Creato da ascolto_donna il 15/06/2008
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Post n°28 pubblicato il 17 Luglio 2008 da ascolto_donna

Violenza, per le donne, fa rima con silenzio. Secondo l’Istat, nel 2006 sono state 1 milione e 150 mila quelle che hanno subito stupro e botte (il 5,4% del totale). Nel 62,4 per cento dei casi l’aguzzino era il partner o una persona conosciuta, se si considerano le violenze sessuali la percentuale sale al 68,3 per cento, mentre per gli stupri fino al 69,7 per cento. Ma il dato più allarmante è un altro: solo il 4 per cento denuncia i maltrattamenti subiti.

Proprio perché il nemico dorme nello stesso letto della vittima, molestie, calci e pugni restano inconfessati. Nonostante le associazioni che aiutano ad affrontare queste situazioni e nonostante le linee telefoniche dedicate. C’è però un canale grazie al quale emergono storie e denunce che altrimenti nessuno conoscerebbe. Su forum, blog o “sportelli telematici” molte donne, rassicurate dall’anonimato e facilitate dall’immediatezza della comunicazione, trovano il coraggio di esporsi e chiedere il sostegno di psicologi e consulenti. In alcuni casi semplicemente i consigli delle altre utenti.

Le parole sono quelle di chi non confesserebbe mai di essere vittima di violenza a un amico, a un parente e neppure a un medico. Un certo numero di questi post, avvertono gli esperti, sono frutto di fantasia. Ma la maggior parte sono vere richieste di aiuto. Il moderatore del forum di “Tribù-Mensile di sopravvivenza studentesca” chiede di raccontare esperienze di abusi e molte ragazze rispondono con racconti personali. Su “Girl power”, portale frequentato dalle giovanissime, sul sito dell’Associazione di volontariato Prodigio, su quello del Cesap (Centro studi abusi psicologici) e anche su “Answers” di Yahoo le utenti parlano dei soprusi e ricevono decine di consigli. Firdhaus invece ha dedicato un blog alle donne maltrattate.

“Al nostro counseling online, nato l’8 marzo 2007, arrivano molte e-mail che confessano abusi di questo tipo”, dice Stefania Bartoccetti, presidente di Telefono Donna. “È uno strumento scelto da chi non se la sente di parlare al telefono o riesce a mettere a fuoco meglio per iscritto le proprie sofferenze. La lettera inoltre lascia una traccia della risposta dei nostri esperti che dà una maggiore sicurezza rispetto alla telefonata. I dati ci dicono che le donne denunciano di più ciò che subiscono e la comunicazione le aiuta. Ma se la giustizia non va di pari passo, infliggendo pene certe a chi le maltratta, si rischia di tornare indietro”.

Anche Maria Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, legge una decina di messaggi al giorno con denunce di botte o prevaricazioni. “Figlie che parlano del calvario sopportato dalle loro madri, ragazze che si chiedono se lo schiaffo ricevuto dal fidanzato sia solo una manifestazione di gelosia ‘positiva’, amiche, zie, parenti di donne abusate. Anche se spesso chi parla per conto terzi, in realtà parla di sé”, spiega. “Scrivono perché hanno meno timore di essere riconosciute e possono avere con noi un approccio più soft. È come se mettessero davanti a sé una sorta di schermo protettivo, che noi piano piano cerchiamo di oltrepassare, ottenendo il contatto successivo”.

L’esperienza di chi sta dall’altra parte dello schermo e risponde alle e-mail parla chiaro. “Molte persone cominciano descrivendo altro, stati d’ansia o depressione”, dice Eliana Ottolina psicologa clinica di Telefono Donna. “Lentamente le aiutiamo a prendere coscienza del vero problema, a fare emergere fatti che senza il dialogo via mail resterebbero sommersi”. Chi scrive allo sportello virtuale? “Signore di mezza età, sposate da 30 anni che non riescono a dormire. Poi tra le righe viene fuori che il marito alza le mani su di loro. Oppure giovani mamme separate, segregate e sottomesse da un padre padrone. Nella maggior parte dei casi il contesto è di una normalità disarmante e l’uomo violento non beve, è un professionista con un lavoro stabile e un’istruzione medio-alta”.

Speriamo anche noi, nel nostro piccolo, di essere riuscite a contribuire al supporto sociale alle donne che purtroppo vivono questo dramma. Insieme si può fare molto, dobbiamo abbattere il muro di silenzio ed omertà che copre questa realtà.

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Commenti al Post:
solosorriso
solosorriso il 17/07/08 alle 18:30 via WEB
Ecco, questo è il vero problema...iniziare ad avere il coraggio di superare la propria paura e abbattere il muro di silenzio estremo. Non è facile.... Buona serata donna :-)
 
 
ascolto_donna
ascolto_donna il 17/07/08 alle 21:14 via WEB
è vero, non è facile. Ma attraverso la rete, spesso considerata un antagonista dei rapporti sociali, si possono trovare moltissime realtà gravi come quelle descritte nell'articolo. Spesso è più facile lasciare che sia l'anonimato a parlare per queste donne. A noi interessa aiutarle ad uscire fuori dalla violenza e seguirle in un percorso di elaborazione e riappropriazione dell'autostima e se questo (internet) può essere un mezzo... beh, allora ci tiriamo su le maniche e facciamo in modo che sia il più accessibile possibile. Un abbraccio e buona serata a te sorriso :)
 
hengel0
hengel0 il 17/07/08 alle 19:42 via WEB
Una voce ti sussurra piano .. "Lasciami entrare.." .. Guardati in torno.. No.. non lo puoi vedere.. Ma lo puoi sentire.. Un alito di vento..il dolce profumo della primavera.. Una candida sensazione di pace ti invade l'anima.. La luce tenue del tuo cuore si espande fino alle profondità dell'anima.. Si fà strada una certezza d un futuro migliore.. E' tuo, ed è vero! E' l'abbraccio del cielo.....Hengel..dolce serata..
 
 
ascolto_donna
ascolto_donna il 17/07/08 alle 21:15 via WEB
i tuoi pensieri Hengel trasmettono sempre una pace straordinaria, benvenuta nel nostro spazio :)) Grazie :)
 
mydreamly
mydreamly il 20/07/08 alle 20:44 via WEB
Ciò che state facendo è molto bello e prezioso, talvolta è più facile scrivere che parlarne con qualcuno, non solo perchè non si ha confronti diretti, in quanto queste donne sono abituate a non essere credute e ad essere giudicate, è anche un modo per prendere consapevolezza, parlare a se stessi,è l inzio di un percorso che non va mai affrontato da soli mai. L' aiuto che date a queste donne che sono state violate e dell' anonimato assoluto è grande...per poi uscire allo scoperto. Un abbraccio
 
 
ascolto_donna
ascolto_donna il 21/07/08 alle 08:51 via WEB
è vero cara amica, a volte scrivere vuol dire riuscire a dare un nome ai grandi problemi che ci soffocano la vita. Vuol dire sfogarsi. Vuol dire capire se stessi. Io a volte quando ho dei momenti di sconforto sento la necessità di scrivere... mi aiuta a liberarmi, e quando ho terminato mi sento un pò più leggera. Poi, a distanza di qualche giorno rileggo i miei scritti ... e cerco di capirmi. Siamo contente di essere di aiuto... siamo davvero molto felici. E' il nostro voler ridare il sorriso :) Un abbraccio stretto stretto :)
 
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