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7/4/'300 (8)

Post n°67 pubblicato il 11 Giugno 2005 da warriorpig
Foto di warriorpig

La gloria di colui che tutto move                             
per l'universo penetra, e risplende
in una parte più e meno altrove.

Nel ciel
che più de la sua luce prende  
fu' io, e vidi cose che ridire
né sa né può chi di là sù discende;

(Par I, 1-6)

Le accreditazioni di senso vogliono l'intera Commedia come un personale percorso espiativo dell'autore, pure nelle sue umane e intime contraddizioni (la partecipazione emotiva di Dante di fronte a certi personaggi infernali non verrà più ripetuta). L'incipit dell'ascesa finale non può che essere fieramente dichiarativo: nell'apologia dei primi versi il sommo poeta riassume l'ineffabile.

Nell'illustrazione di Sandro Botticelli, Dante e Beatrice.

 
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