ROBERTO EUSEBIO
PROFESSIONISTA FITNESS, CAMPIONE NAZIONALE ASSOLUTO DI BODYFITNESS, PERSONAL TRAINER, FITNESS CONSULTINGMAMMA – BEBE’, FITNESS PROGRAM
di Angela Clerici
Dopo la ginnastica pre-parto che aiuta le neo mamme ad arrivare in ottima forma ed affrontare il momento magico del concepimento, ecco che arriva la novita’ della ginnastica post parto.
L’esigenza di rimettersi in forma da subito o quasi dopo il parto diventa essenziale per coloro che non vogliono rinunciare alla loro forma fisica, senza naturalmente togliere momenti preziosi al piccolo nascituro.
Certo che essenziale in questo allenamento tenere presente che le neo mamme stanno allattando, quindi e’ importante creare un programma mirato, che non alteri le proprieta’ del latte materno.
E’ un programma infatti specializzato per tale delicato periodo.
Ideato quindi per neo-mamme che hanno partorito dal almeno sei settimane e i loro bambini dai 2 ai 24 mesi.
Mamme che vogliono ritrovare una perfetta forma psico-fisica, che vogliono dedicare un’ora a se’ stesse senza nulla togliere al loro bambino, svolgendo in sinergia esercizi di tonificazione e di allungamento utilizzando carrozzina, passeggino o marsupio che diventa parte integrante della lezione.
Tale allenamento prevede una prima parte composta da esercizi di tonificazione che coinvolgono tutti i distretti muscolari, ponendo particolare attenzione nel recupero della muscolatura addominale e pelvica persa durante la gravidanza.
Esercizi mirati a combattere l’addome lasso, l’incontinenza urinaria da sforzo, i rotolini rimasti di troppo …, e una seconda parte con esercizi di allungamento per eliminare dolore alla schiena, dolori nella parte dorsale causati da una postura scorretta durante l’ allattamento.
Ginnastica utile anche per le mamme che non vogliono o non possono “parcheggiare” i loro bimbi, Ginnastica che diventa un ottimo deterrente per far divertire anche i piccoli che vengono coinvolti in esercizi dalle loro mamme.
Per l’ennesima volta viene provato come l’attivita’ fisica possa essere effettuata da chiunque senza controindicazioni deleterie per il fisico e per la mente.
Infatti questa ginnastica post parto, come lo sport in genere diventa una caratteristica distintiva dell’approccio della donna con se stessa !!
Angela Clerici
Professionista Fitness, Personal Trainer
Tel. 0039 349 7507958
http://www.finessalfemminile.it
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LE DIETE DISSOCIATE http://www.fitnessalfemminile.it Ecco che dall'America arriva la nuova dieta (una delle tante) a base di carne: niente carboidrati, quindi niente pasta, pane e dolci; pochissima frutta e verdura, molta carne e molto pesce. Prima che quest'ennesima panacea diventi una moda, occorre ricordare che a dimagrire può essere il consumatore, ma chi sicuramente ingrassa sono le tasche di chi propone la dieta. Tutti i dietologi sono convinti che dimagrire vuol dire mangiare comunque meno. Il problema è che non tutti sono persuasi che siano solo le calorie a dover essere ridotte. A questo proposito sono state elaborate varie diete alternative, che tengono in grande considerazione anche il tipo di alimento che si sceglie e la sua distribuzione nei vari pasti. Poiché è chiaro che esistono differenze anche sostanziali a livello metabolico, ormonale, psicologico tra individuo e individuo, è evidente che se taluni possono iper-alimentarsi senza ingrassare per altri è quotidiana la lotta con la bilancia. Le differenze individuali hanno da sempre consentito a molti operatori (anche non medici) di intraprendere la via del business dietologico, raccogliendo seguaci più o meno sprovveduti: e da qui derivano diete di tutti i colori, espedienti pericolosi per la salute, ciarlatanerie e convincimenti bislacchi, intingoli nutrizionali e quant'altro la mente umana è in grado di partorire. Ma il problema di fondo è questo: prescrivere a un paziente sovrappeso o obeso una dieta in cui cinque volte al giorno si mangia di tutto, un po' di meno, non è affascinante quanto una dieta dell'uva, dello yogurt, del minestrone, a zona, del fantino, o quanto un ancor più pericoloso digiuno. E va ricordata qui la famosa categoria delle diete dissociate: carboidrati a pranzo, proteine la sera. Secondo tali diete non si devono "mescolare" carboidrati e proteine, ovvero pasta e carne. I sostenitori dì questo indirizzo affermano che la loro dieta è equilibratissima, anche se non vengono assunti tutti i nutrienti contemporaneamente, dato che suggeriscono di non associare i glucidi, i protidi e i grassi nello stesso pasto. Ma perché far questo? Perché l'uomo - rispondono - è l'unico animale che mangia nello stesso pasto una gran varietà di cibi di tutti i tipi. La prima dieta dissociata fu ideata dal gastroenterologo americano Howard Ray negli anni '30 e si basa sul concetto di non abbinare alimenti fra loro "in conflitto". Di solito l'unità della dissociazione è il pasto o il giorno: e all'interno dell'unità si devono seguire norme molto rigide che proibiscono l'associazione di certi cibi. Esistono molte varianti e purtroppo anche diete serie hanno preso alcuni concetti in prestito dalle diete dissociate: per esempio l'idea che sia opportuno non assumere frutta al termine del pasto o altre sciocchezze del genere. In Tabella 1 sono riportate alcune tra le principali diete dissociate. Tabella 1 DIETA DISSOCIATA CLASSICA (di Antoine) Ogni giorno si mangia un unico tipo di alimento, a volontà, scelto fra latticini, verdure, frutta, uova, carne e pesce. Non sono ammessi alcol e dolci. DIETA DI SHELTON È una variante della precedente che pone anche l'obbligo di non mescolare carboidrati, proteine e grassi. Gli alimenti sono suddivisi in più classi da associare e dissociare fino all'esasperazione. DIETA DI BEVERLY HILLS La dieta permette solo le combinazioni di proteine con proteine, carboidrati con carboidrati, frutta con frutta. Nei primi dieci giorni si segue una monodieta a base di frutta. In effetti le diete dissociate sono monotone e questa caratteristica consente, in alcuni casi, una riduzione del peso corporeo. Da sempre, infatti, un regime alimentare variato è più appetibile rispetto a pochi e ripetuti alimenti giornalieri. Nelle diete dissociate gli alimenti sono divisi in due gruppi: acidi (carne, pesce, uova, formaggi, etc.) e alcalini (pane, pasta, riso, legumi, patate, ecc.). Grassi, verdure e spezie, appartenenti a un gruppo neutro, possono essere addizionati liberamente agli altri due, ma è essenziale mescolare il meno possibile i cibi tra loro, per evitare problemi a livello digestivo e per impiegare contemporaneamente enzimi di segno opposto (acido e alcalino). I sostenitori di queste diete sostengono poi che alcune combinazioni scorrette tra amidi, proteine e lipidi possono provocare dispepsia, fermentazioni intestinali, intolleranze, pesantezza, alitosi e gonfiori. "Un corretto accostamento dei cibi, permette di mantenere la linea, di disintossicare il corpo, di mettere in evidenza le intolleranze alimentari", affermano i sostenitori delle diete dissociate. Il problema è che tutto questo non è provato, in linea generale, ed è possibile soltanto in taluni individui. Pertanto come regola generale si assume il singolo comportamento. La quasi totalità degli alimenti è formata da proteine, carboidrati e lipidi. Infatti, tranne per i grassi (condimenti) e lo zucchero aggiunto (ad esempio saccarosio), è difficile separare negli alimenti proteine, zuccheri e grassi (Tabella 2). Tabella 2 PROTEINE ZUCCHERI GRASSI UOVO
13.0 1.0 11.1
LATTE INTERO
3.1 4.8 3.4
PANE INTEGRALE
7.5 53.8 1.3
PASTA
10.8 23.8 0.6
NOCI
10.5 5.5 57.7 (fonte: Istituto Nazionale della Nutrizione, 2000)
La stroncatura delle diete dissociate è venuta da uno studio pubblicato nel
2000 dall'International Journal of Obesity. Per un mese e mezzo sono stati
seguiti 57 obesi, suddivisi in due gruppi, uno assegnato a una dieta dissociata
e uno che seguiva una dieta bilanciata. Entrambi i gruppi rispettavano un
regime ipocalorico (1100 kcalorie). Ebbene, al termine del periodo di
osservazione, il gruppo dissociato era sceso mediamente di 1,5 kg in meno
rispetto a quello che aveva rispettato un'alimentazione bilanciata. In assenza di
fondamenti scientifici, la diffusione delle diete dissociate, che agisce
sull'immaginario collettivo, appare dunque soltanto un enorme affare
economico.
È anche vero che talora le diete dissociate vengono impiegate in campo
sportivo, per quanto i dietologi affermino che non esistono strategie alimentari
"miracolose", capaci di trasformare un atleta poco dotato in un campione. Nei
maratoneti, ad esempio, lo scopo di alcune strategie alimentari quali le diete
dissociate è aumentare le scorte nell'organismo di glicogeno, che costituiscono
la fonte di energia utilizzabile in un tempo ridottissimo e con grandi risultati. In
un individuo normale la quantità di glicogeno nei muscoli è circa 1.5 grammi
per 100 grammi di muscolo; ma dopo uno sforzo intenso e prolungato la
quantità di glicogeno si abbassa notevolmente. È noto inoltre che
alimentandosi, nei giorni successivi a uno sforzo fisico elevato, con cibi a base
di carboidrati la quantità dei depositi di glicogeno nei muscoli aumenta di
nuovo.
La dieta dissociata che spesso viene seguita per una settimana prima della
maratona prende il nome dal fatto che i nutrienti non vengono assunti assieme
ma separatamente: dapprima proteine e grassi per tre giorni (dieta
ipoglicidica), poi carboidrati per altri tre giorni (dieta iperglicidica). Gli atleti,
comunque, vanno incontro a svariati tipi di disagi, contro i pochi vantaggi che
si ottengono seguendo una dieta dissociata: è per questo che molti hanno
deciso di abbandonare le strategie alimentari complesse di questo tipo.
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LA FAME "NERVOSA" http://www.fitnessalfemminile.it Proteine concentrate del fagiolo bianco, foglie di cactus, aceto di mele, estratto di melograno, olio di pesce, ippocastano: questa è solo una piccola parte di ciò che siamo disposti ad assumere pur di ridurre inestetismi e chili in eccesso. E pur di vendere la "pillola magica" che risolva in poco tempo il problema, molte industrie hanno invaso farmacie, erboristerie, supermercati con ammalianti confezioni contenenti "prodotti miracolosi". Da un'indagine del 2001 condotta su 17.000 individui è emerso che gli italiani, in tema di benessere fisico, sono pieni di buone intenzioni. Sembrano cioè tenere alla forma fisica e, attenti ai chili di troppo, seguono - magari senza continuità - le più svariate diete dimagranti. Per perdere peso si affidano a prodotti dietetici i più diversi. Però non danno alla nutrizione una reale importanza e così acquistano caramelle o biscotti senza zucchero, bevande "light", tisane dimagranti di non provata efficacia, compresse per diminuire il senso di fame, dolcificanti. Questi comportamenti denotano confusione e vi prevale un atteggiamento consumistico: compero qualcosa e quindi faccio qualcosa per dimagrire. Quale può essere una giusta alternativa?
Facile: acquisire vere nozioni di educazione alimentare.
Le informazioni fornite dai mass media concorrono spesso a disorientare il
consumatore, perché se da un lato invogliano a comprare (e mangiare) di
tutto, dall'altro propongono un modello uniforme costituito da un individuo
adulto giovanile e in perfetta forma fisica. E allora? Allora ecco scendere in
campo decine di prodotti, fra pasti sostitutivi (frappè, barrette, minestroni
leggeri e primi piatti in genere) e integratori "sazianti", "bruciagrassi" o
"bruciacalorie" (capsule, gocce, fiale), fino ad arrivare ai veri e propri farmaci
(diuretici, xenical, sibutramina).
E come regolarsi con i cosiddetti "preparati dimagranti"? Quali sono i loro
meccanismi d'azione? E sono davvero efficaci o invece addirittura pericolosi,
come dice qualcuno? Bisogna specificare, innanzi tutto, che non tutti i
preparati svolgono la stessa azione: alcuni accelerano il metabolismo, altri
riducono il senso di fame, altri ancora eliminerebbero (qui è d'obbligo usare il
condizionale e mettere un punto interrogativo) grassi o zuccheri. Ad esempio
quelli a base di fucus, un'alga che vive nei mari freddi, grazie al loro contenuto
di iodio stimolerebbero la tiroide, agendo sul metabolismo. Inoltre l'alga ha un
potere assorbente pari a 100 volte il proprio peso, per cui da qui deriverebbe
una pretesa azione anticellulitica. La verità è che solo chi è ipotiroideo
potrebbe beneficiare di questa azione: quindi, in generale, un numero ristretto
di persone.
I prodotti dimagranti non sono tutti uguali. Da una categoria all'altra cambiano
i loro componenti e quindi gli obiettivi prefissati. Se un consiglio si può dare, è
quello di non ricorrervi con leggerezza.
I sostitutivi del pasto possono essere considerati utili quando non si ha tempo
di preparare un pasto equilibrato. È però importante conoscere le differenze
che esistono tra un prodotto e l'altro. Frappè o frullati, se preparati con latte,
apportano dalle 120 alle 200 kcal; le barrette oltre le 150 kcal l'una; i primi
piatti (dalle creme di verdura alle pastasciutte) dalle 90 alle oltre 300 kcal. Di
per sé, dunque, quei prodotti non sono dimagranti e vanno uniti a un
programma dietoterapico. Anche se pratici, non sono educativi e "snaturano" il
rapporto con il cibo, obbligando ad assumere un prodotto innaturale che, tra
l'altro, di solito non riesce convincente sull'appetito.
I principali sono integratori a base di
glucomannano, gomma guar
,
cellulosa
e inulina
. Sono tutte sostanze vegetali che non vengono digerite dall'intestino; a contatto con l'acqua si gonfiano e formano nello stomaco una gelatina che conferisce un senso di sazietà, riducendo così lo stimolo della fame. Per ottenere l'effetto desiderato devono essere assunte con abbondanti quantità di acqua, ovvero almeno 1 bicchiere pieno. Gli effetti indesiderati riscontrati durante l'uso sono di modesta entità (mal di pancia, formazione di gas nell'intestino e, raramente, diarrea). Quanti sono in cura per disturbi di cuore, diabete, epilessia, e le donne in trattamento con contraccettivi orali devono assumere i prodotti a base di fibre a distanza di 1-2 ore dai farmaci abituali, per scongiurare l'evenienza di una possibile riduzione di effetto. Altre fibre, come la
crusca e lo psyllo
, per la loro capacità di aumentare la massa fecale e accelerare il transito intestinale vengono di preferenza utilizzate in caso di stitichezza. Il
chitosano
si ricava per trasformazione chimica dal guscio dei crostacei. Grazie a una struttura molto simile a quella della cellulosa, raggiunto l'intestino "cattura" i grassi presenti nei cibi riducendone di circa il 30% l'assimilazione. Proprio per questo meccanismo d'azione, il chitosano potrebbe essere definito un vero e proprio "mangiagrassi" naturale. Occorre evidenziare tuttavia che una simile attività nei confronti dei grassi alimentari è stata evidenziata soprattutto in studi condotti su animali: nell'uomo è risultato efficace (in termini di calo ponderale) solo se assunto nell'ambito di un regime dietetico ipocalorico, però la qualità degli studi non consente di esprimere giudizi. Il chitosano è ben tollerato, ma non va assunto da persone con manifesta allergia ai crostacei e al pesce in generale; inoltre è sconsigliato, per mancanza di dati, nei bambini e nelle donne in gravidanza. Infine, può ridurre l'assorbimento di eventuali farmaci assunti e di alcune vitamine e minerali che normalmente vengono veicolati dai grassi presenti negli alimenti. Essendo una sostanza fibrosa, deve essere assunta 30 minuti prima dei pasti con abbondanti quantitativi di acqua, per favorire il rigonfiamento della fibra e conferire un senso di sazietà. Altri integratori contengono estratto secco di
citrus aurantium
, ottenuto dal frutto acerbo e disseccato dalla pianta di arancio amaro. Il citrus aurantium sembra influire sui processi che regolano la termogenesi dell'organismo, con azione selettiva nei confronti della massa grassa. Questa attività termogenetica selettiva sembra imputabile alla presenza di
sinefrina
, una sostanza in grado di agire su particolari distretti dell'organismo, fra cui il tessuto adiposo e il fegato. Poiché da studi effettuati su animali è emersa una sua possibile tossicità cardiovascolare, è sconsigliata l'assunzione di prodotti che ne contengono a chi soffre di malattie cardiovascolari e ipertensione arteriosa, alle donne in gravidanza, durante l'allattamento e ai bambini al di sotto dei 12 anni. Saranno comunque necessari studi più approfonditi per stabilire la reale efficacia di questa sostanza nella riduzione del peso corporeo e per confermare l'eventuale presenza di effetti indesiderati. Da qualche anno il
picolinato di cromo e il lievito al cromo
, si sono ritagliati
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LO SPINNING DI Roberto Eusebio professionista fitness Lo spinning o attività aerobica di gruppo su bicicletta stazionaria, "stationary bike", è un allenamento aerobico importato in Europa nel 1995 dagli Stati Uniti.
Nasce come preparazione in luoghi chiusi per il ciclismo su strada (indoor cycling ) ed ha una sua evoluzione tecnica grazie al suo inventore Johnny G., un ciclista americano che ha creato un metodo d'allenamento.
Il metodo ha integrato la tecnica di pedalata a varie velocità, la tecnica di concentrazione e coinvolgimento tipico del training autogeno con l'ausilio di scelte musicali appropriate.
La lezione si svolge in gruppo, sotto la direzione di un istruttore che impartisce i ritmi di pedalata secondo la velocità della musica utilizzata. Si cerca di condurre il ciclista attraverso un viaggio virtuale in cui la concentrazione e il coinvolgimento portino la mente a superare la fatica fisica e ad aumentare così le proprie capacità organiche.
Le lezioni hanno una durata di un'ora circa e producono un ottimo allenamento aerobico con un grosso dispendio calorico. SEGUE SU HTTP://WWW.ROBERTOEUSEBIO.IT
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