Creato da SognoBuio il 12/12/2008

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BOTTI, 15 anni dopo:

Post n°6 pubblicato il 05 Settembre 2010 da SognoBuio

Agosto 2010.

Ore 07:30 SMS: "scusa se ti disturbo ma stanotte ti ho sognata e mi sono svegliato piangendo. ti prego rispondimi, stai bene?"

Il tempismo non è mai stato il suo forte. L'ultima volta che ci siamo sentiti, 5 anni fa, ci siamo salutati in malomodo, credevo per l'ultima volta e... non per scelta mia. Ma ti pare che ora mi debba mandare un sms all'alba??

Decido di rispondere, in fin dei conti nn sono mai stata molto capace di dirgli di no o di ignorarlo: "Ciao io sto bene e tu? PS: la prossima volta che mi sogni almeno fallo in versione VM18".

SMS di risposta: "Ah ok! non è difficile"

Agosto 2010, mi sveglio dopo averlo sognato: stavamo passeggiando, come tante volte abbiamo fatto  in passato, nei campi vicini a casa di mia nonna decido di farglielo sapere.

SMA di risposta: "un giorno di questi vieni a fare un giro in moto?"

Adesso ha la moto? mi chiedo. E' così che ci vediamo, senza analizzare o spiegarci il perchè ma... è sempre stato così. E' fine agosto, un mercoledì dopo il lavoro, ci siamo dati appuntamento nel parcheggio di un centro commerciale. Dai vari sms che ci siamo inviati per organizzarci, mi sembra essere in ansia, anche se... non capisco proprio il perchè. Io mi sento  un pò titubante, temo che non sapremo cosa dirci dopo tanto tempo. Ultimamente non so cosa dire ad un sacco di gente. Alla fine penso, va bhè è sempre lui, non può essere cambiato tanto. Solo che io non me lo ricordo com'è lui o meglio è proprio un ricordo, quindi viziato   dal tempo  e da quello che mi è successo in questi anni. Rivedere una persona che è stata importante dopo tanti anni e tanto scorrere di vita tra te e l'altro mi fa una brutta sensazione. Mi sembra di andare incontro ad un'estraneo.

Ovviamente sbaglio strada perdendomi  e girovagando a vuoto per 20 minuti, arrivando all'appuntamento in ritardo. Tra me e me penso allegramente "Tiè le cose sono cambiate, adesso sono io che ti faccio aspettare". Lo vedo da lontano, riconoscendolo solo dalla postura, da come cammina, mi viene da sorridere e andargli incontro saltellando, invece cammino composta salutando con la mano.

Ciao! Ciao! ed ecco l'imbarazzo, ci salutiamo dandoci un formale bacio sulla guancia. Cosa dico? cosa faccio? per fortuna lui si accende una sigaretta. Forse è per questo che continuo a fumare, le sigarette riempiono gli spazi vuoti.  In 5 minuti mi sale l'ansia, non per chi ho davanti ma perchè dovrò salire sulla moto. E' la prima volta che vado in moto... e se casco? se mi straccio tutti i vestiti cadendo o peggio mi rompo una gamba.. a casa cosa cazzo racconto???

Troppo tardi per i ripensamenti sono salita e stiamo già andando. E' piacevole, diverso che andare in macchina, mentre viaggi la natura ti sta intorno, vedi gli alberi vicini vicini, senti l'aria, il sole che scalda, non sei obbligata a parlare per riempire lo spazio tra te e l'altra persona ti puoi abbandonare ai tuoi pensieri. A parte alcuni momenti in curva in cui si piegava molto e mi dava l'impressione di essere sul blu tornado a gardaland l'esperienza è davvero bella. Peccato non aver mai  avuto un ragazzo con la moto, avrei potuto fare un sacco di gite fuori porta. Mentre saliamo in collina ogni tanto stacca un braccio dalla guida per toccare il mio, subito ho pensato che volesse tranquillizzarmi, durante il tragitto ho capito che no, cercava un contatto. Chissà cosa aveva in testa? avrei dovuto chiederglielo invece di tentare di indovinare. 

Ci sediamo ad un bar di un piccolo paesino nella prima montagna, è una giornata molto calda e in montagna stranamente non tira nemmeno un filo d'aria quindi si boccheggia. E' proprio il genere di posto in cui immagini di poterti ritrovare con lui: lontano dalla folla, tra vecchietti, un anonimo bar a fare due chiacchere. In passato avrei parlato solo io raccontando e raccontando mille sciocchezze senza intervalli. Ho imparato nel tempo che se non so cosa dire è meglio se taccio.. quindi passano minuti in cui lui guarda in terra ed io fisso lui che ancora  più imbarazzato fissa a terra. Ci scommetto che ha pensato tacessi perchè non avevo voglia di essere dov'ero. Una cosa dopo tanto tempo l'ho capita: è difficile che ci prenda quando cerca di interpretarmi. Parliamo del più e del meno, delle persone che conosciamo in comune, delle vacanze estive. Lui mi chiede "allora.. sei felice?", "sono felice per quanto lo si possa essere a questo mondo e tu sei felice". Sorride "Bh.. allora sei già messa bene. Io... insomma". AHHH!!!! non sta bene quindi. In 2 minuti arrivo al nocciolo della questione. Le relazioni  gli sono sempre state strette. Sono un pochino sorpresa, non penso più a questa cosa con tristezza o nervoso ( ok... ok.. dopo 14 anni che ci siamo lasciati sarebbe anormale che fossi triste o rancorosa). Ho capito che il problema non ero tanto io quanto la mia aspettativa ad avere una persona che prima di se tenesse a me. Ecco perchè nonostante stia da anni con Francesca si limita a dire "le voglio molto bene, mi piace molto come persona.. ma non sono sicuro". Lo capisco benissimo, io ci ho provato e sto vivendo nell'indecisione di aver fatto bene o aver fatto male da 5 anni. Chissà perchè non l'ho mai capito prima quanto fossimo simili in questo?  certo perchè a 20 anni sognavo il principe azzurro, non pensavo di poterne trovare più di uno o che l'innamoramento per una persona potesse avere un termine o che la mia libertà conta più di tutto il resto. Chissà se mi fossi capita prima se le cose sarebbero potute andare diversamente? Inutile chiderselo, le cose vanno come vanno.. e si vede che è destino. Siamo entrambi sinceramente  contenti di esserci rivisti scherziamo sull'ipotesi di un secondo incontro che non so se ci sarà. E' difficile vedere Matteo senza pensieri strani, non intendo pensieri sentimentali. E' una persona a cui voglio molto, molto bene ma so con certezza che non ci sarà mai nulla in più. Nello stesso tempo quando siamo vicini mi viene naturale una confidenza ed una vicinanza fisica  che molto rapidamente più sfociare in un di più.  Credo che sia uguale per lui, magari la prossima volta che lo vedo gli faccio una domanda diretta, sarà divertente vedere la faccia che fa.

 
 
 
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