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Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da giovannydelprete


Il dopoguerra


Come cambiano i
Carabinieri



Ferruccio Parri, capo del governo per sei mesi, dal giugno al dicembre 1946Il decreto
legislativo luogotenenziale n. 603 del 31 agosto 1945
stabilisce che l'Arma dei Carabinieri comprenda: un Comando
Generale, tre comandi di Divisione, sei comandi di brigata, 21
comandi di legione territoriale, una scuola centrale, una
Legione Allievi, quattro comandi di raggruppamento di
battaglioni mobili e 12 battaglioni mobili. Il decreto dispone
inoltre che alla legione territoriale di Roma siano
subordinati un gruppo squadroni carabinieri ed uno squadrone
guardie dei re. Alla dipendenze della Legione Allievi viene
posta la banda dell'Arma.


Rispetto all'organigramma con cui si
era entrati in guerra (fissato con la legge n. 368 del 9 maggio
1940) sono spariti: il comando Albania, uni brigata, sette legioni
territoriali ed il gruppo per l'Egeo. Queste rinunce sono dovute
non soltanto alle perdite territoriali imposte da un relativamente
oneroso trattato di pace, ma anche alle mutate esigenze di
servizio. I battaglioni risultano infatti triplicati poiché devono
controllare una situazione socio?politica particolarmente
agitata.


La forza organica, con un tetto di
65 mila uomini, include: 2.306 marescialli maggiori, 3.757
marescialli capi e d'alloggio, 4.7,53 brigadieri, 3.164
vicebrigadieri, 6.636 appuntati, 39.165 carabinieri e 3.151 allievi
carabinieri. Restano 2.068 ufficiali che non sono menzionati, ma il
provvedimento reca la riserva di introdurre con successive
disposizioni i ruoli appositi e le riduzioni necessarie.


il processo a Herbert Kappler, il boia delle Fosse Ardeatine. Condannato all'ergastolo, fu protagonista di una clamorosa fuga dal carcere del Celio nell'estate 1977A integrazione
del decreto n. 603 del 31 agosto 1945, il decreto n. 857 del 9
novembre 1945 emana le norme relative al reclutamento della
truppa, reintroducendo la ferma di tre anni per i carabinieri
effettivi e la leva di 18 mesi per i carabinieri
ausiliari.


Ovviamente il reclutamento degli
effettivi non può essere affrontato con criteri di neutralità: per
l'Arma, come per tutta la pubblica amministrazione, si pone un
problema relativo alle persone coinvolte nella Repubblica di Salò.
Nel luglio 1944 un decreto legislativo luogotenenziale ha
introdotto principi severi in materia di epurazioni, stabilendo con
l'art. 17 che "gli impiegati pubblici che dopo l'8 settembre 1943
hanno seguito il governo fascista o gli hanno prestato giuramento o
hanno collaborato con esso sono dispensati dal servizio".


Nel maggio 1945, dopo che il Comando
Generale ha invitato (con ampia pubblicità sui quotidiani) i
carabinieri sbandati che non abbiano prestato giuramento alla
repubblichina GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) a presentarsi
nelle caserme di appartenenza, viene annunciata un'inchiesta per
stabilire le responsabilità individuali di ogni milite durante
l'occupazione.


il prcesso a Rodolfo Graziani nel 1948. Condannato a 18 anni di reclusione per avere collaborato coi tedeschi fu scarcerato due anni dopo nel 1950Il capo del
governo Ferruccio Parri (già dirigente del CLN) ha espresso
con chiarezza gli obbiettivi dell'inchiesta: "Nel Nord le
vecchie forze di polizia sono screditate ed invise, almeno
tutte quelle che non sono state al nostro fianco nella lotta.
Con noi vi sono stati molti carabinieri, ad esempio, ma non
tutti. ( ... ) Tutti costoro possono naturalmente rimanere, ma
essi soltanto".


IL BATTAGLIONE MOBILE.
Condurre un'epurazione a fondo nell'apparato statale comporterebbe
una paralisi parziale della burocrazia e degli organismi e
implicherebbe una massiccia immissione di elementi partigiani nei
quadri dello Stato, un'eventualità del tutto sgradita agli alleati
ed ai sostenitori dell'assetto politico determinatosi nel regno del
Sud.


Oltre che a rinfoltire gli organici,
il governo si preoccupa di ricostituire un decente parco mezzi. Nel
1945 vi è soltanto una vettura ogni 140 carabinieri; un autocarro
ogni 822; una motocicletta ogni 70 ed una bicicletta ogni 65. Il
rapporto fra veicoli e uomini è di 1 a 44. Il totale delle
disponibilità è di 5 mezzi corazzati, 79 autocarri, 466 macchine,
929 motocicli e 996 biciclette.


Una stima della capacità di tutti i
motoveicoli a pieno carico rivela come solo 5,302 uomini siano
mobili (l'8,1 per cento dell'intera forza). Insomma la guerra ha
completamente messo in ginocchio l'Arma sotto il profilo della
mobilità, cancellando gli sforzi compiuti, in direzione della
motorizzazione, nel ventennio fascista. Ancora una volta il
carabiniere deve fare soprattutto affidamento su se stesso.

La situazione migliora notevolmente nei tre anni successivi come
dimostra la tabella in questa pagina.


Nel giro di quattro anni il 56,4 per
cento della forza disponibile è trasportabile su un mezzo
motorizzato e una forza d'urto massima di 27.160 uomini è
rapidamente dislocabile con i camion lungo la penisola di cui 9.000
appartenenti ai famosi battaglioni mobili (pari al 13 per cento di
tutta la forza).


La creazione degli stessi
battaglioni mobili non rappresenta in sé un'idea completamente
nuova. Già nel 1920 era stato stilato un progetto di costituzione
di questa tipologia di unità, abbandonato nel 1923, quando ormai il
regime fascista non aveva più bisogno di formazioni concepite anche
per la repressione ed aveva steso una rete di controllo che le
rendeva inutili. Nel dopoguerra l'idea torna drammaticamente di
attualità e, nonostante i bilanci all'osso, il governo non lesina
gli sforzi.


I Carabinieri restano equipaggiati
soprattutto delle armi più moderne disponibili alla fine della
seconda guerra mondiale, tra cui il celeberrimo MAB (Moschetto
Automatico Beretta), facilmente distinguibile per i due grilletti
all'interno del ponticello. Più carente, soprattutto rispetto ai
reparti della Celere, è rimasto l'equipaggiamento per il controllo
dei moti di piazza.


Ma gli sforzi compiuti per rimettere
in sesto l'Arma sono ampiamente ripagati. Gli omicidi scendono:
1.373 nel 1947, 1.069 nel 1948, 849 nel 1949, 774 nel 1950. Un
andamento analogo si verifica per ogni altro genere di crimine. I
Carabinieri non si risparmiano: 46 caduti e 734 feriti nel 1947; 72
morti e 585 feriti nel 1948; 40 deceduti e 572 feriti nel 1949; 34
scomparsi e ben 1.139 feriti nel 1950. Un prezzo molto alto per
difendere la legge e la libertà.




Approfondimento:Il parco mezzi dell'Arma




1946


1947


1948

Mezzi corazzati
158

190

264

Autocarri
857

1215

1358

Automobili
766

829

897

Motocicli
1688

2252

2981

Biciclette
4966

7096

9096

 
 
 
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