LA FRASE...
"...Se non saremo noi ad occuparci di politica, sarà la politica ad occuparsi di noi, nel modo che meno desideriamo..."
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Per salvare la FIAT si va fino in Amerika...
Post n°86 pubblicato il 31 Marzo 2009 da amministratore_blog
Quando si abbandona il paese in cui si è cresciuti ci sono tante cose che si lasciano dietro e si rimpiangono. Ma, siccome lo si è lasciato, evidentemente ci sono altrettante cose che ben volentieri si abbandonano. Prima di decidere uno si fa le sue due belle colonnine con i più e i meno della decisione, e poi tira le somme. In mia opinione, il non essere più obbligato a pagar le tasse per sussidiare la Fiat era da mettere vistosamente nella colonna ''più''. È sempre stata una cosa che mi ha violentemente grattato i nervi. Un po' per la pervicacia e continuità con cui gli Agnelli si sono fatti dare soldi dai contribuenti per decenni, e non sembrano affatto intenzionati a smettere. Un po' perché la richiesta di soldi si accompagnava invariabilmente a richieste di protezionismo e quindi prezzi più alti per i consumatori. Un po' per quel ridicolo tentativo di presentarci la Fiat come simbolo dell'orgoglio nazionale italiano, attuato comprandosi direttamente o indirettamente il mondo giornalistico e politico. Un po' (perché non ammetterlo?) perché maggiore ricchezza della famiglia Agnelli significava maggiori risorse per la Juventus. Insomma, per tante ragioni, alcune razionali altre forse no. E adesso? Adesso sono qui, a pagar le tasse in amerika, e mi sento dire dal presidente che i soldi della mie tasse verrano dati a Chrysler purché si accordi con la Fiat. Questo è quello che dice il pezzo:
Vedremo come sono i dettagli dell'operazione, ma dal quel che si capisce da questo servizio l'amministrazione sta programmando di dare soldi alla nuova azienda che dovrebbe scaturire dalla partnership tra Chrysler e Fiat. Ossia, direttamente o indirettamente i soldi verranno dati alla Fiat. Ossia, uguale a quello che mi succedeva prima di andar via dall'Italia. Ossia, uguale a quello che succedeva e succede a mio padre e mia madre. Come ''change we can believe in'' non c'è male. Update. Per gli amici e colleghi che sono andati in Canada: nenche voi siete al sicuro. <<Di Sandro Brusco, docente di Economia alla Stony Brook University>> |
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