Poesiando
Pensieri in versi, versi in pensieri- parole nel vento della vita- parole pronunciate quotidianamente dalla natura-emozioni e sentimenti relativi al viere quotidiano con le sue meraviglie e con i suoi respiri foschi-
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Post n°91 pubblicato il 16 Febbraio 2011 da mariannliberamente00
L'aria è colma di odori, il cuore si apre ad un più ampio respiro, si dilata alla ricerca di bellezze sublimi, di cieli tersi, di prati verdeggianti, di acque limpide. Basta fare poche decine di metri, quel paradiso è lì a portata di mano! L'uliveto vicino la chiesa "grande" è una miniera di tesori e di sogni; basta cercare sotto gli alberi, tra i fili d'erba appena nati, si scoprono cocci di vasi, di piatti, pezzi di vetro che nelle mani dei bambini diventano autentici gioielli. L'aria è così profumata, l'azzurro s'intravede tra i rami argentati degli ulivi, il sole filtra dividendosi in fasci di luce, i passerotti saltellano da un ramo all'altro e poco si curano dello sguardo eccitato dei bimbi, sono abituati alle voci cristalline e ai garruli sussurri dei giovani innamorati che, nelle giornate di primavera, si rifugiano in quel luogo poco discosto dal centro abitato, per tessere trame innocenti d'amore, al riparo da maligni sguardi, capaci di sciupare tutta la bellezza di un rapporto sgorgato spontaneo da anime intatte che, come chiamati dalla voce della vita, si sentono invitati ad attraversare le vibrazioni più tenere e più profonde, più leggiadre e più cristalline che mai sorgente sulla terra abbia potuto emettere. L'amore giovane, amore per sua natura intatto e vergine di delusione e dolori, scende direttamente dal cielo, da quel sito di felicità e di gioia intima che si chiama Paradiso! Come si sta bene! Cosa si può desiderare di più?
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Post n°90 pubblicato il 14 Gennaio 2011 da mariannliberamente00
Gioca a rimpiattino nella mia cucina, nei continui andirivieni mi colpisce il volto, abbaglia gli occhi dietro le lenti da miope, dona un senso di allegria, d'energia, di pace! Una musica dolce si leva nell'aria ebbra di luce e le mani spasmodicamente cercano una penna e un foglio su cui fissare questi semplici attimi di grazia. Sembra miracolo come, in pieno inverno, il cielo possa mostrarsi così terso ed il sole così robusto, in una terra generosa e "disgraziata", come la chiamava Paolo Borsellino, amata alla follia e contesa, sognata nelle notti di malinconia dai suoi figli lontani costretti ad abbandonarla per cercare nuovi approdi alla sopravvivenza, e meta, nei pensieri, di ritorni alla linfa vitale intessuta di mare, sole, colori, calore. Riflessioni migrano come rondini nella mia mente mentre raggi , quali riflettori illuminano il bianco della pagina su cui veloce corre la mano inconsapevole da dove provengano gli impulsi che le fanno vergare parole estratte da contenitori misteriosi dove vanno a rincantucciarsi, come scie, le tracce della quotidianità, segni che si affastellano tessendo le trame del sentire che, a sua volta, determina prospettive e visuali da cui affacciarsi per contemplare questo immenso, affascinante, arcano, avventuroso mare che si chiama vita.
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Post n°89 pubblicato il 02 Gennaio 2011 da mariannliberamente00
All'alba d'un nuovo anno, come ogni mattina, scruto il cielo, accarezzo i cani che, appena mi sentono, si fanno avanti con la loro aria innocente, colgo intanto il canto degli uccelli che, nascosti tra i rami, gorgheggiano la loro gioia di vivere, e, nel silenzio del mattino e della casa vuota, mi chiedo cosa significhi essere entrati in un nuovo braccio del tempo, dopo averne attraversati tanti. Non c'è più l'euforia degli anni verdi, di quando, dopo una lunga notte insonne di festeggiamenti ed auguri baciati sulle guance, attendevo che si svegliassero per stringerli ancora una volta sul seno e, ancora una volta, augurare loro tutta la felicità possibile. Allora ci credevo agli auguri, mi commuovevo, prendevo energia da quegli abbracci sulla soglia del mattino. Com'era bello sentirsi stringere da braccia forti, scrutare da occhi colmi d'amore, essere porto per piccoli rami che si protendevano ad abbrancarsi al mio collo! Oh, la carezza delle piccole labbra sulla pelle, il tocco delicato delle manine di giglio! Era tutto un rimescolio del cuore e della casa, tra colazioni gioiose e risate, bisticci e brontolii. Nel silenzio, stamani, non mi chiedo più nulla, penso ad ognuno di loro nella loro casa, ognuno con il filo della propria vita tra le mani, vita scoccata come freccia dall'arco dell'amore e viaggiante nello spazio e nel tempo. L'arco s'è spezzato, metà è volato verso una dimensione più alta, metà striscia ancora sulla terra brulla ma carica d'impronte che si fanno luce, acqua nel cammino che continua, viatico per la fatica ancora da affrontare. Mi volgo indietro a cercare il tratto già percorso, qualche sosta è stata dolorosa, molto dolorosa, ma colgo il sorriso del giardino coltivato che m'inonda di gioia e mi fa esplodere in un salmo di lode: "Grazie, mio Dio!". Che importa dove condurrà la nuova tappa? I miei occhi hanno contemplato meraviglie, sono abbacinati di luce che dona serenità, almeno stamattina, sì, stamattina, primo giorno di un nuovo anno. Non voglio chiedermi nulla, desiderare nulla, aspettarmi nulla, voglio soltanto continuare ad amare per sentirmi viva, giovane, quando la giovinezza va diventando un ricordo sempre più lontano, utile come utili sono i fiori del campo che possono essere falciati da un momento all'altro eppure continuano a tendere le loro corolle verso il cielo, unica sicura meta da cui proviene l'unico vero sole che dà vita!
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Post n°85 pubblicato il 14 Novembre 2010 da mariannliberamente00
Passa attraverso le tende azzurrine la pallida luce che morbida illumina il pomeriggio autunnale. Il silenzio, interrotto da qualche fischio dei merli o uggiolio dei cani in giardino, fascia la cucina. La fronte aggrottata, la boccuccia atteggiata ad emettere un suono, i grandi occhi neri fissi sul foglio e poi, poi, il balbettio di una sillaba, quindi lo sguardo sollevato sul mio viso, l'espressione speranzosa, un cenno del capo assieme al lampo degli occhi, ed è sorriso paradisiaco ! La prima conquista del sapere racchiusa in una sillaba animata dalla sua voce argentina! E tornano i volti di altri bimbi, la fatica primigenia dell'apprendere, di dare prima un suono e poi un senso a quegli strani scarabocchi che danzano per niente allineati sul rigo, che sorridono o piangono sul bianco di un foglio adornato di orecchioni, corroso dalla gomma, soffiato e lisciato con le piccole mani, quel foglio di quaderno di prima elementare. Tornano, in tempi differenti, tre paia di occhi scuri puntati sulla mia espressione, mentre staccandomi dal lavello, mi avvicino con lo sguardo allungato sul tavolo su cui sono state disposte vivande per nutrire il loro corpo ma anche libri e quaderni per irrobustire la loro mente! Un semplice cenno o un sorriso serviva a ratificare una conquista o un fallimento, ad accendere pagliuzze dorate di gioia o delusione seguita da un ricominciare! Torna la tenerezza, al quadrato, per quella fatica immane di trasformare segni in suoni e suoni in significati, decifrazione di misteriosi disegni che apre spiragli sul mondo del sapere e quell'acquistare la vista all'improvviso, come il cieco nato, che permette a poco a poco di riconoscere e dare senso a segni sparsi dappertutto, sulle insegne dei negozi, sui cartelloni pubblicitari, sul monitor della TV, sui libri e sui giornali, dappertutto, consente di entrare nel pensiero seminato da altri e lasciarsene impregnare per poi percepire involontariamente la metamorfosi in capitale personale da usare per dirigere il cammino ed orientarsi, dare sapidità ai giorni e agli eventi. Mi chino, metaforicamente, con venerazione di fronte a tanta fatica di conquista , sacra e diritto inalienabile per tutti gli esseri umani, e in ginocchio respiro innocenza!
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