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« SICUREZZA E CONTROLLO DE...L'INTER NON HA VINTO MA... »

Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 27 Maggio 2008 da POLIKORE

LA DIVISA INTESA COME PRESENZA SOLLECITA DELLO STATO.

Le persone oneste invocano la presenza della polizia nelle periferie degradate della città.
Lo stato deve essere garante della libertà di espressione democratica della vita civile e perciò presente a tutela dei cittadini che vivono una vita onesta .
La formazione culturale dei dipendenti delle Forze dell’Ordine indirizzata alla creazione delle “task force” specializzate nel controllo sociale delle zone a rischio.
Se questo non fosse possibile in un breve termine, anche se credo che si potrebbero recuperare le risorse già presenti sul territorio, nell’immediato si potrebbe affiancare al servizio di assistenza sociale degli enti locali, una presenza “in divisa” preparata alle emergenze.(minori, prostituzione , disagio famigliare)
Fra pochi anni anche le città più tranquille dovranno fare i conti con la nuova microcriminalità nascente.
Il fatto di minimizzare comportamenti criminali, denominarli “ragazzate” non fa altro che peggiorare la situazione.
La tanto declamata TOLLERANZA ZERO è inutile senza un preciso programma sociale di integrazione.
Il controllo delle periferie si deve fare anche a TAVOLINO: chi usufruisce di aiuti , dalle case ai contributi economici , deve dimostrare di spenderli al meglio ed avere un comportamento sociale positivo, chi non ci prova o non ci riesce, viene escluso o comunque “punito” mediante irrogazione di un meccanismo sanzionatorio adeguato all’età ed al tipo di personalità della persona o della famiglia facente parte del progetto di integrazione .
Sembra troppo drastico?
Le persone indegne , così come previsto dal regolamento per l’assegnazione delle case popolari, dovrebbero seguire programmi atti all’integrazione sociale, se non vogliono perdere i benefici di cui godono.
La maggior parte di queste persone dileggiano lo Stato e deridono i lavoratori onesti .
La tolleranza verso comportamenti contrari all’ordine sociale è nemica di ogni logica, ed ancora più ingiusta nei confronti di chi onestamente vive lavora e cerca di migliorare la propria posizione sociale , cerca di integrarsi con lo studio , paga le tasse ed ama la propria città.
L’errore se così si può definire, e stato di poter sperare che si potevano risolvere i problemi sociali dando tutto senza chiedere nulla in cambio. Ora che invece si è visto il risultato, come fare per recuperare?
Quando in un quartiere si sono raccolte troppe famiglie disagiate , di cui non sembra più possibile il recupero, mentre le famiglie integrate bene sono in minoranza, soffrono, perché si sentono abbandonate dallo Stato.
Il rapporto numerico doveva essere contrario se si voleva aiutare….il processo di inserimento sociale.
Le famiglie oneste sono oggetto di dispetti e offese continui, probabilmente allo scopo di farle desistere ed andare via dalla zona, perché ormai questi disonesti vogliono creare il loro territorio e sottostare solo alle loro leggi. E’ la verità. Basta passare per certe zone, per rendersene conto, in certe ore della giornata non è possibile transitare con le auto perché sostano, discorrendo, in mezzo alla strada.
Tutti hanno paura, non denunciano nemmeno più i fatti cruenti, ormai anche loro, le persone oneste, sono diventate vittime dell’omertà. Da un lato la Polizia pensa che non denunciando è come se le vittime fossero “consenzienti”, ma la realtà è un’altra: come fanno a denunciare gli stessi vicini di casa, se non possono allontanarsi, cambiare abitazione, come fanno a difendersi?
In realtà la situazione è sfuggita di mano, malgrado gli aiuti positivi e concreti , alla fine penso che anche i nostri amministratori abbiano paura e tentino di recuperare negando le situazioni a rischio e paragonando percentuali con dati , non con le persone ….
Le percentuali sono persone, non numeri.
Non si può parlare di grafici quando è in ballo la qualità della vita della gente ed il futuro dei nostri figli.
1-Non negare gli errori (per esempio l’aver collocato più persone a “rischio” nella stessa zona , ma soprattutto nello stesso stabile!)
2-Non minimizzare gli eventi. (quando dei teppisti rubacchiano, rompono vetri, danneggiano automobili non definire questi atti vandalici : delle ragazzate!)
3-Ammettere che ormai il problema e’ di ordine pubblico e lo si capisce dalla lettura delle relazioni e gli interventi della polizia, carabinieri e dei vigili effettuati nelle zone “a rischio”, a qualsiasi titolo: dalle liti in famiglia, ai danneggiamenti vari agli scippi.
Ascoltare e cercare di accogliere le richieste delle persone oneste della zona
( per esempio: piu’ illuminazione nelle vie a rischio, apertura di strade laterali che aumentando la circolazione e la viabilità , alternativa alle arterie principali, porterà più persone nelle zone periferiche, anche se di passaggio, presenza assidua della polizia, raccolta rifiuti ingombranti ecc…)

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