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FIAMME DI GUERRA

Post n°1780 pubblicato il 03 Ottobre 2024 da cannibale3
 
Foto di cannibale3

Stiamo assistendo, come solitamente capita ai noi cd. “benpensanti”, ad un complicato e pericoloso passaggio epocale attraversato da guerre senza quartiere, mentre l’informazione allineata si rivela, come di solito, strabica, falsa ed incoerente.

L’unanime condanna dei media occidentali, servi e collusi, ci sta raccontando da mesi dell’invasione Russa dell’Ucraina, della violazione dei confini di uno Stato Sovrano, dell’opportuno intervento Usa ed Europeo a sostegno del regime non democratico dell’eclettico artista nudo (tale Zelensky) che utilizza i genitali per suonare la chitarra. Ieri Israele ha invaso il Libano dopo aver raso al suolo Gaza, generando l’assordante silenzio di coloro che nella medesima situazione, hanno condannato la Russia. Si dice che Israele sia il 51esimo Stato Usa quindi non mancherebbe il supporto (sia con Biden che con Trump) degli americani nel caso di escalation globale. Sale nel contempo l’antisemitismo della sinistra, sulla basi di dati oggettivi, del massacro della popolazione civile Palestinese, del bombardamento intensivo sul Libano, sulla Cisgiordania. I cortei a favore della Palestina con la diffusione di parole d’ordine eversive, gli attacchi personali agli ebrei italiani ed europei (non risulta che abbiano responsabilità) appaiono, a mio avviso, strumentali ed ingiusti. Prosegue intanto il lancio di missili contro Israele con replica semi immediata. I sistemi difensivi sono impegnati nel eliminare le minacce.

Hezbollah afferma di aver affrontato stamattina le forze israeliane che erano entrate nella città libanese meridionale di Odaisseh e di averle respinte. In un messaggio su Telegram citato dai media arabi, la milizia sciita appoggiata dall'Iran scrive di essersi scontrata con i soldati di Israele, avergli inflitto perdite e averli costretti al ritiro. Si tratterebbe del primo scontro diretto sul terreno tra Hezbollah e le Forze di difesa israeliane (Idf), negato fino a ieri da entrambe le parti. L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che aerei da guerra israeliani hanno bombardato stanotte la casa della famiglia del giornalista Ahmed al-Zard uccidendo almeno quattro persone a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.
L'Iran intanto minaccia di bombardare tutte le infrastrutture di Israele se attaccato in risposta ai suoi lanci missilistici di ieri: è la minaccia lanciata dal capo di Stato maggiore dell'esercito di Teheran, il generale Mohammad Bagheri. 

Sorprende in negativo la “strategia” di chi aggredisce non mettendo a preventivo la reazione dell’aggredito. Ad iniziare dall’atto terroristico di Hamas del 7 Ottobre 2023, la reazione è stata enorme con conseguente inaccettabile sacrificio di vite umane civili ed innocenti a Gaza ed ora nel Libano. Il fatto insindacabile che Hamas godesse a Gaza della protezione della popolazione, che le batterie missilistiche fossero installate negli ospedali e nei luoghi di culto, che i tunnels fossero distribuiti nella totalità della striscia, può essere considerato quale valida giustificazione per attuare un eccidio?

"Se il regime sionista, che è impazzito, non è controllato dai suoi sostenitori americani ed europei e vuole continuare questi crimini o agire contro la nostra sovranità e integrità territoriale, un'operazione come quella di" ieri sera "sarà ripetuta con maggiore intensità e tutte le infrastrutture del regime saranno prese di mira", ha detto il Bagheri alla televisione di Stato iraniana. Se l’Iran avesse evitato l’intervento diretto nella guerra, limitandosi a finanziare ed armare le milizie, saremmo meno preoccupati. Intanto di Pace e creazione dei due Stati non si parla più! Le milizie hanno un solo obiettivo: la distruzione di Israele. Nel contempo Israele vuole sterminare le milizie al soldo Iraniano. Lo spazio per una intesa, al momento non esiste. In questo contesto ci domandiamo quale sia lo scopo di mantenere la nostra Missione Unifil in Libano. Dal 2006 lavoriamo per assistere il Governo Libanese per ristabilire la propria autorità territoriale: missione da considerarsi fallita.

 
 
 
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