|
Caro Doc Gull, devo purtroppo confermare quanto dici: io non ho particolari simpatie nè per gli USA, nè per la Francia. Non per la Francia, che siede nel consiglio di sicurezza dell'ONU dal dopoguerra non so bene a quale titolo ed è considerato paese vincitore senza aver vinto, non dico una guerra, ma una partita a tresette da Waterloo ad oggi; che si erge a nume tutelare della democrazia solo per aver dato vita ad una rivoluzione senza capo nè coda, con spargimento di sangue fine a sè stesso, sfociato nella nascita nientemeno che di un Impero (se l'Italia fosse stato teatro di un così ridicolo tragicomico avvicendamento storico, immagini gli sberleffi dall'estero?...); che si erge a nume tutelare dell'antifascismo dopo essere stata con il regime fantoccio di Vichy forse il paese, tra gli occupati, che più ha sostenuto e meno ha ostacolato Hitler, il nazismo, la denuncia e la persecuzione di ebrei, sicuramente ben più dell'Italia fascista; che si erge a nume tutelare del diritto e ha ospitato, senza concedere estradizione, fior di delinquenti, del calibro di Battisti, come se l'Italia fosse retta non da una repubblica di democrazia avanzata, ma da una qualche dittatura centroafricana; che si è eretta a paladina degli arabi oppressi dagli USA al tempo della guerra in Irak, solo perchè dell'Irak di Saddam Hussein era uno dei maggiori partner commerciali, e fornitori di mezzi e tecnologie militari; che si pavoneggia del suo illuminismo cosmopolita nato e morto con Voltaire e in realtà affogato in un nazionalismo che non ha pari in Europa e li fa parlare sempre e solo di De Gaulle, mai di Pétain; che va a cercare la pagliuzza nell'occhio americano, ma mai li sentirai parlare dell'ultima sanguinosa guerra coloniale, perduta mezzo secolo fa in Algeria; che hanno un presidente della repubblica così coglione da invitare all'Eliseo un calciatore espulso da una partita di calcio, come fosse un eroe nazionale, un premio Nobel. Non ho simpatie nemmeno per gli americani, però, caro amico: un popolo nato dall'incrocio tra galeotti e predicatori che ha prodotto un curioso mix tra massimo della violenza e massimo dell'idealismo, una insopportabile doppia morale che sfocia in quel Mystic River di legge della giungla e melassa retorica magistralmente dipinto da Clint Eastwood in un film indimenticabile; che svuota l'eccedenza dei suoi arsenali a suo comodo e piacimento, specie quando c'è odore di petrolio, e riveste le sue bombe di ideali democratici e civilizzatori; il cui andamento borsistico si esalta nei bombardamenti; che nello sfruttamento sistematico delle risorse del pianeta supera forse per ottusità l'Impero Romano; che ha una delle democrazie a minor partecipazione popolare e a più alto tasso di ignoranza della terra; degli americani non riesco neanche a scordare (ma sarà forse per mia personale faziosità) la decisione, militarmente inutile, di bombardare Napoli (civili e case e scuole) in pieno giorno durante l'ultima guerra; la decisione, insieme agli amiconi britannici, di non permettere alla marina italiana un'azione di soccorso alle unità attaccate dall'ex alleato tedesco a Cefalonia e ivi massacrate; che hanno nei confronti degli italiani non meno spocchia dei francesi, scordandosi troppo spesso che senza Fermi Truman non si sarebbe divertito tanto (come risulta da fonti storiche) nello sperimentare la bomba atomica su un Giappone già sconfitto; che hanno privato l'Italia alla fine della Grande Guerra, delle terre balcaniche promesse durante gli accordi della vigilia, grazie all'insopportabile puritanesimo a senso unico di Wilson, generando un moto di scontento che ebbe un rilievo nella genesi e nell'affermazione del fascismo; la potenza delle cui lobby interne decide la sorte e la sicurezza e la pace e la guerra del pianeta. No: se devo essere sincero fino in fondo, gli USA in sè e per sè li amo tanto quanto la Francia, cioè poco. Non sono un filoamericano entusiasta, non ci riesco. Però, pur non amandoli, nello scontro geopolitico in atto scelgo di stare dalla loro parte, perchè capisco che terze vie non esistono: con tutti i loro difetti, sono USA e Israele oggi a rappresentare la frontiera dell'Occidente, non l'Europa-Eurabia, un continente in piena e irreversibile decadenza, accartocciato su sè stesso. Per questo motivo non credo nell'Europa come terza soluzione; la Comunità Europea ha garantito pace in un continente da sempre insanguinato. Ma sono fortemente pessimista sulla possibilità di fondere popoli dalla lingua diversa, fortemente strutturati in una storia che li ha sempre visti come mortali nemici; in Europa ci sarà sempre un caso Priebke, salterà sempre fuori un Mesic incazzato, perchè ci scanniamo da secoli e secoli ci vogliono per dimenticarcene.
|
Inviato da: london7m
il 27/07/2008 alle 22:14
Inviato da: elalamein42
il 27/04/2008 alle 20:03
Inviato da: ventididestra
il 19/04/2008 alle 00:36
Inviato da: elalamein42
il 06/01/2008 alle 10:56
Inviato da: DocGull
il 15/12/2007 alle 09:45