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Creato da: wahid2 il 15/01/2007
discussione sulla necessità di un ricambio generazionale

 

 

L'ira dei ragazzi miti "Berlusconi ci teme"

Post n°23 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da wahid2
Foto di wahid2

"Ho 22 anni, e vivo ogni giorno sotto ricatto. Ora sono stufo. Finalmente posso respirare"
di CURZIO MALTESE

ROMA - "Sai cosa c'è? Alla fine uno si rompe le balle di avere paura. Ho 22 anni e vivo ogni giorno a sotto ricatto. Paura di non farcela a riscattare tutti i crediti, del contratto da precario in scadenza, di non poter più pagare l'affitto e dover tornare dai miei, di non trovare un vero lavoro dopo la laurea, della crisi mondiale e dell'aumento delle bollette. Campo a testa china e tiro avanti sperando che domani sia migliore. Ma se mi dicono che domani non c'è più, l'hanno tagliato nella finanziaria, allora basta. Non mi spaventa più Berlusconi che dice di voler mandare la polizia. Non mi spaventa nulla, sono stufo. E finalmente, respiro". Marco è uno degli studenti della Sapienza che occupano la facoltà di Lettere. È lui ad aver proposto in assemblea alla Sapienza lo striscione che oggi è su tutte le facoltà occupate d'Italia: "Io non ho paura", in risposta alle minacce di Berlusconi, al solito smentite. "Non scrivere leader, che mi sfottono. Promesso?".

Sono le nove e sulla Roma autunnale è calata un'improbabile notte di primavera. Improbabile come questo movimento, nato nel momento peggiore, cresciuto oltre ogni previsione, senza neppure il tempo di darsi un nome. Per trovarlo hanno indetto un referendum sul sito della rivolta universitaria, www.UniRiot.org, e l'ha spuntata "Onda anomala". In breve, "l'onda", "noi dell'onda" dicono, come fossero contradaioli.

Avete presente il '68, il '77? Altra storia. L'arrivo alla facoltà occupata è confortante o deludente per chi ha in mente e negli occhi la Sapienza delle assemblee oceaniche sessantottine o il teatro di guerra della cacciata di Lama. C'è un gran silenzio. Si sentono echi di radiocronache di pallone, autoambulanze lontane, perfino un coro classico che prova nella facoltà di Fisica. Pochi ragazzi nella piazza, sui viali qualche sperduto capannello. Vuoi vedere che è la solita montatura nostalgica di un '68 che non può tornare? Ma dentro le aule, i dipartimenti brulicano di centinaia di ragazzi che discutono, studiano, lavorano al computer, organizzano le manifestazioni del gran giorno, oggi, davanti al Senato. Tessono reti in tutta Italia ed è un bollettino di guerra: "Ore 11: Occupata Roma Tre! Ore 15: occupata Ingegneria! Ore 19: occupata l'Orientale di Napoli!". E poi Firenze, Cagliari, Napoli, Bologna: "Stiamo vincendo!". Giancarlo Ruoco, capo dipartimento di Fisica, 49 anni, un passato giovanile nei movimenti, osserva: "Il paragone di numeri col '77 è improponibile, ma di sicuro questo è il movimento studentesco più partecipato degli ultimi trent'anni. Non c'è Pantera o protesta contro la riforma Moratti che tenga. Allora eravamo quasi più docenti che studenti in piazza. Ora sono il doppio, il triplo, e sembrano decisi ad andare fino in fondo"

Quando i telegiornali della sera hanno diffuso il diktat poliziesco di Berlusconi, i ragazzi più grandi hanno brindato con birre e applausi, fra gli sguardi perplessi e intimoriti delle matricole. Che c'è da festeggiare se il premier minaccia manganellate? "Il fatto è che gli stiamo mettendo paura, noi a loro. È la reazione scomposta di uno che si sente debole, che non si aspettava tutto questo, non ha una strategia e pensa di risolvere al solito modo, con la polizia, come si trattasse di rifiuti, camorra o periferie insicure". Chi parla è Luca, 23 anni, un'ottima laurea in lettere a Milano, venuto a Roma per specializzarsi in filologia romanza. È di Monza: "Perfino lì hanno cacciato la Gelmini da un comizio, e non se l'aspettava. A Monza, dov'è nata la Lega, cinquant'anni di Dc. Non hanno proprio capito che la politica non c'entra, la sinistra qui non comanda niente. Quando è venuta la ragazza mandata da Veltroni (Giulia Innocenzi, ndr), chiaramente in vista della manifestazione di sabato, le abbiamo strappato i volantini. La Cgil ha cercato di mettere il cappello sul movimento e li abbiamo costretti ad arrotolare le bandiere rosse. Per me il Pd significa poco, l'opposizione è inesistente, Berlusconi non è chissacché, non mi suscita nessun sentimento. È soltanto un vecchio che fa discorsi vecchi. Insomma, qui non c'entra la politica, c'entra la vita. Il mio futuro, quello di Francesco, Vanessa, Ilaria...".

"La mia vita attuale è questa. Studio come un pazzo per finire in fretta e bene, lavoro in un call center, dormo in una camera a 500 euro al mese. E sopporto pure che un Padoa- Schioppa o un Brunetta o una Gelmini mi diano del bamboccione o del fannullone. Ma non che taglino i fondi all'università per fare affari con l'Alitalia, aiutare la Fiat o le banche dei loro amici. La crisi io non la pago. Questa settimana di proteste è stata la più bella esperienza di questi anni. Si respira, si parla, si discute dei sogni, del futuro. Penso sia un mio diritto. Ai vostri tempi era magari diverso. I corsi universitari duravano mesi, avevi sempre gli stessi compagni, gli stessi professori. In ufficio o in fabbrica eri solidale con l'altro operaio o impiegato. Ora io seguo decine di corsi dove non incontro mai le stesse persone e poi lavoro in un call center dove il mio vicino di scrivania cambia sempre, a ogni turno, senza contare che abbiamo tutti le cuffie e non c'è neppure la pausa caffè. In questi giorni ho alzato la testa, mi sono guardato intorno, ho conosciuto studenti da tutta Italia, mi sento vivo".

E' un rivolta di bravi ragazzi, della nostra meglio gioventù. Non è una rivolta contro i padri, come furono le altre, ma di giovani che prendono sul serio le parole dei padri. Vogliono studiare, uscire di casa, fare carriera per meriti e non per conoscenze, crescere insomma e scoprono che in Italia non è possibile. Non è possibile per un giovane essere "normale". Da qui la rabbia di questi ragazzi miti. Anche un po' secchioni. Luca e altri, con Francesco e Vanessa, ieri ospiti di Santoro, hanno tirato l'alba a studiare la legge Gelmini nei minimi particolari, scovando un'infinita serie di contraddizioni. Un bel lavoro e anche una lezione per l'opposizione parlamentare che deve aspettare la Gabanelli per accorgersi della norma salvamanager infilata nel decreto Alitalia. "La legge è piena di cazzate" mi spiegano "Taglia i fondi per la ricerca, che in Italia è l'uno per cento del Pil contro il tre della media europea e del trattato di Lisbona. Riduce il numero dei ricercatori che da noi sono tre ogni mille abitanti, contro l'obiettivo di otto. Non taglia le sedi universitarie, che in Italia sono 115, più di una per provincia, con decine di corsi frequentati da un solo studente. Soltanto Roma ha sedi decentrate a Civitavecchia, Rieti, Pomezia: Ma quelle rispondono a interessi clientelari".

Ilaria, che incontro a Fisica, "ci vediamo sotto la lapide di Fermi", snocciola dati statistici come formule, sospira e conclude: "Non che m'interessi più di tanto, perché fra un anno vado in Inghilterra. Però mi sembra giusto dirlo, protestare finché si può". Il Dipartimento di Fisica, quello di Fermi e Amaldi, è il fiore all'occhiello della gloriosa e ormai sfasciata Sapienza. E' quarta nelle classifiche europee, fra le prime dieci del mondo, dentro un'università che non compare neppure fra le prime cento. La fuga dei cervelli all'estero è la norma e cresce di anno in anno.

Nell'"Onda" Fisica è stato il laboratorio creativo. Il corpo docente, fra i migliori d'Italia, ha appoggiato senza riserve la protesta. "Tanto con l'appello contro la lectio magistralis del Papa ci aveva già criminalizzato. Peggio non può succedere". Fernando Ferroni, professore di fisica delle particelle elementari, uno degli scienziati che ha collaborato all'accensione dell'Lhc al Cern di Ginevra, è solidale ma pessimista sulle sorti dell'Onda: "Hanno ragione da vendere ma il clima culturale è il peggiore possibile. Non c'è sensibilità per questioni complesse come la formazione, la ricerca. Il governo fa discorsi primitivi, insensati ma efficaci. L'opposizione ne sa poco o nulla. Non ha capito la portata del disegno. Qui stanno dismettendo l'istruzione pubblica, un pezzo per volta. E' una cosa mai successa in nessuna parte del mondo civile. Negli Stati Uniti, il paese più malato di iper capitalismo, l'università pubblica rimane ancora fortissima. Uno studente di Fisica può scegliere di pagare quattromila dollari a Berkeley o quarantamila a Stanford, ma la qualità è la stessa, alla fine si spartiscono lo stesso numero di premi Nobel. Per non parlare dell'Europa. Qui invece fra pochi anni l'istruzione pubblica, di questo passo, sarà relegata alla marginalità, alla serie B, a quelli che non possono permettersi di meglio. Il tema è enorme, tocca l'essenza dei diritti di cittadinanza, ma temo che non passerà. Criminalizzeranno la protesta, faranno scoppiare qualche incidente, e i media andranno dietro l'onda, l'altra, quella del potere. Bisognerebbe bucare questo muro di conformismo, ma come?"

Gli studenti si sono posti il problema d'"inventarsi qualcosa di nuovo", ne discutono in assemblea, su Internet, chiedono idee, consigli. "L'importante è evitare paragoni col passato, gli slogan in rima, le bandiere della politica, le stesse forme di lotta di fronte alle quali la gente dice "l'ho già visto"e passa oltre" spiega Laura, 23 anni, delegata alla comunicazione di Fisica. "Ci siamo inventati le lezioni in pubblico, con la lavagna a Piazza Farnese, un successo con i passanti che si fermavano a chiedere. Venerdì (oggi, ndr) saremo a Montecitorio".

Sono rimasti a discutere le nuove forme di lotta fino alle tre, poi è entrato Stefano con le birre. "Che ha fatto la Roma?" "Lasciamo perdere... Aò, ma la volete smettere col dibattito? E fateve 'na birra, 'na canna, che so". Bisogna fare la colletta per i cornetti. Che cosa? "Al picchettaggio offriamo cornetti agli studenti che vogliono entrare. Li hai mai visti i picchetti con i cornetti? Lo voglio vedere Berlusconi che manda l'esercito. A noi non ci fregano con le provocazioni, non ci vedrai mai fare questo". E mostra il gesto della P38". Chissà se non li fregano. Quarant'anni fa era cominciato con le colazioni ai bambini poveri, i sit-in pacifici, il clima da "Fragole e sangue", ingenuo e fiducioso. Fino alla prima carica della polizia. Stefano prende la chitarra, sono ormai le tre, per tenere sveglia la truppa. Nella musica sono conservatori, l'eterno rock, i vecchi cantautori, da De Andrè a Ligabue, che ormai viaggia per i cinquanta. Alle quattro crolla pure il cantante, qualcuno si rinchiude nei sacchi a pelo, altri s'infrattano, qualcuno riprende a discutere fino all'alba, a parlare dei propri sogni, come tutti a vent'anni, mentre il sole sorge sempre da un'altra parte.

 
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RIVENDICHIAMO IL DIRITTO ALLO STUDIO

Post n°22 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da wahid2


L'università pubblica rischia il collasso. Se siete studenti universitari, prendetevi del tempo x leggere quanto segue. 

In questi giorni si è parlato solo delle manovre che interessano le scuole elementari:
- riduzione del tempo pieno, con obbligo per i genitori che lavorano di pagarsi di tasca propria una baby sitter pubblica che assista i propri figli;
- ritorno al maestro unico con un orario settimanale di 24 ore..ma visto che il contratto ne prevede solo 22, saranno le stesse scuole ad anticipare con i propri fondi le 2 ore di straordinario;
- lo studio dell'inglese..non tutti le scuole dispongono di un docente di inglese e le assunzioni sono bloccate; questo significa che saranno i genitori a pagare di tasca propria come succede oggi con qualsiasi corso extra scolastico;
- chiusura delle scuole di montagna con un numero di iscritti inferiore ai 50;
- il voto in condotta per arginare fenomeni di bullismo e di violenza all'interno delle scuole, con conseguente bocciatura e incremento dell'abbandono e della dispersione scolastica data la totale mancanza di programmi di recupero.
Per ciò che attiene l'università, la riforma Gelmini ha come scopo quello di fare dell'università un privilegio che soltanto in pochi potrebbero concedersi, vista la sua trasformazione in fondazioni private, con conseguente innalzamento delle tasse (si parla di un aumento molto elevato, non di pochi euro...) e inaccettabile disparità socio-economica, acuendo, anche in riferimento ad un bene indispensabile e costituzionalmente garantito come quello del sapere, una netta differenzazione tra classi sociali.
Partiamo con la legge 126, quella che previsto l'abolizione dell'ICI. Saranno innescati profondi tagli all'università. Entro il 2010 il Fondo di finanaziamento ordinario sarà reciso di 700 milioni di euro e nell'anno successivo di altri 300. Viene giustificato dal governo come contromisura all'eccessivo numero di docenti e di corsi di laurea e alla poca trasparenza delle misure finanziarie introdotte nelle voci di bilancio degli atenei.
Ma intervenire al fine di porre un argine all'enorme sperpero di denaro pubblico(sotto
gli occhi di tutti, anche nell'ambito universitario), attraverso manovre che andrebbero concordate non in maniera unilaterale e soprattutto non sorrette da autorevoli affermazioni o proclami che tendano ad alimentare un clima di repressione, è una forma di razionalizzazione della spesa ben diversa dall'imporre drasticamente tagli che rischiano di gettare gli atenei in una insostenibile e critica situazione economica.
Con la conseguenza per gli atenei messi in condizione di non poter accedere ai fondi pubblici di trasformarsi  in fondazioni private con incremento elevato di tasse di iscrizione e subordinazione della formazione a finanziamenti legati a logiche di mercato.
La legge 133, quella che ha fissato i tagli economici alla pubblica amministrazione (e che tanto ha giovato alla salute e agli esiti favorevoli nei sondaggi del governo e in particolare del Ministro Brunetta), oltre alla diminuzione dei fondi prevede anche il BLOCCO del turnover nelle università.
Tale blocco prevede che ogni dieci docenti che nei prossimi tre anni andranno in pensione, solo due verranno rimpiazzati. 
Per i ricercatori questo significa dire addio a ogni prospettiva di carriera universitaria....visto che l'età media dei ricercatori non di ruolo si aggira intorno ai 40 anni, una misura del genere blocca qualsiasi ingresso dei giovani nel mondo accademico.
A fronte di questa riforma della discordia, in quasi tutti gli atenei studenti, docenti e genitori si uniscono alla protesta che procede spedita verso occupazioni, manifestazioni, mobilitazioni, contestazioni, sit in, blocco della didattica e lezioni tenute nelle piazze.
NON RUBATECI IL FUTURO o IL SAPERE NON è IN VENDITA o NON SAREMO NOI A PAGARE LA CRISI CHE AVETE CAUSATO sono gli slogan che colorano la calda stagione di protesta.
in questi giorni caldi l'università italiana è una polveriera che rischia di esplodere. Non potrebbe essere altrimenti, visto il futuro che si prospetta innanzi ai nostri occhi.
Facciamoci portavoci di una sensibilizzazione e di un' informazione diffusa; per non permetterre che ci venga tolto il futuro. 
 
ALTRIMENTI BUONA FORTUNA A CHI AVRA' LA FORTUNA DI STUDIARE                                                                                  

 
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ROBERTO NON VA LASCIATO SOLO

Post n°21 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da wahid2

SAVIANO NON E' UN UOMO NORMALE..SAVIANO E' UN EROE dei nostri giorni..non può essere qualificato come semplice essere umano..perchè lui di normale non ha niente..
è normale per un ragazzo di soli 28 anni (ha la mia stessa età)vivere già da circa due sotto protezione?
è normale un uomo che si ribella ad un sistema consolidato colpevole della degenerazione politica sociale e culturale del SUD e di Napoli?
vi pare che sia normale vivere con una quotidiana ed ossessiva sensazione di pericolo?
rientra nella normalità essere costretto a rinunciare alla vita familiare, all'amicizia, all'amore, alle stronzate e alle cazzate che rappresentano nutrimento, linfa vitale per una giovane vita che da un giorno all'altro minaccia di spezzarsi? e il tutto nella indifferenza, salvo sporadiche e forzate dichiarazioni di solidarietà, di una classe politica che ha contribuito ad alimentare la cancrena che devasta il nostro ambiente.
Saviano è un esempio sempre più raro di umanità, di coraggio, di determinazione, di ostinazione, di coerenza e di lealtà.
Roberto non mollare..perchè rappresenterebbe una sconfitta anche per me!

 
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Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 06 Novembre 2007 da wahid2

ritorno sul mio blog ponendovi una frase che a me fa molto riflettere, tratta dall'ultimo libro, bello intenso e profondo, di Umberto Galimberti - I giovani e il nichilismo - che consiglio di studiare o almeno leggere:

" Ci affrettiamo a porre rimedio a tutti i mali, ma forse la fretta dei rimedi ha come sua radice il desiderio di non vedere e non accettare il male per quello che ha di costruttivo e non solo di distruttivo."

 
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PROGRAMMA

Post n°18 pubblicato il 27 Giugno 2007 da wahid2

Musica e… sapori paesani

Sabato 21 luglio 2007

Ore 11.00 – 13.00

Convegno su gastronomia e tradizioni culinarie “Agerola: saperi e sapori”.

Con il patrocinio dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Napoli

Sala Convegni della Comunità Montana Monti Lattari – Penisola Sorrentina

A seguire degustazione dei prodotti tipici locali

Piazza Gen. Avitabile – S.Lazzaro

Ore 19.00

Apertura “Percorso del Contadino” con:

SAGRA CONTADINA

tradizioni rurali, sapori nostrani

 

ELEMENTI DI ARCHITETTURA RURALE AGEROLESE

 mostra  fotografica presso Ostello della gioventù

ELEMENTI ARTISTICI RURALI

esposizione di lavori artistici eseguiti dagli alunni della Scuola Media “E. De Nicola” di Agerola presso Cloclò bar

LA FATTORIA DEGLI ANIMALI

L’ORTO AGRICOLO

MUSEO DEGLI ATTREZZI DI CIVILTA’ CONTADINA

Ore 20.00

Baracca dei buffoni – musici e buffoni in un teatro che han come tetto il cielo.

 

In anteprima dal festival degli artisti di strada in Toronto (Canada), finale pirotecnico con

LA REPUBBLICA DI SCARTU’

Fuoco, artifici e buffonate a creare uno scenario surreale fatto di trampolieri, macchine giganti e mostri simpaticamente folli.

Domenica 22 luglio 2007

Ore 11.00 – 13.00

Fattoria didattica

Visita guidata con  degustazioni nell’azienda agricola – zootecnica “SENTIERO DEI SAPORI” per conoscere i segreti e le peculiarità delle produzioni tipiche locali

Partenza da p.zza Gen. Avitabile ore 11.00 con servizio navetta

Per prenotarsi chiamare il numero 3338378607

 

Piazza Gen. Avitabile – S.Lazzaro

 Apertura “Percorso del Contadino” con:

ELEMENTI DI ARCHITETTURA RURALE AGEROLESE

mostra  fotografica presso Ostello della gioventù

ELEMENTI ARTISTICI RURALI

 esposizione di lavori artistici eseguiti dagli alunni della Scuola Media “E. De Nicola” di Agerola

LA FATTORIA DEGLI ANIMALI

L’ORTO AGRICOLO

MUSEO DEGLI ATTREZZI DI CIVILTA’ CONTADINA

Ore 17.30

Convegno “Dal forcone alla forchetta: il ruolo dell’allevatore”.

Con il patrocinio dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Napoli

 

Sala Convegni della Comunità Montana Monti Lattari – Penisola Sorrentina

 

Ore 19.00

GRIGLIATA DI SALSICCIA

Ore 20.00

Concerto: PARANZA MUSICA POPOLARE

 
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AGEROLA (NA) - 21 E 22 LUGLIO 2007

Post n°17 pubblicato il 27 Giugno 2007 da wahid2

L’Associazione “Lavori in corso”, con sede in Agerola, forte del suo impegno teso alla valorizzazione di potenzialità e risorse, sia umane che naturali, del proprio territorio, con la realizzazione della manifestazione Musica e… sapori paesani ha inteso perseguire un progetto legato alla promozione del turismo enogastronomico ed ambientalistico del territorio agerolese volto alla riscoperta delle sue tradizioni artigiane e  contadine, e delle sue bellezze paesaggistiche.

   Lavori in corso, associazione interamente rappresentata e gestita dai giovani, nata come strumento di aggregazione e di confronto, è diventata nel tempo un cantiere dove si elaborano continuamente idee e progetti, un indispensabile presidio territoriale di cui i giovani si sono impossessati, spinti dalla voglia di mettersi in gioco e di contribuire attivamente alla crescita della propria società. Nei suoi primi sei anni di vita essa si è sempre contraddistinta per il sano attaccamento agli ideali di partecipazione democratica, di pace, di solidarietà, di crescita umana e sociale, di promozione dell’associazionismo come fattore di coesione sociale, di lotta ad ogni forma di esclusione e discriminazione e di rispetto verso l’ambiente e il tessuto sociale in cui opera. Lavori in corso ha tradotto al meglio la propria vocazione gestendo iniziative e ed attività culturali e di informazione (convegni, dibattiti, conferenze), ricreative ( feste, cineforum, viaggi), editoriali, di promozione e sostegno del settore del turismo, dell’artigianato e del commercio agerolese.

   Giunta alla sua quarta edizione, Musica e… sapori paesani, che si terrà ad Agerola, nella frazione S. Lazzaro i giorni 21 e 22 luglio, si propone come l’appuntamento di tutti coloro che sentono l’esigenza di un riavvicinamento alla natura, alla quiete che si respira nei suoi luoghi, alla civiltà contadina ed ai suoi antichi sapori.

   La manifestazione sarà dunque un enorme contenitore che accoglierà numerose attività ludiche, ricreative e culturali. In essa troveranno posto mostre – mercato, visite guidate in aziende agricole – zootecniche e stand di promozione di prodotti tipici; una mostra fotografica raffigurante elementi storici di architettura rurale; un’esposizione di lavori artistici realizzati in collaborazione con gli alunni della Scuola Media “E. de Nicola” di Agerola; un museo di attrezzi di civiltà contadina; convegni a tema inerenti le tradizioni enogastronomiche locali e che puntano soprattutto ad evidenziare il ruolo fondamentale dell’agricoltore/allevatore, quale unico manutentore del territorio rimasto a presidio dei nostri luoghi. “E’  un modello - spiega Tommaso Naclerio, presidente di Lavori in corso – che intende  dare visibilità e far apprezzare i molteplici aspetti della cultura, della storia e delle tradizioni del mondo rurale locale. Il fine ultimo del nostro progetto va ricercato insomma nella volontà di preservare le ricchezze del nostro territorio con un occhio rivolto al futuro, verso le giovani generazioni da educare al rispetto dell’ambiente e delle sue risorse. Non a caso uno dei momenti centrali della kermesse sarà appunto Elementi Artistici Rurali, ovvero un’esposizione di circa 150 dipinti, nei quali i ragazzi di un’ età tra gli 11 e i 14 anni raccontano, in un intreccio di arte e fantasia, significative realtà naturali ed architettoniche di Agerola”.

   Nella due giorni agerolese vi sarà inoltre spazio per i cultori della cucina tipica con la strepitosa Sagra contadina, realizzata nella piazza della frazione di S.Lazzaro dove si esibiranno, in uno scenario surreale, artisti di strada e paranze di musica popolare.

   Un evento magico, un excursus alla riscoperta del mondo contadino, destinato a riconfermare il successo delle passate edizioni che hanno visto giungere nella “piccola Svizzera napoletana” migliaia di visitatori.

 
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“Musica e… sapori paesani”

Post n°16 pubblicato il 26 Aprile 2007 da wahid2
Foto di wahid2

 

   AGEROLA (NA)                                 21 e 22 LUGLIO 

 2007

 

Ø      Descrizione del progetto

 

  L’Associazione “Lavori in corso”, con sede in Agerola, nei suoi primi sei anni di vita si è sempre contraddistinta oltre che per il conseguimento di finalità propriamente culturali e sociali, realizzando un indispensabile presidio territoriale, di cui i giovani si sono impossessati, al fine di promuovere ed affermare la propria partecipazione e il proprio protagonismo nella vita sociale, anche per il suo continuo ed instancabile inserimento in un percorso volto alla valorizzazione delle potenzialità e delle risorse, sia umane che naturali, del proprio territorio, promuovendo una serie di iniziative legate alla promozione del turismo enogastronomico ed ambientalistico, alla riscoperta del territorio agerolese, delle sue tradizioni artigiane e  contadine, e delle sue bellezze paesaggistiche.

  A supporto di tali azioni, l’associazione riproporrà nei giorni 21 e 22 luglio 2007 la IV edizione della manifestazione:

 

 

“MUSICA E… SAPORI PAESANI”.

 

 

  Tale iniziativa vedrà come naturale ambito delle diverse attività, facenti parte della proposta progettuale, il territorio del Comune di Agerola e,più in generale, l’area della Penisola Sorrentina e della Costa Amalfitana..   Il territorio, dovrà essere riconoscibile dall’esterno in tutte le sue componenti attraverso l’attivazione di percorsi ed itinerari da realizzare in determinate aree del comprensorio, con specificità fortemente caratterizzanti in termini di produzioni tipiche (prodotti della terra, artigianato), bellezze paesaggistiche, tradizioni, presenze artistico -  culturali.

  A tal fine si innescherà un processo di promozione del turismo enogastronomico dettato dall’esigenza di creare uno stretto rapporto tra la valorizzazione del territorio, la sua riscoperta e il rilancio dell’offerta turistica.

 

  In tal senso la manifestazione si pone i seguenti obiettivi fondamentali:

 

1.       migliorare l’immagine di Agerola nel mercato interregionale nei suoi diversi aspetti: storici, culturali, ambientali, turistici;

2.       favorire la consapevolezza della qualità delle produzioni tipiche agroalimentari dei Monti Lattari;

3.       accrescere il flusso turistico puntando sulla scoperta/valorizzazione delle aree interne;

4.       sostenere e pubblicizzare la produzione delle aziende agricole e zootecniche agerolesi, perlopiù a conduzione familiare, unico modello su cui è basata l’evoluzione di attività produttive “tradizionali” e oggi in crisi nonostante le molteplici potenzialità di crescita.

 

  Riportiamo di seguito il programma di massima della manifestazione:

 

·         realizzazione di centri informativi (info-points) ubicati agli ingressi del paese, durante le settimane che precedono la manifestazione, supportati da materiale promozionale (l’intenzione è quella di distribuire un opuscolo informativo della manifestazione, composto da 8/10 pagine, contenente all’interno una presentazione dell’evento, il programma degli eventi e delle attività che si andranno a proporre durante la manifestazione, pubblicità degli sponsor che avranno contribuito alla realizzazione del progetto);

·         realizzazione Fattoria didattica: itinerari di visita ad una azienda locale per conoscere i “segreti” e le “peculiarità” delle produzioni tipiche: il giorno 21 luglio sarà possibile visitare un’azienda che maggiormente identifica la filiera in questione (un’azienda agricola – zootecnica, un caseificio, un panificio), accompagnati da esperti capaci di dare nel dettaglio una serie di informazioni sulle caratteristiche delle produzioni tipiche e sui processi produttivi tradizionali;

·         realizzazione di un Percorso Gastronomico Locale, con la presenza di stands di promozione e commercializzazione di prodotti tipici, in collaborazione con aziende locali ed artigiani. All’interno del Percorso saranno previsti una serie di iniziative di interesse  culturale, nonché momenti di animazione e spettacolo, tra cui:

 

ü      Sagra Contadina,che prevede la preparazione e la somministrazione di prodotti coltivati, lavorati o allevati in loco (latticini dei Monti Lattari, taralli, pane integrale, salsiccia di maiale, ortaggi e verdure) dall’agricoltore, primo manutentore dei nostri territori;

ü      Elementi di architettura rurale agerolese: esposizione di fotografie che testimoniavano la presenza ad Agerola di costruzioni ed elementi architettonici che non esistono più, sono stati restaurati trasformandoli del tutto o sono crollati in parte;

ü      Spettacolo circense (Moira Orfei show) il giorno 22 luglio;

ü      Animazione con vivaci artisti di strada (clown, mangiafuoco, saltimbanchi, fachiri ecc.) il giorno 21 luglio;

ü      Museo degli attrezzi di civiltà contadina;

ü      La Fattoria degli animali intesa come esposizione di razze animali minori, anche in via di estinzione, come il bovino di Razza Agerolese, Capra napoletana;

ü      L’Orto agricolo che prevede l’allestimento di un piccolo appezzamento di terreno in cui vengono esposte, a mò di coltivazione, piantine di prodotti agricoli locali: pomodori, melanzane, peperoni, basilico;

 

·         Organizzazione di una Tavola rotonda, da tenersi il giorno 21 luglio, che tratti argomenti quali: produzioni tipiche e garanzie di qualità e tutela della salute.

 
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 L'ascesa della nuova classe creativa

Post n°15 pubblicato il 16 Marzo 2007 da wahid2

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L'ascesa della classe creativa

La globalizzazione si è ormai affacciata nella realtà che quotidianamente ci circonda con la forza dirompente di un ciclone, e con la stessa irruenza ci ha messo a confronto con sistemi sociali, economici e politici estremamente diversi dal nostro e dei quali, fino a ieri, poco o nulla sapevamo, ponendoci per giunta di fronte a una nuova sfida: quella dei cosiddetti paesi emergenti. Ed è una sfida vera, impegnativa, gravosa, proprio per le persone comuni come noi, perché incide pesantemente sulla realtà che conosciamo, troppo spesso mettendola in crisi. Da quando questo nuovo approccio ha fatto breccia nel sentire quotidiano abbiamo imparato a familiarizzare anche con altri concetti dietro i quali si nascondono altrettanto grandi insidie e stimoli: fra questi innovazione e ricerca.

Decisive per paesi come il nostro, sprovvisto di materie prime fondamentali come il petrolio o i gas naturali, fu proprio grazie alla ricerca e all’innovazione che come nazione fummo capaci di superare brillantemente l’handicap iniziale e di garantirci uno standard di vita elevato. Siamo stati anche noi un paese emergente. Lo siamo stati a lungo e, infine, siamo emersi. Come è giusto e naturale, ora altri premono alle nostre spalle, aspirando a quegli stessi risultati. E lo fanno usando gli stessi mezzi che noi abbiamo utilizzato a suo tempo: una legislazione sociale e assistenziale in divenire, il che si traduce in produzioni a basso costo e un atteggiamento commercialmente aggressivo. Una cosa di cui dobbiamo essere sempre coscienti è che non possiamo né dobbiamo competere con questi paesi in questi termini. Anche se fin troppo spesso sentiamo parlare di “costo del lavoro troppo alto” e di delocalizzazione, la soluzione non può essere quella di smontare le stato sociale e ridurre le garanzie acquisite in favore di un’impossibile corsa al ribasso.
Allora quale può essere la soluzione? Tornare alle origini e investire massicciamente nella ricerca e nell’innovazione. Il problema della ricerca, madre dell’innovazione, è però che raramente questa vede il coinvolgimento diretto e significativo degli stati nazionali e l’interesse delle classi politiche, essendo perlopiù in mano alle élite economiche, con il risultato di essere da queste schiacciata su posizioni esclusivamente utilitaristiche e di mercato. La ricerca non ha poi solo bisogno di fondi, ma anche di spazi e società disposte ad accoglierla e accettarla. Invece, proprio in un momento storico tanto delicato e ricco di squilibri che solo con l’impegno di tutti potranno divenire un domani nuovi equilibri, i paesi più industrializzati, Italia in testa, sembrano aver dimenticato l’importanza delle idee e della ricerca, e con essi, ovviamente, di coloro che materialmente la curano: quella classe creativa forse mai così numerosa, ma mai tanto trascurata come adesso.
Proprio la condizione di questa classe è il fulcro del libro L'ascesa della nuova classe creativa del sociologo ed economista statunitense Richard Florida, edito in Italia per Mondatori sin dal 2003, ma mai tanto attuale. Partendo prevalentemente dal modello americano, non sempre riconducibile alla realtà italiana, Florida compie un’analisi stringente e precisa delle condizioni necessarie al fiorire delle intelligenze e delle cause legate alla loro fuga o mancato utilizzo. Uno spreco inaccettabile per un Occidente stretto nella morsa dell’economia globale che, al contrario, esige, almeno da chi ne ha i mezzi tecnici, un’innovazione costante e adeguata. L’esame di Florida, puntualizzato nell’edizione italiana da una breve introduzione incentrata sul modello di “sviluppo” nostrano, non si limita però a questo: esso è ricco di spunti e particolari volti a contestualizzare l’incapacità programmatica tanto politica quanto economica dei governi attuali e a mostrare come di una società aperta e intellettualmente ricca tutti si possano e debbano giovare. Apparentemente quello dell’autore non è uno studio direttamente legato al mondo del lavoro precario e, tanto meno, del precariato culturale, ma si tratta solo di apparenza. Egli infatti traccia un quadro generale nel quale tutti coloro che creano e trasformano idee, e chi meglio degli attuali e iperformati operatori culturali può farlo, non stenteranno a riconoscere se stessi, la società nella quale vivono e i motivi per cui da questa si sentono tanto spesso così poco apprezzati.

 
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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da wahid2

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Berlusconi e due matrimoni.

Berlusconi si sposa per la prima volta nel 1965 con Elvira dall'Oglio.Dalla loro unione nascono due figli. nel 1985 si separa. Dalle seconde nozze con Veronica Lario ha avuto tre figli.

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Casini, separato e convivente.

Casini si sposa prima con Roberta Lubich dalla quale ah avuto due figli. Si è separato ed ora convive con Azzurra Caltagirone: nel 2004 è nata una figlia.

Si tratta di due bellissimi esempi del motto che recita: vizi privati, pubbliche virtù

 
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ALLA FACCIA DELLA COERENZA

Post n°13 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da wahid2

Li chiamano “cattolicanti”. Si tratta di quegli uomini politici che differiscono dai “cristianisti”, per il fatto di essere accomodanti, soprattutto con se stessi. Sono quelli che ostentano la loro fede, i loro valori, ma sempre più spesso se ne servono per fini politici. Come è il caso dei Dico e quindi della famiglia.

E allora ci si chiede: se molti di loro (i leader del centrodestra) hanno cosi tanti impicci familiari, prime e secondi mogli, figli di primo e di secondo letto, immaturità sentimentali, insomma una vita familiare che certamente non può essere presa come modello, con quale credibilità questi stessi possano ergersi a testimoni della vita cristiana e proclamarsi, con la benedizione delle gerarchie ecclesiali, difensori della sacra famiglia?

In una società in cui divampa la rincorsa al gossip, viene naturale confondere anche in politica lo spazio che separa il pubblico dal privato. Ed allora ecco la politica attraverso lady Fini, Veronica o la suocera di Berlusconi, il marito della Prstigiacomo, la prima moglie televisiva di Calderoni. E davvero su questo terreno non c’è “cattolichesimo” che tenga: si predica bene, ma si razzola male.

Oppure c’è fin troppa famiglia nel caso di Mastella, che con la moglie presidentessa ammette di essere arrivato vergine al matrimonio, ma che poi lo santifica con un gran partito famiglia. Oppure ce n’è fin troppo poca di famiglia nel caso dei veri "cattolicanti" Casini, Berlusconi, Bossi, Fini e l'ultima arrivata Santachè.

Dubitare è lecito. Si pensi alla Pivetti, che l'altro giorno è comparsa in versione sado-maso con frusta. Quando ricopriva la carica di Presidente della Camera portava la croce al collo, era terrorizzata che nelle occasioni ufficiali si vedessero le gambe.

E allora alla faccia della coerenza. 

 
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SOTTOSCRIVI IL PATTO GENERAZIONALE

Post n°12 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da wahid2
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Personaggi del mondo della politica, dell'economia, dei media, del giornalismo hanno deciso di siglare un patto generazionale, con il quale sanciscono la volontà di dimettersi entro i 60 da eventuali cariche istituzionali.

Il fatto che personaggi come Giovanni Floris, Marco Follini, Italo Bocchino,Gianni Cuperlo ed altri, quindi persone di differente estrazione politica e professionale, su idea dell'imprenditore ex-politico Luca Josi, abbiamo deciso di aderire a questo patto impegnandosi di rinunciare una volta raggiunti i 60 anni di età a qualsiasi ufficio istituzionale,è un qualcosa di immenso.

Non si tratta di andare all’ospizio, ma di continuare a offrire il proprio apporto in qualità magari di vice, consulente, numero due, qualsiasi posizione che consenta alla società di avvantaggiarsi di un’esperienza senza disperderla. Si parla ovviamente di politica o di economia pubblica, e mi pare un segnale formidabile per i gerontocrati ed ex sessantottini che tengono in ostaggio la vita politica italiana: un modo di far sapere, alle prossime generazioni, che almeno loro non saranno nè un problema nè un tappo sul loro futuro. Ci hanno messo la firma in tanti, e se interessa anche a te sottoscrivere il patto, visita il sito: http://www.pattogenerazionale.com/.

E chissà, forse un giorno, avremo un governo guidato da un quarantenne con vent’anni di responsabilità davanti a sé. Come Spagna, Gran Bretagna, Stati Uniti.

 
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GESTI CHE SALVANO LA TERRA

Post n°11 pubblicato il 01 Febbraio 2007 da wahid2
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dal Corriere della Sera del 31 gennaio 2007
Inquinare di meno, risparmiare energia ed evitare il riscaldamento globale con accorgimenti quotidiani che sembrano banali.
Non chiedere cosa può fare il mondo per salvare il Pianeta, chiediti cosa puoi fare TU per salvare la Terra dalle prossime catastrofi ambientali che si annunciano se non si agisce subito. Parafrasando una famosa frase del presidente Kennedy, ci si domanda: quali sono i piccoli gesti quotidiani che non costano fatica ma che, sommati ad altri milioni di piccoli gesti, possono contribuire a inquinare di meno, a risparmiare energia, a migliorare l'ambiente, a non incrementare il riscaldamento globale e a risparmiare risorse per le generazioni future?
Non basta, infatti, (non basta più) non buttare la carta per terra, non lasciare rifiuti ai lati delle strade per sentirsi la coscienza a posto, utilizzare i mezzi di trasporto pubblici rispetto a quelli privati. Questo ormai è solo questione di educazione, mentre l'aumento delle temperature medie, lo scioglimento dei ghiacciai, l'innalzamento dei mari, la scomparsa delle barriere coralline richiede ben altro: soprattutto un diverso modello di vita e l'impegno quotidiano di ognuno, fatto anche di piccole cose.
Si va delle azioni che sembrano banali, ma non lo sono se si sommano a tutti gli altri, come spegnere il televisore e gli altri apprecchi elettrici e non lasciarli tutta la notte (o per giorni) in «stand-by», cioè con la lucetta rossa accesa. Sembra una piccola cosa, ma se lo facessero tutti si risparmierebbero migliaia di kiloWatt, risparmio che si traduce in migliaia di tonnellate di petrolio non bruciate per produrre energia elettrica utlizzata per nulla. I produttori di telecomandi, inoltre, potrebbero togliere il tasto stand-by (per non indurre in tentazione...). Sarebbe meglio sostituire le lampadine a incandescenza con le nuove lampade a fluorescenza: consumano molto meno, circa il 75% in meno e durano di più (senza contare che è meglio spegnere le luci se si prevede di non tornare in quella stanza nei successivi cinque minuti). Acquistando un nuovo elettrodomestico, preferire quelli a risparmio energetico (ora sono indicati in modo chiaro): costano un po' di più, ma nel tempo si ripagano ampiamente con i minori consumi. Senza contare inoltre che l'utilizzo degli elettrodomestici in modo più razionale consente un notevole risparmio di energia.

Ma non è solo l'energia che è opportuno risparmiare. Anche l'acqua sta diventando un bene prezioso, e costoso. Fare un doccia, per esempio, significa consumare circa 50 litri d'acqua. Un bagno in una vasca, invece, ne consuma più del doppio. Migliaia di litri vengono persi ogni anno dai rubinetti che gocciolano o perché non sono chiusi bene.

Isolamento termico: attenzione poi agli spifferi da porte e finestre. Il freddo che entra (o il caldo in estate) costringe a riscaldare di più (o aumentare l'aria condizionata in estate) con un importante incremento nel consumo di energia.

Tenendo sempre conto della fondamentale importanza della raccolta differenziata dei rifiuti
di carne di manzo rispetto al passato ha moltiplicato gli allevamenti. Recenti studi hanno dimostrato che i bovini sono responsabili del 23% delle emissioni di metano, un gas serra molto più efficiente dell'anidride carbonica per il riscaldamento terrestre. Inoltre l'aumento dei capi di bestiame per carne ha fatto aumentare le coltivazioni di soia e mais destinate alla loro alimentazione, piante che hanno bisogno di molta acqua, senza contare la deforestazione (specie in Amazonia) per far spazio alle culture e ai capi di bestiame che alimentano l'industria dell'hamburger. Secondo l'Istituto francese dell'ambiente per produrre un chilo di carne di vitello si immettono nell'ambiente oltre 45 kg equivalenti di anidride carbonica, un chilo di carne di agnello equivale a 14 kg di CO2, un chilo di carne di pollo da allevamento ad appena 2 kg di CO2. Percorrendo 100 km in auto si immettono nell'ambiente 22 kg equivalenti di anidride carbonica.
Nessuno chiede di diventare vegetariani e di abbandonare la carne, ma quando si sta per addentare un filetto pensiamo un po' anche all'ambiente.

 
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Partecipa Anche tu

Post n°10 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da wahid2

In queste ore, il dibattito in Parlamento sui Patti Civili di Solidarietà, meglio noti come PACS, sta diventando sempre più acceso, catturando totalmente l'attenzione dei media.
Il riconoscimento dei diritti basilari di convivenza
alle coppie di fatto
, etero e non,
rappresenterebbe una conquista fondamentale per lo sviluppo sociale e civile del nostro paese.
Una conquista che è stata già raggiunta in altri paesi europei,
a partire dalla Francia nel lontano 1999.
Anche nel mondo dei weblog possiamo fare qualcosa:
noi singoli cittadini possiamo far sentire le nostre voci,
 diffondiamo il peso della nostra coscienza.
Facciamo sentire che ci siamo anche noi
e che pretendiamo di essere cittadini del mondo.
 
Se sei d'accordo, prendi parte all'iniziativa
" diamoci un segno di PACS ",
copia questo post e incollalo sul tuo weblog
aggiungendo il tuo nick e il link del tuo blog al mio.
E passa parola
.
Solo creando una catena di consensi, un oceano di pensieri unanimi, possiamo sperare di poter cambiare il nostro futuro.
 
Aggiungi di seguito  il tuo nick e il tuo blog al mio
Nataieri73 
 
hanno aderito all'iniziativa:
un blog un pò blob
Il Vento e l'Anima
La Toga Strappata®-

 
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COME LA RABBIA DI CHAPLIN

Post n°9 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da wahid2
 
Foto di wahid2

In occasione dell’uscita nelle librerie di Charlie Chaplin, “Opinioni di un vagabondo”(Maximum Fax, pagg.244, € 14), vi descriverò i tratti, le cause scatenanti della coscienza arrabbiata di uno dei più importanti personaggi del XIX secolo, sul quale non si sono risparmiate sfilze di cronache e racconti di tipo lirico, letterario ma mai finalizzate a commentarne la sua “rabbia”.

Ebbene, un aiuto in questo senso ci viene dal grande Dario Fo, che sulle pagine de La Repubblica di qualche giorno fa descriveva Chaplin come un uomo che aveva radicato il senso dell’amore e dell’odio. Odiava il mondo che aveva intorno, il potere, la macchina del capitale. Odiava l’ordine dello stato,l’ordine morale della società, l’ordine del profitto commerciale, bancario ed industriale. L’ordine religioso con le sue ipocrisie, i suoi dogmi e le sue false speranze. E per finire odiava l’ordine culturale della borghesia e del capitale e l’ordine dei suoi miti falsi e infami.

L’America convenzionale, arroccata intorno al business, non lo amava, non gli perdonava le sue simpatie comuniste, i suoi presunti legami con la Russia, la sua presunta mancanza di patriottismo dovuta al fatto di non aver mai voluto accettare la cittadinanza americana.

In ben  poche opere di cinema e di teatro apparse negli ultimi settant’anni è possibile sentire chiaro tanto odio espresso per la logica della macchina che mortifica, aliena, umilia e uccide l’uomo e la sua umanità, così come in Tempi moderni.

Nessuno meglio di Chaplin ha saputo sviluppare la critica aggressiva, piena di rabbia nei confronti dell’ideologia della macchina e in particola modo nei confronti dei metodi di Taylor, cioè quelli che sfruttano l’uomo fin nella sua gestualità. Allo stesso modo ha aggredito tutta la ideologia del moralismo americano e della società perbenista. Basti ricordare il capovolgimento crudele delle scene di Chaplin nella Strada della paura, quando distribuisce il cibo ai bambini affamati, e spande il miglio intorno come se fossero tante galline a cui dar da mangiare. Anche quando c’è il gioco della felicità, la risolve nello sfuggire  a questa società.

Le storie che Chaplin racconta sono tratte non da fatti immaginari o letterari, ma da una realtà ben chiara e cioè nata e cresciuta sulle spalle e sulla pelle di tutti. Ma come fa notare Andreina Bom, la traduttrice di questo libro, nessuno si preoccupa di sottolineare la rabbia di Chaplin contro la società, ma piuttosto la rabbia della società contro Chaplin, una società già esacerbata ed esageratamente sospettosa contro chiunque odori di “diverso”. Le vedute di Chaplin sulla vita, sui rapporti fra gli uomini e anche sulla economia e la politica sono troppo eterodosse perché la perbenistica America del dopoguerra non ne risenta; e il branco attacca.

 
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FUORI LA RABBIA

Post n°8 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da wahid2
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una domanda agli amici del blog: ma voi con quale atteggiamento vi ponete di fronte all'effettiva esistenza di un modello sociale invecchiato e per certi versi obsoleto?..io sinceramente continuo a non trovare risposte all'assenza di informazione riguardo un problema che ci investe, ci abbatte e quando si verifica smantella il benchè minimo tentativo di rialzarci..è come se gli interpreti del nostro tempo(ma testimoni del tempo andato)speculassero sull'ignoranza per consolidare le proprie posizioni di vertice..ecco perchè continuo a pormi frequenti domande  sull'ostinata bramosia di potere da parte di questi stessi personaggi che invece dovrebbero garantire una maggiore partecipazione proprio a quel potere che essi detengono ed esercitano con patetica gelosia..l'unico avvicendamento al potere è deciso nelle loro stesse stanze per il tradizionale rito di scambio di poltrone!
e allora l'unica certezza che oggi mi consola è paradossalmente la sofferenza che vivo quotidianamete all'interno della societa che ho intorno..

 
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GABER DOCET

"!a libertà non e' star sopra un albero,

  non è neanche avere un'opinione,

  la libertà non è uno spazio libero,

  libertà è partecipazione"


 

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