fuoco_59

CI VUOLE ANCHE UMILTA'...

Ed io, minimo essere

ebbro del grande vuoto

costellato a somiglianza

a immagine del mistero,

mi sentii parte pura dell'abisso,

ruotai con le stelle,

il mio cuore si sparpagliò nel vento.

                                   Pablo Neruda

L'alba

Sai? Quando l'alba

inizia il suo cammino

tra le fronde specchianti

nel fiume, come narcisi

mai sazi.

E le  ombre, a fatica

si ritirano lasciando

piccole macchie di buio

sotto le auto, negli androni

nei cuori assopiti.

Ecco. Sai?

Sei ancora qui

eppure già mi manchi.

Marceline...

Esistono poetesse che, seppur, non troppo conosciute,

sanno blandire cuori di guerrieri indomiti.

Come Marceline Desbordes- Valmore, poetessa del XIX secolo.

                                   Giorno D'Oriente.

Fu un giorno, simile a questo bel giorno,

che l'amore, per tutto perdere, incendiava.

Quello era un giorno di carità divina

Ove, nell'aria azzurra, l'eternità cammina;

Ove, sotratta al proprio peso soffocante,

gioca la terra e torna bambina.

Fu un giorno simile a questo bel giorno,

che la passione, per tutto perdere, incendiava.

Libera.

Dove sei

se non qui.

L'ansimare del tuo abbandono

mette ali di seta purpurea,

cercando finestre dischiuse

nella stanza dei sogni.

Lo so. Sei qui e non altrove

un bacio attendi,

mano di fuoco,

parole di sensi acuti,

ordini di voce suadente.

Eppure a volte, si

a volte viaggi lontano

sorvoli onde di tempesta

e rivoli di lava vulcanica.

A volte, si

a volte dove sei?

Non qui.

Vocali.

A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,

Io dirò un gorno le vostre nascite latenti:

A. nero corsetto, vello di mosche splendenti,

ronzanti intorno a crudeli fetori, golfi

d'ombra.

E. candori di vapori e tende, lance

di ghiacciai fieri, bianchi Re, frementi umbelle.

I, porpore, sputo di sangue, labbra belle

in riso di collera o d'ebrezze penitenti,

U, cicli, vibramenti divini dei viridi mari,

pace d'animali al pascolo, pace di rughe

impresse dall'alchimia su ampie fronti

studiose.

O, tromba suprema piena d'arcani stridori,

silenzi attraversati dagli Angeli e dai Mondi:

Oh, l'Omega di quei occhi il raggio viola!

                                Arthur Rimbaud.

I MIEI LIBRI.

I miei libri sono consumati,

come un tramonto stanco

nella luce dell'autunno.

Hanno note ai margini,

sottolineature,

pagine che cercano di

staccarsi

come foglie ormai morenti.

Eppure sono vivi!

Li ho annusati,

accarezzati,

scoperto ogni errore.

Li ho coccolati,

portati a letto

come languide dame.

I miei libri sono consumati..

Sono tanti . Belli

e brutti.

Narrano di storie antiche

o viaggi nello spazio.

descrivono conoscenze rare

e colate di sangue crudele.

I miei libri sono consumati

come rughe su un bel viso

di donna.

E così il tempo,

a volte, si ferma con me.

rugiada...

Gocce di rugiada

che accarezzano

il tuo corpo.

Gocce di rossa cera

che donano caldo

al fremente corpo.

Petali di rosse rose

che come dolce

settembre

di foglie caduche

si posano sul tuo sesso.

Saranno attimi

saranno sempre.

L'attesa

Mi ha ordinato di aspettare.

Ho trovato la benda di nera

seta

posata sul letto rotondo

di questo Motel dalle pareti

di rossi drappi.

" Sono pazza" mi dico

mentre celo la vista

con mani tremanti.

Attendo. Il cuore accelerato,

il fiato che chiede ossigeno..

Come sarà? Chi veramente

è quest' uomo che intrappola

in ragnatele di voce calda

e modi affabili, ma decisi?

Sono bagnata.  Ho timori

immotivati. Reali.

Sono molto bagnata, nonostante.

Attendo. Attendo e brividi sulla

pelle come ali di farfalle intrepide.

Att... Ecco la porta si apre;

Qualcuno ( lui ? ) si avvicina.

Mi sento osservata, valutata,

desiderata spero...

Una carezza sui capelli e il gioco

inizia. L'alba così lontana..

Per vivere ho vissuto.

A Vienna ti ho detto

mille volte ti amo,

ma non ricordo  il nome

tuo.

A Lione ho danzato la giga

in prati di fiori profumati

e tu cadevi ridendo

con la gonna alzata.

Mi son sentito Lancillotto

salvando la dolce puttana

indonesiana dal

lerciume di opache vetrine

ad Asterdamm.

Ne porto ancora il segno

sull'antico bel volto.

Trafelato son corso.

Son corso trafelato e

commosso

al tuo richiamo ultimo

a New Orleans.

Tenevo la tua mano tra le mie

e sorridevi. Ero tuo

mentre scivolavi nel Grande Sonno.

Urlavi nel godimento

come lupa irretita

dalla luna

in quel di Barcellona.

Mura sottili mi costrinsero

a bendarti la turgida bocca

con un foulard di seta rossa.

Ma le italiane...

Le italiane hanno il retaggio

dell'arcano peccato.

Mille e oltre mille anni

di remore subliminali

rendono il sesso

un frutto proibito.

E le italiane

sanno come nessun altra

peccare.

Vedo non vedo...

" Quasi nuda, ma non nuda,

attraverso una nuvola

di trine che rivelino

la tua carne in cui va

correndo

la mia bocca delirante"

                           Seguidilla - Paul  Verlaine.