L’abitazione anonima di un pensionato abbiente, come un ex dirigente di Istituto di Credito. Mobilia di lusso orologio del valore di € 35.000, vestiti firmati e tanto viagra.
Ad otto km. da Castelvetrano, da circa un anno viveva Andrea Bonafede. Si allontanava periodicamente dalla sua abitazione per sottoporsi a cicli di chemioterapia in una Clinica di Palermo dopo l’operazione subita al colon. Normalità, basso profilo ed alla apparenza la vita noiosa di un qualsiasi pensionato. Avrebbe potuto agevolmente compiere scelte differenti. Sottoporsi alla plastica facciale, emigrare in Paesi privi di accordi per estradizione e proseguire a vivere nel lusso, facendosi curare in cliniche private. Invece no. Il “pensionato MMD” dopo ventinove anni di latitanza scelse di rimanere sul suo territorio, non per gestire il “mandamento” ma semplicemente per vivere “quasi” in modo normale, confuso tra la gente. Evidentemente “fuori dal giro” attendeva forse il momento dell’arresto in considerazione della bassa prospettiva di vita. Sarebbe stata sufficiente una segnalazione, una soffiata di una fonte ben informata, per giungere alla cattura del latitante. Trenta anni di vita rubata alla giustizia ed un ergastolo, un 41bis che non basteranno a bilanciare i circa settanta omicidi a carico di MMD. Si ricomincia da capo perchè il “pensionato” non è più il capo, e le indagini serviranno ad individuare il successore. La sua abitazione non era un “covo” ma solo il luogo dove viveva Matteo Messina Denaro: confuso tra le gente come un pensionato.