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I Primi Due Giorni

Post n°7 pubblicato il 05 Ottobre 2011 da EleJacque
 

Vorrei usare questo post solo per descrivere i primi due giorni passati insieme alla Mami. Giorni intensi e abbastanza difficili per entrambe, caratterizzati da lunghi sguardi, sorrisi, poche parole. Momenti di scostamento, fasi di ignoramento etc.
Dopo il primo abbraccio con la mami mi sentivo bene, ma mi sentivo persa. Sentivo di avere un legame importante con lei, non tanto perchè lo sapevo, ma proprio perchè lo sentivo, lo avvertivo dentro di me. Però la sentivo estranea. Una sensazione stranissima. Sentivo il sangue che tirava e tirava forte verso di lei, ma la mia mente, la mia razionalità diceva, non fidarti, non la conosci.
Dentro di me era tutto un conflitto, avrei voluto tanto abbracciarla e starle appiccicata stile cozza...ma non potevo...perchè il mio cervello diceva no!
D'altro canto, suppongo che anche per lei fosse uguale o almeno simile...anche se lei mi ignorava proprio...
Mi ricordo che come montammo nella macchina che ci avrebbe portato a casa sua, ci sedemmo io e lei accanto, ma non ci guardammo mai, nè ci parlammo mai. La mami parlava con la madre, ma con me poco o nulla. Solo se c'era da scherzare o la macchina fotografica che non funzionava allora mi chiedeva e si ricordava della mia presenza...
Mi dava fastidio questa cosa perchè non sapevo come fare, ma capivo che probabilmente lei aveva più o meno lo stesso problema mio.
Una volta arrivati a casa, beh, le cose non migliorarono molto. Le feci vedere le cose che le avevo portato: il peluche e i baci perugina, portati dall'italia, il mio Cocolino (un orsetto di peluche di quando avevo 3 anni da cui da piccola non mi staccavo mai), l'album delle foto, il dvd con il video di crescita, dai 7 mesi ad ora etc. Lei era piuttosto distaccata, sorridente, ma distaccata, lo vedevo nei suoi occhi, che c'era qualcosa che proprio non andava. Comunque non importava, perchè, ribadisco, anche io mi sentivo molto, ma molto strana.

Mangiammo Sopaipillas e tè e io e la madre provammo ad andare a riposarci.Io non riuscii a a prendere sonno e rimasi tutto il tempo a guardare la camera della Marion (è lì che siamo state a dormire) cercando di scoprire qualcosa in più su mia sorella e il mio nipotino.
Ben presto ci alzammo dal letto senza che avessimo chiuso occhio. Alle 16 ora chilena, 22 ora italiana, dopo un volo di 20 ore senza dormire, con un jet lag fortissimo, decidemmo di uscire tutti per comprare una scheda sim per il cellulare.
Oh mamma mia! Non sono mai stata vicina a svenire per la stanchezza come quel giorno.
Per ritornare a casa dalla stazione centrale, la metro era strapiena. A me questo nella normalità mette ansia, immaginatevi con una stanchezza micidiale addosso, l'orologio biologico che pensava fossero le 1 di notte e il cielo che mostrava che in realtà era poco più che il tramonto. Mi sentivo morire su quella metro...
Quindi figura di cacca già dal primo giorno, con la mami e Jassin... -__- 
Anche se il Jassin povero, era molto gentile con me, mi abbracciava, mi chiedeva sempre se avevo bisogno di aiuto. La mami invece niente, mi ignorava proprio e io cercavo di far finta di stare bene perchè odio far vedere che sto male!
Bene, usciti dalla metro decidiamo di prendere un taxi, per evitare di fare 1 km e mezzo a piedi e arrivati a casa, mi scatafascio sul "sillon" che sarebbe il divano e il Jassin molto gentilmente mi copre con una coperta...
Alle 21 ora chilena io e la madre siamo andate a letto, anche se avrei voluto raggiungere le 23 almeno per riordinarmi il cervello al mattino seguente. Ma sempre il mio cervello mi diceva che erano le 3 di notte ed era l'ora di andare a nanna. E così feci.
Mi svegliai alle 3 di mattina convintissima fosse giorno, con nemmeno un briciolo di sonno addosso. Beh in Italia erano le 9!!! Anche la madre era sveglia e arzilla e allora cominciammo a chiamare amici in Italia :)
Poi verso le 5-6 di mattina decidemmo che era meglio cercare di dormire un altro po'. E con moltissima difficoltà ci addormentammo, ma alle 8.30 ci alzammo in piedi definitivamente.
Alle 9.30 di mattina uscì dalla camera della mami il Jassin, perchè doveva andare a lavoro e mi disse di andare ad "acuestarme con la mami" di andare nel letto insieme alla mami (più o meno) e così timidamente entrai in camera. Lei mi disse "hola hija vien, acuestate."  però io ero molto timida, perciò mi sedetti accanto a lei e niente più. Lei si riaddormentò ed io mi misi a guardarla e a pensare che era davvero lì. Che io le potevo accarezzare i capelli, che la potevo guardare mentre dormiva. Che avrei voluto tanto che mi abbracciasse e che mi desse un bacio o due o anche tre, che mi parlasse e che fosse carina, gentile e simpatica con me come lo era con la madre... Perchè pareva che il Jassin ci tenesse di più a me, nonostante io fossi la sua figlia, la figlia di Jacqueline.
Mi faceva molto male questo. Moltissimo. Comunque speravo sarebbe tutto passato presto, forse in giornata.
Poi alle 11.30 circa la mami si svegliò. Premetto che in Chile è tutto molto diverso da qui. La gente se non lavora e quindi sta a casa non si alza prima di quest'ora, in inverno. La Domenica per esempio non vedi anima viva fino a mezzogiorno e mezzo, l'una.
Comunque stavo dicendo, la mami alle 11.30 si svegliò e preparammo le sopaipillas <3 con marmellata di albicocche e tè.
Poi ho un vuoto mentale e non mi ricordo cosa successe.
Però mi ricordo che nel tardo pomeriggio, verso le 17-18, uscimmo, non mi ricordo molto perchè, probabilmente per fare qualche foto... perchè ho molte foto di quell'uscita e per comprare la chiavetta internet.
Però le cose tra me e la mami non erano cambiate, continuava ad ignorarmi e a parlare solo con la madre. Questa cosa mi stava davvero facendo malissimo e incominciai ad isolarmi, pensando a come dirle che tutto questo mi faceva male.
Mi isolai e  approfittai di questo isolamento voluto per guardare le persone, chilene come me, ragazzi e ragazze che scherzavano, i loro occhi un po' a mandorla, o meglio leggermente allungati, quei capelli neri, i nasi piuttosto allungati e appuntiti, oh cavolo come mi sentivo bene. Li sentivo parlare e mi piaceva un monte, era davvero bellissimo poter essere lì a casa, dove sempre c'erano, ci sono e ci saranno le mie radici.
Sulla via di casa mi ricordo che venivo chiamata e interpellata dalle mie mamme solo quando non si capivano mentre parlavano e la cosa mi dava ancora più fastidio.
Finalmente arrivammo a casa e mi sedetti sul divano e pensavo e scrivevo sul mio diario che così non poteva andare.
A casa c'era anche Jassin che era tornato da lavoro. Quando la madre e il Jassin andarono entrambi a fumare in terrazza (perchè alla mami dà fastidio che si fumi in casa), feci segno alla mami di avvicinarsi, sembrava titubante, ma le dissi di venire e sedersi accanto a me perchè dovevo parlare di una cosa importante.
e così le dissi che non si poteva continuare così. Le dissi che non poteva continuare a non guardarmi e a non parlarmi, fare finta che quasi non esistessi. Che stava parlando più con la madre che con me. Che comunque capivo che tutto ciò poteva fare male ed essere molto forte, ma che nel giro di 13 giorni me ne sarei andata via, sarei tornata in Italia e che dovevamo approfittare di quel momento per stare insieme come dicevamo parlando al telefono.
Scoppiò a piangere. Dicendo che lo sapeva, che si scusava, però aveva paura di affezionarsi a me, perchè poi me ne sarei dovuta andare via e non sapeva quando ci saremmo di nuovo viste e abbracciate.
Io le dissi: Mami ti capisco. anche per me è lo stesso, ma pensa come sarebbe se tra 13 giorni all'aereoporto capissi che hai perso tutto il tempo con me solo per paura. Le dissi ancora che la capivo che anche per me era dura ,ma che dovevamo stare insieme ora che potevamo e del futuro se ne sarebbe parlato a tempo debito.
allora mi abbracciò fortissimo e piangendo mi baciò.
Mi misi anche io a piangere, era tutto davvero molto, ma molto forte.
Entrò Jassin e ci vide entrambe abbracciate così piangendo. E venne lì e ci chiese che stava succedendo e la mami gli spiegò tutto e fu qui che lui mi chiese se quella notte e per altre notti avrei voluto dormire insieme alla mami, per cercare di perdere il meno tempo possibile e io timidamente gli risposi di si, se le andava bene anche alla madre.
Alla madre andò bene, anche se non capì molto bene perchè stavamo piangendo e perchè ora la mami mi abbracciava forte e mi accarezzava.
E da qui iniziarono finalmente i giorni felici insieme alla mami. I giorni più belli.

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Commenti al Post:
Cindyli
Cindyli il 28/10/11 alle 00:44 via WEB
Che meraviglia...ho letto con il fiato sospeso. Sono figlia adottiva come te...e le mie ricerche durano da sempre, ho 44 anni e forse una luce in tutta la mia storia la vedo anche io. Tra qulche giorno...devo avere pazienza ancora un po'. Sono felice per te, ci risentiremo presto1 Ti abbraccio forte.^_^
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