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Scuola araba: per la sicurezza dovrebbe chiudere una scuola su tre

Post n°41 pubblicato il 25 Ottobre 2006 da romanodavide

Sembra ormai infinita la sequenza di alibi con cui si vuole bloccare l’apertura della scuola italo-egiziana, per ultimo quello dell’antenna di telefonia mobile sull’edificio. Tutti ostacoli frapposti – con insuperabile ipocrisia della politica – “per il bene degli studenti”. Purtroppo le parole di Gesù, che diceva ''Sia il vostro parlare sì sì, no no, il di più viene dal maligno'' (Matteo 5,37), sembrano essere state dimenticate anche da certe forze politiche che dicono di rifarsi a un’etica cristiana.

Del resto è difficile credere alla buona fede di chi agita il problema della sicurezza ambientale della sola scuola araba, quando le stesse persone non hanno battuto ciglio di fronte al Quarto Rapporto sulla sicurezza degli edifici scolastici presentato da Cittadinanzattiva a fine settembre. Uno studio in cui una scuola lombarda su tre è stata giudicata - dal punto di vista della “prevenzione e vigilanza” - in maniera “appena sufficiente quindi non soddisfacente, anzi, inadeguata”. Se a questo aggiungiamo che il dato è comunque falsato dal fatto che in tutta la nostra regione solo quattordici scuole abbiano accettato di essere esaminate da questa organizzazione civica, emerge un quadro tutt’altro che rassicurante. Una mancata trasparenza attribuibile in particolare agli istituti milanesi, come già denunciato anche da Legambiente nella sua ricerca (ecosistema scuola 2006) sulla qualità dell’edilizia scolastica, pubblicata all’inizio di quest’anno. Milano risulta infatti tra i 13 comuni che non forniscono alcun dato, contro le altre 90 municipalità che hanno mostrato una seppur minima collaborazione. Sarebbe un errore credere che certe carenze strutturali si verifichino solo al sud. Dallo studio di Legambiente purtroppo, emerge come nella nostra regione meno di una scuola su tre detiene il certificato di agibilità igienico-sanitaria o quello relativo alla prevenzione degli incendi. Per non parlare del fatto che in una scuola su otto è certificata la presenza di strutture con amianto.

Anche il Codacons del resto, tramite il suo presidente Donzelli, ha denunciato che "la maggior parte degli edifici scolastici non ha il certificato di agibilità statica dell'immobile o il certificato di agibilità igienico sanitaria, o quello di prevenzione incendi.”

Da questi dati emerge quanto l’opposizione all’apertura della scuola di via Ventura basata sulle norme di sicurezza sia strumentale. Difficile non rilevare come paradossalmente, in fatto di garanzie, gli unici studenti per cui la politica si stia davvero mobilitando sono quelli della scuola araba. Il restante 99,9% dei ragazzi invece, sono nelle mani di un sistema poco trasparente. Perché non prevedere allora – per legge – che le scuole espongano pubblicamente le certificazioni di cui dispongono? Sono certo che se i genitori degli studenti fossero a conoscenza dello stato in cui versano alcuni edifici scolastici, saprebbero come stimolare certi politici a occuparsi della sicurezza di tutte le scuole. E senza ipocrisie di sorta.

Fonte mio articolo su La Repubblica del 25 ottobre 2006

 

 
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