Creato da Pitagora_Stonato il 12/07/2010

EREMO MISANTROPO

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Ludointernet

Post n°946 pubblicato il 09 Ottobre 2014 da Pitagora_Stonato
 

 

La battaglia di oggi non è tra Davide e Golia; è tra Davide e David Letterman. Pensavamo che intérnet avrebbe sfornato una generazione di "ribelli digitali", invece ha dato vita a una generazione di "prigionieri digitali", che sanno come consolarsi online, qualunque sia la situazione politica. Per questi prigionieri l'intrattenimento online è più attraente dei rapporti che documentano gli abusi sui diritti umani commessi dai loro governi (in questo somigliano molto agli occidentali). Secondo un'indagine del 2007 l'8o per cento dei giovani cinesi afferma che «la tecnologia digitale è una parte essenziale del mio modo di vivere», mentre ha risposto così il 68 per cento dei giovani americani intervistati. Il dato più interessante è che il 32 per cento dei giovani cinesi ha detto che internet amplia la loro vita sessuale, in confronto all' 11 per cento dei giovani americani. Un sondaggio dell'Università del Fudan svolto nel giugno 2o10 su 900 laureate in 17 facoltà universitarie di Shanghai ha rivelato che il 70 per cento di loro non pensa che i rapporti occasionali siano immorali, mentre un medico di Shanghai che gestisce un servizio di assistenza per adolescenti incinte ha riferito che il 46 per cento delle 20 000 ragazze che hanno chiamato il servizio ha detto di aver fatto sesso con ragazzi incontrati in rete. Le implicazioni della "rivoluzione ormonale" cinese non sono sfuggite alle autorità, che stanno cercando di approfittarne politicamente. Il governo cinese, avendo adottato la linea dura sulla pornografia online all'inizio del 2009, ha tolto molti veti, forse intuendo che la censura era il modo migliore di politicizzare milioni di fruitori di internet. Michael Anti, esperto di internet cinese che vive a Pechino, crede che si tratti di una mossa strategica: «[Il governo deve aver pensato che] se i fruitori di internet possono guardare un film porno non presteranno molta attenzione alle faccende politiche».

 

 

Da L'ingenuità della rete - Il lato oscuro della libertà di internet

Eugeny Morozov

 

 
 
 
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