Creato da: dalsilenzio il 12/08/2011
Pensieri liberi, senza limiti alla condivisione o alla critica. Dico ciò che voglio o ciò che sento e apprezzo chi sa dire la sua, senza remore. Ci hanno voluto rendere e ci siamo prestati a diventare monadi, essenze unitarie, disgiunte se non addirittura opposte tra noi. Voglio vedere se siamo ancora in grado di interagire positivamente, per il bene di tutti.
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Post n°32 pubblicato il 14 Maggio 2013 da dalsilenzio
Simone è un bambino, come tanti, che viene in piscina per imparare a nuotare. Un allievo, semplicemente. Ha quattro anni, di colore, un casco di capelli ricci fitti fitti, due occhi scuri enormi dalle ciglia lunghissime, radiosi quando sorride … e sorride sempre. Simone è capriccioso, spesso prepotente, non sa perdere, fa capricci, talvolta è indisponente, spesso svogliato. Nella confusione, tra tanti bambini tra gli otto e i tredici anni che arrivano tutti insieme, Simone non lo vedi proprio, tant’è piccino, ma poi te lo ritrovi attaccato ad una gamba, che ti abbraccia stretto con gli occhi alzati e il suo sorriso, con le labbra carnose protese per darti un bacio. Simone è assente da alcune lezioni, neanche tante, come capita a tutti i bimbi. In verità è rarissimo che manchi e mai per più di un giorno. Ma … i piccoli si ammalano, a volte, specie ai cambi di stagione. Però, improvvisa, arriva una voce sussurrata. Una notizia che richiede immediata conferma sperando, però, in una decisa smentita. Ma la conferma arriva, dalla autorevole voce della zia. Una strana febbre e la pediatra ha consigliato delle analisi. Ora Simone è in ospedale, per accertare quanto sia grave la sua leucemia. Incassi, respiri profondo e prosegui le lezione, con i suoi compagni di corso, con quelli dei corsi successivi, con il sorriso, con l’inflessibilità, la severità e la comprensione di sempre. Simone, non so come stanno esattamente le cose, se alla fine non è grave e tutto si risolve al meglio. Credo che non riuscirai, comunque, a tornare per i brevetti, ormai prossimi, di fine anno e chissà se il prossimo anno verrai o se forse io stesso non insegnerò più, non possiamo saperlo. Ma il tuo maestro ti porta dentro, ti tiene stretto, con tutti i suoi rimproveri ed urli per i tuoi capricci, così come per le lodi per ogni cosa in più che hai saputo imparare. Dai, piccolo, ora prendi tanta aria e, senza buttarla fuori, immergiti, batti forte forte le gambe giù giù verso il fondo. Tieni bassa la testa, allunga le gambe e vai: vedrai che sarà la stessa spinta dell’acqua a riportarti su, tra poco. Allora potrai buttare fuori tutta l’aria, far esplodere i polmoni e … respirare una nuova vita! Allora ti afferrerò e, come tante altre volte, ti solleverò in aria e ti scaglierò lontano, in quel giocoso tuffo che tanto ti piace. Forza, Simo!!! … Forza!!
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