Creato da Darkness.Mind il 27/08/2010

A Dark Mind

Io, con i miei pensieri e le mie paure. Come nebbie mi avvolgono nel buio della notte per liberarmi quasi subito ai primi rosei e candidi barlumi di luce mattutina. Mi ritrovo quì, nelle cobaltee fragranze di luce a raccontare di me e dei miei pensieri. Io, con le mie paure e i miei pensieri...

 

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MIRANDO AL CIELO DALL'INFERNO

Post n°83 pubblicato il 03 Novembre 2010 da Darkness.Mind
 

essenza

 

... QUANDO LA REALTÀ, SUPERA LA FANTASIA ...

...

Era nel giusto, assaporando il gusto del potere che si prova avendo qualcuno nelle proprie mani su cui regnare, e quindi non pensare a come il fuoco poteva tornare? Michel aveva rimosso questa prima necessità un pò, la cosa più importante a cui pensava ora era: qual’è la provenienza di quell’essenza? Cosa o forse chi, l’aveva perduta in questo posto? O come inizialmente aveva pensato, l’essenza si era da qualche parte in questi luoghi smarrita? Decise che lo avrebbe chiesto all’essenza stessa, ma per certo egli non avrebbe risposto. All’inizio per Michel questo non importò, decise di restare vicino a tale creatura. Con lui si sentiva protetta, aveva trovato finalmente un modo per proteggersi dal fuoco straziante che la affliggeva. Quando erano stati vicini niente aveva potuto nuocerla. E alla fine il fuoco aveva desistito dall’assalto su di lei. E poiché, nonostante la corsa, dal venir meno della sua forza Michel non riuscì a sfuggire, decise, con braccia incrociate dietro alla sua testa, di stendersi anch’essa sulla cenere calda, vicino a quell’essenza ed ai propri dolori, cercò di guardare oltre, almeno per riuscire a riposare un poco. Durante questo tempo, i suoi occhi nel cielo buio hanno guardato ed ella, con l’aiuto del suo ricordo, ha visto davanti a se il suo occhio spirituale di blu contornato ed alcune nuvole bianche e leggere di passaggio.

Si spaventò di lì ad un attimo. Ebbe la sensazione di aver sentito qualcosa. Si alzò per poter localizzare meglio l’oggetto o la presenza della sua sensazione. C’era la possibilità, che si potesse trattare di qualcosa di diverso dal fuoco, a questa era legata l’inquietudine di Michel. Finalmente quando riuscì a capire, da che direzione il suono giunse, lo potè scorgere. Era nuovamente il fuoco che stava andando un altra volta incontro a Michel, ma questa volta molto lentamente. Camminò alcuni metri per restare ancora più vicino all'essenza sdraiata sul suolo e sempre riparata dietro all’essenza stessa, non appena fù più vicina Michel non potè far a meno di notare che lo splendore del corpo dell’essenza comiciava ad intensificarsi sempre di più. Provò a dare un senso a questa cosa, era consapevole di una qualche realzione. Ma la preoccupazione di quel fuoco che si avvicinava minaccioso e strisciante fù più grande che cercare una risposta al quesito. E improvvisamente si palesò: Una palla di fuoco gigantesca si materializzò in un batter d’occhio davanti a lei!
Ogni singolo muscolo nel suo corpo in tensione di fronte l’attacco si pietrificò, si ridusse a cristallo carbonizzato, immediatamente, il fuoco bruciava così velocemente andando su e giù nella sua gabbia toracica. Gli occhi di Michel conoscevano il calore infernale, e nonostante gli parve che il suo corpo bruciasse tra le fiamme dell’inferno, rimase immobile davanti al mare di fuoco.

E il fuoco non divorò Michel.

Nella sua completa paralisi e di fronte a quella fonte incredibile di calore, Michel riuscì quasi impercettibilmente e molto lentamente ad inclinare la sua testa su di un lato, facendo questo potè notare che l’essenza riusciva a vederla attraverso la luce accecante del fuoco. L’essenza guardò Michel come se non avesse mai visto nulla di simile a lei prima di questo momento, la guardò con una intensa sensibilità finché il fuoco si ritirò, lentamente, nuovamente. Ed il buio tornò nuovamente. Michel, al termine di tutto questo spavento, cadde esausta sulla cenere. Anche la radiosità del suo corpo fu nuovamente di colpo più debole. Michel aveva l'impressione di essere molto più debole di qualsiasi altro momento gli giungesse alla memoria, ma la vicinanza di quell’essenza la fece sentire viva e forte come mai ricordava di essere stata. Ancora una volta non capì la relazione.
Michel non riuscì a riflettere troppo su questa relazione, chiuse gli occhi e per la prima volta provò il piacere dell’abbandono totale. Dopo tanto dolore e strazio, ebbe un "Orgasmo" spirituale mai provato prima. Solo dopo un lungo momento, si girò in posizione supina, in modo tale che riuscì, sulla cenere calda a sdraiarsi ed il suo mento sulle sue mani sorreggere, considerando ciò che avrebbe potuto essere.

Le parve meraviglioso, ora vedeva nuovamente quella pelle pura ma meno splendente, scostò quel ricciolo corvino con delicatezza, per una vita aveva cancellato occasionalmente quel volto, ed ora lo trovò mozzafiato. Sicuramente quell’essenza doveva essere qualcosa di molto particolare.Iniziò quindi, il tempo, per godere momenti di “vita” con la sua essenza, anche se Michel d’ora in poi, ad intervalli regolari, ed in maniera continuativa continuava a rivivere la battaglia con il fuoco, come un campanello di allarme per ricordare a lei di non dimenticare. Michel non avrebbe più avuto paura come prima, finchè quella essenza era presente accanto a lei, perché quell’essenza aveva il potere di proteggerla di fronte al fuoco. Fintanto ché gli intervalli, in cui il fuoco tornava, diventarono sempre più grandi, la gioia di Michel crebbe cosicché cercò di sfruttare ancora una volta l'occasione per avviare un altro tentativo di conversazione con l’essenza. Ma anche questa volta fallì. Non ci fù risposta alle parole di Michel. Sarebbe potuto essere il momento giusto, ma non lo era, e vide nell’essenza il peggiorare dello stato. Michel comiciò a preoccuparsi. Il corpo splendente dell’essenza sembrò spegnersi presto. Anche le forze la lasciarono in breve tempo. Michel si alzò e cominciò a correre impazzita, di qua e di là. Non sapeva cosa avrebbe dovuto fare. Non voleva perderla la sua essenza, ed inoltre perderlo voleva dire tornare in balia del fuoco. Nella sua disperazione, si piegò in avanti verso l’essenza: "Se mi dici da dove vieni o dove c'è un'uscita da questo mondo spaventoso, ti porterei con me" non l’avrebbe lasciato neanche dopo la sua esistenza! L’essenza con le ultime forze rimaste, con tristezza scosse la testa, e parlò per la prima volta con lei: “Non puoi trattare con me!” Esaurite le forze, l’essenza, crollò su se stesso.

Michel era terrorizzata, aberrata dal suo proprio essere, ora si fece consapevole di quel che aveva fatto. Aveva usato l’essenza per proteggersi dal fuoco, aveva chiesto a quell’essenza da sola, di difenderla dal fuoco, da quel terribile fuoco. Ora Michel era dilaniata dai rimorsi della sua coscenza. Si mise in ginocchio per alzarlo dalla cenere. Forse non tutto era perduto, non ancora. Con passi frettolosi, lo portò nel centro di una collina di cenere, attraverso a passaggi impervi e orribilmente lugubri, attraversò un  paesaggio buio e sconsolato. A lungo Michel tenne l’esssenza tra le sue braccia fino al completo e definitivo esaurimento della propria forza. Si, ma dove l’avrebbe dovuto portare?

"Dannazione", da qualche parte questa essenza dovrà pur esser venuta, pensò Michel. Con una incondizionata volontà si mise a correre sempre più avanti, doveva salvare quell’essenza a tutti i costi. A Michel sembrò che il tempo trascorso sia stato infinito, era certa che ci dovesse pur essere una uscita da questo mondo da dove quell’esssenza è giunta. Fece una breve sosta. Ebbe l’impressione di crollare per la mancanza di forze. Tenendo ancora l’essenza tra le sue braccia, Michel si accasciò in ginocchio, potendo così reprimere le sue lacrime solo in conseguenza ad un’enorme ed estrema fatica. Michel si augurò ancora una volta di riuscire a trovare un varco, una porta, per uscire da questo mondo, unico modo lì intorno per poter salvare l’essenza.
Era stremata, anche il sol pensiero che aveva scaturito la sua mente, stava annientando le sue ultime e flebili forze, era giunta la fine. Ma il suo volere era forte, improvvisamente sentì giungere d’innanzi a lei qualcosa che le riportò alla memoria un alito di vento. Michel alzò lo sguardo e le ultime sue forze gli permisero di comprendere ciò che i suoi occhi avevano appena visto. Alcuni passi davanti a lei vide che si era aperta una crepa, attraverso la quale alcuni raggi di luce entrarono come lame affilate, quasi fossero le stesse che avessero praticato quella breccia. Le lame di luce si unirono fra loro, a formare una tenda che si stese davanti ai piedi di Michel, lentamente. Con le sue ultime forze Michel si alzò e si avvicinò con molta lentezza ed esitazione verso la crepa appena scoperta. E lì, stando sulla sua soglia di quella specie di porta, Michel guardò con occhi stupiti, sorpresi ed increduli e con vista sopraffatta dalla visione guardò verso i cieli.....

... to be continued

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