DANIELA SEI UN MITO !!!
Il terrorismo islamico ha minacciato di morte l' On. Daniela Santanchè (AN) per la sua battaglia contro il velo.
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Questo Blog costituisce una sorta di diario personale in cui l’autore, prendendo spunto da vari argomenti, sviluppa un proprio personale discorso, aprendolo al commento degli altri bloggers registrati della community.
Chiunque ravvisasse in questo Blog del materiale che ritenesse di propria appartenenza puo' segnalarlo all’autore, che provvedera' alla rimozione immediata dello stesso.
dedicato alla sorella di Zidane
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Ultimi Commenti
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ho letto il tuo articolo, attento e preciso,molto ben articolato e quella destra che cerchiamo bisogna farla uscire fuori..ciao buona serata
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Quasi quasi ... grazie dell'incoraggiamento! Ciao.
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Perchè non riprendi il blog'
dai....
ciao!
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Ciao Doc Gull, felice di rileggerti. Quanto scrivi mi fa pensare ai danni prodotti in continente dalla megalomania di questo popolo che vive di un prestigio assolutamente sproporzionato alle meschinità di questi due ultimi secoli. ... no, hai visto bene, non mi sono simpaticissimi !:)
Ti ho inviato un messaggio.
Saluti e buon anno.
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Divertente descrizione delle aistuazione francese. Sugli immigrati cmq hanno poco di che lamentarsi i cugini d'oltralpe, per recuperare il drammatico distacco numerico (come abitanti) che c'era nel dopo guerra, la Francia ha inglobato centinaia di migliaia di persone provenienti dalle colonie per trasfpormarli in tutta fretta in frandcesi e oggi si ritrovano le città e farro e fuoco e un n uovo problama di immigrazione analogo a tutti gli altri Paesi.
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Comunque ... dove lo trovi un blogger che discetta di sport e di fumetti e poi ti cita la rovinosa battaglia di Canne? ... Con cognizione di causa, intendo. Bentornato Mago carissimo.
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Ciao MagoGandalf2006. Volevo risponderti sul tuo blog, come fai giustamente tu, che lasci l'ultima parola a chi ti lascia commenti e rispondi casomai nel blog degli altri: giustissimo. Però non ho trovato aggiornamenti; perciò non ho resistito alla tentazione di risponderti qui.
La tesi di Merlo, i francesi grandi nelle false vittorie, gli italiani invece nelle gloriosas derrotas ... boh ... non so commentarla. Come dici tu, è bravo quando vuole, meno quando attiva il copia incolla. Comunque mi sfizia il fatto che i Merlo vengano a sbirciare dentro i nostri blogguzzi; ma subito dopo penso che lui è Merlo, noi restiamo anonimi e un po' mi fa rabbia ... La dignità, l'onestà di citare le fonti della propria ispirazione (che tralaltro sarebbe anche una cosa simpatica, perfettamente comprensibile dai lettori) no, eh? Questi sono i moralisti di Repubblica; un tanto al chilo, come diceva il povero Bettino (non ne faccio un eroe, beninteso: ma ... aveva nemici talmente peggiori di lui, che ti viene voglia di continuare a difenderlo anche dopo morto ...).
Ho una mia teoria: per diventare pubblicista, poi giornalista, quelli veri, non puoi non essere un po' "impiegatino del catasto": del tipo di quelli ambiziosi che fanno la fila, conoscono la gente giusta, di quelli un po' furbetti, più che talentuosi. Chi premierebbe il talento in sè e per sè, del resto? Il giornalismo italiano vuole formare, non informare, è schierato, i direttori sono colonnelli di eserciti politici, guarda Mauro, guarda Mieli, guarda Ferrara. Con la scusa che l'oggettività è un'utopia, il fatto, il documento sono secondari, quello che conta è l'interpretazione, che precede il fatto. I fatti sono fastidiosi, fuorvianti. I Serra e gli Scalfari li trattano con i guanti, li sezionano, li addizionano di ideologia, fino a deformarli, ricomporli e renderli conformi e utili alla propria tesi. Anzi, alla tesi del proprio blocco. Perchè di scontro di potere si tratta, non di chiacchiere.
Un caro saluto.
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Caro Elalamein42,
Prima di iniziare una comunicazione di servizio: Il Blog "Tomba in mezzo
al deserto, dedicata ad una Sconfitta" riprende da oggi il suo posto fra
i Blog favoriti dopo il superamento del fatidico (e iettatorio) numero 17.
Non ho visto la partita ma ho particolarmente apprezzato lo striscione
con la coppa del mondo e la scritta "Merci".
Su ciò che abbiamo letto e sentito nel post-partita invece, non basterebbe
l'intera blogosfera di libero per riuscire per commentare adeguatamente il tutto: che
Diarra dica cagate ci può anche stare (Nomen omen) ma che lo facciano
tutti i media all'unisono é sinceramente troppo.
Proverò a limitarmi ad un paio di casi, il primo peraltro sfiora
il personale.
Era già successo altre volte infatti, che la redazione di piazza Indipendenza
attingesse ai post del mio Blog ("Il colpo doppio di mister Afef" per
esempio venne ripreso da Giovanni Pons, come sottolineai nel mio messaggio
"Incolla e copia").
Ora succede anche con i commenti.
Su "La Repubblica" dell'8 settembre Francesco Merlo, corsivista a volte
brillante (quando c'é da parlare -male- di Berlusconi) a volte no (ed é
il nostro caso), introduce in prima pagina sotto il titolo "Da Bartali
a Domenech l'eterno derby italo-francese" il match-clou delle
qualificazioni europee.
Comincia dalla fine del mio commento postato qui sul post precedente,
cioé dalle note di Paolo Conte, di cui riesce perfino a sbagliare
(sacrilegio!) le parole:
Quel naso triste come una salita,
quegli occhi allegri da italiano in gita.
Dove gli occhi, nel Merlo-pensiero, diventano "la faccia".
Rievoca anche lui, a modo suo, l'anno fatale 1938 fin dove gli riesce:
della frase del presidente francese, per esempio, non vi é traccia.
Poi però decide di fare di testa sua.
E sbarella.
Così il maratoneta Dorando Pietri diventa "un pasticcere di Reggio Emilia",
quando questi nacque in quel di Mandrio, visse in Carpi e morì a SanRemo.
Poi vaneggia di una "Grandiosa sconfitta che subimmo dagli inglesi nel
1936 con uno dei nostri in campo sanguinante"; dall'indizio datomi dal
granguignolesco editorialista immagino intenda riferirsi ai "Leoni di
Highbury", peccato che tale partita sia stata giocata nel novembre del
1934 e fu la prima uscita italiana dopo la vittoria della coppa del
mondo.
Infine rievoca "l'epico scontro con la Germania del 1968", alludendo
al 4-3 del mondiale messicano del 1970.
In mezzo a tutti questi strafalcioni la "Morale" (se un corsivista di
Repubblica non ci dice la "Morale" che scrive a fare?) del frastornato
Merlo é questa: I francesi sanno essere grandi nelle loro false vittorie,
gli italiani nelle vere sconfitte.
Questa affermazione da sola, se possibile, batte tutto il resto.
Il concetto di "gloriosa derrota" proprio non ci appartiene, ci siamo
dimostrati capaci di qualsiasi bassezza pur di correre in soccorso del
vincitore: il giorno in cui scriveva questo delirio, l'8 settembre,
dovrebbe ricordargli qualcosa.
Questo stesso Blog é intitolato ad una "gloriosa derrota"; e ce ne
furono diverse altre nella storia italiana.
Una per tutte: Canne, sempre nelle Puglie, dove vennero azzerate in un
sol colpo tutte le risorse -non solo militari- di Roma.
Allora non si saltò il fosso ma si continuò a combattere.
Oggi tutto é dimenticato, tutto viene rimosso.
Il nostro orgoglio nazionale é tutto per l'8 settembre, mentre le uniche
canne conosciute non sono quelle del luogo della sanguinosa battaglia
fra Roma e Cartagine.
Anche per questo la mistificazione storica -piccola e grande- ha buon
gioco.
Merlo scrive senza vergogna che l'Italia é altresì orgogliosa dell'eroico
1-4 incassato dal Brasile nella finale del 1970 ('68 secondo Merlo: il
richiamo della foresta...), quando sono in molti a ricordare i pomodori
che accolsero il ritorno degli "eroi" azzurri, rei di avere ceduto in
finale contro una delle squadre più forti di sempre e solo quando la
stanchezza dei supplementari giocati in semifinale si fece sentire.
Orgogliosi del pianto di Franz Baresi sulla spalla di Arrigo Sacchi dopo
essere arrivati ad undici metri dal titolo mondiale?
Certo, come no...
Ricordo uno spot della Wind che cambiava la storia (quello che fa anche
Merlo) pur di farci vedere come avremmo davvero voluto che andasse a
finire.
Quanto a Dorando Pietri gli onori iniziali arrivarono tutti da
oltreconfine: l'articolo di Conan Doyle come la sinfonia di Irving.
In seguito, dopo aver visto l'ottimo affare fatto dal maratoneta emiliano,
che barattò -suo malgrado- la medaglia d'oro olimpica con la fama
mondiale, spuntarono mostre, rassegne e quant'altro a lui dedicate.
Parigi, ricordiamolo, ha sempre esercitato un fascino irresistibile
verso la gauche caviar italiana e nel 1938 Merlo e quelli come lui
si trovavano in tribuna allo stadio des Colombes a fischiare come
una vaporiera sia l'inno che i calciatori italiani/fascisti.
Questo però si guarda bene dallo scriverlo: in fondo les bleus, già allora
farciti di giocatori di ogni provenienza, persero e, sia pur in ritardo
di 70 anni, sul carro del vincitore -fascista o non fascista- non si
rinuncia a salire.
Per principio.
Altro che "gloriosa derrota"....
Un'altra chicca datata 8 settembre la troviamo su "La Stampa" dove un
Roberto Beccantini versione cinegiornale ci racconta, dopo aver
omaggiato l'8 settembre, delle gesta che la nazionale azzurra -in cielo,
in terra, in mare- avrebbe compiuto sui parquet, diamanti, piscine,
campi e campetti d'Europa.
Contro la Lituania nel basket, la Nuova Zelanda nel Rugby, la Francia
nel calcio, la Croazia nel Volley e la Spagna nel baseball: la parola
d'ordine é una e una soltanto...
Anche qui si tratta di propaganda a buon mercato: l'Italia non aveva
dichiarato guerra a nessuno; semplicemente un banale ingorgo di eventi
tipico dell'anno preolimpico spediva contemporaneamente in campo più
rappresentative.
Anche molte altre nazionali europee avevano un calendario simile ma perché
togliere fascino e suspence solo per dire come stavano realmente le cose?
Del baseball d'altronde Beccantini, il suo giornale e i suoi lettori se
ne fregano (il giorno dopo non veniva dato neppure il risultato...) ma
siccome tutto fa brodo -persino mazze e guantoni- il nostro bravo
cronista si inventa catcher.
Questi sono solo 2 esempi di mistificazione e spettacolarizzazione
mediatica ma si potrebbe continuare a lungo: non mancano né il materiale,
né gli argomenti.
La voglia sì, quella é sempre di meno.
Un caro saluto.
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Caro Mago Gandalf, questo commento, in particolare gli spunti polemici contro i francesi, mi ha fatto star bene !...
Comunque, goliardia a parte: è incredibile quanto ci credano; non riesco razionalmente ad afferrare dove si basi sto complesso di superiorità. Le guerre non le vincono dai tempi di Napoleone; negli sport di squadra sono zero. Hanno alzato la voce nel calcio solo da quando dispongono degli extracomunitari di seconda generazione. Non gioca la Francia, gioca una nazionale francofona.
Per quanto riguarda il ritorno di El Alamein: voglio un blog maleducato, di quei blog fatti così, voglio un blog esagerato ...
A presto!
E forza azzurri! Mi sta bene che non vi qualifichiate all'europeo, basta che battiate quei chiacchieroni ...
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Caro ElAlamein42,
Credevo proprio ti fossi scordato di questo Blog.
A dire la verità me n'ero scordato anch'io tanto che, prima che gli eventi
prendessero il sopravvento, ti seguivo solo sull'altro.
Di questo Blog parlammo più volte privatamente, se non ricordo male,
prima che lo togliessi dalla mia lista favoriti perché mi mandava in
depressione vedere sempre lo stesso angoscioso messaggio sugli infoibati
accompagnato dal suo lugubre manifesto.
Tornare a messaggiare qui e' stata una buona idea ed hai fatto bene a
farmelo sapere: mi auguro che in futuro "Una tomba in mezzo al deserto,
dedicata ad una Sconfitta" possa godere di maggior attenzione.
Approfitto dell'occasione per ringraziarti del tuo commento sul mio post
di rientro, dicendo altresì che qualsiasi elenco volessimo sottoporre
"Alla cortese attenzione" di Mister Baldini sarebbe inevitabilmente e
drammaticamente incompleto senza contare che il piede di Silvio Baldini
si ridurrebbe peggio che le mani di Django ritrovato dai messicani dopo
che questi era scappato con l'oro.
E' andata bene a GianPiero Gasperini, allenatore del
Genoa, e se la cavera' anche Roberto Mancini, che guiderà l'Inter contro
il Catania domenica prossima: entrambi avrebbero meritato molto piu' di
Di Carlo di fare conoscenza con il focoso coach etneo.
Approfondirei invece il discorso sulla Francia, calcistica e non.
Gli italiani, un tempo popolo di santi, poeti e navigatori sono divenuti
un popolo di razzzzzzisti, provocatori ed imbroglioni: così parlarono
-ad una voce- Diarra ed il CT Domenech.
I loro deliri di oggi vanno ad aggiungersi alle vuote minacce
post-mondiali di Gallas verso Matrix od alle parole di Viera, che, da
quando é alla Pinetina, ha perso l'appetito per colpa dell'unico italiano
che ancora veste nerazzurro.
Non é la prima volta che da oltralpe ci giungono giudizi tranchant di
questo tipo.
"Popolo di vigliacchi" ringhiò tal La Motte, 5 secoli orsono, nella stessa regione
dove Domenech (e con lui Henry, Gallas, Sagnol e Malouda) fu truffato,
secondo il suo j'accuse, durante un match di ritorno degli ottavi di finale dell'europeo
under 21.
In realtà, dalla Francia, in termini di imbrogli dirigenziali, abbiamo
tutto da imparare: da Jules Rimet a Michel Platini passando per
Henry Delaunay senza dimenticare De Coubertin; i francesi hanno da sempre
occupato, manu militari, la stanza dei bottoni sportiva e calcistica.
Però si vince sul campo e non da dietro una scrivania, per questo il loro bilancio
e', a dir poco, disastroso.
Nelle bacheche dei loro club trova posto solo la Coppa Campioni più chiacchierata
dell'intera storia della manifestazione, quella vinta dal "clan dei
marsigliesi" sul Milan nel 1993 (Arbitro radiato per provata corruzione,
presidente incarcerato, Olympique retrocesso in C, giocatori rei confessi di ogni nefandezza) contro le 11 (undici)
edizioni vinte da squadre italiane.
Quanto a les bleus hanno vinto il mondiale/europeo più
fasulli della storia (entrambi giocati rigorosamente in casa).
Il resto é tutto nel ghigno ebete di Trezeguet dopo aver segnato il
Golden Goal (regola assurda presa dall'Hockey e prontamente fatta sparire
subito dopo) nel 2000 ed in quello inebetito di 6 anni più tardi dopo
aver calciato sulla traversa il rigore che valeva la coppa del mondo.
Le cose non vanno meglio negli altri sport, dove non hanno mai vinto un
titolo mondiale neppure per sbaglio: non nel basket, non nel volley, non
nella pallanuoto-baseball-hockey dove semplicemente non esistono, non
nel rugby (Grazie Wallabies, Saint-Denis 1999: é tempo di bis) che
invece é sport nazionale...
"Ils gagnent tous, ces italiens..." si fece sfuggire il presidente del
fronte popolare socialcomunista nonché primo ministro francese Leon Blum
nel 1938, mentre scendeva dal palco degli champs-elysées per andare
a premiare Gino Bartali che aveva vinto il tour de France; un mese prima
allo stadio des Colombes si era visto salutare romanamente dal "Balilla"
Pepp Meazza mentre gli stava consegnando la coppa Rimet.
In quell'outing vi era il riconoscimento a denti stretti che lo
chansonnier astigiano Paolo Conte avrebbe saputo trasformare in note:
I francesi ci rispettano,
ché le balle ancora gli girano...
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Inviato da: london7m
il 27/07/2008 alle 22:14
Inviato da: elalamein42
il 27/04/2008 alle 20:03
Inviato da: ventididestra
il 19/04/2008 alle 00:36
Inviato da: elalamein42
il 06/01/2008 alle 10:56
Inviato da: DocGull
il 15/12/2007 alle 09:45