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La bufala dell'inflazione. Italia: due alternative per non andare verso il default

Post n°91 pubblicato il 27 Settembre 2020 da ecoeconomia
 
Foto di ecoeconomia

Per una nazione come l'Italia cui le stime sul PIL attribuiscono un calo annuale tra il 9 ed il 13% è il tempo delle scelte anche drastiche per evitare il default.

Il default programmato invocato da qualcuno è un'opzione in stile argentino che non vogliamo prendere in considerazione.

Partiamo dal presupposto che un nuovo lock-down, anche parziale o a macchia di leopardo come ipotizzato a palazzo Chigi sarebbe foriero della cosiddetta "botta finale" per la nostra economia già asfittica sotto il dominio euro-teutonico.

Scartiamo anche l’alternativa tecnocratica che vede primeggiare scelte che poco hanno a che vedere con una emergenza sanitaria come la strutturazione della rete 5G come se questo fosse il vero problema del paese e senza contare tutti i dubbi e le perplessità che aleggiano su questa tecnologia su cui nemmeno il senatore Kennedy al parlamento americano è riuscito ad ottenere risposte adeguate.

Quindi che fare?

Una prima alternativa è quella di seguire il modello svedese e in ogni caso riaprire tutto prendendosi gli eventuali rischi sanitari.

Si scrive eventuali perché molti medici qualificati sostengono che il virus si è depotenziato e nel suo continuo modificarsi ora è meno pericoloso.

In questo caso è chiaro che sarebbe necessario fare grossi investimenti preventivi in ambito sanitario sia come medicina di base del territorio da potenziare e qualificare in campo epidemiologico sia come strutture ospedaliere.

Strutture chiuse in anni recenti da riaprire e dedicare specificamente alle malattie infettive.

D'altronde il denaro che sulla carta per ora l'Unione europea ha deciso di prestarci dovrebbe principalmente essere destinato alla sanità, per cui questa sarebbe un'opzione piuttosto logica anche per evitare, come speso accaduto in passato, che l'Italia non sia riuscita a spendere le somme destinatele dall'Europa.

Pare però che non sia questa la via che chi ci Governa vuole percorrere.

L'ipotesi di stampare moneta come ha ammesso candidamente Powell Capo della FED americana e come fanno Cina, Gran Bretagna e tante altre nazioni pare ormai l'unica soluzione.

Altrettanto certo è che l'Unione Europea su questo punto non ci sente. Trincerata dietro l'inesistente assillo di rischi inflazionistici (che poi smentiremo rapidamente) Christine Lagarde si sbarazza senza remore di ogni politica economica alternativa a quella della creazione di nuovo debito e della relativa schiavizzazione progressiva delle nazioni e dei poli sempre più indebitati.

Ma stampare moneta è davvero così pericoloso?

Si dice che aumentando la massa monetaria in circolazione scatta automaticamente l'inflazione...ma cos'è l’inflazione in una formula?

M*V=P*Q

M Massa monetaria
V Velocità degli scambi
P Livello medio dei prezzi
Q Quantità di beni e servizi prodotti e disponibili

Ebbene anche un'idiota può capire che se una nazione immette nuova moneta nella misura esatta dei redditi (ufficialmente dichiarati) venuti a mancare non si genera assolutamente inflazione e nel contempo si evita la disperazione di famiglie e imprenditori che in questo contesto non riescono più a produrre il reddito precedente.

Unica fondamentale avvertenza per evitare che i prezzi salgano è mantenere invariata l'offerta di beni e servizi in modo da evitare che un livello di Q carente automaticamente trascini verso l'alto anche P visto che M rimarrebbe costante e così pure V.

Ma abbiamo già visto in questi mesi che, con opportuni presidi e un minimo di controllo sui prezzi, mantenere i livelli di produzione costanti e prezzi calmierati è assolutamente possibile.

Quindi questo incubo dell’inflazione che serve a giustificare strategie economiche astratte rispetto alle necessità della popolazione è una BUFALA COLOSSALE che ci raccontano per tenere le popolazioni sottomesse.

La cosa triste di questi tempi è che spesso anche giovani neo-laureati che dovrebbero avere la mente aperta e avere chiaro che dopo la scorrelazione della moneta dall’oro si è entrati in una fase dinamica e in continuo mutamento nella creazione del denaro,  replicano a papera le dottrine di docenti imbevuti se non rivestiti da anni da ragnatele cattedratiche: Quando non direttamente al servizio delle lobby che di queste politiche si nutrono.

E' ora di svegliarsi!

 
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L'inflazione sull'Olimpo i popoli all'inferno

Post n°90 pubblicato il 10 Settembre 2020 da ecoeconomia
 
Foto di ecoeconomia

Ho appena terminato di asssistere, per lavoro, non certo per diletto, alla conferenza della  Presidente della BCE, la signora Lagarde.

Ancora una volta, a precisa domanda sulle intenzioni della Banca centrale Europea, la francese ha ribadito che l'unica mission della sua Banca è il controlo dell'inflazione.

Milioni di cittadini, nelle varie nazioni che hanno aderito all'Unione Europea, hanno perso mesi di lavoro ovvero non hanno più un lavoro e questa signora dalla voce tonante si preoccupa dell'inflazione, anzi se non ho mal tradotto addirittura vede segnale negativi sui prezzi in rialzo.

Certo se un 'elite di privilegiati può spendere e spandere qualcosa su qualche voce specifica può anche accadere. ma il popolo come sta?
La loro fortuna è che hanno una base di milioni di pensionati e/o dipendenti pubblici e per ora cassintegrati che se ne stanno buoni buoni e prendono tutto per oro colato.
Almeno fin che a forza di nuovo debito riescono a saldare loro quanto dovuto mensilmente...

Ma, dopo un decennio in cui le politiche economiche espansive americane che hanno dato "due giri" al ciclo economico europeo, strangolato da una insensata austerity di stampo teutonico, dopo che lo stesso Powell, capo della FED USA, ha confermato che in questo momento il sostegno agli americani è più importante di controllare i prezzi, ebbene era lecito attendersi un almeno marginale cambio di rotta. Invece nulla.

Per questi burocrati sull'Olimpo dell'attenzione ci sta l'inflazione, al popolo non resta che accomodarsi nel girone dei dimenticati.
Come sempre, come nel periodo più buio del medio evo.

 
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