The city of Dite
Or se' giunte anime felle! Bloggate gravi cittadin: come a Dite v'è spazio d'ogni nefandezza, quivi conteniam l'umana oscurità...« Tragedie della mente | Elogio notturno » |
Un paio d'ore in ritardo rispetto al morire del dì prescelto... In fondo chi ama la costanza degli intenti eccetto i paurosi? Iniziamo.
"...La mente innamorata, che donnea
con la mia donna sempre, di ridure
ad essa li occhi più che mai ardea;
e se natura o arte fé pasture
da pigliare occhi, per aver la mente,
in carne umana o ne le sue pitture,
tutte adunate, parrebber niente
ver' lo piacer divin che mi refulse,
quando mi volsi al suo viso ridente."
(Par, XXVII 88-96)
Dante contempla, ama, fissa se stesso e la sua virtù in Lei. Particolarmente intensi questi versi di puro amore: in un paradiso sempre più etereo ed impalpabile la bellezza si vede e muta, migliorandosi agli occhi mortali che non semplicemente ammirano. Tutta l'arte consentita alle pupille umane non basterà, come la parola, ad avvicinare la visione indescrivibile di Beatrice. E sia: ogni vero amante ha diritto al suo silenzio plenitudinario.
In immagine: "Dante and Beatrice" - Henry Holliday
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Inviato da: minsterr999
il 25/03/2009 alle 08:00
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il 25/03/2009 alle 07:23
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il 25/03/2009 alle 06:19
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il 24/03/2009 alle 23:44