« La metafora del gatto | La sensibilità come punt... » |
La frammentazione del séRisulta difficile poter definire il concetto di ''persona'' perché l' essere non può ridursi ad una sola entità. La persona non è altro che una ''rosa di concetti''. Scegliere una definizione significa limitare, ridurre e ciò non ci soddisfa fino in fondo. Già Freud, padre della psicoanalisi, sosteneva che il sé è un' entità identitaria caratterizzata da innumerevoli funzioni e sfaccettature. Dopo di lui molti psicologi hanno fatto proprio il concetto di persona inteso come ''costellazione di individui''. Dentro di noi coabitano tante realtà interne che costituiscono una realtà misteriosa e spesso sfuggente. Io posso essere ''io blogger'' come posso essere al tempo stesso ''io rockettara'' come contemporaneamente sono ''io figlia'' e ''io zia''. Queste mie identità e altre ancora dialogano tra loro, si confrontano, si scambiano emozioni e sensazioni ; condividono esperienze. In base al contesto che vivo prevale un determinato ''io'' o agiscono più ''io'' in contemporanea. Sono tutte identità che fanno parte di me; arricchiscono la mia personalità. Le danno forma e colore. Il nostro esistere stesso si ciba delle nostre identità per creare un mosaico sfaccettato. L' " io'' è un'immagine mentale trasparente ; è uno strumento utile per controllare, organizzare il proprio comportamento e analizzare e comprendere quello altrui. In un saggio intitolato ''La molteplicità condivisa: l'empatia come cognizione sociale'', il filosofo contemporaneo Eugenio Capezzuto, analizza un concetto di sé frammentato e condiviso che è alla base della nostra realtà mentale e sociale. Secondo Capezzuto, infatti, la nostra mente è caratterizzata essenzialmente da tre livelli di sé: - il sé primordiale: si ciba di istinto, emozioni; rende l'individuo ''senziente''; - il sé nucleare: riguarda l'agire, le relazioni che l'individuo intrattiene con gli altri soggetti e con gli oggetti del mondo esterno; - il sé autobiografico : delinea la dimensione spirituale dell'individuo; consente di instaurare un contatto con la parte più profonda di sé; rende l'uomo ''riflettente''. Gran parte della letteratura scientifica di settore ha evidenziato che per far coesistere pacificamente e in maniera sana tutte le innumerevoli realtà interne della nostra personalità bisogna saper entrare in contatto con esse. Ciò è possibile attraverso un ''dialogo interiore'', l'autocoscienza e l'autoempatia. Queste strategie ci permettono di capire meglio le nostre esigenze e i nostri bisogni. Dovremmo imparare a parlare di più con i nostri ''io'' perché solo comprendendo al meglio essi possiamo agire in maniera coerente con noi stessi e gli altri. E' vitale ritagliarsi momenti di solitudine con se stessi in cui poter interrogare il nostro vero ''io'', ascoltarlo e comprenderlo. Non c'è un metodo universale per farlo e nessun ''guru'' può' insegnarne uno in modo assoluto che vada bene per ogni ciclo vitale che si attraversa. Ognuno sa come entrare in contatto col proprio sé e chi non lo sa prima o poi lo scoprirà. Il primo passo è non avere paura della Verità, mettersi in gioco e lasciarsi andare.... |
Inviato da: cassetta2
il 30/10/2023 alle 18:41
Inviato da: coluci
il 17/10/2019 alle 12:10
Inviato da: coluci
il 19/10/2017 alle 19:09
Inviato da: coluci
il 10/07/2017 alle 17:17
Inviato da: coluci
il 27/01/2017 alle 17:39