Creato da: infernox il 24/11/2011
ln tempo di crisi, gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli.
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Cameron exit
Post n°79 pubblicato il 29 Giugno 2016 da infernox
In sostanza cio’ che e’ successo nei giorni scorsi e’ stato un fallimento politico. Intendo con questo termine il risultato finale di una manovra che era stata concepita da Cameron, premier inglese, per rintuzzare la continua crescita di consensi delle forze euroscettiche all’interno del suo paese. Il concetto era nobilissimo, ma aveva un difetto di fondo: l’estremo rischio che sottoponeva al paese in quanto lo snodo finale sarebbe stato un referendum consultivo che si sarebbe concluso con un SI od un NO. Prendere o lasciare. Ovvio, Cameron era estremamente convinto di vincerlo, il suo referendum. Tutta la manovra era stata progettata per arrivare nelle migliori condizioni alla data del referendum e travolgere con questo le residue sparute forze degli anti-europeisti. Invece…. Invece gli inglesi testoni hanno votato per uscire. Incredibile! Il problema e’ che le cose si sono complicate proprio nel finale della manovra. Cameron forse non aveva tenuto conto delle tensioni interne al suo partito (Renzi dovrebbe prendere appunti) che hanno portato parecchi esponenti di spicco a dichiararsi a favore dell’exit. Inoltre Cameron aveva fatto conto della tendenza europeistica dei suoi avversari di sempre, i laburisti, che purtroppo si sono rivelati notevolmente tiepidi sul tema, durante la campagna referendaria.
Mi fanno ridere gli euroscettici italiani, che hanno brindato del risultato inglese. Una parte di loro si e’ negli ultimi tempi parecchio ammorbidita, ed intendo i 5stelle, che sono passati dallo slogan “Fuori dall’euro” ad un molto piu’ flebile “Dobbiamo cambiare l’Europa dall’interno”. I leghisti invece strepitano per “ridare voce al popolo”, probabilmente sotto forma di un referendum consultivo tipo quello inglese, la cui domanda pero’ e’ al momento indefinita. Che si vuole chiedere al popolo? Uscire dall’euro? Certo che no, non se ne parla. Ed allora: cambiare l’Europa? E’ come chiedere agli italiani se vogliono bene alla mamma.
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