Oggi come quindici anni fa. Perdevo una donna di importanza vitale, che aveva lottato come una leonessa contro una malattia che non lascia scampo.
Questo è come fosse il mio diario, uno spazio nel quale riportare i miei pensieri, conscio del fatto che pochi o nessuno li leggerà. Non desidero condivisioni o gradimento, perchè ero solo allora come lo sono oggi, a lottare contro le avversità.
La mia sorellina non mi poteva aiutare, anch'essa afflitta dalla malattia che la porterà via dalle mie braccia solo un anno dopo. Ero solo, tristemente e coraggiosamente solo a supportare mia zia consumata da sette operazioni. Mi dissero che non aveva coraggio, che si sarebbe tirata indietro! Stolti ed insignificanti pezzi di merda!
Ha lottato e perso ed io con lei cercando di fare il possibile senza riuscirci. Era distesa sul letto e non apriva gli occhi, quel 30 di Giugno. Mi agitavo alla ricerca di soluzioni, trasportando bombole di ossigeno, mascherine, medicine, chiedendo aiuto a medici incapaci che non mi seppero consigliare di darle la morfina per non farla ulteriormente soffrire. Dopo una giornata da incubo andai a casa, salendo due piani di scale. Erano circa le ventitrè, quando provai l'impulso irrefrenabile di scendere ancora da lei, mentre c'era chi mi diceva di non farlo. Entrai in casa e la vidi sul letto con le braccia alzate! Feci in tempo a stringere le sue mani e raccogliere l'ultimo respiro. Arrivederci Zia Anna, anima pura!
Preparami le lasagne e le torte di verdura, che sto per arrivare!