Taverna di Xanders

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Capitolo 13° "L'ombra del Demone".

Post n°46 pubblicato il 21 Marzo 2012 da Druss5

Le mie braccia hanno stretto la Veggente, un lampo di luce ha balenato nei miei occhi, e ho potuto vedere...

Credo sia stata una forma di alchimia dovuta agli eventi, magari per l’energia magica rilasciata al suolo unito al contatto con la mia vecchia Amica, o forse semplicemente mi sono sognato tutto. Ma. Voglio credere di essere stato teletrasportato nel passato, a poche ore prima dell’inizio della battaglia, sotto terra nelle segrete della torre, osservando la scena impossibilitato a interagire con i presenti. “Non essere stupida” diceva il Conte di Rosa Nera alla figlia mentre scendevano le scale di pietra “lui ha tua madre, e non è creatura da scendere a compromessi” il giovane corpulento rimaneva dietro seguendo i due nobili, la Ragazzina non sembrava voler rispondere. “Dobbiamo solo pazientare, loro presto partiranno con parte del popolo e noi avremo modo di avvisare il Re e le città vicine, per quanto quegli avventurieri siano forti, non possono affrontare la cavalleria pesante, né tanto meno i maghi che servono la corte, e poi quell’essere … ” la sua voce aveva tremato cercando di trattenere un brivido “è un Dio cosa possiamo noi contro gli Dei?”. La ragazzina vestita con l’armatura del lupo continuava a scendere, ad ogni passo il rumore di metallo percosso da un martello si faceva sempre più chiaro, raggiunto l’ultimo piano del sottosuolo, si apriva un’ampia stanza, molte pareti erano state sfondate come da un’esplosione, e quella che un tempo era stata la prigione adesso era un magazzino dove centinaia di armature nere riposavano silenti. Al centro una forgia illuminava il luogo buio, e mi fu chiaro che il fabbro all’opera altro non era, che il giovane di bell’aspetto che avevo visto nella tenda. “Ancora tu mocciosa, non vedi che sto lavorando?” la voce sembrava tranquilla, impercettibilmente infastidita, neppure lo sguardo era sollevato mentre continuava il suo fare, “desidero che liberiate mia Madre, e che lasciate il villaggio, non ho alcuna intenzione di barattare la pace della mia gente, con il mio silenzio”. Il demone aveva continuato a lavorare senza rispondere, solo il vecchio nobile avanzò tirando per un braccio la figlia “Vi prego di perdonarla, è giovane e non comprende le regole della pace, io stesso ho tentato di farle comprendere che gli Orchi servivano per portare in salvo i contadini dentro le mura della cittadina” l’uomo non riusciva più a trattenere il fremito del proprio corpo. “I pelle-verde erano qui per tenere lontano occhi indiscreti, vostra Sorella sta ammassando un esercito di Imperiali al confine, e le sue avanguardie avrebbero potuto insospettirsi, invece voi con astuzia lascerete che il nemico passi con le truppe verso la capitale dove vive il Re, lì avete concentrato il grosso dell’esercito, con questa strategia attaccherete vostra sorella alle spalle con il vostro esercito, lasciando noi incolumi” un sorriso sforzato sorgeva sul volto dell’umano intento a inchinarsi. Guardando quindi la Figlia aveva continuato “c’è una guerra in corso e il Divino ci ha onorato usando la nostra cittadina di confine con l’impero per usarci come punto strategico, il nostro popolo non subirà le atrocità della guerra, come fai a non capire?”. La ragazzina aveva stretto i pugni “parlo con te maledetto” con sguardo deciso fissava il giovane posseduto del Demone, ignorando il genitore. “Un essere come te non ha alcuna intenzione di salvarci da un conflitto generato da lui stesso, imponi a mio padre di uccidere innocenti per il tuo piacere, ci stai divorando come chicchi d’uva mentre attendi, il tuo esercito è qui sotto, noi ti serviamo solo come copertura, l’arrivo degli Eroi ha solo tardato di qualche settimana il tuo piano, e credi che presto loro se ne andranno, ti sbagli”. Sollevando la mano destra lo aveva indicato con l’indice “tu devi andare via, allontanati dalla mia gente e dalla mia città!”. Al fianco della nobile tredicenne, la sua guardia del corpo aveva fatto un passo in avanti sguainando la spada “avete sentito la Signora?” tono quasi di sfida se non fosse stato per il sudore che imperlava il volto del ragazzo. La giovane guardia del corpo per quanto alta e corpulenta sembrava minuscolo contro l’ombra proiettata dalla forgia infernale. Il rumore del martello cessò e il giovane sollevò lo sguardo mostrando pupille rosso sangue. “Sciocca, sei poco più di una bambina, fino a ieri tremavi solo a parlare con i tuoi genitori, non hai mai fatto nulla per il tuo popolo se non lasciarti viziare dal tuo stato nobiliare, mi sono stufato di Voi, oramai l’esercito di mia sorella è alle porte ed io ho terminato quasi tutti i miei Cavalieri, essiccando il metallo dei vostri giacimenti, vi ucciderò tutti, chi credi di essere per impedire il volere di un Dio?”. Il vecchio nobile e la guardia del corpo avevano fatto un passo in dietro, mentre la Ragazzina era rimasta sul posto immobile “chi sono io?”, aveva recitato quasi ponesse a se stessa la domanda “ fino a pochi giorni fa io non ero nessuno” sollevando lo sguardo aveva fatto un passo in avanti “ma poi ho incontrato loro, Arethwyn l’elfo scorbutico e sempre arrabbiato, da lui ho appreso la Determinazione, non vive altro che per colei che ama, non gli interessa piacere ad altri, non finge mai, desidero poterlo fare anch’io”. Un altro passo in avanti mentre la giovane parlava sempre più decisa “ho conosciuto Kueria, non credevo che le donne sapessero combattere, ma lei addirittura lo insegna e sa governare i suoi Sentimenti, l’ho sentito quella notte quando mi ha abbracciato, mi ha protetto, voglio farlo pure io ”. L’aspetto del giovane umano iniziò a mutare in quella del Demone, ma la ragazzina non smetteva di parlare “Alisha conosce il Coraggi, e può leggere le menti altrui e quando il suo gatto mi ha toccato a mia volta, ho potuto vedere nella sua anima, ed era luminosa e splendente, desidero essere limpida come lei”. L’armatura del lupo aveva iniziato a scaldarsi, assorbendo l’energia negativa del Demone “Maja mi ha insegnato la Speranza, usa della polvere di fata sfruttando la bellezza della sua fantasia, mi ha dimostrato che i sogni possono realizzarsi, e desidero crearne di miei ”. Nella mia forma eterea ho potuto vedere il Demone indietreggiare “da Haumena ho imparato la gioia di tentare, anche quando l’impresa sembra insormontabile, se si crede, tutto è possibile, voglio poter tentare senza il timore del domani”. Un ultimo passo prima dell’inevitabile “in fine Jojyn e il suo sconfinato amore per la natura, io da lei ho appreso di essere parte di un grande tutto” iniziando a sorridere lacrime scesero dal volto della ragazzina. “ Chi sono io?” con voce ferma aveva risposto “una persona che da oggi s’impegna a rendere felice il proprio popolo, a vivere per un personale pezzo di gioia, una persona che spera un giorno di potersi mettere al fianco dei propri Eroi, sorridendo loro sentendoli eguale, ho risposto alla tua domanda, Maledetto?”. Il Demone si era mosso in avanti con velocità infernale, scagliando di lato la guardia e il vecchio, credo che il nobile sia morto sbattendo contro una porzione di muro crollato. “Ti dirò io chi sei tu, un’illusa, una sciocca, il popolo ti crede coraggiosa, ti vede come un simbolo, ma si sbagliano e per gli Eroi tu non sei nulla”. Un nuovo gesto del braccio protetto da scaglie rosso fuoco e la ragazzina era volata in aria sbattendo contro il soffitto, l’impatto aveva fatto uscire molto sangue, ma l’armatura l’aveva protetta. Per me intervenire in un ricordo passato era impossibile. “Non ti ucciderò, ma ti priverò dell’anima, vivrai come un vegetale ascoltando e vedendo ma senza poter vivere” nell’oscurità un grido, e come apparso dal nulla, ecco la giovane guardia del corpo affondare la propria spada nella schiena del Demone “lasciala …” aveva urlato. Il Demone si era voltato e sorridendo aveva abbandonato il corpo del giovane nobile, lasciando solo un guscio avvizzito, impossessandosi di quello del ragazzo corpulento. Lentamente la sua forma demoniaca era tornata quella che ancora adesso è presente nella piazza, “non esiste arma che possa uccidermi, neppure di forgiatura magica, la mia Anima è immortale” quindi guardando la ragazzina distesa in una pozza di sangue, aveva detto afferrandola “adesso porterò il tuo corpo davanti alla tua gente e tutti si dispereranno donandomi forza e potere”. Poco prima di riprendere i sensi ho udito le ultime parole della ragazzina “bene, prendi la mia anima e fai ciò che Vuoi, io credo nel mio popolo e in coloro che lo guideranno, io non ho paura”. Un vecchio elfo come me in un altro momento avrebbe pensato che la giovane nobile, viveva di eccessive speranze e sogni, eppure, anche la mia anima ha tremato sperando che un tale desiderio utopistico si realizzasse davvero.

 

Il dolore mi ha riportato nel presente la spada di uno dei cavalieri neri ha colpito la mia schiena mentre proteggevo la Veggente. Forse ho chiuso gli occhi solo per un istante, ma al mio risveglio ho visto gli Avventurieri indossare le armature di Lupo d’acciaio, una di esse ricopriva anche il vecchio Durwill armato del suo martello, con aria di sfida osservava il Demone. I fantocci del Demone si muovevano pronti a colpire, eppure nessuno del popolo sembrava muoversi, incantati dallo scempio del corpo della ragazza a terra. Ero a pochi passi da lei, e il cavaliere che mi aveva colpito sembrava deciso a finirmi, credo di aver udito il grido di mia moglie. Poi, un’ombra aveva gettato a terra il mio aggressore Maja brandiva il pugnale che le avevo donato in taverna, esso si era dimostrato un oggetto capace di prendere diverse forme, tra qui anche quello di una spada adesso magica. L’elfa osservò la ragazzina e con voce triste aveva detto “Spero che tu non sia morta per davvero, sarebbe un vero disastro per il tuo popolo, chi si prenderà cura di loro quando noi non ci saremo più?” quasi esortasse a rialzarsi con queste parole. Ho osservato verso l’alto e ho visto come un’invisibile colonna di luce, solo in quel momento ho compreso che Maja con un qualche oggetto magico, forse un medaglione richiamava l’attenzione di forze amiche. Nell’oscurità di una notte illuminata dalle fiamme, ho pregato che tali alleati giungessero all’istante. Arethwyn era rimasto immobile nella sua armatura insanguinata come un vulcano pronto a esplodere, indicando il demone con l’indice della mano destra aveva disegnato nell’aria un simbolo che nel linguaggio elfico rappresenta il marchio degli antichi Assassini Oscuri “Demone giuro sulla spada del mio Dio, e sulla mia stessa vita che IO ti ucciderò, e tale maledizione seguirà chiunque sia legato a te, non conoscerò riposo fino a quando non ti estinguerò”. Quasi ho perduto i sensi ma anche il mio sangue ribolliva, carponi ho afferrato la veste della nobile bambina, scioccamente speravo di proteggere anche lei in qualche modo, e subito dopo mani amiche mi hanno trascinato verso il mio carro. Con la schiena a terra ho continuato a guardare la gente, i volti erano cupi, la paura era palpabile, di lì a poco ero certo sarebbero fuggiti tutti.   La voce di Kueria si udì chiara “Arethwyn non è più la tua guerra personale, non più oramai, a questo punto riguarda ognuno di noi” roteando la sua spada aveva tagliato via il collo di uno dei Cavalieri “il nostro vero potere non sta solo nelle armi o nella magia, ma risiede nel rimanere tutti uniti, Gente di Buona pietra voi siete forti anche senza di noi, non avete bisogno di nobili governanti, ma di rendervi conto di chi siete veramente”. Lo sguardo della Barbara guerriera si è posato su di me “ il Demone si nutre del vostro terrore, della paura che alberga nello sguardo innocente dei vostri figli, osservate cosa ha fatto a quest’innocente, lei si è fatta carico di ognuno di noi, e adesso sta a noi renderle Onore”. Ruotando il capo ho visto per la prima volta il viso di Alisha segnata dall’Odio per quanto la donna sia capace di leggere nella mente altrui io posso affermare che il desiderio di vendetta era palpabile. Arethwyn aveva quindi colpito un altro cavaliere gridando “e allora, gente di Buona Pietra, combatte per la vostra vita”. La voce di Haumena si era unita “combattiamo uniti, tutti insieme possiamo farcela”. Un fragore simile a un’ovazione era stato il grido di sfida del popolo stesso, in quell’istante ho compreso che tutti avrebbero combattuto. Kueria come un Generale esperto era salita sul dorso del suo Orso da guerra, e aveva dato ordini precisi ai compagni e alle truppe civili. Un Eroe per ogni truppa avrebbe guidato gli assalti. In uno sforzo inimmaginabile, il popolo diviso in due fanterie e tre gruppi di arcieri, aveva iniziato la battaglia. Quando oramai l’alba era prossima, l’esercito nemico aveva indietreggiato, le armi magiche permettevano di combattere alla pari e lo scontro iniziò a spostarsi verso le viuzze della cittadina, dall’alto il Drago di Haumena vegliava i vari spostamenti mentre la Fatina lasciava cadere grandine e gelo rallentando la retroguardia nemica. Maja sembrava un guerriero esperto in sella al suo leone, guidando una fanteria aveva incantato oltremodo la sua spada facendo guizzare fiamme sulle ceneri delle case distrutte in buona parte, anche quando un aggressore la gettò a terra non si perse d’animo risalendo in sella e continuando a dare battaglia. Arethwyn in sella al suo Cinismo, guidava la sua fanteria d’assalto, pochi veterani e qualche ragazzo, compiendo dato il poco spazio disponibile agguati sui fianchi letali e spesso forvianti spingendo gli avversari verso le letali frecce del gruppo guidato da Alischa. La messaggera aveva ricevuto due lame corte e più di una volta si è esposta in avanti con furia cieca, così da permettere ai suoi uomini di incoccare e tendere gli archi, una tigre dai capelli neri simile al suo gatto, amico inseparabile capace di renderla ancora più letale. Il potere della terra, sembrava essersi riunito tutto in uno scettro, forse un altro dono dal colpo di martello di Durwill, Jojyn grazie a questo nuovo artefatto richiamò a se ogni animale del bosco, uccelli di ogni forma e razza sciamarono per la cittadina, e ben presto leoni, cinghiali, unicorni, rettili e bestie di ogni sorta giunsero in nostro aiuto. Simile a un’onda tutti si gettarono contro l’esercito del Demone. Ferito credo di aver perso più volte i sensi, stretto tra le braccia di mia moglie, ho trovato le forze per rivelarle il terribile segreto che avevo scoperto. Gli Eroi andavano avvertiti, chiunque avesse colpito il Demone sarebbe stato posseduto a sua volta, le armi magiche erano efficaci contro il suo esercito ma insufficienti contro di lui. Richiusi gli occhi mentre Stella, una delle mie cameriere, s’impegnava a sbracciare in alto cercando di fare scendere a terra il Drago bianco della Fata così che avvisasse i nostri amici. Tale informazione era vitale. In lontananza ho udito il suono di tre diversi corni da guerra, perdendo i sensi ho sognato che oltre ai raggi del sole del nuovo giorno giungessero gli aiuti necessari a un popolo così pazzo e coraggioso.   

 

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Le tre possibili azioni della Druida Jojyn da votare per il pubblica da casa;

 

a) ignoro l'informazione di Xanders, mi sento forte, nulla mi può fermare ucciderò il Demone.

b) lascio ad altri il Demone io intendo occuparmi dell'esercito.

c) faccio attenzione, ascolto il suono dei corni, mi assicuro di aprire i portoni della città. 

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musica opsionabile;


 
 
 
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INFO


Un blog di: Druss5
Data di creazione: 20/10/2010
 

personaggi.


Xanders Elfo Bardo

Breve Premessa

 

Sofia Moglie di Xanders

Abile nei lavori di cucito

e cuoca leggendaria.

 

La vecchia Veggente;

A lei ponete qualsiasi domanda e sarete accontentati.

Per una moneta può prevedere gli

eventi, il suo motto è;

"A ogni domanda c'è una risposta..."

Che aspetto ho in questo mondo?

Che tipo di persona Sono?

 

Il Nano Durwill

Abile Fabbro, il suo martello

è capace di creare oggetti

magici. Vive sul retro della

Taverna.

 

L'avventuriero Connè Varò

Un brigante, in cerca di oggetti

rari per il mondo. Dotato di grande

intelletto, ma poco affidabile.

Dicono che la sua Spada abbia

grandi poteri.

 

Quì sotto troverai

gli EROI del primo libro

"l'Ombra del Demone".

 
 

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