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Post N° 44

Post n°44 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da giovannydelprete


La ristrutturazione
dell'Arma



il Carosello Storico dei Carabinieri, appuntamento tradizionale dell'Arma.Gli anni Sessanta
sono anni di rilevanti cambiamenti per l'Arma dei Carabinieri.
Il nuovo comandante, nominato il 15 ottobre 1962, è il
generale Giovanni De Lorenzo, che si presenta con credenziali
impeccabili. Di origini siciliane, si è laureato in ingegneria
navale a Genova, ha combattuto con distinzione sul terribile
fronte russo ed ha partecipato alla Resistenza come
vicecomandante dei servizi d'informazione del CLN (Comitato
Liberazione Nazionale). La sua esperienza concreta nel campo
dell'intelligence si era sviluppata nel comando del SIFAR
(Servizio Informazioni Forze Armate).


De Lorenzo ritiene che il vecchio
accordo Carcaterra vada profondamente rivisto. L'accordo, così
chiamato nel gergo dal nome del capo della polizia Giovanni
Carcaterra, aveva sancito la "ruralizzazione" dei CC nel 1954,
concentrandone la presenza nelle province e nei piccoli centri.
Questo accordo aveva di fatto penalizzato l'Arma con prevedibili
effetti sul morale degli uomini, sulle dotazioni di mezzi e sullo
stato delle caserme. Il nuovo Comandante Generale inverte
decisamente la tendenza, grazie anche alle nuove direttive
politiche e a una maggiore disponibilità di fondi.


Con grande metodo le stazioni
seguono il flusso di inurbamento nelle grandi città e al tempo
stesso vengono rese familiari le sagome delle nuove auto, dette
"gazzelle". Con un consistente battage pubblicitario si ricordano
ai cittadini i nuovi numeri d'emergenza per chiamare i nuclei dei
Carabinieri. E 200 nuove caserme rafforzano la presenza e rendono
più vivibile l'attività degli uomini. Nel febbraio 1963 viene
istituito presso il Comando Generale un ufficio Motorizzazione, poi
trasformato in Direzione.


Un flusso di ben 4.000 automezzi di
tutti i tipi (dalle Giulie, ai natanti, agli elicotteri) comincia
ad affluire ai reparti. Una rete autonoma di 400 depositi di
carburante rifornisce 1.500 distributori autonomi nelle diverse
caserme, in cui operano 2.450 militi nel ruolo di tecnici
specializzati nella manutenzione di un grande parco mezzi e
velivoli.


Le telecomunicazioni vengono
rivoluzionate. Basta con la vecchia rete radiotelegrafica e con
alcune reti minori radiotelefoniche con apparecchi mediocri. Via
libera ad una rete radiotelegrafica nuova di zecca per collegare
divisioni, brigate e legioni con il Comando Generale. Ogni legione
poi dirama la sua rete e questo permette comunicazioni veloci tra
vertice e periferia. E poi avanti con una rete telefonica propria
capace di funzionare all'avanguardia in teleselezione, integrata da
telescriventi e fax. Il centro nevralgico è costituito da un
Comando Trasmissioni, da un sofisticato ponte radio e da un potente
cervello elettronico per la raccolta di dati e segnalazioni.


Il livello scientifico delle
investigazioni e la polivalenza dei CC sono incrementati con: la
creazione di un centro investigazioni scientifiche; il
potenziamento dei gruppi cinofili e sommozzatori; l'addestramento
superiore di tutti i battaglioni mobili.


Infine De Lorenzo vuole rimarcare
anche la natura militare dell'Arma creando l'XI Brigata
meccanizzata. Un'unità polivalente con 130 carri M?47 con cannone
da 90 mm ed un battaglione di Carabinieri paracadutisti. E' il
coronamento della sua opera, ma è anche l'avvio di serie
inquietudini negli ambienti politici governativi e non.


Gli avvenimenti politici dell'estate
1964 sono particolarmente tesi perché un nuovo governo di
centro?sinistra fatica a formarsi (già nel marzo 1964 erano state
avanzate esplosive interrogazioni parlamentari sull'operato di De
Lorenzo al SIFAR).


Nel dicembre 1965 De Lorenzo viene
nominato Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. Ma appena sei mesi
dopo il ministro della Difesa Tremelloni scioglie il SIFAR,
costituendo il nuovo SID (Servizio Informazioni Difesa), e nel
maggio 1967 viene rivelata pubblicamente l'esistenza di un piano di
prevenzione di disordini predisposto proprio da De Lorenzo nella
calda estate del 1964 (Piano Solo).


La commissione d'inchiesta nominata
due anni dopo si spaccherà sull'interpretazione di quel piano:
difensiva secondo la maggioranza, colpo di Stato pianificato nel
giudizio della minoranza.


In ogni caso l'indagine parlamentare
sottolinea che, al di là della controversa azione del capo, l'Arma
si è sostanzialmente mantenuta distante
dall'iniziativa.

 
 
 
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