Creato da: infernox il 24/11/2011
ln tempo di crisi, gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli.

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Crisi economica o crisi culturale?

Post n°5 pubblicato il 17 Dicembre 2011 da infernox

Da un po’ di tempo sto sentendo, la mattina, una trasmissione di Radio3 che si chiama “Prima Pagina”.     Si avvicendano a leggere i titoli dei giornali del mattino giornalisti di varie estrazioni e tendenze, a volte di destra a volte di sinistra.

 

In questo modo uno si puo’ fare un’opinione delle varie pulsioni che attraversano la societa’ italiana, che a mio avviso in questi ultimi tempi e’ profondamente in crisi.   Cioe’ la crisi non e’ solo economica, ma e’ anche una crisi culturale, perche’ questo e’ un paese che non ha ancora digerito appieno il cambiamento epocale avvenuto ormai piu’ di 20 anni fa, con la caduta del muro di Berlino, l’estinguersi della guerra fredda e soprattutto il lampante evento dell’affermarsi del sistema del capitalismo e della societa’ di mercato in contrapposizione del fallimento della societa’ comunista dove la proprieta’ dei principali mezzi di produzione era affidata al cosiddetto “partito unico” rappresentante (?) della massa degli operai e degli impiegati.

 

Ora sentendo i commenti di questi giornalisti, gente colta, giovani ed anziani, si capisce che il fenomeno rappresentato sopra non e’ stato assimilato.   Lo stesso accade se si guardano le trasmissioni di approfondimento televisivo che vanno per la maggiore, per esempio ieri sera le due trasmissioni concorrenti di Formigli e di Santoro.   Da Formigli c’erano i contadini campani, che si lamentano del fatto che Equitalia li sta rovinando, espropriandoli di fatto delle loro imprese.   Da Santoro invece c’erano i dipendenti delle societa’ che lavoravano sui treni notturni, che si lamentano del fatto che Trenitalia ha soppresso detti treni e che quindi loro sono rimasti senza impiego.

 

In pratica, se si osserva bene, entrambi, imprenditori e dipendenti, si stanno lamentando di una cosa sola, e cioe’ del fatto che esiste un mercato.    Ovvio che se tu produci pomodori, e non riesci a venderli al prezzo giusto, e poi non hai i soldi per pagare le tasse, vai fuori mercato e rischi la chiusura.   Come pure se i treni notturni costano un tot, e non ci sono abbastanza clienti a coprire i costi, che si fa?

 

In entrambi i casi poi erano esposti i problemi, ma non e’ stato fatto alcun cenno alle soluzioni.  O meglio, i contadini chiedevano che lo Stato rinunciasse alle tasse dovute, ed i dipendenti chiedevano di essere riassunti per fare lo stesso lavoro, od analogo lavoro, ovviamente pubblico.   Cioe’ proprio la soluzione richiesta riproduceva la situazione che aveva gia’ dimostrato la sua inadeguatezza.

 

E’ qua che si vede, ed anche nei commenti mattutini dei vari giornalisti, che non si e’ compreso appieno cosa e’ cambiato nel 1989, vent’anni fa.   La soluzione che prevede un aiuto pubblico per fare qualsiasi cosa, oppure un contributo pubblico per risolvere le crisi, e che fra l’altro ha determinato in Italia l’enorme debito che abbiamo, non e’ piu’ perseguibile, perche’ la storia ha dimostrato che tale soluzione comporta un fallimento sociale.

 

Le nazioni che hanno adottato tale soluzione sono fallite.  L’unica nazione che ad oggi e’ riuscita a compensare la proprieta’ pubblica con lo sviluppo e’ la Cina, che costituisce un fenomeno del tutto originale.     A parte questa nazione, tutte le altre nazioni al mondo sono ormai collocate nell’economia di mercato, oppure sono del tutto in stallo (ad es. Cuba, oppure la Corea del Nord).    Con la globalizzazione poi, anche le nazioni arretrate stanno sviluppandosi rapidamente, e stanno inserendosi nel mercato globale, con forti tassi di sviluppo, che ricordano i nostri tassi del miracolo economico.

 

Noi italiani invece siamo in crisi, perche’ vogliamo di nuovo reintrodurre l’utopia di uno stato onnipresente che aiuti dappertutto i cittadini nella loro vita economica e sociale.   Siamo come dei bambini viziati, anzi dei bamboccioni viziati, che vivono ancora a casa dei genitori e si fanno lavare le mutande da mamma’.   Invece di alzarsi presto la mattina ed andare fuori a cercare di darsi da fare.

 

 
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