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Post N° 48

Post n°48 pubblicato il 06 Gennaio 2007 da feroce.saladino
 
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Peripezie amorose e Amor coniugale

Lei:

data: 14/11/2005  Oggetto: Risposta a “Stelle e stalle”

Ciao Dino...

ho cambiato gestore di rete e sto aspettando che quello nuovo gentilmente mi conceda di collegarmi. Al momento mio figlio è riuscito ad installare Internet col modem normale, ma posso effettuare accessi brevi, visto i costi, in attesa dell'ADSL nuova. Appena potrò risponderò a dovere alla tua graditisssssima mail. baci, Arianna

Lui:

data: 18/11/2005  Oggetto: Questioni amorose

Ciao Arianna

non avevo avuto tue notizie e stavo quasi per gettarmi a terra implorando il tuo perdono per le velenose parole della mia ultima; poi, l’altra mattina, ho letto dei tuoi problemi con il computer e mi sono sentito risollevato. Ad ogni modo, ricordati sempre che qualunque cosa io possa lasciarmi sfuggire contro il genere femminino, non è, e non sarà mai, diretto contro la tua persona, ma contro i fantasmi che turbano la mia mente malata.

Queste mie manifestazioni di isteria verbale non sono altro che monologhi liberatori, sedute di psicoanalisi che servono a svuotare per un po’ la mia anima da certi umori tossici in essa raccolti e che alle volte possono risultare particolarmente sgradevoli, puzzolenti od offensivi verso terzi. Tu ne sei coinvolta incidentalmente solo perché appaiono sul tuo monitor, ma non sono rivolti contro di te, né verso alcuna persona in particolare: sono le ultime fasi, lo stadio finale di una pazzia indotta dalla cronica mancanza di sesso e tu hai il sacro compito di raccogliere le mie ultime volontà, affido a te il mio testamento spirituale prima che la follia si impadronisca completamente delle mie facoltà mentali (come è accaduto al povero Nietzsche, anche lui un grande misogino, ucciso in conseguenza di uno dei rarissimi incontri sessuali avuti con donne nella sua vita, quando contrasse la sifilide che poi lo portò alla pazzia…).

Però la poco edificante caduta di livello nel nostro dialogo è avvenuta anche un po’ per colpa tua: avevi abbandonato il tono ironico e distaccato dei tuoi scritti in difesa della causa femminile per adottare immagini forti espresse con un linguaggio da caserma che non pensavo fosse tra le tue corde; io mi sono fatto prendere la mano e ho immediatamente replicato con il mio umorismo goliardico.

Forse non hai gradito la battuta riguardante Berlusconi e le “quote rosa”…ma anche mia moglie è berlusconiana e mia figlia è sulla buona strada per diventarlo, visto che si beve tutta la pubblicità e le trasmissioni trash della televisione; ma sarebbe assurdo litigare per la politica…

Per farmi perdonare e per affrontare un argomento più edificante, oggi ti parlerò di Amore (ti ricordi le nostre discussioni di qualche mese fa?). Tu inneggiavi all’Amore, usando l’immagine della sabbia che delimita e “contiene” i mari e gli oceani, mentre io paragonavo la forza vitale del Sesso all’elemento acquatico da cui ha avuto origine la vita, e affermavo che il sentimento d’amore non è altro che un prodotto della nostra sessualità (idea certamente né originale né nuova). 

 

L’Amore è sempre stato al centro dell’attività artistica dell’uomo.

Facendo anche solo un rapido excursus attraverso la poesia e la letteratura ci si accorge che gli autori di opere immortali, quasi esclusivamente maschi, descrivono l’amore e i personaggi che ne sono presi, esprimendo l’incantevole scoperta del sentimento, il colpo di fulmine, l’attrazione fisica, il risveglio dei sensi, l’innamoramento e via via il suo evolvere: il turbamento erotico, la sopraffazione emotiva, la passione, il desiderio, la sfrenata lussuria. Tutte le più soavi, magiche, eccitanti esperienze legate all’amore, così come le più drammatiche (il rifiuto, l’indifferenza, l’inganno, l’abbandono da parte dell’”altro”, la gelosia, la presenza di ostacoli insormontabili o di impedimenti “esterni”- ad es.: famiglie nemiche, uno degli amanti è già sposato o vincolato ad un sacro giuramento o appartiene ad una classe sociale o ad una fascia d’età troppo diversa, o sussiste una condizione che rende comunque impossibile il rapporto -) hanno costituito materia di ispirazione per gli artisti, grandi e meno grandi, di tutte le epoche e tutte le latitudini.

Cito a caso e in modo disorganico. Il “Canzoniere “ del Petrarca: l’idealizzazione estatica dell’oggetto amoroso. Romeo e Giulietta, storia di un amore contrastato dagli odii familiari. L’amore “colpevole” di Tristano e Isotta: quest’ultima è andata in sposa ad un anziano re, con il quale il nobile Tristano è cavallerescamente impegnato. Lancillotto e Ginevra: un amore “impossibile” poiché lei è regolarmente coniugata con re Artù. Werther e Carlotta (“I dolori del giovane Werther”): l’amore non è corrisposto, il giovane si suicida. Renzo e Lucia: tutto il romanzo dei “Promessi sposi” è incentrato sulle peripezie di due giovani il cui matrimonio è ostacolato da un’incredibile sequenza di avvenimenti contrari. Anna Karenina e Vronskij: il dramma dell’adulterio. Otello e Desdemona: la gelosia e il contrasto tra la purezza femminile e la violenta natura maschile. Faust e Margherita: la seduzione colpevole, l’abbandono, il perdono, l’espiazione. Potrei continuare a lungo, ma la sostanza è che l’amore  può essere raccontato, goduto, “consumato”, nella realtà o nella finzione artistico-letteraria, solo quando è “fresco”, nella sua fase iniziale e quando smuove tutti i sentimenti, le ansie, i palpiti, i sensi, i desideri. Nei drammi teatrali spesso trovano posto le traversie amorose e loro tragico esito. Nelle commedie, le stesse tormentate vicende rendono più gustoso il lieto fine, che spesso coincide con il matrimonio. Ma anche molte fiabe terminano con la formula: “... e vissero felici e contenti...” dopo che la fanciulla e il principe azzurro sono convolati a giuste nozze.

Anche i miti raccontano storie piene di passione ed erotismo (tutte le “scappatelle” di Zeus, ad esempio, con Leda, con Danae, con la ninfa Calisto, con Semele, con Alcmena, la virtuosa moglie di Anfitrione, ecc.). Per non parlare del teatro musicale, il melodramma italiano (dove si ripete sostanzialmente lo stesso schema di base, argutamente riassunto da G. B. Shaw con la notissima boutade: “un tenore e un soprano vorrebbero andare a letto assieme, ma un baritono glielo impedisce”), le opere buffe, le moderne canzoni, la musica leggera, il cinema, ecc. Anche la storia ha i propri miti e drammi d’amore: Abelardo ed Eloisa (lui fatto evirare, lei rinchiusa in convento), Paolo e Francesca da Rimini (episodio che ispirò Dante), Ugo e Parisina, amanti colpevoli  fatti giustiziare dal marchese Nicolò III di Ferrara.

L’amore e il sesso sono argomenti principe per artisti, esperti di vari settori (psicologia, sociologia, costume, gossip, ecc.) e coinvolgono gran parte della gente comune, l’uomo “della strada” (dovrei dire, più correttamente, la donna “della strada” - quella che legge i rotocalchi, i romanzi e le cronache rosa – però non suona bene…), ma sempre associati al piacere (la magia dell’innamoramento, l’idillio, l‘ardente passione, l’erotismo, la sensualità); oppure al suo rovescio, la mancata soddisfazione del sentimento amoroso a causa di un tragico ostacolo o un impedimento che si oppone alla felicità degli amanti.

Non viene mai descritto il quieto ménage matrimoniale, l’amore domestico, la rassicurante, placida, confortevole condizione degli affetti all’interno di una legittima relazione coniugale. Come mai?

Rimando la conclusione di questo fluviale discorso alla prossima puntata. Se vuoi, medita sull’argomento e  fammi sapere cosa ne pensi. Bacioni.       Dino

 

 

 
 
 
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