Creato da nataieri73 il 04/12/2006
“Io sto benissimo nel mondo, lo trovo meraviglioso, mi sento attrezzato alla vita, come un gatto. È la società borghese che non mi piace. È la degenerazione della vita del mondo. Hitler è stato il tipico prodotto della piccola borghesia. Anche Stalin è un prodotto piccolo-borghese.” (P.P.P., intervista a La Stampa, 12/07/1968)
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Vedrai vedrai...
Memorie del Terzo Millennio
proibito il dissenso?
PROIBITO IL DISSENSO
di Margherita Hack
Fra breve succederà come sotto il fascismo: durante le visite di illustri personaggi, i dissidenti, opportunamente schedati dalle questure, erano ospiti per qualche giorno delle patrie galere.
Contestavano Berlusconi: 8 denunce
Pino Impastato, ucciso due volte
Alla mafia piace uccidere anche i simboli. Noi alziamo il dito medio come simbolo della nostra lotta, le nostre armi sono il disprezzo, il rifiuto, la denuncia. Mafia, arriverà il giorno in cui sarai inghiottita nel fuoco appiccato da te stessa con l'aiuto di qualche cittadino onesto, magistrato onesto, intellettuale onesto....muori maledetta mafia, una volta per tutte!!!
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Arrivarono all’ora del tramonto in un paesino senza colori, afono, in cui l’aria fredda e nitida sembrava avesse avviluppato ogni cosa in un sigillo bluastro, come i tenui riflessi che il sole morente di tanto in tanto spargeva intorno.
Anna e Omar camminavano esausti, fianco a fianco, guardando la strada. Di tanto in tanto alzavano gli occhi per capire se si trovavano ancora sul ciglio di una strada oppure avevano messo piede in un centro abitato. Quando arrivavano nei piccoli paesini semi abbandonati si sedevano sul sagrato delle chiese, e allungavano la mano.
Il bottino era appena sufficiente per procurarsi un pezzo di pane e una mela, talvolta li barattavano per qualche caramella e un cioccolatino, che risultavano essere quasi introvabili.
Dormivano dove capitava, anche se prediligevano i boschi, dove vivevano in un continuo stato di tensione per via dei fischi dei fucili che spesso sentivano non lontani da loro, oppure per i mille rumori che la notte si scatenavano e ai quali avevano imparato a reagire con una certa incosciente indifferenza, che però gli consentiva di riposare e di ripartire il giorno dopo. Ovunque capitassero, non si fermavano mai più di un giorno e di una notte. L’inverno era il periodo peggiore da quelle parti, più a nord andavano, più l’inverno si presentava rigido. Spesso i due ragazzini avevano creduto di morire assiderati se non fosse stato per qualche vecchio contadino che eccezionalmente gli aveva dato rifugio nel pollaio, nella stalla o in garage, ovviamente in cambio di qualche lavoretto in campagna.
Parecchi adulti e qualche volta anche ragazzini incontrati per strada intrattenevano con loro rapporti non esattamente amichevoli ma che nei casi più fortunati venivano preannunciati spesso come tali.
Di tutto questo sui due restavano tracce ben visibili sotto i logori stracci, poiché non sempre le mani che si posavano su di loro risultavano gentili.
Molto peggio era però il ricordo che ne rimaneva, soprattutto delle non rare percosse che entrambi ricevevano, per non aver fatto bene un lavoro o per semplice e puro sadismo. Con i tempi che correvano la gente era stanca, frustrata, molte volte ci si ritrovava a far del male ai più piccoli, animali o bambini per niente, per sfogare la rabbia o per noia.
La vita scorreva senza vedere i colori e senza sentire gli odori del bosco, senza percepire le vibrazioni che la terra disperatamente cercava di far arrivare agli uomini, seppur anch’essa cento, mille volte stuprata dalle guerre e da assassini di tutti i tipi.
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/5329/1/42
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