“Voi ebrei c’avete stufato, sempre a parlare di Olocausto!” ci disse un paio di anni fa un signore sulla sessantina, molto distinto. Ero a una cena di beneficenza, insieme ad un amico israeliano. Nel mezzo delle presentazioni di rito, non appena questo signore sentì che il mio amico era israeliano, scattò il suo sfogo. Tra gente venuta per “dare”, non mi sarei mai aspettato di “ricevere” frasi così. Al di là del tono aggressivo però, un fondo di verità questo signore l’aveva. Certo sbagliava sulla necessità di ricordare il genocidio ebraico, visto che ancora oggi c’è chi lo nega o lo mette in discussione. La Shoah è un avvenimento di cui bisogna serbare memoria per la sua unicità e per rispetto verso le vittime e i superstiti, oltre che per non dimenticare a quali livelli di ferocia l’uomo – anche quello cosiddetto “moderno” - può arrivare. Ma guai alle lezioni di storia imparate a memoria. Quello che bisogna trasmettere non è “solo” il concetto che gli ebrei non vanno perseguitati, bensì che bisogna conoscere le diversità per evitare di averne paura. I mass media sanno che l’inconcepibile sterminio di 6 milioni di ebrei attira l’attenzione del pubblico. Questo fa sì che ai rappresentanti della comunità ebraica sia data la parola soprattutto in occasione di ricorrenze legate alla Shoah. Così facendo però, involontariamente, la gente ha l’impressione che gli ebrei parlino solo di Shoah. E’ il caso del signore che ho citato. Ma le cose non stanno così, anzi. Le stesse istituzioni ebraiche sono sempre più desiderose di non cadere in questa “trappola” mediatica. Ed è anche da questo tipo di riflessioni che nasce la Giornata della Cultura Ebraica. Un’iniziativa lanciata sette anni fa, e che sta riscuotendo un successo sempre maggiore di anno in anno. Quest’anno la manifestazione - che gode tra gli altri del patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – si terrà in ben 55 località del nostro paese. L’obiettivo è quello di offrire al pubblico l’opportunità di venire a contatto con la cultura ebraica, che consiste nella conoscenza della Bibbia e degli illuminanti commenti rabbinici, così come è anche insieme ortodossia e eterodossia nell’interpretazione degli stessi. Ma oltre alla religione c’è anche l’identità laica di un popolo che fa della cultura e della conoscenza un valore fondante. Una comunità che ha dato dimostrazione – nonostante l’esiguità numerica - di saper cambiare il modo di pensare del mondo intero: da Sigmund Freud ad Albert Einstein, passando per Karl Marx e Milton Friedman. A Milano in particolare, ci sarà l’opportunità per tutto il giorno di fare delle visite guidate alla Sinagoga Centrale di via Guastalla, normalmente chiusa al pubblico per motivi di sicurezza. Ci saranno anche diverse attività culturali, dalle conferenze alle mostre fotografiche. Per chi fosse interessato, il programma completo della Giornata della Cultura Ebraica di Milano è consultabile sul sito www.mosaico-cem.it. Fonte: mio articolo su Repubblica del 3 settembre
Inviato da: maxime50
il 11/04/2010 alle 02:30
Inviato da: franziska_2
il 24/02/2010 alle 22:11
Inviato da: romanodavide
il 24/02/2010 alle 10:20
Inviato da: biomirko
il 06/02/2010 alle 11:21
Inviato da: biomirko
il 06/02/2010 alle 11:19