo fosse mio…”. Seguendo la narrazione, ci accorgiamo che il paranormale si confonde brillantemente con lo psicologico, tanto che i fantasmi stessi assumono la consistenza nebbiosa dell’allucinazione mentale, e penso ad un riferimento con “L’inquilino del terzo piano” di Roman Polanski. Per concludere, il romanzo rapisce il lettore aldilà della trama, lo spinge verso giochi di associazioni, verso riflessioni meta-narrative. E quindi va letto, e riletto.

 
 
 

Andrea Camilleri La scomparsa di Patò

Post n°3 pubblicato il 16 Dicembre 2005 da grigiopellegrino74
 
Tag: Libri



Il libro è edito da Mondadori negli Oscar (2000). Come altri libri di Camilleri, pur essendo opera di fantasia, trae spunto da fatti o opere, come in questo caso, del passato.
L'amore della “memoria” in Camilleri lascia sempre il segno!
Le poche righe che l'autore cita in limine sono tratte da “A ciascuno il suo” di L. Sciascia.
Che dire di questo libro ... come spesso accade quando si parla di qualcosa o qualcuno a cui si tiene particolarmente è difficile dare un giudizio obbiettivo e neanche voglio fingere di farlo.
La prima cosa che spiazza e incuriosisce è, senza ombra di dubbio, l'originalità di come è scritto.
Non è un semplice racconto dei fatti, più o meno farcito con espressioni o situazioni comiche, ma una raccolta - un faldone - di articoli, lettere e biglietti che danno voce ai protagonisti della vicenda.
La lingua è quella consona alla tradizione “camilleriana”: dall'italiano sbirresco e giuridico per le lettere ufficiali ed i rapporti, l'italiano di fine ottocento per gli articoli di giornale e il camilleriano puro per i biglietti informali che qualcuno alla fine si scambierà.
La storia e men che meno il relativo finale non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello raccontarla; mi posso spingere a dire che la sicilianità dell'accaduto getta una luce tutta particolare sull'italianità della vicenda.
Mi obiettate: che centra la sicilia, terra mafiosa e madre delle cose poco chiare, con il resto dell'italia, pulita e candida madre di tutti noi?
E allora leggetevelo e mi saprete dire!!!

PS Naturalmente prendetevi tempo: si legge tutto d'un fiato!!

 
 
 

Prova di BLOG-gaggio!!

Post n°2 pubblicato il 16 Dicembre 2005 da grigiopellegrino74

Questa è la prima volta che scrivo quindi non so cosa uscirà fuori ... quindi aiutatemi voi con blog, consigli, suggerimenti ma soprattutto CRITICHE !!!

 
 
 
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