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Josef e Elisabeth Fritzl

Post n°71 pubblicato il 08 Giugno 2010 da diohorus

                           

di Davide July (Diohorus- cioè io)

 

Nel 1982 avevo 16 anni ed ero fuggita da casa. Lui mi stuprava da molto tempo. Dall'autogrill di Strengberg, mi ero nascosta a Vienna. Dopo due settimane la polizia mi trovò. Supplicai gli agenti di non riconsegnarmi a mio padre. Dissi loro che se fossi tornata da lui per me sarebbe stata la fine. Ma non ci fu nulla da fare”.

 

( Elisabeth Fritzl è nata a Amstetten in Austria, il 8 aprile 1966, ha vissuto imprigionata per 24 anni in un bunker sotterraneo costruito dal padre, l'ingegnere Josef Fritzl (nato Amstetten, 9 aprile 1935) nella cantina di casa. Durante tutto il periodo della prigionia si sono susseguiti gli abusi sessuali da parte dell'uomo e da questi rapporti incestuosi sono nati sette figli. )

 

Il 24 agosto 1984, Fritzl (a 49 anni) rapisce la figlia Elisabeth (che aveva all'epoca 18 anni) e la rinchiude nella cantina di casa ad Amstetten, Austria.  Elisabeth ha raccontato di aver cercato di fuggire di casa poco prima del rapimento e di aver chiesto aiuto ai poliziotti raccontando dei primi abusi; ma, non essendo credute le sue affermazioni, fu riportata alla famiglia e proprio a seguito di questo episodio il padre decise di segregarla. Joseph ha dunque tenuto nascosta la figlia per 24 anni, portandole cibo e indumenti per tutto il periodo della prigionia, mediamente una volta ogni tre giorni. Egli l'ha ripetutamente violentata. Elisabeth ha avuto sette figli da suo padre, uno dei quali è morto poco dopo la nascita nel 1996. Molti sono ancora i punti oscuri in questa vicenda, uno dei quali il ruolo della madre di Elisabeth e moglie di Josef, la quale ha dichiarato di non essersi mai resa conto (fino a una settimana prima dell'arresto) della presenza del bunker né tantomeno della figlia o dei nipoti imprigionati. Sembra che la donna abbia sempre creduto alla versione del marito quando sostenne che Elisabeth si era aggregata ad una setta religiosa e ancora, negli anni, quando finse di ritrovare tre neonati sulla porta di casa con dei biglietti che ne chiedevano la cura ai genitori da parte della figlia.

L'uomo avrebbe anche precedenti che avrebbero dovuto mettere in allarme gli assistenti sociali al momento dell'affido dei tre nipoti da lui adottati: nel 1967 aveva stuprato due donne, una terza gli era sfuggita per un soffio. 

I sette figli di Elisabeth Fritzl e del nonno/padre Josef Fritzl :

Kerstin (1989), nata e vissuta nel 'carcere'
Stefan (
1990), nato e vissuto nel 'carcere'
Lisa (
1992), nata nel 'carcere' ma adottata e cresciuta nella casa dei nonni
Monika (
1994), nata nel 'carcere' ma adottata e cresciuta nella casa dei nonni
Alexander (
1996), nato nel 'carcere' ma adottato e cresciuto nella casa dei nonni
Michael (
1996), nato e morto nel 'carcere'
Felix (
2002), nato e vissuto nel 'carcere' 

Fritzl afferma che non vedeva Elisabeth come una figlia ma come una compagna. Tuttavia egli stesso ha confessato di averla legata a un palo per 9 mesi e che la legava ripetutamente quando la molestava. Aggiunge anche che faceva vedere alla figlia film pornografici e la costringeva a ripeterne le scene. Elisabeth dichiara - in una testimonianza videoregistrata di alcune ore trasmessa durante il processo - che veniva molestata da quando aveva dieci anni, mentre Joseph specifica che la molestò la prima volta nell'85, quindi quando sua figlia era ormai 19enne.

Fritzl dichiara che voleva molto bene ai figli nati dall'incesto e che alla nascita di Kerstin aveva portato un libro di ostetricia ad Elisabeth. Inoltre dice di aver cercato di rendere la vita dei figli più felice possibile, tenendo conto delle condizioni imposte dalla cantina, rifornendo il freezer di cibo sufficiente e curando il sistema di aerazione. A queste affermazioni fa eco la testimonianza della figlia, che ricorda come in occasione di un viaggio all'estero del padre durato un mese lei stesse sul punto di morire per inedia. 

Il padre di Elisabeth è accusato di omicidio verso uno dei figli nati dall'incesto. Elisabeth afferma che Josef era presente quando il volto del bambino diventava viola per problemi di respirazione e che il suo genitore si rifiutava di portarlo dal medico, replicando "succederà quel che deve succedere". In seguito ne brucerà il cadavere nell'inceneritore di casa,ne getterà le ceneri in giardino. In un primo momento Josef Fritzl si difende affermando che il bambino non era morto alla sua presenza, poi ritratta e confessa l'omicidio. 

Il 19 aprile 2008 Kerstin si sente male, il padre/nonno acconsente ad accompagnarla in ospedale. Elisabeth aiuta il padre a far uscire la figlia dalla prigione: è la prima volta in 24 anni che vede la luce. Kerstin viene ricoverata in ospedale, accompagnata dal padre/nonno e qualche giorno dopo anche alla madre viene concesso di visitare la figlia in ospedale. In un primo momento Elisabeth, per paura delle ripercussioni, non racconta ancora la sua prigionia. Solo quando i medici la rassicurano sulla sua futura protezione accusa il padre, il cui delitto viene quindi scoperto il 26 aprile. Elisabeth è dunque libera dopo più di 8.000 giorni di segregazione e con lei i suoi figli. Josef viene arrestato dalla polizia. 

Josef Fritzl è accusato di incesto, violenza sessuale, rapimento e omicidio colposo, reati per i quali ha espresso piena confessione ed è  stato condannato all'ergastolo il 19 marzo 2009 e verrà rinchiuso in un istituto psichiatrico.

Fritzl ha raccontato come sua madre lo maltrattasse e lo umiliasse continuamente e come lui non avesse mai ricevuto una manifestazione d'affetto da parte di lei: l'unica cosa che i due facevano insieme era andare in chiesa la domenica. Gli psicologi hanno attualmente diagnosticato che questi eventi gli hanno causato disturbi alla personalità, pur non impedendogli di affrontare il processo che lo vede colpevole e di comprenderne appieno le conseguenze.

Fritzl ha tenuta prigioniera in cantina per anni, senza farle mai vedere la luce del sole, l’ha violentata infinite volte, l’ha messa incinta ed ha tenuto sequestrati due dei figli nati da quei rapporti e il Sun aggiunge un altro particolare proprio sulla figlia-nipote maggiore di Fritzl, Kerstin, che è stata in ospedale in gravissime condizioni: anche lei sarebbe stata violentata dal padre-nonno e ora, come se non bastasse, le chiede anche dei soldi. La BBC ha rivelato che da circa 15 mesi, Fritzl scrive alla figlia Elisabeth chiedendole soldi: circa 3000 euro al mese per poter “studiare da avvocato e potersi così difendere da solo“.Ogni due settimane Elisabeth si vede recapitare lettere da parte dell’uomo che sta cercando di dimenticare. Lei, come è facile immaginare, continua ad ignorare le missive.

Gli investigatori lo descrivono come un “allucinante perfezionista, capace di realizzare un”opera grandiosa”, per il suo avvocato è “un uomo distrutto”.

Il verdetto degli otto giurati hanno riconosciuto Josef Fritzl colpevole di tutte le accuse - omicidio colposo, riduzione in schiavitù, segregazione, stupro, incesto e gravi minacce - e per questo l’hanno condannato all’ergastolo, pena da scontare in un istituto psichiatrico.

Nell’arringa finale pronunciata dal pm Christiane Burkheiser che si è rivolta alla giuria ricordando le ammissioni di colpevolezza fatte dallo stesso Fritzl , “mi dichiaro colpevole di tutte le accuse“.

Li ha poi invitati a non credere alla sceneggiata del pentimento messa in atto dall’uomo perché “quello non è il suo vero volto, il suo vero volto è quello che ha mostrato nei 24 anni di martirio inflitti alla figlia e ai bimbi nati dai suoi stupri incestuosi“.

Poco prima, infatti, l’uomo aveva chiesto di prendere la parola per ribadire il suo rimorso per quanto accaduto: “Sono pentito nel profondo del cuore, mi spiace profondamente di quanto ho commesso, ma so che non posso farci più nulla“.

Non sono state considerate, invece, le richieste della difesa di “considerare le anormalità psicologiche di cui Fritzl è vittima come attenuanti” e di non tener conto della morte del piccolo Michael, deceduto poche ore dopo la nascita per problemi respiratori non curati.

Fritzl ha accettato la sua condanna e la sentenza è così entrata ufficialmente in vigore. 

Ora Kerstin, vuole che il padre "sconti la pena fino al resto dei suoi giorni": "Non cè' traccia di rimorso e lui contava sulla libertà in tempi brevi". L'avvocato di Fritzl, Rudolf Mayer, ha invece insistito sulla sincerità della confessione del suo cliente: nel diario di Elisabeth, ha ricordato, furono annotate la nascita del bebè, la preparazione della culla, il fatto che al bimbo venne dato un nome e alla fine, la sua morte; una sequenza che rivela, ha detto,  che entrambi confidavano sul fatto che il bimbo ce la facesse. La legge austriaca non consente di accumulare le pene per i diversi capi d'accusa, per cui ha emesso solo quella più severa, che è dunque l'ergastolo per omicidio. Il tribunale austriaco ha avuto bisogno di soli tre giorni di processo per presentare le prove e in una delle udienze, in aula si e' presentata la stessa figlia Elisabeth, come confermato indirettamente Mayer. E proprio quella presenza potrebbe aver scatenato, ha confermato l'avvocato, l'improvviso cambio di rotta nella linea difensiva dell'accusato.

Adesso Kerstin vive assieme ai figli sotto falso nome in un alloggio assistito, pare che intenda anche rilasciare presto un'intervista, come fece Natascha Kampusch, la ragazza rapita a otto anni da un maniaco e sequestrata per oltre otto fino alla sua liberazione.

 

 
 
 

“Patti pre matrimoniali: introdurli in Italia"

Post n°70 pubblicato il 08 Giugno 2010 da diohorus


Oggetto – “Patti pre matrimoniali: introdurli in Italia
per ridurre i tempi della giustizia”. Legittimi in Usa e
in Francia, Irlanda, Spagna, Portogallo, Grecia Inghilterra,
Germania e Giappone. Convegno nazionale AMI a Bologna.     

In Italia i tempi del processo di separazione e divorzio
sono uno dei motivi del malcontento degli addetti ai lavori
e dei coniugi coinvolti. Nel nostro Paese, quando la coppia
non riesce a trovare accordi, occorre aspettare dagli 8 ai
10 anni per ottenere lo stato libero attraverso il divorzio.
La giustizia italiana è al collasso per via della cronica
carenza numerica dei magistrati i quali sono costretti a
fare fronte a circa 80 mila separazioni e 50 mila divorzi
ogni anno a cui occorre aggiungere varie procedure tendenti
alla modifica dei provvedimenti oltre a quelli che hanno
sbocchi in Appello e Cassazione. Sicuramente il nostro Paese
è all’ultimo posto in Europa in termini di qualità e
velocità della giustizia. “Occorre deflazionare il
carico di lavoro attraverso una riforma del diritto di
famiglia che introduca nel nostro Paese i cosiddetti patti
pre matrimoniali” dice il presidente nazionale
dell’Associazione avvocati Matrimonialisti Italiani, avv.
Gian Ettore Gassani. “I patti pre matrimoniali –
continua -  consistono in accordi stipulati tra i futuri
sposi in ordine alla gestione del matrimonio ed alla sua
eventuale fine o morte di uno dei due coniugi. La loro
applicazione eviterebbe il processo o quantomeno ne
ridurrebbe i tempi a tutto vantaggio dei cittadini e dello
Stato”. I ‘patti pre matrimoniali’ sono contemplati
negli ordinamenti giuridici di grandi Paesi quali Usa,
Francia, Inghilterra, Irlanda, Spagna, Portogallo, Grecia,
Giappone e Germania sebbene con sostanziali differenze di
applicazioni tra uno Stato e l’altro. “Appare scontato
– continua Gassani - che in ogni caso i ‘patti pre
matrimoniali’ non potranno prevedere accordi palesemente
lesivi dei diritti del coniuge più debole ed in
particolare della prole. Tuttavia la libertà dei coniugi
di regolamentare i punti cardine del loro matrimonio dovrà
essere rispettata”.  

Dei ‘patti pre matrimoniali’ si discuterà a partire
dalle ore 9 di venerdì 11 giugno presso il Convento di San
Domenico - Sala Bolognini Piazza San Domenico 13, Bologna
– nell’ambito del Convegno Nazionale dell’Associazione
Matrimonialisti Italiani.  

All’evento, accreditato dall’Ordine degli Avvocati di
Bologna con 8 crediti formativi (di cui 1 in deontologia),
parteciperanno il cons. Francesco Scutellari (Presidente del
Tribunale di Bologna), l’avv. Lucio Strazziari (Presidente
Ordine degli Avvocati di Bologna); il sen. avv. Filippo
Berselli (Presidente della Commissione Giustizia del
Senato); la dott.ssa Beatrice Draghetti (Presidente della
Provincia di Bologna); l’avv. Gian Ettore Gassani
(Presidente Nazionale AMI). 

Relazioni - L’avv. Katia Lanosa (Presidente AMI Bologna)
introdurrà il tema  degli accordi prematrimoniali; il
prof. avv. Luigi Balestra (Ordinario di diritto Civile
presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università
degli Studi di Bologna) relazionerà sul tema “Contratti
nella convivenza more uxorio”; il cons. Maurizio Millo
(Presidente del Tribunale per i Minorenni dell’Emilia
Romagna – Bologna) relazionerà sul tema “Gli accordi
sull’affidamento dei figli e la gestione della potestà
tra genitori naturali”; il prof. dr. Giovanni Camerini
(Neuropsichiatra infantile, Psichiatra e Psicoterapeuta,
Professore di Neuropsichiatria generale e infantile presso
la Facoltà di Psicologia 2 alla Sapienza di Roma e di
Psichiatria forense dell’età evolutiva in diversi master
universitari) relazionerà  sul tema “Criteri di
valutazione delle capacità genitoriali”; l’avv. Gian
Ettore Gassani (Presidente Nazionale AMI) relazionerà sul
tema  “I patti prematrimoniali all’estero”;  l’avv.
Annamaria Bernardini De Pace (Avvocato Matrimonialista,
Socio Onorario AMI) relazionerà sul tema  “Matrimonio e
giustizia: patti prematrimoniali”; l’avv. Edoardo Rossi
(Presidente AMI Torino) relazionerà sul tema “La
famiglia nel dettato Costituzionale Italiano”; la
dott.ssa Alessandra Arceri (Magistrato del riesame presso il
Tribunale di Bologna) relazionerà sul tema “Le
convenzioni matrimoniali”; il notaio dott.ssa Maria Luisa
Cenni (Rappresentante Emilia Romagna del Consiglio Nazionale
del Notariato - CNN) relazionerà sul tema “Trasferimenti
patrimoniali nella crisi coniugale; diritti successori del
coniuge separato e divorziato; strumenti per la tutela della
famiglia di fatto in sede successoria. Aspetti fiscali”;
il prof. avv. Carlo Rimini (Ordinario di Istituzioni di
diritto Privato presso l’Università degli Studi di
Milano) relazionerà sul tema “Rapporti patrimoniali tra
coniugi, inderogabilità dei doveri matrimoniali e profili
di diritto comparato”; il prof. dr. Giacomo Oberto
(Magistrato presso il Tribunale di Torino, Professore a
contratto presso l’Ateneo Torinese e Segretario Generale
Aggiunto dell’Unione Internazionale dei Magistrati)
relazionerà sul tema “Gli accordi preventivi sulla crisi
coniugale”; l’avv. Cesare Rimini (Avvocato
matrimonialista, Socio Onorario AMI) relazionerà sul tema 
“Deontologia dell’avvocato matrimonialista”. 

E’ possibile scaricare il modulo della domanda sul sito
http://www.ami-avvocati.it unitamente al bando integrale 
del Convegno. Le schede, debitamente compilate, vanno
inviate entro e non oltre il 7 giugno 2010, via e-mail a:
bologna@ami-avvocati.it studiolegalelanosa@gmail.com o a
mezzo fax allo 051/6562872. 
La conferma dell’avvenuta iscrizione potrà essere
verificata direttamente sul sito 
http://www.ami-avvocati.it 
Ad esito del Convegno verrà rilasciato l’attestato di
partecipazione dall’AMI e conferiti gli 8 crediti
formativi.
Per qualsiasi altra informazione contattare la sede AMI di
Bologna (tel. 051/6486263, fax 051/6562872) 
nei giorni feriali dalle ore 17 alle ore 19.

Per i convegnisti e gli ospiti è prevista per il giorno 11
giugno 2010, una serata conviviale presso il Circolo Bononia
Via Castiglione, 1 Bologna - alle ore 20.30. Per info e
prenotazioni consultare il sito 
http://www.ami-avvocati.it

Il Convegno Nazionale è organizzato dalla sezione AMI di
Bologna in collaborazione con l’AMI nazionale. E’
prevista la partecipazione di 500 iscritti provenienti da
tutt’Italia.

 
 
 

Figli contesi nelle procedure di separazione e divorzio

Post n°69 pubblicato il 07 Giugno 2010 da diohorus

Ogni anno in Italia si contano 160 mila nuovi separati, 100 mila nuovi divorziati e la rottura di 20 mila famiglie more uxorio: il risultato è di decine e decine di migliaia di bambini contesi, a suon di denunce, ricorsi e istanze. Per la precisione i figli posti al centro del conflitto di coppia nel 2009 sono stati 100.252 quelli coinvolti nelle separazioni (dei quali 66.406 minorenni) mentre 49.087 sono stati i figli coinvolti nei divorzi (in questo caso i minori sono stati 25.495).

L’anello debole nelle vicende di separazione e divorzi sono i figli spesso trattati come merce di scambio da adulti vendicativi che finiscono, spesso inconsapevolmente accecati dalla loro astiosità, per causare ai loro bambini danni difficilmente rimarginabili. Purtroppo spesso si constata che i coniugi si contendono i figli come fossero oggetti da espropriare che vengono usati come armi di belligeranza. I danni subiti dai bambini contesi sono verificabili nelle migliaia di perizie psicologiche depositate nei tribunali e nell´aumento esponenziale del ricorso alla psicoterapia infantile.

I due genitori dovrebbero continuare a seguire serenamente ed in maniera equilibrata e responsabile il percorso educativo dei figli nati dalla propria unione. Invece purtroppo non è così: i figli - soprattutto se minorenni – si trovano a subire gravissimi disagi e traumi psicologici derivanti dalla sconsiderata conflittualità genitoriale e coinvolti , loro malgrado, in deprecabili strumentalizzazioni. Le conseguenze psicologiche e sociali sono le più disparate: si va dai bambini in cura presso gli psicologi a quelli che finiscono per commettere azioni di bullismo Purtroppo spesso il minore è la vittima sacrificale di atti e comportamenti non diretti consapevolmente a danneggiarlo, vittima di una litigiosità instaurata “ nel suo migliore interesse”, ma spesso orientata solo a dare spazio unicamente ad intenti di prevaricazione derivanti da forte astio e conflittualità.

Negli ultimi 10 anni hanno subito morte violenta più di 158 minori; vale a dire che sono morti per conflitti tra genitori a causa di separazioni o divorzi più di 10 bambini l’anno per mano di colui o colei che avrebbe dovuto proteggerlo e aiutarlo serenamente e con affetto nel cammino della sua vita. Ricordiamoci sempre che il minore ha diritto al rispetto della sua peculiare personalità e alla tutela della sua integrità psicofisica.

Ora in questa ottica quale è il compito dell’avvocato matrimonialista? È quello in primis di agire nel pieno rispetto della deontologia professionale e delle proprie competenze, per evitare ogni possibile errore e superficialità. La competenza tecnica, altresì, allontana il rischio di essere strumentalizzati dal cliente e di pregiudicare, da qualsiasi parte ci si trovi, il diritto dei minori. Accadde infatti soprattutto all’inizio di una controversia familiare che il cliente attribuisca al proprio avvocato il ruolo di suo personale giustiziere, una sorta di paladino che saprà porre rimedio alle ingiustizie subite.

Ricordiamo che una delle principali regole della professione forense è quella che impone all’avvocato di mantenere il dovuto distacco e indipendenza, soprattutto quando vengono rappresentate situazioni di grandi drammi in danno di minori, che necessitano di strumenti che favoriscono il dialogo e la collaborazione. Il professionista giammai deve utilizzare i minori a fini strumentali assecondando inaccettabili richieste della parte, ma deve agevolare forme di soluzione del conflitto a tutela dei figli minori.

L’attività dell’avvocato deve essere indirizzata dalla necessità di riportare gli inevitabili contrasti ad un equilibrio e a non alimentare inutili esasperazioni. Ha il dovere di non fomentare conflitti e di intrattenere con la controparte rapporti onesti, franchi e leali. L’avvocato non può e non deve consigliare la parte su come eludere obblighi di natura economica o ostacolare i rapporti tra i figli e l’altro genitore; deve ammonire il proprio cliente, ove necessiti, che i figli non sono merce di scambio, ma soggetti che vanno tutelati, protetti, amati e rispettati e che l’auctoritas genitoriale vuol dire far crescere i propri figli e non imporre loro il proprio arbitrio. 


 
 
 

L'aspra conflittualità tra i coniugi può determinare l'affido del minore ai servizi sociali

Post n°67 pubblicato il 03 Giugno 2010 da diohorus

La forte conflittualità tra i coniugi può essere fonte di  gravi ripercussioni psicologiche sui figli. In tali casi la Cassazione (sent. N. 12308/2010) confermando quanto stabilito nel merito, ha stabilito come questo aspetto possa rappresentare un valido motivo per affidare i figli ai servizi sociali. In tal caso, anche se l’affidamento condiviso rappresenta la regola, il Tribunale può provvedere per l’affidamento a terzi in virtù del preminente interesse del minore a crescere in modo sereno ed equilibrato.

La necessità di consentire ad una minorenne di "elaborare criticamente la sua condizione" e di effettuare autonome scelte che risultavano invece precluse dall'influenza dei genitori, rappresenta, per la Suprema Corte, un punto fondamentale per lo sviluppo del minore. Nel caso concreto la minore risultava divisa dal desiderio di compiacere entrambi i genitori. L'affidamento ai servizi sociali, in questa ottica, deve rispondere all'esigenza di consentire "una corretta formazione della sua personalità".

Avv. Claudio Sansò

AMI SALERNO

 

 
 
 

ANORESSIA E BULIMIA

Post n°63 pubblicato il 30 Maggio 2010 da diohorus

 

                                        

          Bulimia                                                      Anoressia

 

 

L’anoressia Nervosa è una MALATTIA  e non deve essere confusa con il sintomo  chiamato anoressia, la cui presenza invece è indice di un differente stato patologico dell'individuo.

Ciò che contraddistingue l'anoressia nervosa è il rifiuto del cibo da parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare. 

L'Anoressia Nervosa è, insieme alla bulimia, uno dei più importanti disturbi del comportamento, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). Coinvolge nella sua evoluzione funzioni psicologiche ormonali e metaboliche. I disturbi possibili sono ancora in fase di studio, le cure attuali possono dare solo un modesto beneficio alla persona. 

L’ anoressia e bulimia nervosa sono una vera e propria emergenza di SALUTE MENTALE , (secondo la American Psychiatric Association, se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i disordini alimentari sono la prima causa di morte, che solitamente avviene per suicidio o per arresto cardiaco, per malattia mentale nei paesi occidentali) e sono diventati nell’ultimo ventennio per gli effetti devastanti, tra le manifestazioni più note e frequenti, che hanno sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani adulti. Negli Stati Uniti, non esitano a definirli una vera e propria epidemia che attraversa tutti gli strati sociali e le diverse etnie.

Uno studio pubblicato sulla rivista inglese The Lancet indica che la ricerca sui trattamenti è molto più avanzata nel caso della bulimia nervosa. Minore attenzione, invece, si sarebbe dedicata finora a ricerche sui possibili trattamenti di anoressia nervosa e delle altre forme di disordine alimentare.

Anoressia e bulimia possono manifestarsi in persone di diverse età, sesso, provenienza sociale, ma sono solitamente più comuni in giovani donne in età compresa tra i 15 e i 25 anni.

sono malattie complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo, che quindi richiedono un trattamento sia del problema alimentare in sé che della sua natura psichica. L’obiettivo è quello di portare il paziente, a adottare soluzioni per la gestione dei propri stress emotivi e a ristabilire un equilibrato comportamento alimentare.

Al centro del disordine alimentare, c’è comunque una complessa interazione di molteplici fattori ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici e da parte del paziente una ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della propria forma fisica, del proprio peso e corpo.

Tra le ragioni che portano allo sviluppo di comportamenti anoressici e bulimici, si evidenziano, l’influenza negativa da parte di altri componenti familiari, soprattutto se si tratta della madre e sociali, la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa, o al contrario di essere fortemente trascurati dai propri genitori, il sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica o di non poter raggiungere i risultati desiderati per problemi di peso e apparenza. Per alcune ragazze, si tratta di una tendenza autodistruttiva che le porta anche ad abusare di alcol e droghe. 

Secondo molti psichiatri uno dei motivi per cui una ragazza inizia a sottoporsi a una dieta eccessiva è la necessità di corrispondere a un canone estetico che premia la magrezza, anche nei suoi eccessi che esalta la magrezza.

L’anoressia e la bulimia possono dipendere ad esempio anche da drammi familiari, abusi sessuali da parte di familiari o di persone esterne, difficoltà ad essere accettati nella propria famiglia e dalla società.

L’anoressia e bulimia  sono disordini molto pesanti, sia sotto il profilo fisico che quello psicologico. Dal punto di vista fisico, gli effetti della malnutrizione comportano ulcere intestinali e danni permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, disidratazione, danneggiamento di gengive e denti, seri danni cardiaci, al fegato e ai reni, problemi al sistema nervoso, con difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, danni al sistema osseo, con accresciuta probabilità di fratture e di osteoporosi, blocco della crescita, emorragie interne, ipotermia e ghiandole ingrossate.
Le  ripercussioni psicologiche, invece, comportano depressione, basso livello di autostima, senso di vergogna e colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari, sbalzi di umore, tendenza a comportamenti manichei e maniacali, propensione al perfezionismo.

Diagnosticare l’anoressia e bulimia non è semplice in soggetti molto giovani, perché i cambiamenti fisici che accompagnano l’adolescenza e che comportano squilibri di peso e altezza possono mascherarne le prime fasi. Nelle ragazze, invece, uno dei sintomi più classici è l’interruzione del ciclo mestruale per almeno tre mesi, sintomo che però non si applica  alle ragazze che prendono la pillola anticoncezionale.

L’anoressia si puo manifestare in due modi: con la riduzione costante della quantità di alimenti ingeriti o con abbuffate e successiva eliminazione seguita da vomito autoindotto, o uso inappropriato di pillole lassative e diuretiche.

La bulimia invece ingerendo una quantità eccessiva di cibo, in un arco di tempo molto stretto, per esempio nel giro di due ore, e solitamente di nascosto da altri. Raramente, i pazienti bulimici non si infliggono alcuna punizione, infatti dopo aver mangiato in modo così eccessivo, la persona bulimica generalmente si sente in colpa e tende a punirsi vomitando, ingerendo pillole diuretiche e lassativi con l’intento di dimagrire.

Le origini  dell’anoressia sono molto antiche.

L'anoressia è considerata una malattia del "mondo industrializzato", ma è altamente probabile che in epoca remota esistesse già tale disturbo.
Nel medioevo, epoca in cui i valori religiosi erano ben radicati nelle persone, l'anoressia era vista come un traguardo spirituale da raggiungere; si parlava infatti di "santa anoressia" e di "digiuni ", in un periodo storico in cui spesso si cercava il perseguimento di virtù spirituali attraverso la mortificazione del corpo. Vittime illustri della malattia sono state all'epoca delle donne divenute in seguito sante cercando un "matrimonio con Cristo" rifiutavano il cibo; fra tali donne vi erano santa Caterina da Siena e sant'Angela di Foligno.

Anche se fu un medico  nel 1500, tale Simone Porta, il primo a studiare e descrivere il quadro clinico dell'anoressia nervosa, si fa risalire la prima scoperta della malattia solo al 1689, quando venne pubblicato ad opera del medico britannico Richard Morton il primo resoconto di due pazienti (un ragazzo minorenne e una ragazza di appena 18 anni) che, in assenza di patologie manifeste, rifiutavano di alimentarsi. Morton definì tale disturbo "emaciazione nervosa.

Da li, ci fu un escalection di studiosi che di volta in volta, diedero il loro contributo alla scoperta di sindromi e probabili cure, arrivando cosi ai giorni nostri e, malgrado tutto non ancora in grado di curarla se non presa per tempo.

Di seguito vi linko dei video che vi invito a guardare, per ben capire a cosa porta l’anoressia.

http://www.youtube.com/watch?v=Aw9VKDFi6sw&feature=related

 

http://www.youtube.com/watch?v=CNM3nCoakUY&feature=related

 

http://www.youtube.com/watch?v=nXSWOSuA5bA&feature=related

 

http://www.youtube.com/watch?v=PSRusaQpN3s&feature=player_embedded

 

  

 

 
 
 

PEDOFILIA: IL LATO OSCURO DEI TESTIMONI DI GEOVA E DELLE SETTE

Post n°62 pubblicato il 29 Maggio 2010 da diohorus

Pedofilia, un fenomeno sottostimato. Il lato oscuro della confessione religiosa dei Testimoni di Geova.


Spesso i bambini vittime di soprusi e violenza sono oggetto di un duplice oltraggio: il primo quando subiscono gli abusi, il secondo quando le loro sofferte denunce non vengono prese in considerazione; ciò è particolarmente vero nel caso in cui i responsabili dei turpi abusi sono membri del clero o responsabili di comunità religiose. Infatti, il senso quasi eccessivo di rispetto e di deferenza nei confronti dei “pastori d’anime” si è rivelato come una sorta di “vivaio perfetto” nel quale possono prosperare indisturbati i molestatori di bambini. Come non ritenere responsabile una qualsiasi struttura religiosa che, consapevolmente, nomini un ex molestatore di bambini per un incarico di responsabilità, quando costui commettesse successivi abusi su bambini?

Lo scenario del maltrattamento del minore fino alle violenze più spinte ed abbiette come le torture e le uccisioni in video (snuffmovie) ha statistiche ufficiali quasi mai aderenti alla realtà del crimine e non abbracciano la portata del medesimo. «Centocinquanta milioni di bambine e 73 settantatre milioni di bambini sotto i 18 anni sono stati sottoposti nel 2002 ad abusi sessuali o altre forme di violenza che includono il contatto». È il dato forse più spaventoso tra quelli inclusi nel «Rapporto Unicef sulla violenza sui minori dell’ott. 2006», presentato a Roma. Il fenomeno più drammatico è la specifica che «gran parte dell’abuso sui bambini avviene a porte chiuse ed è commesso da persone di cui dovrebbero fidarsi: genitori, familiari, conoscenti, persone incaricate della loro educazione civile, culturale e morale». L’Unicef ha monitorato cinque ambienti (la casa, la scuola, l’ambiente di lavoro, gli istituti di accoglienza e le comunità di appartenenza), rilevando un’esposizione costante dei minori, specie nelle aree più disagiate e nelle meno conosciute, a una violenza figlia della povertà, «ma anche della cultura patriarcale», di prevaricazione maschile, ma questo è solo parzialmente vero poiché non sono solo le aree più disastrate ed additate come tali come affette da una continua pandemia di pedocriminalità.

(Ne è un esempio il recente caso di infanticidio scoperto, quello del piccolo Javon Thomson di un anno, avvenuto all’interno di un nuovo movimento a matrice religiosa “One Mind Ministries” di Baltimora. Il bimbo, poiché non sapeva dire amen alla fine delle preghiere, è stato considerato un dèmone da lasciar morire di fame e di sete -una morte lenta e straziante- convinti che sarebbe poi risorto).

Il lavoro minorile è un’altra forma di violenza: un fenomeno che nel 2004 ha coinvolto 218 milioni di bambini, di cui 126 milioni in attività lavorative rischiose (e non ne sono esenti comunità di matrice religiosa, esoterica, mistica, occultista, ecc). Di questi, quasi sei milioni risultano vittime dei lavori forzati, spesso imposti loro per l’estinzione di un debito. 1,8 milioni, poi, sono sfruttati nella pornografia e 1,2 milioni risultano vittime del «traffico di minori» che prende le vie più disparate: dallo sfruttamento sessuale sistematico fino all’espianto di organi, destinati poi al turpe mercato miliardario.

Almeno 8 milioni di bambini – dice ancora il rapporto – vivono in istituti d’accoglienza o di cosiddetto recupero, spesso gestiti da religiosi o dove gravitano operatori spirituali (non compaiono le cifre inerenti i minori nelle comunità dei movimenti religiosi o istituzioni).

Le recenti denunce di ex minori violentati nei Legionari di Cristo, Comunità Incontro, i Ricostruttori della Preghiera, le sètte africane cattoliche come il Movimento dello Spirito Santo o il Movimento dei Dieci Comandamenti con uccisioni di massa, ed altri, aumentano le cifre ufficiali della violenza su minori ed aumentano il numero degli operatori spirituali implicati in questo crimine. La recentissima notizia (2009) dell’associazione Meter descrive una “ragnatela di pedofili” senza precedenti: 100 comunità pedofile oscurate e sequestrate presenti in un social network, con contatti in tutto il mondo compresa l’Italia; come dei “ragni” 18.181 iscritti alle comunità comunicavano, attiravano e scambiavano centinaia di migliaia di video e foto (con notizie sullo scambio di bambini). Migliaia i bambini coinvolti. Un universo reale, in cui ci si poteva iscrivere e scambiare materiale pedo-pornografico (foto, video, appuntamenti con bambini) in tutta tranquillità attraverso uno dei più rinomati social network Usa: materiale che gli investigatori italiani e americani dichiarano essere “un vero e proprio orrore”, dai neonati a bambini di tenerissima età oggetto di abusi e violenze. A fare la scoperta e realizzare i risultati del minuzioso “screening della ragnatela pedofila” sono stati gli operatori dell’Associazione Meter di don Fortunato Di Noto (www.associazionemeter.org), organizzazione pioniera nel contrasto alla pedofilia – che hanno consegnato i risultati di un lavoro durato 6 mesi alla Polizia Postale di Catania, coordinata dalla Procura Distrettuale etnea e dal Centro Nazionale per il contrasto alla pedofilia e pedopornografia (Cncpo) e trasmessi alle autorità americane (dall’associazione meter.org).

Appare chiaro che le organizzazioni mondiali e i loro rapporti non citano sempre i casi pedocriminali emergenti come nuovi e quelli all’interno dei vari movimenti religiosi, esoterici o semplicemente pedocriminali o che presentano una facciata religiosa o altro. Una nuova voce è però comparsa nello studio della pedocriminalità ed è la “violenza spirituale”, tale violenza è quella esercitata sul minore da un religioso o autoaffermato tale. Oltre alla violenza nelle sue squallide forme c’è aggravante della dipendenza che il minore ha nei riguardi dell’operatore spirituale.

Il lato oscuro della confessione religiosa dei Testimoni di Geova

Da questo drammatico scenario, purtroppo, non può escludersi la comunità religiosa dei Testimoni di Geova: quanto è esteso il problema della pedofilia tra i Testimoni di Geova? La portata del penoso fenomeno può essere intuita se si considera che su un sito specializzato in lingua inglese (www.silentlambs.org), nell’arco di circa cinque anni, sono stati denunciati quasi 7.000 casi di molestie sessuali su minori, perpetrate da adulti Testimoni di Geova [nota 1 vedi fine pagina].

Quest’estate il problema della pedofilia tra i Testimoni di Geova è stato oggetto di una serie di conferenze e incontri europei, alcuni dei quali anche in Italia, tenuti dall’americana Barbara Anderson. Non si può sottacere il determinante contributo dato all’emersione di questo “fenomeno” dalla Anderson, che è stata Testimone di Geova per oltre un quarantennio e ha lavorato (dal 1982 al 1992) presso la sede mondiale di Brooklyn del movimento geovista in qualità di ricercatrice del “Reparto Scrittori” dell’Organizzazione. Grazie al suo privilegiato punto di osservazione nell’ambito della confessione religiosa in argomento, la Anderson ha fatto sconcertanti scoperte sul problema della pedofilia all’interno della comunità internazionale geovista, scoperte che col tempo l’hanno portata ad abbandonare il Movimento e a denunciare la politica di omertà che circonda la questione [nota 2 vedi fine pagina]. Negli Stati Uniti la Anderson ha collaborato con diversi avvocati impegnati nella difesa delle vittime della pedofilia in casi che coinvolgevano pedofili professantisi Testimoni di Geova; inoltre, la Anderson ha raccolto in un cd-rom, intitolato “Secrets of Pedophilia in an American Religion: Jehovah’s Witnesses in Crisis” [nota 3 vedi fine pagina], circa 5.000 pagine di documentazione processuale.

Quali sono i fatti che meritano particolare attenzione? Eccoli descritti in modo sintetico.

a) E’ il “Corpo Direttivo” (organo collegiale che detiene l’autorità dottrinale nella ’Organizzazione geovista) che stabilisce le direttive e detta la prassi alle quali tutti i Testimoni di Geova della terra devono sottostare. Questo Direttivo si avvale di diverse associazioni tra le quali primeggiano la Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc., e la Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania; in Italia l’ente esponenziale del geovismo è la “Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova”, con sede in Roma alla via della Bufalotta 1281.

b) Attraverso questi enti gli “anziani” (responsabili delle comunità geoviste locali) ricevono le istruzioni sul modo di comportarsi quando vengono denunciati casi di abusi sessuali su minori. In particolare, a questi “anziani” viene richiesto di adottare la “regola dei due testimoni”; in breve, per usare le parole della rivista La Torre di Guardia [nota 4 vedi fine pagina] (organo ufficiale del geovismo, edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova con copyright della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania), «se un componente della congregazione che ha dei flashback o “ricordi repressi” di molestie subite nell’infanzia si rivolge agli anziani, di solito due di loro verranno incaricati di assisterlo. … Che dire se la persona afflitta decide di fare un’accusa contro qualcuno? … Se l’accusa viene negata, gli anziani dovrebbero spiegare all’accusatore che dal punto di vista giudiziario non si può fare nient’altro. E per la congregazione l’accusato continuerà a essere innocente. La Bibbia dice che per poter procedere giudiziariamente ci vogliono due o tre testimoni. (2 Corinti 13:1; 1 Timoteo 5:19) Anche se più di una persona “ricorda” di essere stata molestata dallo stesso individuo, la natura di questi ricordi è semplicemente troppo incerta per basare una decisione giudiziaria su di essi in assenza di altri riscontri».

In definitiva, secondo le norme imposte dal Corpo Direttivo, se il molestatore non confessa la propria colpa, stante l’oggettiva difficoltà di trovare almeno due testimoni di ciascun abuso, costui la fa franca.

c) Le indagini svolte dagli “anziani” geovisti, che comprendono interrogatori e tutte le attività che possano contribuire a far luce sui casi in discussione, sono tenute segrete e non vanno riferite neanche agli inquirenti. A riprova di ciò basta richiamare una vicenda assurta agli “onori” della cronaca nazionale a metà degli anni Novanta [nota 15 vedi fine pagina]: nella provincia milanese un operaio di fede geovista, accusato di molestie sessuali nei confronti della figlia minore, venne sanzionato in base al codice disciplinare del gruppo religioso, ma non fu denunciato alla giustizia ordinaria invocando l’esimente del segreto confessionale ai sensi dell’art. 200, sub a), del c.p.p. In quella circostanza, la Congregazione geovista, rifiutando di collaborare con l’autorità costituita, si è trincerata dietro un’esimente che non può riguardare le procedure relative all’istituto della “confessione” geovista. Nel caso della confessione, infatti, spontaneamente il trasgressore si avvicina al ministro di culto e gli rivela la sua colpa. Nella prassi geovista – con particolare riferimento al caso di Milano – si tratta di cosa del tutto diversa. Il “colpevole” non si reca spontaneamente dai “ministri in funzione giudicante”, ma viene da loro convocato davanti a un “comitato giudiziario” dove, insieme ad altri testimoni della vicenda, viene sentito e giudicato. Non vi è ombra di spontaneità né di segreto in una vicenda “giudiziaria” nella quale non vi è il reprobo dinanzi al suo confessore, bensì un molestatore che viene tirato in ballo da altri, il cui peccato è conosciuto da diverse persone dentro e fuori il ristretto numero dei “confessori”, e al quale viene comminata una pena, non l’assoluzione.

d) Il 17 settembre 2000, nell’ambito della discussione sul disegno di legge n°7043 (relativo al progetto di Intesa ex art. 8 Cost. tra lo Stato e la “Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova”), si tenne un’audizione presso la Prima Commissione Permanente della Camera dei Deputati avente ad oggetto la petizione n°1502 ex art. 50 Cost.; in quell’occasione furono acquisiti numerosi atti e documenti, tra i quali rilevano le circolari “confidenziali” (il cui contenuto non era divulgabile ad altri), datate 14 marzo 1997 e 20 luglio 1998, emesse dalla Congregazione geovista, con le quali si impartiva la direttiva – diramata agli “anziani” sparsi in tutt’Italia – di redigere rapporti riservati sugli affiliati che, anche prima della conversione, si erano resi responsabili di molestie sessuali su minori, schedatura effettuabile anche all’insaputa dei diretti interessati.

Gli abusi sessuali su minori sono un delitto, un aspetto che la Congregazione geovista sembra non comprendere appieno: le forze dell’ordine e la magistratura si occupano di reati, gli “anziani” di peccati! Gli anziani non sono magistrati. Se sono necessari due testimoni per appurare la colpa e procedere con la disassociazione (espulsione) dell’accusato, così sia, ma tale condotta non può interferire con l’operato delle competenti autorità statali, alle quali è doveroso fornire le necessarie informazioni perché i reati siano perseguiti.

Purtroppo non sarà mai possibile evitare i casi di pedofilia, ma se questi vengono scoperti, non sarebbe un’infamia “proteggere” i colpevoli? Orbene, si può parlare di “silenzi complici” come effetto delle direttive vigenti nel Movimento geovista? Per rispondere basterebbe indagare su quanti “comitati giudiziari” geovisti – organi di giustizia interna del Movimento – abbiano “consegnato” i propri confratelli pedofili ai tribunali dello Stato.

Come valutare un movimento religioso che non contempla tra le proprie regole la sistematica denuncia alla magistratura dei propri affiliati pedofili? Si può attribuire a questa confessione religiosa un livello di affidabilità tale da concederle l’intesa ai sensi dell’art. 8 della nostra Costituzione?

Con questo pressante interrogativo ci rivolgiamo alla S.V. perché, nell’esercizio delle Sue prerogative, voglia vigilare affinché i denunciati comportamenti, forieri di allarme sociale diffuso, non vengano giustificati e affinché non si attribuisca alla “Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova”, che li promuove, un regime di particolare tutela di cui essa beneficerebbe (8xmille dell’Irpef) qualora dovesse accedere all’Intesa di cui all’art. 8 Costituzione.

Note:

1. L’entità del fenomeno ha richiamato da tempo l’attenzione internazionale dei mass media. La trascrizione italiana di un programma televisivo (Dateline) sull’argomento, trasmesso da New York il 28 maggio 2002, è consultabile al seguente indirizzo http://www.silentlambs.org/education/Italiandateline.htm
2. Qualcuno potrebbe pensare che sia sempre stata remota la possibilità che un Testimone di Geova con incarico di responsabilità in una comunità geovista potesse continuare a ricoprire incarichi una volta che costui si fosse macchiato di molestie sessuali su minori; ebbene la Anderson ha evidenziato che questa possibilità non è poi tanto remota a causa delle direttive impartite dai vertici dell’Organizzazione. Infatti, nel manuale organizzativo intitolato Organizzazione per predicare il Regno e fare discepoli (edito in italiano nel 1973 dalla Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc.), a pag. 170 s’impartiva la seguente direttiva: «Se l’individuo prestava servizio come anziano o servitore di ministero quando commise un serio errore anche se accadde alcuni anni fa, egli è soggetto a un certo grado di riprensione, poiché continuò a prestar servizio in quell’incarico, pur sapendo che, almeno per il momento, si era squalificato, non essendo allora “libero da accusa”» (grassetto aggiunto). Alcuni mesi dopo la pubblicazione di questa direttiva, in un bollettino ad uso riservato agli affiliati (si tratta del mensile Ministero del Regno dell’ottobre 1973, stampato dalla Tipografia Watch Tower di Roma) fu pubblicata la seguente precisazione: «Che cosa si intende con “alcuni anni fa”, a pagina 170, paragrafo due, del libro “Organizzazione”? Ciò indica più di un anno o due. Si può notare che non dice “molti anni fa”. Quindi non è un numero esatto di anni, ma piuttosto qualcosa come due o tre anni. Non si voleva dire che un fratello risalisse al lontano passato per tirar fuori errori di cui si pentì anni fa e che sono stati evidentemente perdonati da Geova e ora non sono commessi. … Se un fratello serve fedelmente da alcuni anni e ha visto la prova delle benedizioni di Geova su di sé, perché dovrebbe ora lasciare l’incarico? … Se il locale corpo degli anziani vede che egli ha il rispetto della congregazione e ha mostrato i giusti requisiti negli scorsi due o tre anni, può rimanere nel suo incarico di servizio. Si deve portare una trasgressione all’attenzione del pubblico dopo molti anni? … Quindi se ci fu pentimento alcuni anni fa, tre anni fa o più, e il peccato cessò, ed egli è rispettato dalla congregazione, ora non è necessario riprendere pubblicamente colui che ha commesso più di una trasgressione “alcuni anni fa”». Quindi, questa direttiva prevedeva la possibilità che un Testimone, colpevole di “un serio errore”, conservasse il suo incarico di responsabilità a determinate condizioni. Le molestie su minori non potevano non rientrare nella categoria dei “seri errori”.
3. Un estratto di questa raccolta può essere consultato e scaricato gratuitamente dal sito della Anderson al seguente indirizzo: http://www.watchtowerdocuments.com/secrets.html
4. Edizione del 1° novembre 1995, pagg. 28-29.
5. Si vedano i seguenti articoli datati 21 luglio 1996: “I Testimoni di Geova proteggevano il padre libidinoso” in Il Gazzettino; “Operaio molestava la figlia: ma la setta lo ha coperto” in La Gazzetta del Mezzogiorno; “La setta proteggeva il padre violentatore” in La Nazione; “Molesta la figlia la sua Chiesa sa e tace” in la Repubblica; “Testimoni di Geova evitano di denunciare un loro fedele” in Il Tirreno; “Testimoni di Geova sott’accusa. Due denunciati: ‘proteggevano’ un seguace che violentò la figlia” in Giornale di Sicilia; “Processato dai saggi di Geova. Arrestato per violenza sulla figlia: i suoi non l’avevano denunciato” in Il Corriere della Sera; “Proteggere il colpevole prassi inaccettabile”

in La Stampa.

 


http://www.mondoraro.org/2010/05/28/pedofilia-e-testimoni-di-geova-forum-delle-associazioni-italiane-di-ricerca-informazione/

 

 
 
 

Pierangelo Bertagna, un ex parroco, che ha adusato x anni di bambini

Post n°58 pubblicato il 27 Maggio 2010 da diohorus

 

Articolo di Fabiana, componente del gruppo "Odio la Pedofilia" 

Pierangelo Bertagna, un ex parroco, che dopo aver adusato x anni di bambini, quando viene arrestato dichiara di essere felice che qualcuno finalmente lo abbia fermato, era accusato di violenza sessuale su 16 bambini, ne confessa fino a 38, che ricorda, minori anche di 10 anni di età, era il parroco di Farneta, una frazione di Cortona (Arezzo). 
Al suo arresto esultò, era contento che qualcuno gli impediva, fisicamente, di violentare bambini, lui aveva sempre cercato di chiedere aiuto, nel suo sacerdozio, molte volte si sfogava raccontando il mostro che viveva in lui, con i suoi superiori. 
Era un discepolo dei Ricostruttori nella Preghiera, un gruppo che detta delle regole molto rigide da seguire, obbliga ad una vita spartana, dal dormire sul duro a non tagliarsi mai barba e capelli, ma anche meditazione, una sorta di cristianesimo all'orientale, agli altri membri di questo gruppo, agli altri sacerdoti Bertagna aveva spesso dichiarato le sue tendenze pedofile, inoltre questi avevano avuto modo di constatare quello che affermava di essere, eppure non hanno mai preso i dovuti provvedimenti del caso. 
Ecco le risposte all'interrogatorio fatto a Don Rossi, uno dei Sacerdoti Ricostruttori superiori di Bertagna, “perché nonostante foste stati avvisati delle sue tendenze, lo avete successivamente fatto ordinare Sacerdote e non avete almeno provveduto ad allontanarlo dai bambini?”, Don Rossi ha risposto: “perché credevamo che Pierangelo avesse tante buone qualità, e volevamo dargli un’altra possibilità”; come se non bastasse, all’obiezione “ ma ai bambini quale possibilità avete dato?”, la risposta del Superiore, è stata : “ per i bambini abbiamo pregato”. 
Pierangelo Bertagna nasce a Gardone Val Trompia (Brescia), ha avuto un’infanzia difficile (da bambino ha subito una violenza sessuale), diventa sacerdote a tarda età, 39 anni, nel 2003, dopo una preparazione al sacerdozio piena di episodi di molestie, abusi, vere violenze sessuali sui bambini, il 13 giugno del 2008 viene condannato a 8 anni di galera x oltre 38 casi di pedofilia, la maggior parte confessati spontaneamente, il 14 maggio del 2010, in appello, gli vengono confermati, ed entro il 14 agosto dovrà entrare in carcere a scontare la pena. 
Tutto inizia con la denuncia della famiglia di un bimbo di 13 anni che dichiara di essere stato vittima delle attenzioni sessuali di Bertagna, a Farneta, paese aretino dove era parroco, in breve altre famiglie della parrocchia sporgono la stessa denuncia nei suoi confronti, lui dichiara che è tutto vero e chiede perdono a tutti, poi arrivano ancora altre denuncie simili, da tutti i luoghi dove è vissuto, nel bresciano, nel nord dove risiedeva in varie comunità religiose, nel seminario, tutte sempre confermate dal reo confesso. 
Insomma, traspare molto chiaramente che questo pedofilo poteva (e voleva) essere fermato, ma non è stato mai fatto da chi aveva il potere e l'occasione di farlo, questa è stata anche la linea di difesa dei suoi avvocati Francesca Mafucci e Annelise Anania, in particolar modo, puntavano il dito sul gruppo dei ricostruttori nella preghiera, dove è provato che il fondatore, padre Cappelletto, don Guidalberto Bormolini, don Lorenzo Spezia e il sopra citato don Rossi fossero perfettamente al corrente della situazione, nessuno parla, pare che sia un ordine del gran sacerdote Cappelletto, molte situazioni all'interno dell'ordine religioso sono avvolte nel mistero, regole rigide da seguire attentamente, un controllo totale sulla vita degli adepti, evitare contatti con chi è estraneo al loro gruppo, anche nella scomparsa dei fratellini pugliesi "ciccio e tore", dove la madre Rosa Carlucci, andava con i bambini ospite in piemonte di Cappelletto, c’è stato anche chi ha ricordato di quando Rosa Carlucci, coinvolta dall’esperienza religiosa, trascurò i figli in maniera così evidente che Salvatore e Francesco Pappalardi furono ritrovati alla stazione di Torino in condizioni di abbandono.
I ricostruttori hanno oltre 50 comunità sparse in tutta Italia, qualcuno vede i metodi e la vita ascetica che usano, molto simili al gruppo di Ananda Marga, di origine indiana dal passato burrascoso e del quale si era parlato durante le indagini sulla strage di Brescia e di Bologna. 
Ma mentre in tutti gli altri casi si trattava sempre di chiacchiere senza riscontro di prove, nel caso di Pierangelo Bertagna, il gruppo non è intervenuto in difesa dei bambini, così brutalmente violentati, come anche il vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti lo ha ordinato sacerdote e sospeso “a divinis" subito dopo la sentenza in appello (quando non poteva fare altro). 
Perchè la pedofilia non viene fermamente combattuta all'interno della chiesa? 
Troviamo sempre storie di preti pedofili, facendo una ricerca all'interno di ogni storia ci rendiamo conto che questi sono sempre stati protetti, per il buon nome da mantenere, che è sempre più importante della vita di un pò di bambini. 
Questo è ciò che si evince dalle nostre ricerche, somme immense di denaro dato alle famiglie x il loro silenzio, non curanza dei casi specifici (preti pedofili riassegnati ad un oratorio), sacerdoti che diventano cardinali malgrado le loro malefatte, acquisizione di potere economico a discapito di quello spirituale. 
Adesso ci troviamo addirittura davanti ad un pedofilo che chiedeva aiuto, che voleva essere fermato perchè non riusciva a farlo da solo, andando a cercare aiuto nella chiesa cattolica... il posto sbagliato, 38 bambini hanno x questo subito l'esperienza più traumatizzante che si può ricevere a quell'età, almeno quelle che ricorda. 
Condannato a otto anni, nessuno sconto, in appello, per Pierangelo Bertagna, l'ex abate pedofilo. Fra poco meno di tre mesi, l'ex parroco di Farneta nel comune di Cortona, finirà così in carcere.

 
 
 

Ben Underwood – Il ragazzo cieco che vedeva senza occhi

Post n°57 pubblicato il 27 Maggio 2010 da diohorus

Ieri sera, in TV nella trasmissione Mistero, su Italia ,ho conosciuto la storia
di questo ragazzino che più che stupirmi, mi ha commosso per l'intensità con
cui la Mamma gli ha dedicato tutta la sua vita, l'Amore e il Coraggio con il quale
ha preso una decisione importantissima per la vita propria e di suo figlio.

Quello che una Mamma sacrifica per il proprio figlio e che a volte noi non
c'è ne rendiamo nemmeno conto.
Gli ha dedicato tutta se stessa con il massimo della semplicità, non facendogli
pesare un handicap che a molti avrebbe impedito di vivere in modo naturale,
fare sentire il proprio Figlio alla pari di altri, anzi Superiore come lui era....
Nel buio più totale di una vita crudele, Lui ha saputo "vedere"...
Noi, non vediamo mai i sacrifici che una Mamma compie...Diamo tutto per
scontato che quello che fa ci è dovuto...Arriviamo ad una certa età
( tra i 14 e i 19 ) che addirittura la snobbiamo, siamo convinti che non sappia
niente di noi e che non vuole il nostro bene, perchè non vuole che facciamo,
quello che lei reputa un grosso errore...ci arrabbiamo con lei, perchè non vuole
che andiamo con...facciamo tutto il contrario di cio che lei ci consiglia...
Ma solo raggiunta una certa età, capiamo che quello che la nostra Mamma faceva,
lo faceva per noi, dedicando la sua intera esistenza a noi...Togliendosi tutto
quello che potrebbe avere per fare stare bene noi...sopratutto quando
a crescerci sono rimaste sole...La Mamma, si mette nell'ombra per aiutarci
ogni volta che cadiamo in modo che nessuno possa vedere che lei ci sta aiutando...
compreso noi. 
Perchè per una Mamma, veniamo prima di chiunque...Noi Papà, se ci
separiamo e ci mettiamo con un altra donna, lo facciamo e basta...
che vada bene al nostro figlio, poco ci importa...La Mamma no!
La Mamma decide la sua nuova vita con il figlio, per il figlio...
Ecco, questo è quello che questa storia, aldilà della drammaticità,
mi ha trasmesso, non vedevo lo straordinario racconto di un ragazzo
con delle doti sovranaturali, ma guardavo più dentro, dentro quell'Amore
di una Mamma che ha potuto fare tutto questo...E che mai si pentirà,
anche adesso che Ben non c'è più, di avergli dato tutta la sua vita.

Ecco la storia di Ben da www.nonapritequelportale.com




Ben Underwood era un ragazzo di origine afroamericana proveniente da
Riverside in California.

Fin dai primi anni di vita Ben ha dovuto combattere con un terribile nemico,
un tumore che all’età di 3 anni ha costretto i medici ad operarlo e ad
asportargli entrambi gli occhi con un’operazione chirurgica.

Ben Underwood - Il ragazzo cieco che vedeva con i suoni

Questa grande sfortuna non ha però mai tolto a Ben la voglia di affrontare
la vita ad occhi aperti.

La sua strordinaria voglia di apprezzare il mondo esterno lo portò all’età
di 7 anni a sviluppare una straordinaria abilità chiamata ecolocalizzazione.

L’ecolocalizzazione o Biosonar è per l’appunto una sorta di vista Sonar che
permette a chi la possiede, come ad esempio Ben, di identificare la posizione
esatta di un oggetto semplicemente emanando un suono e ascoltandone la
sua difrazione nello spazio.

Questa straordinaria capacità di vedere attraverso i suoni ha permesso a
Ben di fare moltissime cose che un normale cieco avrebbe mai pensato di fare.
Il ragazzo ha imparato a giocare con i videogiochi, a pattinare, andare a
correre e a dilettarsi con il biliardino.

L’ecolocalizzazione è comunein alcuni animali, soprattutto tra i delfini e i
pipistrelli, ma ben pochi conoscono questa capacità appresa da parte di
un essere umano.

Il sonar biologico è stato studiato a partire dagli anni ‘50 ma tutt’oggi
non sono ancora chiari tutti i meccanismi che portano un essere umano
ad acuire l’udito fino al punto tale da identificare la difrazione del suono.

Sicuramente tra i rarissimi casi studiati Ben era l’unica persona ad aver
sviluppato questa capacità a livelli tanto incredibili da sembrare un
supereroe.

Chiunque abbia avuto a che fare con lui è rimasto letterlmante stupito
dalla sua abilità e dalla sua straordinaria voglia di vivere.

Purtroppo il giovane Underwood si è dovuto arrendere alla potenza del
tumore che lo aveva costretto a diventare cieco ed è morto a Gennaio
dell’anno scorso.

Questo è il link per vedere il video delle straordinarie capacità di Ben
http://www.youtube.com/watch?v=7lPKoGB6dGo&feature=player_
embedded

 
 
 

18 aprile 2002 Vi ricorda qualcosa questa tragica data?

Post n°55 pubblicato il 22 Maggio 2010 da diohorus

 

 di DAVIDE JULY 
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18 aprile 2002.Vi ricorda qualcosa questa data? No, non credo…anche a me sinceramente non mi ricordava niente… 
La cosa mi fa un pò vergognare di me stesso per il motivo che sono nato e vivo a Milano. 
Eravamo ancora sotto choc per l’attentato alle torri Gemelle dell'11 Settembre 2001, dove tutti ricordiamo ancora quelle drammatiche immagini dei due aerei che passano da parte a parte dentro le due torri… 
Erano circa le 18, del 18 Aprile 2002, un pomeriggio primaverile e limpido, quando da lontano vidi una gigantesca nube grigia, arrivare dal centro città… 
Per logica ho subito pensato ad un attentato terroristico, i video di Osama Bin Laden risuonavano tutti i giorni ovunque, dalle radio alle tv, i vicini di casa, ecc… 
Corsi a casa accesi la tv e in molti canali tv cerano delle "edizioni straordinarie…” "Un aereo si è schiantato contro il grattacelo Pirelli di Milano…” 
Penso che in quel momento il panico venne a tutti, presi la macchina e di corsa mi recai sul posto, ma la polizia e i vigili urbani avevano già transennato tutta la zona, non riuscii neanche ad arrivare a un km di distanza…ma c'era gente in panico che urlava di questo aereo dentro il Pirellone, “è un attentato,è un attentato”, erano solo queste le parole che riuscivo a scandire… 
Decisi di tornare di corsa a casa, ancora più spaventato di prima. Non accesi la radio, non ci pensai neanche…Arrivai a casa e subito davanti alla tv e incominciarono le prime illazioni di un attentato terroristico, fino a tarda sera, quando finalmente le prime notizie vere comminciarono ad arrivare. 
“Un piccolo aereo da turismo, un Cessna, si è schiantato contro il 26° piano del grattacielo Pirelli. 
Ecco cosa era successo: un piccolo Cessna Rockwell Commander A112 HB-NCX, pilotato da Luigi Fasulo di 64 anni originario di Pregassona nel Canton Ticino, con 5 mila ore di vola all’attivo, decollò dall’aeroporto di Locarno alle 17,15 con destinazione Milano-Linate, per poi fare ritorno a Locarno alle 18 e 15. Verso le 17 e 35 Fasulo chiede il permesso di atterrare , ma l’autorizzazione gli viene negata per troppo traffico, ma qualche minuto dopo si accorge di un problema al carrello e avvisa subito la torre di controllo di Linate, che gli dice che c’è ancora traffico quindi di circuitare sull’anello di attesa ATA, un percorso aereo a forma di elisse lungo la periferia della città. 
Da qui si presume che il Fasullo, probabilmente, fa dei controlli dei vari comandi per verificare il problema del carrello (spie del carrello, comando manuale di apertura di emergenza, fusibili…) e non si rende conto che non sta effettuando la rotta giusta (ripeto, si presume ) esce dal circuito di attesa e si dirige verso il Pirellone, si presume che, vista la giornata limpida, avesse il sole in faccia che gli impedisse di scorgere il grattacielo. 
Certo che stranamente dalla torre di controllo nessuno si rese conto che il Cessna era fuori rotta e a cosi bassa quota.Alcuni testimoni dissero di aver visto l’aereo accennare una virata con i motori al massimo, ma la distanza era troppo breve per evitare l’ostacolo e alle 17 e 46 l’aereo di Fasulo si schianta contro il 26° piano del grattacelo Pirelli, sprigionando un vasto incendio che verrà spento solo dopo alcune ore. 
Nello schianto si aprirono due squarci nel Pirelli, uno da dove è entrato e uno in direzione opposta perfettamente parallelo a quello di entrata, da far dedurre che il Cessna non stesse cercando di riprendere quota. 
Nell’incidente oltre a Luigi Fasullo,da solo a bordo dell’aereo, persero la vita Anna Maria Rapetti e Alessandra Santonocito, due dipendenti della Regione Lombardia, che si trovavano proprio nella stanza dove si è schiantato l’aereo e, i feriti furono circa 70. 
Data l’ora, per fortuna il Pirelli era semi vuoto perché molti dipendenti avevano già terminato di lavorare. 
Le cause del disastro non sono mai state completamente chiarite. Scartata l'ipotesi dell'attentato dagli inquirenti, in un primo momento vennero formulate alcune congetture, tra le quali il guasto tecnico e il suicidio. A distanza di anni, l'ipotesi più probabile appare quella di un tragico concatenarsi di fatalità. 
Attualmente il 26° piano del Grattacielo Pirelli ospita un memoriale in ricordo delle vittime.

 
 
 

LA SETTA DELLA PORTA ACCANTO: Nuova Testimonianza

Post n°54 pubblicato il 21 Maggio 2010 da diohorus

                               

 

di Massimiliano Frassi

Associazione Prometeo no profit Onlus

 

Com’era prevedibile Panorama è tornato sull’inchiesta/denuncia della scorsa settimana, avente come oggetto la “setta della porta accanto”.
Di tale articolo in questi giorni si è parlato tantissimo nel blog.
Tanti i vostri messaggi e le vostre mail.
Il numero in edicola di Panorama (in copertina la grande Oriana Fallaci), riporta un’intervista esclusiva a tale “Michelangelo Inverardi” di anni 46, ex marito della “santona” Fiorella Tersilla Vanghetti, dalla quale ha avuto un figlio che oggi ha 16 anni.

Inutile dire che anche il racconto del sig. Inverardi (che suppongo sia tra i testimoni principali della Procura….anche se oramai non ci stupiamo più di nulla!) è agghiacciante.
Lui stesso, fuoriuscito dalla comunità co-fondata con la sua ex mogie, ammette di aver picchiato adulti e seviziato bambini e di essere stato testimone diretto anche di un ricco traffico di denaro (“ho visto passare una quantità spropositata di denaro, sempre in contanti”).
Alla domanda del giornalista Carmelo Abbate: “Lei è stato testimone di violenze subite da bambini o adulti”, il sig. Inverardi risponde:”Sì. Bambini picchiati e costretti a mangiare il vomito. Adulti segregati e legati. (…) In 5 o 6 adulti tenevamo fermi i bambini mentre venivano puniti. E non riuscivamo a capacitarci della forza incredibile che avevano i piccoli. E ho partecipato (anche) alle punizioni dei grandi. Una volta abbiamo legato a testa in giù e picchiato un uomo”.
“Perché l’ha fatto?” chiede il giornalista, “Fiorella diceva che erano indemoniati e che bisognava scacciare la negatività. Diceva che glielo aveva detto la Madonna, con cui sosteneva di parlare nel sonno”.

Il resto lo trovate sul giornale.
Altro direi che non mi serve aggiungere.
Riporto però uno dei vostri messaggi, apparso nello spazio commenti, utile a mio avviso per capire alcune dinamiche.
Il problema resta aperto, così come si rinforzano le domande da noi fatte quando abbiamo riportato il primo articolo.
 
Commento:
“Cerco di portare il mio contributo avendo conosciuto alcune persone appartenenti alla comunità.
Premetto che questa è la mia visione, sicuramente parziale, e che intendo condividerla senza esprimere giudizi (quelli li tengo per me).
Vorrei solamente provare a spiegare quale "potrebbe" essere la logica che tiene unite le persone.
Faccio un esempio.
Supponiamo che due genitori sospettino che il loro figlio abbia dei problemi ma non riescono a capirne la provenienza
Preoccupati cercano qualcuno che possa dare loro delle risposte.
E' come se, avendo un figlio malato, e in preda alla più che comprensibile preoccupazione, i genitori trovassero un medico che spiega loro qual è la malattia e ne conosce anche la cura.
Qualsiasi genitore si sentirebbe sollevato e disposto a tutto pur di aiutare il loro figlio a stare meglio.
In questo caso la cura consiste nella preghiera personale o di gruppo accompagnati, qualche volta, da esorcismi.
Sono tutte cose in se’ positive (pregare e scacciare il male non è certo una cosa negativa).
In questo modo le persone si sentono aiutate e parte di una comunità che fa del bene insomma, si sentono realizzate.
Si trova anche chi spiega tramite la catechesi come si deve affrontare la vita di tutti giorni.
Tutto si può ricondurre a pochi insegnamenti che vanno bene nella gran parte delle situazioni.
1) Sappi che DIO prima o poi punirà chi fa il male.
2) Fai come credi, ma un giorno dovrai renderne conto a DIO.
3) Voi siete destinati alla salvezza.
4) Il mondo è pieno di  "Negatività" (basta guardare i giornali e i TG per rendersene conto).
5) Prima o poi avrai a che fare con qualcuno che non la pensa come te. Sicuramente sarà una persona negativa da tenere alla larga.
6) Nella Chiesa stessa l’Anticristo sta prendendo il sopravvento.
7) Prima o poi verrete presi di mira proprio a causa della vostra fede.
Così si arriva ad accettare tutte le scelte ed i consigli che vengono da chi è illuminato senza porsi domande e se qualcuno (parente od amico) che non fa parte della comunità solleva dei dubbi, o mostra di pensarla in modo diverso, ci si aggrappa agli insegnamenti di cui sopra.
Si tende ad allentare i contatti con chi non capisce o è negativo.
Questo rende le persone della comunità impermeabili ad ogni dubbio che potrebbe essere insinuato nelle loro menti.
Nel frattempo nella comunità si continua a stare bene, si fanno opere di bene, si aiutano le Parrocchie, i poveri, i tossicodipendenti e così via.
Ci si ritrova anche a passare dei momenti di svago o di festa insieme, oppure, a lavorare in gruppo mentre si scherza, si parla di Dio, del mondo e degli altri.
Se qualche membro della comunità si mostra titubante, dubbioso o solleva critiche o addirittura contesta (tipico di un adolescente) è automatico pensare che sia il maligno che cerca di metterci lo zampino: questa persona diventerà inattendibile.
Una volta identificato l’elemento di disturbo tutti sapranno come difendersi da lui (sempre usando gli insegnamenti di prima).

Firmato UN GENITORE”

 

 
 
 
 
 

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ARNOLD, È MORTO

L'attore Gary Coleman, il bimbo prodigio della serie televisiva 'Arnold', è morto in un ospedale dello Utah per emorragia cerebrale. Aveva 42 anni. Coleman era caduto mercoledì nella sua abitazione a Santaquin (Utah) ferendosi gravemente alla testa. Era stato portato in ospedale dove gli era stata diagnosticata una emorragia cerebrale. Da ieri aveva perso conoscenza ed era tenuto in vita dalle apparecchiature ospedaliere. Oggi è stato deciso, con il consenso della moglie Shanon, di staccare la spina. Coleman è stato bersagliato per tutta la vita da gravi problemi di salute, nonchè da problemi familiari e legali. Nato con una grave malattia renale congenita, che aveva bloccato da adulto la sua crescita a 142 centimetri, il bimbo prodigio aveva dovuto sottoprsi durante la sua vita a due trapianti di reni e, nonostante questo, a trattamento quotidiano di dialisi. L'attore aveva raggiunto il massimo successo professionale con la serie televisiva 'Arnold' (andata in onda in America dal 1978 al 1986 con il titolo 'Diff'rent Strokes') dove interpretava il ruolo di un bimbo adottato da un ricco vedovo.

La serie aveva dato grande popolarità all'attore che all'epoca guadagnava 100 mila dollari a puntata. Ma i suoi risparmi erano stati dilapidati dai genitori e dal manager. Coleman aveva fatto causa ma nel 1999 aveva dovuto dichiarare bancarotta. La infelicità nei rapporti familiari era stata accompagnata da numerosi altri problemi legali. Nel 1998 era stato accusato di avere picchiato una donna che l'aveva sbeffeggiato, mentre lavorava come guardia di sicurezza, per la fine malinconica della sua carriera. L'ex-bimbo prodigio aveva continuato a girare sporadicamente film anche se le sue caratteristiche fisiche limitavano il raggio dei suoi ruoli. Nel 2006 aveva girato in Utah il film comico 'Church Ball' conoscendo sul set Shannon Price, la donna che sarebbe diventata l'anno successivo sua moglie. Ma la coppia aveva avuto una vita travagliata. La polizia era intervenuta più volte per episodi di violenza domestica. I due erano apparsi due anni fa in Tv, davanti ad un giudice, nella serie 'Divorce Court' raccontando i loro problemi coniugali nell'intento di salvare il loro matrimonio. Ma l'attività professionale di Coleman era stata continuamente bersagliata dai problemi di salute. Nel febbraio scorso, mentre girava il film 'The Insider', era stato colto da un attacco epilettico. Aveva tentato anche la carriera politica. Nel 2003 si era presentato come governatore della California. Si era piazzato all'ottavo posto su 135 candidati raccogliendo, probabilmente grazie alla sua fama televisiva, un totale di 12.242 voti. Era stato battuto da Arnold Schwarzenegger.

 

TOMMY NEL CUORE

SONG FOR TOMMY

Sai cantare e hai un' età compresa tra i 7 e i 14 anni? Invia tutti i tuoi dati e il recapito telefonico di un tuo genitore via mail all'indirizzo"casting.songfortommy@tommynelcuore.it" con allegato un file audio o video in cui canti tu. Potresti essere selezionato per il casting che si terrà a breve e accedere alla mani......festazione"SONG FOR TOMMY" di Settembre 2010 in occasione del 6° compleanno di Tommaso Onofri.

                                    

http://www.facebook.com/pages/SONG-FOR-TOMMY/277170949229?ref=mf

 

UN AMORE PROFONDO DI UN BAMBINO

 

APRITE IL LINK E GUARDATE QUANTO AMORE POSSONO DARCI I BIMBI

 

                   http://www.facebook.com/video/video.php?v=1077878711994&ref=nf

 

DONAZIONE DI MIDOLLO OSSEO

Caro amico, ti scrivo per farti sapere che ora più che mai ho bisogno della tua collaborazione.Alla mia giovane sorella Stefania, la mia unica sorella, qualche tempo fa è stata diagnosticata una grave malattia che potrebbe essere curata solo ricorrendo al trapianto di midollo osseo da donatore compatibile.Dalle indagini cliniche eseguite in famiglia, il midollo di nessuno di noi è risultato compatibile con il suo pertanto gli specialisti che seguono il caso di Stefania hanno provveduto a ricercare un donatore compatibile attraverso l’apposito registro mondiale.Ad oggi sono più di 10 milioni i donatori iscritti, seppur tanti, tra questi, nessuno è risultato compatibile con lei.A questo punto non vi sono altre alternative se non quella di sperare che la situazione non si complichi ulteriormente e che nel frattempo, il midollo un nuovo donatore che si iscrive al registro risulti compatibile con il suo.Ti prego pertanto di riflettere sulla situazione che ti ho appena descritto, nonché di valutare la possibilità di compiere un gesto di grande umanità diventando donatore di midollo osseo.In tal caso, se non dovessi risultare compatibile con Stefania ciò non esclude che potresti comunque esserlo con una delle tante persone che da tempo attendono, come lei il trapianto che spesso rappresenta l’alba di una nuova vita.Tra queste persone vi sono milioni di bambini affetti dalle più terribili malattie. Per aderire all’iniziativa basta rivolgersi alla più vicina sezione dell’A.D.M.O. L’individuazione delle caratteristiche del midollo osseo avviene attraverso un semplicissimo prelievo di sangue. Ti ringrazio per aver letto queste poche righe e confidando nella tua sensibilità ti saluto cordialmente

 

FATELO VEDERE HAI VOSTRI RAGAZZINI

...Fatelo vedere hai vostri ragazzini, guardatelo voi e impariamo dagli sbagli di altri che purtroppo in quella rete ci sono cascati...

 

 
 

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