Creato da icy.n.deep il 14/09/2005
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« Il ClimaPiove »

Ancora sul clima

Post n°109 pubblicato il 19 Febbraio 2007 da icy.n.deep
 
Tag: Scienza
Foto di icy.n.deep

Come continuazione del post precedente, prima di tutto vorrei sottolineare come, nella maggior parte degli studi scientifici si noti come la temperatura media del nostro pianeta sia salita di circa mezzo grado nell'ultimo secolo. Quanto però non ci ricorda mai di far notare è che tali affermazioni sono medie, quindi non offrono molte informazioni. Per essere chiaro, un conto è dire che un dipendente ha uno stipendio di 1800 euro al mese, un conto è dire che ogni giorno guadagna 30 euro, altro conto ancora è affermare che un giorno ne guadagni 300, il successivo ne perda 270.

La temperatura media è salita di poco, quello che non si rimarca abbastanza è che i fenomeni estremi (come l'eccessivo caldo, l'eccessivo freddo, le pioggi torrenziali e i lunghi periodi di secca) stanno aumentando in numero ed in intensità, pur mantenendo "mediamente" il clima praticamente invariato.

Ma a parte questa piccola divagazione, è altro quello che volevo dire. Il pianeta subisce mi ha ricordato Helena. Si, è vero, o meglio. Il pianeta, come spesso mi piace dire, continua a girare. Gli uomini hanno la cattiva (ma di fatto naturale) tendenza ad antropizzare tutto quanto li circondi, senza soffermarsi sul fatto che l'universo non esiste in funzione dell'uomo (né il vice versa, banale forse a sottolinearsi).

Il pianeta gira, non conta quanto l'uomo lo bistratti, lo inquini (o, per contro, lo tratti bene). La paura che l'uomo ha circa "l'uccidere" la natura, non è altro (mi si passi l'eccesso, anche se riconosco che di certo non è l'unica motivazione, ma è altresì preponderante) che una proiezione della volontà di sopravvivenza. L'uomo si racconta, e si autoconvince, che la natura abbia bisogna di una aiuto, di una mano.

L'uomo non vuole riconoscere alla natura una essenza completamente distinta e distante da se stesso, non le vuole dare il "diritto" di indipendenza, la considera ancora sua schiava. Ma cio di cui l'uomo ha essenzialmente paura è che il "suo" pianeta si modifichi a tal punto da non poter più accogliere la sua specie, ha paura che l'adattarsi della natura gli sfugga di mano, lasciandolo di fronte al problema che non vuole affrontare.

Già, perché il principale problema non è l'inquinare (o meno) la terra. Il pianeta è molto più anziano (e saggio) degli esseri umani. Ha visto eventi ed ere che l'uomo nemmeno si immagina, cambiamenti e alterazioni drammatiche, che fanno impallidire quanto accade oggi. La natura non è un essere vivente, non come lo si intende. E men che meno è un essere umano. Il "problema" principale è che la natura è governata dall'evoluzione, e questa paga il prezzo dell'adattamento con le vite degli esseri viventi che genera.

Giusto per farvi capire meglio, negli anni 90 furono fatti alcuni rilevamenti vicino al fiume Pripyat (Chernobyl), scoprirono che la fauna vicino al sito non solo non era completamente scomparsa (come si credeva, visto i livelli di radiazioni letali) ma aveva prosperato per la mancanza di esseri umani. Quallo che si scoprì era che gli animali che erano nati e cresciuti in quella zona, si erano adattati molto più velocemente di quanto ci si aspettasse, avevano si una vita media più breve, ma esistevano ancora. Un altro esempio simile è dato da rilevazioni fatte in alcuni fiumi nelle vicinanze di Mosca, sempre negli anni 90. Il livello di inquinamento era talmente alto in queste acque che si riteneva impossibile vi fossero esseri viventi (per intenderci, era stato misurato un ph maggiore di 13, e la candeggina ha ph 12), e invece furono trovati pesci che, pur essendo completamente deformi, vivevano in tali acque. E si potrebbe proseguire parlando dei batteri estremofili http://en.wikipedia.org/wiki/Extremophile e di altri esseri viventi ancora.

Ma quello che vorrei far passare è che, per quanto possa stonare al senso comune, la natura non ha bisogno dell'uomo. La natura non ha bisogno di essere protetta, e non sarà certo l'uomo a distruggerla (non ne ha, non ancora, le forze, distruggerebbe prima se stesso). La natura non è ciò che vediamo intono a noi, non è una pianta, un animale, un batterio. La natura è la vita stessa, è l'evoluzione e il perpetrarsi della vita. L'adattarsi all'ambiente, quale esso sia, indipendentemente (o quasi) dal come si sia arrivati ad un certo punto.

L'uomo con la natura si comporta in modo infantile e capriccioso, come un bambino che creda il mondo giri intorno a lui. Se un bambino gioca insistentemente con un gatto, finisce per farsi graffiare. Ma un bambino non ha ancora tutte le capacità per capire quando e dove sia il limite. La natura è un sistema fisico, ha leggi meccaniche, e quindi non ha (fino a prova contraria) volontà buone o cattive, e ancor più certamente non lo è in base ad attirbuzioni dell'uomo su quello che succede al suo ambiente artificiale.

Il clima, la natura, la terra intera, non sono in pericolo. L'uomo è in pericolo, ed è una cosa molto differente. Si accetti questo semplice e disarmante fatto.

 
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