Un blog creato da erotica_2007 il 26/07/2007

SESSO E VOLENTIERI

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« LA VACANZA CONTINUA, MA...ANCORA DELUSIONI... »

PRIMA DELUSIONE...

Post n°39 pubblicato il 22 Maggio 2008 da erotica_2007

Quando il mattino entrò prepotente nella camera ci svegliammo ancora abbracciati, il calore dei nostri corpi e i nostri odori mi inebriavano... un sottofondo di tristezza era ancora dentro me anche se cercavo di non darlo a vedere ma Pietro, empatico e in sintonia come sempre, lo avvertiva: notavo nella profondità dei suoi occhi qualcosa di diverso, non mi aveva mai vista prima in quelle condizioni ed ero stata sempre forte, mi ero mostrata sempre tranquilla, conscia della nostra precaria condizione che avevo accettato comunque...

"Non voglio farti del male..." era la frase che sentivo martellare in continuazione...

Ci stringemmo forte... il desiderio era evidente, la passione non accennava a diminuire, cominciammo ad accarezzarci lentamente e facemmo all'amore con dolcezza...

"E' bellissimo dormire con te, svegliarmi con te..."

"Non hai dormito molto, però..."

"Vero, dormito pochissimo... ma non potevo perdermi l'occasione di guardarti mentre eri così indifeso e abbandonato..."

"Ti amo, piccola, non immagini quanto... amo tutto di te..."

"Anch'io amore... "

"Ma non sopporto l'idea che tu stia male... non è giusto... forse ho sbagliato, forse abbiamo sbagliato..."

"Ma che dici Pietro? Cosa abbiamo sbagliato?"

"...abbiamo sbagliato a innamorarci..."

"Lo pensi davvero, Pietro?"

"Mary, quando stanotte t'ho vista ridotta in quello stato l'ho pensato sul serio, sì... questo amore dovrebbe darci gioia, non dolore... io mi sento in colpa perché non posso darti ciò che dovrei, ciò che meriti... tu meriti di più, meriti un amore da vivere giorno per giorno e non un amore che ti consente di stare con chi ami una volta ogni tanto..."

"Pietro, ne abbiamo già parlato, io non voglio un amore qualsiasi, voglio il tuo! Voglio te, sei tu la persona che amo... io non ho mai amato nessuno in questo modo e non credo di poter avere altre opportunità ora che so che esisti!"

"Tesoro... anch'io non ho mai amato così, é la prima volta che mi capita, te lo giuro... una donna con cui posso parlare di tutto, che sa ascoltarmi, che sa accettare tutto di me, che non esprime giudizi a priori, bella, intelligente, vera, spontanea, che dice quello che pensa senza filtrarlo e con la quale io posso esprimermi senza mediazione alcuna... sei la mia donna ideale, Mary... ma io forse non sono l'uomo ideale per te..."

"Pietro! Smettila adesso! Basta! Non sei tu quello che dice che bisogna vivere giorno per giorno, attimo per attimo?"

"Sì..."

"E allora viviamo... basta..."

"Ok..."

"Andiamo a far colazione? Ho fame..."

"Ok....scendiamo..."

In realtà di fame ne avevo pochissima ma non avevo intenzione di rovinarmi la giornata: ero lì, ero con Pietro e volevo ad ogni costo eliminare quel senso di oppressione che sentivo allo stomaco...

Percepivo però nell'aria qualcosa che mi faceva star male, non riuscivo a darle  un nome, né rintacciavo la causa...

Ci preparammo e facemmo colazione, poi lo vidi approssimarsi verso la hall per pagare il conto... il pomeriggio precedente gli avevo detto che mi sarei sentita più tranquilla se ci fossimo avvicinati alla località dove viveva la mia amica, quella che sarei andata a trovare e, quindi, non mi feci domande...

Risalimmo in camera a sistemare i bagagli e ci incamminammo verso l'auto: di nuovo in viaggio!

Sembravamo tranquilli come sempre ma, in realtà, una strana sensazione permaneva dentro me e avvertivo, a tratti, una specie di imbarazzo...

Telefonai alla mia amica per avvertirla del mio avvicinamento: non sapevo ancora che ci saremmo viste prima del previsto!

Pietro, il giorno prima, aveva chiamato a casa in mia presenza dicendo che non sapeva se sarebbe stato fuori una notte o due... riattaccando mi aveva spiegato che era preferibile non dare nulla per sicuro e lasciare tutti quanti nell'incertezza per non destar sospetti ma avevo avuto l'impressione che fosse rimasto in qualche modo turbato, però avevo subito scacciato via il pensiero molesto.

Per il pranzo decidemmo di fermarci in un posto che sembrava accattivante: avevamo scelto di non percorrere l'autostrada per godere della vista di panorami suggestivi visto che non avevamo fretta di arrivare...

Il ristorante, un posto rustico definito in legno, era fornito di un'ampia veranda ben ventilata così scegliemmo di sederci fuori... ordinammo un pasto piuttosto semplice e dividemmo un secondo, poi riprendemmo la marcia...

In macchina parlavamo tanto, ci scambiavamo gesti affettuosi quando il percorso lo consentiva, eravamo sereni... in apparenza forse, col senno del poi...

Nel pomeriggio, giunti in prossimità di una famosa località balneare, decidemmo di fermarci e prendere un caffè e un gelato, così, dopo aver parcheggiato, ci dirigemmo verso un bar la cui terrazza si affacciava sul mare.

Mentre eravamo lì a chiacchierare del più e del meno, arrivò la botta:

" Vuoi chiamare la tua amica e dirle che stasera sei da lei?"

"Che vuoi dire Pietro?"

"E' meglio che io torni a casa.."

"Come sarebbe a dire? Ma ... non avevi detto che forse stavi fuori due notti? E' successo qualcosa? Ti ha detto qualcos'altro poco stamattina quando hai chiamato?"

"No, lei non ha detto nulla ma é meglio che torni a casa, non sono tranquillo..."

"Ma perché non sei tranquillo? Cosa ti rende inquieto?"

"Non lo so, una sensazione..."

"Stiamo insieme questa notte e domattina..."

"...no, Mary... é meglio così... ho la sensazione che stiamo sbagliando tutto... non voglio farti soffrire e invece lo sto facendo..."

"Pietro, ancora quella storia? Ti prego... non pensiamoci più adesso..."

"Mary, fidati: é meglio così..."

Mi sentii morire e mi bloccai, le parole che avrei voluto dire mi restavano in gola, non avevo mai provato sensazioni negative con Pietro ed era come se fossi del tutto impreparata ad affrontare quella situazione; la vecchia Mary, quella che ingoiava in silenzio i pensieri e le parole impedendo loro di venir fuori emergeva di nuovo di fronte a un evento negativo come quello... non riuscivo a capire perché mi ritrovassi incapace di parlare, di esprimere quanto avevo dentro, il male che stavo provando: ora sì che mi stava facendo del male togliendomi anche quel poco a cui potevo aspirare d'aver diritto ma non riuscivo a dirglielo...

Mi sentii scaraventata a forza nel passato, alla mia vita con Giulio: quanti silenzi erano stati carichi di parole e di dolore! La storia sembrava ripetersi e, come quando ci si ritrova a rivivere un vecchio trauma, ero lì, immobile e muta, accettavo quella decisione senza più obiettare, l'avevo fatto per poco, senza incidere più di tanto, dopo capii che quella fu la prima umiliazione che subii da Pietro ma non ne ero consapevole in quel momento.

Per reazione chiamai la mia amica, le dissi del mio arrivo anticipato, lei non si scompose e fu felice, mi disse che mi avrebbe lasciato la chiave in portineria in caso fosse stata ancora fuori dato che non ero certa dell'ora...

Il resto della nostra "vacanza" fu inciso da un pesante silenzio che ricordo ancora come un gravoso macigno, un nodo alla gola mi impediva in ogni caso di dire qualsiasi cosa. il verdetto era stato emesso! Giungemmo a casa di Simona intorno alle 18.00, Pietro mi aiutò a scendere le valigie e mi salutò con un abbraccio intenso e un lungo bacio... non mi fermai a guardare la sua auto andar via, mi faceva troppo male...

Trattenni le lacrime finchè non fui di sopra: per fortuna Simona era ancora fuori così, varcata la soglia di casa, ebbi la possibilità di piangere tutte le mie lacrime senza esser vista da qualcuno... sul tavolo in cucina un biglietto " Se stai leggendo vuol dire che sei arrivata prima di me: benvenuta! Mi spiace di non esserci, arriverò intorno alle 19.30... la mia casa è la tua, fai quello che ti pare purché ti senta a tuo agio! Ti ho liberato l'armadietto della stanzetta... a tra poco..."

Mi stesi sul letto e mi raggomitolai per cercare di sopportare al meglio quel dolore inaspettato e piansi fino a sfinirmi... squillò il cellulare: era Pietro!

"Mary... come stai?"

"E me lo chiedi?"

"Tesoro mio... quanto male ti sto facendo!"

"Non importa, evidentemente è il mio destino... le cose belle non fanno per me e, quando arrivano, debbono prendere le distanze..."

"Non dire così amore... sto male anch'io..."

"Allora perché sei andato via?"

"Credimi, non lo so... ho avuto paura..."

"Paura di cosa? Di me?"

"Non mi sentivo tranquillo, Mary... avevo paura di essere scoperto, non so perché... come se... pensvo che se fossi rimasto lei avrebbe potuto capire... ho sentito come la spinta irrefrenabile a rientrare... ti prego... non fare così..."

"Sto male, Pietro, sto male... non me l'aspettavo che andasse così... potevi dirmelo prima che avevi l'intenzione di andar via subito, potevi prepararmi... non ho mai creato problemi, lo sai..."

"Perdonami Mary, é stato un impulso che ho dovuto assecondare... forse sono stato precipitoso..."

"Dove sei adesso?"

"Mancano 10 minuti e sono a casa..."

"Ci hai ripensato?"

"Anche se l'avessi fatto non potrei più cambiare idea: ho già avvisato del mio rientro..."

"Ok..."

"Buona serata amore... cerca di star bene..."

"Ci proverò..."

"Simona é già arrivata?"

"Non ancora... ed è stato meglio così..."

"Che farai adesso?"

"Farò una doccia, mi renderò presentabile e dovrò fingere che tutto vada bene..."

"Ok... Mary?"

"Sì...?"

"Ti amo... non dimenticarlo mai... perdonami..."

"Ti amo anch'io..."

"Ciao tesoro... a domani... ti chiamo: vuoi?"

"Non lo so... anzi... sì... chiamami... ciao..."

Il mio pianto si fece disperato... no riuscivo a crederci, aveva avuto paura di essere scoperto ma non era accaduto nulla che potesse farglielo pensare! Ed era amore quello? Mi aveva regalato l'illusione di alcuni giorni da trascorrere insieme, finalmente... avevamo atteso per mesi di rivederci, l'ansia, le aspettative e poi? La paura!

La paura!

S'era fatto prendere dal panico!

E il panico non lo aveva fatto ragionare, gli aveva ordinato di tornare a casa e lui, da bravo soldatino, aveva obbedito!

E io? Quanto contavo veramente per lui? Quanto? Se aveva potuto decidere di "abbandonarmi" da un momento all'altro... sì, abbandonarmi... era l'abbandono che avevo vissuto e mi ero sentita di nuovo sola, sola come ero stata per anni pur vivendo con Giulio, sola e poco importante...

Rimasi in preda all'angoscia ancora un po' poi, gettato uno sguardo all'orologio, mi resi conto che Simona sarebbe arrivata di lì a poco: non volevo che mi trovasse in quelle condizioni e dcisi di darmi una mossa...

Ero sotto la doccia quando sentii la voce allegra e  squillante di Simona: "Tesorooooooooooo! Sono arrivataaaaaaa!"

"Ciao Simooooooooo... un attimo e sono da te!"

 
 
 
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