Creato da northernsky il 10/11/2006

Un giro su Plutone

"You are right, Jeanne, I don't know how to care about the salvation of my soul" (C. Milosz)

 

 

Ode a frau&the pigeons

Post n°126 pubblicato il 31 Luglio 2009 da northernsky
 

 

Lungi da me scrivere troppo su questo blog, ma mi è venuta in mente una poesiola dedicata a frau, quindi la scrivo prima che mi dimentichi.

 

Si sta come d'estate

sugli alberi

i piccioni.

 

 



 
 
 

Nomi e cognomi

Post n°125 pubblicato il 31 Luglio 2009 da northernsky
 

Visto il successo, continuo a proporre brevi stralci da interviste subite da Nabokov.

 

Come nel caso di Gogol, e persino di James Agee, c'è qualche incertezza sulla pronuncia del suo cognome. Qual è la pronuncia giusta?

 

È proprio un cognome scabroso. Spesso lo pronunciano o lo scrivono male, perché l'occhio tende a considerare la "a" della prima sillaba un refuso e cerca di ripristinare la sequenza simmetrica triplicando la "o" - un po', diciamo, come se dovesse completare la fila dei circoletti nel gioco del tris, detto anche "noci e croci". Così, per qualcuno, in America, Nabokov diventa No-bow-cough. Che orrore, che errore! Uno scrittore il cui nome sia citato nei periodici con una certa frequenza si ritrova alla fine, quando scorre un articolo, un occhio di lince, o da cacciatore di bruchi. Nel mio caso, però, casco regolarmente in trappola se c'è la parola "nobody" con la maiuscola all'inizio di una frase. Quanto alla pronuncia, i francesi, si sa, dicono Nabokoff, con l'accento sull'ultima sillaba. Gli inglesi dicono Nabokov, accento sulla prima, e gli italiani dicono Nabokov, accento sulla sillaba in mezzo, come i russi. Na-bo-kov. Con una "o" forte e aperta, come in "Caboto". Il mio orecchio avvezzo al New England non si offende nell'udire la lunga, elegante "o" centrale in uso nel mondo accademico americano. Lo spaventoso "Na-bah-kov" è un'abominevole pronuncia da marciapiede. Be', adesso può scegliere. Tra parentesi, le dirò, ad uso degli ascoltatori americano, che il mio nome si pronuncia Vladeemeer, che fa rima con "redeemeer", e non Vladimir, che fa rima con Faddimere (è una località dell'Inghilterra, credo).

 
 
 

Dubbi del primo pomeriggio

Post n°124 pubblicato il 29 Luglio 2009 da northernsky
 
Foto di northernsky

In questo periodo non so bene cosa scrivere, ma sento comunque di volere mettere a parte chi passa di qua di un fantastico libro che ho appena iniziato. Trattasi di "Intransigenze", una raccolta di interviste a Nabokov, o meglio una raccolta di situazioni in cui Nabokov si lascia intervistare.
Nabokov rilasciava interviste a "tre condizioni inderogabili": "Le domande dell'intervistatore devono essere inviate per iscritto, ricevono risposte scritte e le risposte devono essere riprodotte alla lettera".
Dopo un inizio che mi fa dubitare se io Nabokov lo amo o lo odio (all'intervistatore che domanda "Le dispiacerebbe mostrarci un campione delle sue brutte copie?", VN risponde "Temo di dover rifiutare. Solo le nullità ambiziose e le mediocrità esuberanti mettono in mostra le loro brutte copie. È come far circolare campioni del proprio sputo"), si arriva a uno dei miei temi preferiti: la sinestesia e quella teoria di colori e scrittura stretti a doppio filo. VN afferma di essere stato un amante del colore sin da piccolo, infatti dice di essere nato pittore ma di quelli non così talentuosi, quindi verso i 14 anni abbandonò la pittura. Gli era rimasta però la cromestesia, questo "dono un po' strambo di vedere le lettere colorate". Una roba che solo uno su mille ce l'ha, anche se gli psicologi sostengono che tutti i bambini hanno questo dono ma poi lo perdono perché dei genitori stupidi gli dicono che sono sciocchezze. Si giunge a questa domanda e a leggere la risposta mi sono dovuta fermare.

Di che colore sono le sue iniziali, VN?

La V è di un rosa pallido, trasparente: credo che il nome tecnico sia rosa quarzo; è uno dei colori che più si avvicinano alla V. La N, invece, ha il colore grigio-giallognolo della farina d'avena. Capita però una cosa buffa: anche mia moglie ha il dono di vedere le lettere a colori, ma i suoi colori sono completamente diversi. Ci saranno due o tre lettere sulle quali siamo d'accordo, ma per il resto i colori sono diversissimi. Caso strano, un giorno abbiamo scoperto che anche mio figlio, che allora era un bambino - doveva avere dieci o undici anni -, vedeva le lettere a colori. Con la massima naturalezza diceva: "Oh, questa non è di quel colore, è di questo", e così via. Gli abbiamo chiesto di elencare i suoi colori, e abbiamo scoperto che, in un caso, una lettera che lui vede viola, o forse malva, è rosa per me e blu per mia moglie. È la lettera M. In altre parole, nel suo caso il rosa e il blu, combinandosi, hanno dato il lilla. Come dire che i geni umani dipingono ad acquerello.


Lo amo.

 
 
 

Promesse mancate

Post n°123 pubblicato il 22 Marzo 2009 da northernsky

Mi sa che mi sono dimenticata.

 
 
 

Penultimo giorno di inverno

Post n°122 pubblicato il 19 Marzo 2009 da northernsky
Foto di northernsky

Aggiornamento stagionale con immaginetta di Bone.

 
 
 

Forse

Post n°121 pubblicato il 19 Marzo 2009 da northernsky

Forse qualcosa si sta muovendo. Forse un giorno o l'altro torno da queste parti e scrivo.

Perché sto per tornare al mare, sto per tornare da dove provengo. E questo mi spaventa perché non so cosa potrei trovare.

 
 
 

Prima giornata di autunno

Post n°120 pubblicato il 12 Settembre 2008 da northernsky

Qui è arrivato l'autunno, o almeno così sembra. Sensazioni discordanti, finalmente un po' di silenzio dopo i colori assordanti dell'estate. Estate strana, assente e pienamente presente nell'assenza.

Pensieri che vanno e vengono, non scrivo più, non vedo il mare da due mesi. Perdo il tempo. Mi sfugge tra le dita e non tento di trattenerlo. Fuori lampeggia e ascolto una canzone. Chiudo le mani e cerco di non vedere.

Ho un cerotto di Geronimo Stilton sul dito.

 
 
 

Violet hill

Post n°119 pubblicato il 05 Giugno 2008 da northernsky

Oggi, arrivata in ufficio, ho guardato il video nuovo dei Coldplay.

Mi piace solo la parte finale finale, quella in cui tolgono tutti gli strumenti e le granfracassone, e c'è solo un benedetto piano con la voce. Però il titolo mi ispira, come mi ispira Unhappy birthday, Forse il cuore, Conversation with Jeanne, Pale fire e Ombre corte. E forse Zubo.

 
 
 

Niente di nuovo sul fronte settentrionale

Post n°118 pubblicato il 13 Maggio 2008 da northernsky

Fa caldo.

A volte c'è tristezza nell'aria.

Altre no.

Leggo un bel libro sul letto scomodo di mia sorella, e la parete alle mie spalle è arancione.

 
 
 

Una giornata da Doktor

Post n°117 pubblicato il 22 Aprile 2008 da northernsky

La soddisfazione di parlare per un'ora in tedesco di Benjamin, Brecht e Walser ondeggia tra la sensazione di togliersi un macigno dalla scarpa e bersi una birra seduta in cima a un paracarro.

 
 
 
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