A Dark Mind
Io, con i miei pensieri e le mie paure. Come nebbie mi avvolgono nel buio della notte per liberarmi quasi subito ai primi rosei e candidi barlumi di luce mattutina. Mi ritrovo quì, nelle cobaltee fragranze di luce a raccontare di me e dei miei pensieri. Io, con le mie paure e i miei pensieri...
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Con fortuna, la coppia di amici di vecchia data non incontrarono altre guardie, né si imbatterono in uno qualsiasi dei cani famosi del re. È stato un bene per i cani, perché sia Aérien che Aruniara si erano già occupati di creature di gran lunga peggio di un cane o due. Uscirono dal terreno in maniera furtiva ed in gran silenzio. Proseguirono il loro cammino in modo del tutto segreto, senza fermarsi, in modo tale da non farsi sorprendere dal sole del mattino che li avrebbe lasciati in bella vista a sguardi indesiderati. Aruniara si è devastata il cervello, rimanendo insicura su dove andare per il momento, poi… si incamminò verso il posto più sicuro e conosciuto da sempre, il luogo più naturale al mondo per una come lei, si incamminò dentro al bosco. Una volta dentro, esaminò le proprie ferite, i tagli e le abrasioni che aveva sul corpo non le facevano troppo male, mentre il suo braccio destro era incredibilmente mal messo. Vide che era piegato in uno strano angolo, gonfio e blu, attraverso un grande squarcio del vestito, lungo il bordo esterno dell'avambraccio, continuava a sanguinare lentamente, il sangue fuoriusciva da un nuovo taglio procuratasi durante la sua lotta fuori dalla prigione. Aveva bisogno di medicine. Ma, nel preciso istante che lo pensó, si rese conto che al momento non poteva averne. Si rese conto anche che avrebbe dovuto rimettere a posto la distorsione procuratasi, se voleva ancora usare il braccio completamente. I palmi delle mani cominciarono a sudargli ancor di più, al solo pensiero del dolore che avrebbe provato nel tentativo di riportare il proprio braccio in una posizione normale, rimosse quel pensiero dalla propria mente, si strappò un lembo dei pantaloni e se lo mise tra i denti, conficcandolo tutto nella propria bocca. Voleva assicurarsi che non avrebbe urlato, il silenzio era una cosa troppo importante in una situazione come quella in cui si trovava.
Si alzò, come previsto il suo corpo si mise a tremare per il dolore, sistemò il proprio braccio appoggiandolo contro il tronco di un albero, lo orientò in modo tale che le dita rimanessero rivolte verso l’alto, in quella posizione le risultava più facile vedere ciò che avrebbe dovuto fare. Il suo viso era più pallido del solito, contò nella propria mente per iniziare ciò che le avrebbe procurato un dolore incredibile, Aérien nel frattempo, restava seduto dietro di lei con un atteggiamento discreto, aveva lo sguardo sereno ma intenso,preparandosi a ciò che avrebbe fatto la sua compagna. Uno ... Due ... Tre. Con la mano sana si prese il polso del braccio infortunato e lo ruotò contro il tronco dell’albero producendo un rumore di ossa dismesse, tutto il mondo prese a girarle intorno per il dolore, pericolosamente. La stoffa in bocca soffocò il suo grido nel momento in cui cadde a terra, con il braccio stretto al suo corpo si rannicchiò su stessa in posizione fetale. Pensò che questo fosse un comportamento stupido, quasi infantile, ma poi si disse che quando il dolore è troppo intenso le persone diventano stupide.
continua...
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