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la fame nervosa, come calmarla, http://www.fitness al femminile.it

Post n°2 pubblicato il 11 Dicembre 2009 da clericiangela
 
Foto di clericiangela

 

 

 

 

 

 

 

 LA FAME "NERVOSA"

http://www.fitnessalfemminile.it

 

 

Proteine concentrate del fagiolo bianco, foglie di cactus, aceto di mele, estratto

di melograno, olio di pesce, ippocastano: questa è solo una piccola parte di ciò

che siamo disposti ad assumere pur di ridurre inestetismi e chili in eccesso.

E pur di vendere la "pillola magica" che risolva in poco tempo il problema,

molte industrie hanno invaso farmacie, erboristerie, supermercati con

ammalianti confezioni contenenti "prodotti miracolosi".

Da un'indagine del 2001 condotta su 17.000 individui è emerso che gli italiani,

in tema di benessere fisico, sono pieni di buone intenzioni. Sembrano cioè

tenere alla forma fisica e, attenti ai chili di troppo, seguono - magari senza

continuità - le più svariate diete dimagranti. Per perdere peso si affidano a

prodotti dietetici i più diversi. Però non danno alla nutrizione una reale

importanza e così acquistano caramelle o biscotti senza zucchero, bevande

"light", tisane dimagranti di non provata efficacia, compresse per diminuire il

senso di fame, dolcificanti.

Questi comportamenti denotano confusione e vi prevale un atteggiamento

consumistico: compero qualcosa e quindi faccio qualcosa per dimagrire.

Quale può essere una giusta alternativa?

 

 

Facile: acquisire vere nozioni di

educazione alimentare.

Le informazioni fornite dai mass media concorrono spesso a disorientare il

consumatore, perché se da un lato invogliano a comprare (e mangiare) di

tutto, dall'altro propongono un modello uniforme costituito da un individuo

adulto giovanile e in perfetta forma fisica. E allora? Allora ecco scendere in

campo decine di prodotti, fra pasti sostitutivi (frappè, barrette, minestroni

leggeri e primi piatti in genere) e integratori "sazianti", "bruciagrassi" o

"bruciacalorie" (capsule, gocce, fiale), fino ad arrivare ai veri e propri farmaci

(diuretici, xenical, sibutramina).

E come regolarsi con i cosiddetti "preparati dimagranti"? Quali sono i loro

meccanismi d'azione? E sono davvero efficaci o invece addirittura pericolosi,

come dice qualcuno? Bisogna specificare, innanzi tutto, che non tutti i

preparati svolgono la stessa azione: alcuni accelerano il metabolismo, altri

riducono il senso di fame, altri ancora eliminerebbero (qui è d'obbligo usare il

condizionale e mettere un punto interrogativo) grassi o zuccheri. Ad esempio

quelli a base di fucus, un'alga che vive nei mari freddi, grazie al loro contenuto

di iodio stimolerebbero la tiroide, agendo sul metabolismo. Inoltre l'alga ha un

potere assorbente pari a 100 volte il proprio peso, per cui da qui deriverebbe

una pretesa azione anticellulitica. La verità è che solo chi è ipotiroideo

potrebbe beneficiare di questa azione: quindi, in generale, un numero ristretto

di persone.

I prodotti dimagranti non sono tutti uguali. Da una categoria all'altra cambiano

i loro componenti e quindi gli obiettivi prefissati. Se un consiglio si può dare, è

quello di non ricorrervi con leggerezza.

I sostitutivi del pasto possono essere considerati utili quando non si ha tempo

di preparare un pasto equilibrato. È però importante conoscere le differenze

che esistono tra un prodotto e l'altro. Frappè o frullati, se preparati con latte,

apportano dalle 120 alle 200 kcal; le barrette oltre le 150 kcal l'una; i primi

piatti (dalle creme di verdura alle pastasciutte) dalle 90 alle oltre 300 kcal. Di

per sé, dunque, quei prodotti non sono dimagranti e vanno uniti a un

programma dietoterapico. Anche se pratici, non sono educativi e "snaturano" il

rapporto con il cibo, obbligando ad assumere un prodotto innaturale che, tra

l'altro, di solito non riesce convincente sull'appetito.

I principali sono integratori a base di

 

 

glucomannano, gomma guar

,

cellulosa

 

 

e inulina

. Sono tutte sostanze vegetali che non vengono digerite

dall'intestino; a contatto con l'acqua si gonfiano e formano nello stomaco una

gelatina che conferisce un senso di sazietà, riducendo così lo stimolo della

fame. Per ottenere l'effetto desiderato devono essere assunte con abbondanti

quantità di acqua, ovvero almeno 1 bicchiere pieno. Gli effetti indesiderati

riscontrati durante l'uso sono di modesta entità (mal di pancia, formazione di

gas nell'intestino e, raramente, diarrea). Quanti sono in cura per disturbi di

cuore, diabete, epilessia, e le donne in trattamento con contraccettivi orali

devono assumere i prodotti a base di fibre a distanza di 1-2 ore dai farmaci

abituali, per scongiurare l'evenienza di una possibile riduzione di effetto.

Altre fibre, come la

 

 

crusca e lo psyllo

, per la loro capacità di aumentare la

massa fecale e accelerare il transito intestinale vengono di preferenza utilizzate

in caso di stitichezza.

Il

 

 

chitosano

si ricava per trasformazione chimica dal guscio dei crostacei.

Grazie a una struttura molto simile a quella della cellulosa, raggiunto l'intestino

"cattura" i grassi presenti nei cibi riducendone di circa il 30% l'assimilazione.

Proprio per questo meccanismo d'azione, il chitosano potrebbe essere definito

un vero e proprio "mangiagrassi" naturale. Occorre evidenziare tuttavia che

una simile attività nei confronti dei grassi alimentari è stata evidenziata

soprattutto in studi condotti su animali: nell'uomo è risultato efficace (in

termini di calo ponderale) solo se assunto nell'ambito di un regime dietetico

ipocalorico, però la qualità degli studi non consente di esprimere giudizi. Il

chitosano è ben tollerato, ma non va assunto da persone con manifesta allergia

ai crostacei e al pesce in generale; inoltre è sconsigliato, per mancanza di dati,

nei bambini e nelle donne in gravidanza. Infine, può ridurre l'assorbimento di

eventuali farmaci assunti e di alcune vitamine e minerali che normalmente

vengono veicolati dai grassi presenti negli alimenti. Essendo una sostanza

fibrosa, deve essere assunta 30 minuti prima dei pasti con abbondanti

quantitativi di acqua, per favorire il rigonfiamento della fibra e conferire un

senso di sazietà.

Altri integratori contengono estratto secco di

 

 

citrus aurantium

, ottenuto dal

frutto acerbo e disseccato dalla pianta di arancio amaro. Il citrus aurantium

sembra influire sui processi che regolano la termogenesi dell'organismo, con

azione selettiva nei confronti della massa grassa. Questa attività termogenetica

selettiva sembra imputabile alla presenza di

 

 

sinefrina

, una sostanza in grado

di agire su particolari distretti dell'organismo, fra cui il tessuto adiposo e il

fegato.

Poiché da studi effettuati su animali è emersa una sua possibile tossicità

cardiovascolare, è sconsigliata l'assunzione di prodotti che ne contengono a chi

soffre di malattie cardiovascolari e ipertensione arteriosa, alle donne in

gravidanza, durante l'allattamento e ai bambini al di sotto dei 12 anni. Saranno

comunque necessari studi più approfonditi per stabilire la reale efficacia di

questa sostanza nella riduzione del peso corporeo e per confermare l'eventuale

presenza di effetti indesiderati.

Da qualche anno il

 

 

picolinato di cromo e il lievito al cromo

, si sono ritagliati

 
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