The city of Dite
Or se' giunte anime felle! Bloggate gravi cittadin: come a Dite v'è spazio d'ogni nefandezza, quivi conteniam l'umana oscurità...« Daath, ovvero io | Buy it now » |
7/4/'300 (4)
Per correr miglior acque alza le vele
omai la navicella del mio ingegno,
che lascia dietro a sé mar sì crudele;
e canterò di quel secondo regno
dove l'umano spirito si purga
e di salire al ciel diventa degno.
(Pur, I 1-6)
Dante e Virgilio hanno appena abbandonato il primo regno oltremondano e si apprestano a raggiungere la spiaggia che funge da antipurgatorio. Ritroviamo nei primi versi il frequente paragone letterario tra umano intelletto e mezzi marini (la navicella) che molta critica lega alla presenza, poco successiva, di colui che vien considerato custode dell'intero regno: Catone (Virgilio stesso a lui rivolgendosi pronuncia le parole "li tuoi sette regni"). E' quindi probabile che l'incipit della seconda cantica condensi un velato ponte verso il personaggio, tra i pochi davvero rilevanti nel Purgatorio.
Nell'immagine di Gustavo Dorè, Dante e Virgilio intraprendono la seconda tappa del viaggio.
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Inviato da: minsterr999
il 25/03/2009 alle 08:00
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il 25/03/2009 alle 07:23
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il 25/03/2009 alle 06:19
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il 24/03/2009 alle 23:44