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LA MAGIA DEI COLORI

Post n°1227 pubblicato il 29 Novembre 2017 da flogen66
 
Foto di cannibale3

In un tempo lontano, gli Dei litigavano perché il mondo era assai noioso con tre soli colori: uno era il nero che comandava la notte, l'altro era il bianco che illuminava il giorno; il terzo era il grigio che dipingeva sere e mattine agendo da interludio. 
 
Gli Dei, litigiosi ma sapienti, decisero che era giunto il momento di rendere più allegra la vita degli umani. Uno di essi, camminando distratto dai suoi pensieri, racconta la leggenda, urtò contro una pietra ferendosi la testa provocando un sanguinamento. Il Dio, dopo aver urlato per il dolore, guardò il sangue e notò il colore diverso. Il nuovo colore venne chiamato "rosso”. Un altro Dio stava cercando un colore per dipingere la speranza. Lo trovò e quindi lo mostrò all'assemblea degli Dei; gli misero il nome "verde". Un altro cominciò a grattare forte a terra per cercarne il cuore. Dopo poco egli lo trovò: lo chiamarono “marrone”.  Un altro Dio salì in alto. "Vado a guardare il colore del mondo" disse, e quindi iniziò a scalare la montagna.  Arrivato in alto, guardò in giù e scorse il colore del mondo, non sapendo come fare a trasportarlo. Allora rimase a guardare per un tempo che parve infinito, finché il colore non penetrò i suoi occhi. Si presentò quindi, all'assemblea degli Dei. "Porto nei miei occhi il colore del mondo: l’azzurro”. Un altro Dio stava cercando colori quando sentì un bambino ridere; si avvicinò con cautela e gli carpì la risata che diventò il giallo. A quel punto gli Dei, ormai stanchi, andarono a dormire, lasciando i colori in una cassetta sotto un albero. La cassetta non era chiusa bene e i colori uscirono, cominciando a far chiasso e festa. Così nacquero tanti nuovi colori. Quando tornarono gli Dei si accorsero che i colori non erano più sette, ma molti di più. Presero la cassetta dei colori, salirono sulla cima del monte, e da lì cominciarono a lanciarli.  
Fu così l'azzurro finì in parte nell'acqua e in parte nel cielo, il verde ricadde sugli alberi e sulle piante, il marrone, che era il più pesante, cadde sulla terra, il giallo, che era un risata di bambino, volò fino a tingere il sole, il rosso giunse sulla bocca degli uomini. Gli Dei lanciavano i colori senza fare attenzione a dove finissero ed alcuni di essi spruzzarono gli uomini. Per questo esistono persone di diversi colori e di diverse opinioni. Allora, gli Dei, per non dimenticarsi dei colori e perché non si perdessero, cercarono un modo per conservarli. Stavano pensando come fare, quando videro un pappagallo, che era brutto e grigio come una gallina spennacchiata. 
Lo presero e gli attaccarono i colori. Ancora oggi il pappagallo se ne va in giro per ricordare agli uomini, che molti sono i colori e le opinioni e che il mondo potrebbe essere felice se tutti i colori e tutte le opinioni avessero il loro spazio.
di T.G. FONTAINE dal racconto SANGRE VERDE 2017

 
 
 
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