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I nomadi e i parassiti della politica

Post n°46 pubblicato il 05 Marzo 2007 da romanodavide

Quando si parla di zingari non si può non parlare dei parassiti: come chiamare altrimenti quei politici che montano campagne anti-Rom e vellicano gli istinti più subdoli della gente, pur di rubare qualche consenso elettorale in più? Il bello è che – proprio loro – accusano i rom di essere gente che vive alle spalle degli altri. La storia insegna che spesso nella accuse agli altri c´è qualcosa di autobiografico: pensiamo ai nazisti che contestavano assurdamente agli ebrei di sentirsi una "razza" superiore, mentre essi stessi facevano del mito della superiorità della "razza ariana" il fondamento ideologico del nazionalsocialismo. La vicenda del rogo del campo nomadi di Opera è esemplare dell´Italia di oggi, dove la logica egoistica del nimby (not in my back yard, non nel mio giardino) è sempre più protagonista.
Se poi all´egoismo aggiungiamo la storica intolleranza verso una minoranza contro cui tutto è concesso, ecco che abbiamo gli elementi all´origine della distruzione di quell´insediamento, legale, che doveva ospitare 77 persone, per più di metà bambini.
Ma il problema dei Rom non è solo politico, come ha splendidamente spiegato Gad Lerner il primo marzo su questo giornale, è anche culturale. Un presidio anti-Rom non sarebbe mai potuto nascere senza un pregiudizio negativo ben saldo nei cuori e nelle menti di molti italiani. Sarebbe stato infatti impensabile nei confronti di un campo di rifugiati ebrei o africani.
Quando si parla di zingari, persino i freni inibitori del linguaggio svaniscono. In un certo senso guardare ai Rom ci libera, facendo uscire quanto di peggio abbiamo nella nostra anima. Il linguaggio spesso usato contro gli zingari meriterebbe uno studio psicologico. C´è chi teme la loro sporcizia, chi i loro furti, altri ancora hanno l´angoscia del (mitologico) rapimento di bambini. Ognuno insomma, su quello schermo senza filtri etici può proiettare le proprie angosce personali, al riparo dalle normali convenzioni sociali. In un paese dove si iniziano a rispettare le diverse religioni e identità, i Rom sono rimasti gli unici contro cui è lecito dire di tutto.
Per questo è necessario stilare un´agenda sul da farsi per agevolare un loro inserimento nel tessuto sociale, a partire dalla creazione di uno specifico Assessorato all´Integrazione. L´integrazione dei Rom, come quella degli immigrati in generale, necessita di una programmazione di lungo periodo, con strutture istituzionali che diano continuità a un lavoro così importante. L´impegno della Giunta nel campo dell´integrazione deve dipendere il meno possibile dagli interessi dell´Assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali di turno. Meglio evitare che tutto il buon lavoro svolto fino a ora possa andare perduto il giorno in cui l´assessore Moioli venisse sostituita da qualcuno poco interessato alle politiche sociali verso i non italiani.

Davide Romano

Pubblicato su La Repubblica del 5 marzo 2007

 
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Commenti al Post:
operasicura
operasicura il 25/06/07 alle 13:38 via WEB
Buongiorno, ho letto con particolare interesse un articolo del 5 marzo sul Vostro giornale a titolo “Le idee” di Davide Romano. L’articolo riporta, testualmente: “Quando si parla di zingari non si può non parlare dei parassiti: come chiamare altrimenti quei politici che montano campagne anti-Rom e vellicano gli istinti più subdoli della gente, pur di rubare qualche consenso elettorale in più? Il bello è che – proprio loro – accusano i rom di essere gente che vive alle spalle degli altri. La storia insegna che spesso nella accuse agli altri c´è qualcosa di autobiografico…” Trattando l’articolo di quanto accaduto ad Opera, in occasione dell’ormai famoso Presidio che ha allontanato il campo nomadi dal nostro paese, non posso non riconoscermi in uno dei parassiti di cui parla il caro signor Davide Romano che, evidentemente, di politici e parassiti deve intendersene. Sono Ettore Fusco, Consigliere Comunale della Lega Nord ad Opera e sono indagato per istigazione a delinquere quindi posso arrogarmi il titolo di parassita numero uno del mio paese. Ovviamente fino ad oggi ho fatto politica senza guadagnare nulla (circa cento euro all’anno frutta la mia poltrona) ma, anzi, mettendoci di mio e non mi sento un parassita se sto accanto alla gente del mio paese, che forse lei non conosce affatto, a lottare, a sacrificare la famiglia, il lavoro, la fedina penale e molto altro ancora per preservare la legalità sul territorio. Forse il Signor Davide Romano che parla di parassiti e politici dovrebbe spiegare come mai questo articolo suona molto filo-sinistra, dovrebbe spiegare (sempre se lo ritiene necessario ed interessante) come ha trovato lavoro in un giornale schierato apertamente a sinistra e soprattutto se è un caso che scriva articoli che sembrano politicamente schierati verso sinistra. Il signor Davide Romano mi spieghi chi vive grazie alla politica e quindi mi spieghi, anche, cosa significa essere parassita e vellicare gli istinti più subdoli della gente, pur di rubare qualche consenso elettorale in più. Io ho l’esatta impressione che a questa pratica si dedichi proprio il Signor Davide Romano. Ma è solo un’impressione fintanto che non mi spiegherà meglio come stanno le cose. Nel frattempo vedo di tornare a vivere alle spalle di qualcun altro, visto che i rom se ne sono andati da Opera. Cordialmente, Ettore Fusco. PS: Spero che nessuno si offenda se invio la presente anche a tutti gli altri giornali e televisioni di cui dispongo di indirizzo. Credo sia un buon biglietto da visita per il Signor Davide Romano qualora dovesse cercare lavoro altrove.
(Rispondi)
 
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