Creato da: infernox il 24/11/2011
ln tempo di crisi, gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli.

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« La paura porta al GovernoManovra fase 1 »

Il pensiero di Davide

Post n°100 pubblicato il 24 Luglio 2018 da infernox

Un’altra notizia interessante, questa famosa intervista alla Verita’ di Davide Casaleggio.   In realta’ la volevo trascrivere qua sotto, ma il contenuto e’ riservato ed e’ praticamente impossibile copiarlo.

            I temi trattati nell’intervista sono molteplici, ma al grande pubblico, che non ha letto tutta l’intervista, sono trapelati solo quelli concernenti la democrazia rappresentativa e le idee di Casaleggio in merito.   Lui ritiene che l’evoluzione delle interconnessioni in rete provochera’ alla fin fine un pesante cambiamento delle modalita’ di rappresentanza, cosi’ come sono adesso concepite.

            Al momento, dice Casaleggio, c’e’ una forte sfiducia da parte della gente comune sulle reali capacita’ dei rappresentanti di fare qualcosa di utile per i rappresentati.   Occorre “garantire che il volere dei cittadini venga tradotto in atti concreti e coerenti”.  Questo concetto base e’ stato stravolto dai mass media che hanno puntato il dito verso la frase successiva, riferita al Parlamento: “tra qualche lustro e’ possibile che non sara’ piu’ necessario nemmeno in questa forma”.

            C’e’ chi e’ arrivato al punto di paragonare la interlocuzione di Casaleggio al famoso discorso di Mussolini in Parlamento quando parlo’ di trasformare “quest’aula sorda e grigia in un bivacco di manipoli” .   Non nego che alla base del ragionamento, in entrambi i casi, c’e’ la parola “cambiamento”, che e’ anche lo slogan con cui e’ nato il recente Governo giallo-verde.    Il fascismo voleva in effetti “cambiare” la societa’ post-ottocentesca introducendo nozioni di modernismo e di efficientismo, nella chiave dell’epoca, ma poi e’ deviato verso una trasformazione autoritaria che all’esame finale si e’ rivelata controproducente (e che poi ha portato alla catastrofe della II Guerra Mondiale).

            Non posso credere che il M5S potra’ deviare in analogo modo.   Finora, nonostante tutte le sparate grillesche, si e’ adeguato perfettamente alle istituzioni repubblicane.   Anzi, sta sfruttando le medesime per permeare tutti i gangli del potere, alla maniera democristiana (o comunista).  Dietro la facciata ci sono le teorie ipermoderniste di Casaleggio, prima del padre e poi del figlio.   Alcuni strumenti creati ad hoc dovrebbero portare ad un miglioramento della gestione della cosa pubblica (Rousseau etc.).   Finora pero’ rimangono un po’ nel limbo di una torre eburnea (per usare le parole di Casaleggio) ad utilizzo di pochi.   La gran massa della gente guarda piu’ alle mosse di un Di Maio o di un Toninelli, alle loro interviste, piuttosto che alle elucubrazioni riservate e consultate da pochi adepti dentro Rousseau.  

            Prima di riuscire a deviare l’enorme inerzia sociale della struttura contemporanea ci vorranno secoli, non lustri.   Certo il progresso tecnologico portera’ forti cambiamenti, e Casaleggio nella sua intervista ne fa cenno in quantita’:   Internet, la robotizzazione, l’ingegneria genetica, la blockchain come rimedio alla soffocante burocrazia.  

Quando poi pero’ la discussione scivola sui temi economici il livello decade un po’, con il solito refrain sul “fiscal compact” e sul limite del 3% del deficit.  Il nostro e’ contro i dazi ma poi si oppone alle delocalizzazioni selvagge.  Sta dalla parte della globalizzazione ma considera lo spread uno spauracchio “per orientare l’opinione pubblica e far accettare misure che altrimenti non avrebbero trovato spazio nel nostro Paese”, senza rendersi conto che lo spread e’ semplicemente il movimento delle transazioni finanziarie che riguardano i nostri titoli pubblici.  

Sembra che abbia poco contatto con i temi dell’economia globale, soprattutto quando dice che i Mercati Internazionali guardano con gradimento le politiche di governo (gialloverde) tese verso la stabilita’ (?), alla crescita ed allo sviluppo economico.   Non mi sembra che le mosse di Di Maio sull’Ilva e su Alitalia tendano alla stabilita’ ed allo sviluppo, piuttosto forse verso forme di statalizzazione che provocheranno guai ancor maggiori in futuro.

            La parte finale dell’intervista e’ la piu’ significativa, specie la domanda che la chiude:

            “C’e’ una cosa che suo padre le direbbe di non fare?”

            “Credere a chi dice che e’ impossibile e non si puo’ fare”

 
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