Un blog creato da erotica_2007 il 26/07/2007

SESSO E VOLENTIERI

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NOTTE INSONNE... E POI...

Post n°25 pubblicato il 24 Marzo 2008 da erotica_2007

Quella notte non chiudemmo occhio né io né Pietro, troppo grande l'emozione provata, immensa la gioia d'aver scoperto che forse ci amavamo già da tempo anche se avevamo voluto tener nascosta l'evidenza perfino a noi stessi.

Rimanemmo al telefono fino al mattino e io ebbi la consapevolezza che da quel momento la mia vita sarebbe cambiata..

Pensavo a Giulio e a quanto male mi aveva fatto nella nostra vita insieme, non mi sentivo in colpa verso di lui: Giulio sapeva da tempo che non lo amavo più ma nonostante questa verità aveva continuato imperterrito per anni a far finta di nulla e a volere quei rapporti che di amore non avevano nemmeno l'odore... adesso sapevo che non gli avrei mai più consentito di usarmi, di abusare di me.

La mattina all'alba mi preparai e prima di scendere giù feci uno squillo a Pietro, anticipai Sara nello scendere a prendere un caffè, Pietro stava già al bancone... ci guardammo con falsa indifferenza, prendemmo il nostro caffè uno accanto all'altra sfiorandoci con i gomiti.. quando lo vidi andar via lo seguii con lo sguardo impossibilitata a seguirlo per un ultimo saluto poichè anche Sara adesso era con me...

Ci recammo in ospedale per il controllo e nell'arco della mattinata sentii Pietro alcune volte: aveva la disperazione nella voce, pensava che forse sarebbe stata quella la prima e ultima volta in cui ci saremmo incontrati e stava male... lo sentivo quasi piangere e lo consolavo dicendogli con estrema sicurezza che non poteva essere così come lui diceva.. gli dicevo che dovevamo esser felici per ciò che avevamo avuto e che, se il nostro fosse stato davvero amore, sicuramente il destino ci avrebbe offerto altre possibilità.

Quando a sera giunsi all'aeroporto dopo il volo di ritorno trovai ad attenderci Giulio: lo guardai e in un attimo ebbi la certezza della più completa estraneità nei confronti di quell'uomo che pur essendo stato il padre dei miei figli e la persona con cui avevo condiviso gran parte della mia vita, in realtà era la persona più estranea che avessi mai potuto avere per compagno... certamente Pietro mi era molto più familiare di lui, conosceva la vera me stessa, sapeva dei miei pensieri più intimi e profondi, dei miei desideri, delle mie aspirazioni, sapeva perfettamente qulai fossero le cose mi facevano paura e quali mi mettessero a mio agio...

Tornare a casa con una nuova consapevolezza mi faceva sentire viva ed energica, forte di quell'amore che provavo e che sentivo verso me da parte di Pietro... fu così che ebbe inizio la fine!

Dopo aver sentito cosa volesse dire amare una persona e fare l'amore con questa non potevo di certo permettere a Giulio di continuare a profanare il mio corpo senza rispetto alcuno come aveva fatto per anni e, come previsto, al mio rifiuto sfacciato seguì una lunga serie di ritorsioni e di conflitti accesi, soprattutto davanti ai bambini: ecco, quella era la sua nuova arma!

Anni prima aveva coinvolto i familiari, ora voleva farmi apparire come una mamma egoista, così faceva la vittima davanti ai nostri figli.

Non mi scoraggiai e andai avanti per la mia strada, non potevo permettere più a quelle mani di toccarmi, a quel sesso di strusciarmi addosso freneticamente nella ricerca di un piacere a senso unico, preferivo di gran lunga mantenere il rispetto di me e dei miei desideri!

 Fu un periodo tremendo, quello, la rabbia incontenibile di Giulio non aveva limiti e vivere nella stessa casa da "separati" era uno stillicidio continuo.

Di contro avevo l'amore di Pietro, seppur sussurrato a un telefono o digitato in un'anonima chat, la pazienza di lui di ascoltarmi, la sua determinazione quando aveva dovuto scuotermi perchè mi dessi da fare per non precipitare nella depressione dovuta a un inevitabile senso di impotenza nel poter cambiare le cose, l'incoraggiamento quando tutto andava male anche con i ragazzi, il sostegno e la forza nell'incitarmi a non cedere alle provocazioni di Giulio che avrebbero potuto innescare uno di quei meccanismi fatali di cui, a volte, si legge sui giornali il tragico epilogo finale; ricordo che talvolta Pietro mi confessava quanto fosse grande la sua paura che io potessi reagire in malo modo agli attacchi continui di Giulio e che quest'ultimo potesse trovare l'occasione per vendicarsi!

Un anno dopo Giulio capì che non avrebbe potuto farmi cambiare idea e fece le valigie trasformando la nostra "separazione in casa" in "separazione di fatto" e lì cominciai a rimboccarmi le maniche per recuperare il rapporto con i miei figli e per dare loro l'equilibrio che oramai vacillava.

Passò ancora qualche mese prima che io e Pietro potessimo rivederci... nel corso di quell'anno tremendo capitava spesso di ricordare la tenerezza del nostro primo incontro e di riviverla attimo per attimo... e nel ricordarla, ogni volta, ci ritrovavamo eccitati da morire... il desiderio che avevamo l'uno dell'altra si accresceva ogni giorno di più, probabilmente anche in virtù del mancato appagamento dello stesso... eravamo lontani, molto, era un dato di fatto, potevamo soltanto comunicare a parole scritte attraverso lunghe e-mail o in chat... e fu in una delle nostre chattate/ricordo che cominciò il nostro rapporto virtualsessuale... ricordavamo i nostri baci, le lingue che si intrecciavano, le mani che correvano lungo i nostri corpi, il nostro assaporarci a vicenda e la voglia cresceva, cresceva, cresceva a dismisura... ci confessammo la nostra vicendevole  eccitazione e da lì a masturbarci il passo fu breve...

Comiciò così il nostro gioco, fatto di complicità e fantasia... ci comunicavamo cosa avremmo desiderato fare o ricevere in quell'istante e ci masturbavamo insieme, oppure chiedevamo in tutta libertà di agire in un certo modo, toccandoci così come avrebbe voluto toccarci l'altro in quell'istante e sincronizzavamo i gesti in modo da avere l'orgasmo in contemporanea.

Certo, non era il massimo, agli occhi di chiunque tutto questo poteva apparire squallido e perverso ma né io, né Pietro, ci vedevamo del misero nelle nostre azioni: era l'unico modo che avevamo a disposizione per far vivere quell'amore inespresso che era nato senza che nessuno dei due l'avesse richiesto!

Al telefono parlavamo molto sempre di tutto ma quando ci prendeva la nostalgia dovevamo consolarci in qualche modo, così proseguivamo a toccarci senza mani, a leccarci senza lingua, a penetrarci senza sfiorarci nemmeno... e quando sentivamo i gemiti l'uno dell'altra e l'esplosione finale era come se davvero fossimo stati insieme... condividevamo il tutto, seppur a un telefono!

Qualche volta, quando lui era in casa, avevamo perfino cominciato a giocare attraverso lo scambio di sms provocanti ed erotici al massimo... finchè Pietro non si chiudeva in bagno e mi chiamava per l'atto finale...

Tutto questo ci rese pronti e, sicuramente, sessualmente più disinibiti e aperti a ogni novità quando finalmente potemmo riabbracciarci sul serio... oramai avevamo imparato quali fossero le cose che ci sarebbe piaciuto ricevere dall'altro e quali avremmo voluto far provare, anche il comunicarsi i modo in cui ci si masturbava aveva accresciuto in noi, ma soprattutto in me, la consapevolezza che in amore nulla fosse impossibile o sporco se alla base ci fossero stati l'assenza del giudizio e la certezza della disponibiltà verso il nuovo, a meno che non fosse qualcosa di non gradito...

Il giorno in cui Pietro mi comunicò che avrebbe potuto spostarsi con la scusa del lavoro e avrebbe potuto alloggiare molto vicino alla mia città piansi di gioia: finalmente quegli abbracci, quelle carezze, quei baci sarebbero stati di nuovo realtà!

 
 
 
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